(ANSA, ore 9,32 del 14 dicembre 2014) – Al termine di una complessa trattativa, e in piena notte a Lima, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici ha dato via libera ad un documento che rappresenterà a sua volta il testo base del vertice di Parigi in programma nel 2015.
Sulla base del testo sottoscritto, i paesi dovranno presentare all’Onu entro il 1° ottobre del 2015 impegni “quantificabili” ed “equi” di riduzione delle emissioni, oltre ad una dettagliata informazione sulle azioni da seguire.
È poi previsto che gli esperti della convenzione del cambiamento climatico esaminino l’impatto di tali misure, paese per paese, per verificare se sono sufficienti affinché la temperatura non salga oltre i due gradi in più.
Sulla base del documento approvato, i paesi firmatari s’impegnano a rispettare una serie di azioni in vista della conferenza di Parigi dell’anno prossimo, il cui obiettivo è l’adozione di un accordo universale e vincolante per limitare il riscaldamento climatico a 2 gradi.
Quello che era in gioco a Lima era il successo del vertice 2015 nella capitale francese.
Da lì dovrebbe uscire un documento destinato a sostituire il protocollo di Kyoto dal 2020.
Il testo approvato a Lima non ha però convinto alcuni esperti ed ong, che hanno definito l’accordo “debole”, in quanto – affermano – il documento andava rafforzato e le azioni anti-emissioni necessarie dovevano essere più consistenti.
La chiusura delle trattative era in programma venerdì.
I negoziati sono invece proseguiti durante l’intera giornata di ieri, in un clima che è stato spesso di pessimismo, in gran parte a causa di contrasti tra i paesi industrializzati e le nazioni in via di sviluppo.
Queste ultime accusavano gli stati più ricchi di cercare di scansare le proprie responsabilità nel riscaldamento globale e di pagare meno per le conseguenze.
“Tutti conosciamo le bandiere rosse” degli altri paesi, aveva sottolineato nel pomeriggio il ministro peruviano dell’Ambiente e presidente della conferenza, Manuel Pulgar Vidal, chiedendo alle delegazioni di “portare delle proposte che possano permettere di chiudere” la conferenza, evitando quindi “di innalzare altre bandiere rosse“.
Pulgar Vidal aveva quindi incontrato i rappresentanti di gruppi di paesi.
Successivamente il presidente della conferenza ha presentato la bozza del documento ai delegati, i quali l’hanno poi approvato in plenaria.
A dichiarare approvato il documento, dopo due settimane di negoziati, è stato lo stesso ministro peruviano, davanti alla plenaria dei delegati dei 145 paesi presenti, che hanno subito salutato con un applauso il via libera al documento.
“Sarebbe una buona idea dare al testo il nome di ‘Appello di Lima per l’azione per il clima’“, ha aggiunto Pulgar Vidal.