Una centrale nucleare in Francia, fonte Edf
Nuovo duro colpo alle centrali nucleari della Francia: una grossa crepa è stata scoperta su un reattore dell’impianto di Penly, nel nord del Paese, compromettendone il sistema di sicurezza.
A comunicare il problema è stata Edf, la società a partecipazione statale che gestisce le centrali nucleari transalpine.
La crepa si estende oltre i 155 millimetri, circa un quarto della conferenza del tubo, e raggiunge una profondità di 23 millimetri, di poco inferiore allo spessore della conduttura, pari a 27 millimetri.
Secondo quanto riportato dall’Asn, questa crepa non ha avuto conseguenze per il personale o l’ambiente circostante, tuttavia ha indebolito la resistenza della tubazione, compromettendo il sistema di raffreddamento del reattore.
Da qui la decisione di classificare il rischio al livello 2, un gradino sotto quello che viene definito “incidente grave”, e fermare il reattore.
Quello di Penly non è l’unico reattore a mostrare crepe: anche a Cattenom, Civaux e Chooz l’Edf ha individuato un alto livello di corrosione che ha costretto l’agenzia a fermare la loro attività.
Questa notizia si inserisce in un contesto che vede da più di un anno il protrarsi dello stato critico delle centrali francesi.
I problemi partono da lontano: Edf deve fare i conti con un parco reattori vecchio e gravi buchi di bilancio che ne hanno frenato gli investimenti.
I nodi sono giunti al pettine proprio nel pieno della crisi energetica che ha investito l’Europa: non solo i vecchi impianti, ma anche quelli di più recente costruzione hanno cominciato a mostrare segni di corrosione.
Edf è stata dunque costretta a operare per tutto il 2022 con la metà dei suoi 56 reattori fermi per manutenzioni ordinarie e straordinarie.
La Francia, il cui mix energetico dipende normalmente per il 70% dal nucleare, ha registrato l’anno scorso il livello più basso di produzione di elettricità negli ultimi 30 anni, e ha dovuto importare elettricità dai suoi vicini europei (quando storicamente il Paese è un esportatore netto).
A causa di questi problemi, Edf ha raggiunto un debito monstre di 64 miliardi.
Le cose non sembrano migliorare: a gennaio, la produzione è rimasta ancora nettamente inferiore a quella del 2021, quando la crisi del nucleare era già iniziata.
Secondo Rte, il gestore della rete francese, non è escluso nel corso dell’anno possano avvenire delle interruzioni di elettricità “mirate”.
(Articolo di Francesco Oppio, pubblicato con questo titolo l’8 marzo 2023 sul sito online “Roma Today”)