News dell’Agenzia Ansa Ambiente delle ore 19,21 del 15 settembre 2014.
ROMA – I monsoni asiatici esistevano già 40 milioni di anni fa, durante un periodo caratterizzato da elevati livelli di biossido di carbonio in atmosfera e temperature più alte.
Lo afferma uno studio dell’università dell’Arizona che conferma le previsioni dell’IPCC sul collegamento tra il cambiamento climatico e un maggior numero di piogge ed eventi estremi in Asia.
[L’Intergovernmental Panel on Climate Change (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, IPCC) è il foro scientifico formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) ed il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) allo scopo di studiare il riscaldamento globale. Ndr.]
Stando all’indagine, pubblicata sulla rivista Nature, un forte sistema monsonico asiatico esiste da almeno 35-40 milioni di anni fa, e non da 22-25 milioni di anni fa come ritenuto in precedenza.
Analizzando fossili di mammiferi e di lumache d’acqua dolce in Birmania, i ricercatori hanno stabilito che il primo monsone si verificò in un periodo in cui la CO2 in atmosfera era 3-4 volte più elevata rispetto ai livelli attuali.
Il monsone si è quindi indebolito 34 milioni di anni fa, a seguito di una riduzione del 50% della CO2 e del verificarsi di un’era glaciale.
”La scoperta ha importanti conseguenze per il riscaldamento globale in atto”, ha detto Alexis Licht, autore principale del rapporto.
Alexis Licht
”Suggerisce infatti che l’incremento della CO2 atmosferica farò aumentare le precipitazioni monsoniche in modo significativo”.
Lo studio conferma le ultime proiezioni dell’IPCC, che prevedono un incremento delle piogge medie ed estreme nel sud dell’Asia in qualsiasi scenario futuro di emissioni.