

COMUNICATO STAMPA
La Giunta Capitolina ha approvato i progetti preliminari di AMA che riguardano la realizzazione di due biodigestori anaerobici da 100mila tonnellate ciascuno a Cesano e Casal Selce, pensati per raccogliere la frazione organica di tutti i municipi di Roma, sfruttando i siti già individuati per gli impianti di compostaggio aerobico della Giunta Raggi e che hanno avuto una loro prima valutazione d’impatto ambientale.
Le nuove norme sull’economia circolare, in particolare l’articolo 205 bis del D. Lgs. 152/2006 modificato nel 2020 in base alle norme recepite, escludono che i rifiuti organici utilizzati per produrre combustibili biogas/biometano dalla frazione organica differenziata possano essere calcolati come riciclaggio o economia circolare.
Il Comune di Roma vuol fare ricorso ad una tecnologia che punta di fatto al solo “recupero di energia” dai rifiuti organici, per produrre biogas composto al 60% di metano quindi da purificare per poter immettere in rete il biometano al 97%, eliminando il 40% di gas come anidride carbonica – anidride solforosa – ammoniaca.
Quindi i due biodigestori anaerobici non solo sono fuori dall’economia circolare e dai fondi europei ma anche dal PNRR, che invece il Comune vuole utilizzare per farseli finanziare: hanno per di più l’enorme problema causato dallo scarto di produzione, perché a valle dell’estrazione del biogas hanno una enorme massa di una sorta di “fango” detto “digestato” che essendo un rifiuto speciale dovrebbe andare in discarica con costi molto elevati.
Il Sindaco di Roma ha ora fatto sapere di volere realizzare anche un termovalorizzatore da 600mila tonnellate che assicurerebbe il fabbisogno di energia elettrica di 150.000 famiglie l’anno e consentirebbe di risparmiare il gas utilizzato da 60.000 famiglie l’anno: ma quello che Gualtieri chiama “termovalorizzatore” altro non è che un impianto di incenerimento, vale a dire un sistema lineare per definizione perché distrugge risorse e quindi non è economia circolare ed anzi inquina comunque, producendo nanoparticelle.
Anche se di ultima generazione, gli inceneritori hanno ugualmente un impatto sull’ambiente e, nonostante i sistemi di filtraggio più moderni, emettono sostanze tossiche, come nanogrammi (ng) di diossine, idrocarburi policiclici aromatici e furani: e se rispettano i limiti di concentrazione, è perché le normative europee considerano solo una piccola parte degli inquinanti organici persistenti che escono dal camino dell’inceneritore e, soprattutto, non tengono conto della massa di tali inquinanti, che si accumulano col tempo nelle vicinanze.
“Con il suo Piano Rifiuti – commenta il Responsabile del Circolo Territoriale di Roma della associazione “Verdi Ambiente e Società” (V.A.S.), dott. arch. Rodolfo Bosi – il Sindaco di Roma rinnega sia l’economia circolare che la transizione ecologica e con essa l’Accordo di Parigi sul clima”.
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