La delibera n. 164 del 3 aprile 2013 con cui la Giunta Regionale ha deciso di procedere alla nomina di 11 nuovi Commissari Straordinari degli Enti di gestione delle aree naturali protette del Lazio è stata impugnata presso il TAR del Lazio dai Commissari Straordinari che erano stati nominati ad agosto del 2010 dall’allora Presidente della Giunta Regionale Renata Polverini.
Con una nota diffusa il 17 luglio 2013 il Gruppo del PDL alla Regione Lazio ha chiesto a Zingaretti di rivedere la suddetta delibera per le seguenti ragioni: ”Apprendiamo dai commissari dei parchi della Regione Lazio la loro decisione di dare mandato al proprio legale di ricorrere contro la delibera 164 del 3 luglio scorso con la quale si vuole procedere alla nomina di nuovi commissari. Una delibera che la dice lunga sul livello di preparazione, o improvvisazione, dell’amministrazione regionale e del presidente Zingaretti. Si tratta di un atto completamente illogico e insensato: non si può pensare di passare dalla gestione straordinaria di questi Enti alla gestione ordinaria tramite la nomina di nuovi commissari. Tra l’altro si fa riferimento all’articolo 55, comma 4, dello Statuto regionale secondo il quale ‘gli organi istituzionali degli enti dipendenti dalla Regione decadono dalla carica il novantesimo giorno successivo alla prima seduta del consiglio regionale, salvo conferma con le stesse modalità previste per la nomina’. Sostanzialmente le motivazioni a sostegno della delibera, ovvero l’urgenza, la necessità di garantire la gestione degli Enti in attesa della modifica della legge regionale in merito, i tagli ai costi della politica vengono smentiti nei fatti. Le conseguenze di questa delibera, come avvenne per un analogo provvedimento assunto dall’allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo sulle Asl, potrebbero produrre un danno erariale ed essere disastrose per le casse della Regione Lazio: il rischio infatti è che la Regione debba pagare i commissari uscenti e i commissari entranti, una circostanza assurda anche solo a pensarla, soprattutto in un momento di spending review. Il presidente Zingaretti deve valutare le decisioni assunte circa il commissariamento dei parchi prendendo in considerazione gli effetti che queste avrebbero sulla stabilità stessa della Regione Lazio, e intervenire facendo chiarezza su un atto che, così come è, è assolutamente privo di qualsiasi logicità”.
L’impressione che si voglia passare dalla gestione straordinaria voluta dalla Giunta Polverini ad una gestione ordinaria affidata sempre a Commissari Straordinari, anziché ai consigli Direttivi degli Enti di gestione delle aree naturali protette e ai rispettivi Presidenti, sembra essere confermata non solo dalle dichiarazioni rilasciate da Maurizio Gubbiotti e pubblicate il 12 agosto 2013 sul sito htpp://www.vignaclarablog.it (secondo cui “dobbiamo far tornare i parchi ad essere protagonisti di sviluppo sostenibile locale, e proprio da RomaNatura possono partire una serie di ragionamenti su quello che vuol dire una realtà così ampia e ricca”), ma anche e soprattutto da Cristina Avenali (anche lei come Gubbiotti di Legambiente, eletta consigliere regionale perché inserita nel listino di Zingaretti) secondo cui le nomine mostrano “una netta cesura con il passato, premiando personalità che nel corso degli anni hanno dimostrato ottime capacità e competenze nei loro mondi di appartenenza: accademico, scientifico ed associativo”.
Con queste nomine secondo la Avenali “la Giunta Zingaretti mette la parola fine ad anni di malapolitica, NOMINANDO AL POSTO GIUSTO LE PERSONE GIUSTE”, ignorando in modo inammissibile che la vera nomina di persone giuste al posto giusto dovrebbe essere soltanto quella che riguarda i Consigli Direttivi degli Enti Parco composti dal presidente e da altri sei membri, che il 1° comma dell’art. 14 della legge regionale n. 29/1997 prescrive che debbano essere “scelti tra persone che si siano distinte per gli studi e per le attività nel campo della protezione dell’ambiente” e non essere quindi sostituiti dai Commissari Straordinari.
Il successivo 29 luglio 2013 il capogruppo del PDL alla Regione Lazio Luca Gramazio ha diffuso la seguente nota: “Anche nelle nomine dei commissari delle Ater e degli enti parco, Zingaretti smentisce se stesso continuando a calpestare il merito e a premiare la fedeltà politica, con i soldi dei cittadini. In pochissimi mesi, tra consulenze e incarichi esterni, il Presidente ha elargito stipendi ai suoi fedelissimi per un totale di tre milioni di euro. Tutto ciò mentre gli stessi cittadini del Lazio saranno destinati a pagare l’Irpef più alta d’Italia.
Domani presenteremo l’identikit dei nuovi commissari, in larga parte politici riciclati che hanno l’esclusivo merito di provenire dal centrosinistra. Si tratta di un’altra pagina deludente del “nuovo corso” regionale, che in poco tempo sta dimostrando tutta la sua inadeguatezza”.
Dal momento che il commissariamento voluto dalla Presidente della Giunta Regionale Renata Polverini, anziché per un arco limitato di tempo, è durato la bellezza di 3 anni, il Presidente di Giunta Nicola Zingaretti ne consente ora un regime di “prorogatio” che di fatto viene a costituire una modalità ordinaria di gestione delle aree naturali protette che non è più contingente nè straordinaria.
Ma il capogruppo del PDL della Regione Lazio ha denunciato il nuovo Commissariamento senza ravvisare nessun vizio di legittimità in questo regime di “prorogatio”, perché avrebbe implicitamente comportato l’ammissione dello stesso vizio anche al lunghissimo commissariamento voluto dalla Polverini.
Luca Gramazio parla di “identikit dei nuovi commissari, in larga parte politici riciclati che hanno l’esclusivo merito di provenire dal centrosinistra”: a tal riguardo c’è da dire che sia Gubbiotti (messo a Roma Natura) che Sandri (messo a Veio) si erano candidati alle ultime elezioni regionali, senza essere stati eletti, mentre Dario Esposito (messo a Tevere Farfa) è stato a suo tempo Assessore all’Ambiente del Comune di Roma e Presidente della Comunità del Parco di Veio.
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