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Rodolfo Bosi
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Crisi climatica, 4 indonesiani fanno causa alla multinazionale del cemento Holcim: “O riduce emissioni o la nostra isola verrà sommersa”

16/08/2022
in Archivi, Governo del territorio, Natura, News, Piani territoriali, RASSEGNA STAMPA
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Quattro indonesiani residenti nella piccola Isola di Pari fanno causa al colosso produttore di cemento Holcim: presentata in Svizzera dove ha sede la multinazionale (che nel 2021 ha fatturato circa 27 miliardi di euro), l’azione legale è portata avanti da tre uomini e una donna che chiedono a Holcim risarcimenti – e protezioni per il futuro – per “danni climatici”, in particolare per le inondazioni e gli altri eventi estremi che negli ultimi anni hanno interessato l’isola, creando disagi importanti per la popolazione locale.

I quattro residenti di Pari quindi chiedono a Holcim di ridurre le emissioni di CO2, che ritengono in parte responsabili dei gravi effetti negativi che la crisi climatica sta riversando sull’isola: di quest’opinione anche Swiss Church Aid (HEKS/EPER), una ONG che supporta l’azione legale contro il colosso del cemento, per cui “il cambiamento climatico sta provocando l’innalzamento del livello del mare, distruggendo i mezzi di sussistenza delle persone sull’isola indonesiana di Pari” e “l’azienda svizzera di cemento Holcim ha una notevole responsabilità in questo a causa delle sue emissioni di CO2 tremendamente elevate”.

“Senza una rapida riduzione delle emissioni globali di CO2” aggiungono dalla Ong, “grandi porzioni dell’isola potrebbero essere totalmente sommerse dall’acqua tra 30 anni”.

Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, ad oggi le azioni legali contro l’industria del cemento sono state piuttosto rare, nonostante sia un settore altamente inquinante: si stima infatti che il calcestruzzo, di cui il cemento è uno degli ingredienti principali, “sia responsabile del 4%-8% delle emissioni mondiali di CO2”.

La lavorazione del cemento infatti produce una grande quantità di emissioni di anidride carbonica per le alte temperature necessarie alla sua produzione (oltre i 1400 °C) e perché nel processo stesso della produzione viene rilasciata C02, il principale gas serra.

Holcim, che nel 2015 si è fusa con l’azienda di cemento francese Lafarge, attualmente è il più grande produttore di cemento al mondo e lavora in più di 70 paesi.

Stando ad una ricerca dell’organizzazione no profit Climate Accountability Institute (CAI), dal 1950 ad oggi Holcim ha prodotto 7.264 milioni di tonnellate di cemento e le “emissioni di processo” della società hanno rilasciato 3.342 milioni di tonnellate di CO2, che equivalgono a circa il 7,5% delle emissioni globali causate dalle aziende del cemento nello stesso periodo, ovvero dagli anni ‘50 ad oggi.

I quattro indonesiani che hanno intentato causa contro il colosso Holcim, attribuiscono alla multinazionale una “responsabilità proporzionata” alla quantità di emissioni di CO2 prodotte, e chiedono all’azienda circa 3500 euro ciascuno: una parte della somma consisterebbe in un risarcimento individuale, un’altra sarebbe invece impiegata per “piantare mangrovie” (piante in grado di assorbire grandi quantità di anidride carbonica) e per “costruire difese contro le inondazioni” per cercare di “gestire l’emergenza climatica sull’isola”.

Oltre a questo, i quattro promotori dell’azione legale chiedono a Holcim di ridurre entro il 2030 il 43% delle emissioni di gas serra, entro il 2040 il 69%.

Nonostante Holcim abbia dichiarato di “prendere sul serio l’azione del clima” e di aver ridotto le emissioni di anidride carbonica negli ultimi anni, per la Ong Swiss Church Aid (HEKS/EPER) “è troppo poco e troppo tardi.

Se un’azienda ha causato dei danni, deve esserne ritenuta responsabile“.

Per la ong ECCHR – centro europeo per i diritti costituzionali e umani – che sostiene gli abitanti di Pari nell’azione legale, attualmente “il punto più alto dell’isola indonesiana si trova a 1,5 metri sul livello del mare”.

“Il cambiamento climatico”, denuncia ECCHR, “ha causato un aumento costante del livello delle acque negli scorsi anni, mettendo in pericolo i mezzi di sussistenza dei residenti dell’isola che stanno lottando sempre più frequentemente con le inondazioni, che causano danni sempre più gravi”.

“Nonostante gli abitanti di Pari abbiano contribuito in maniera irrisoria al cambiamento climatico, sono loro che devono adattarsi ai suoi effetti” continua ECCHR, aggiungendo che Pari è sempre stata colpita da inondazioni, ma che negli ultimi anni queste sono aumentate notevolmente sia come frequenza che come intensità.

Tra gli effetti delle inondazioni per la popolazione locale, si citano pozzi contaminati dall’acqua salata, diminuzione della vegetazione, spiagge e case allagate – con l’aggravante che questi fenomeni hanno ridotto il turismo sull’isola, una fonte di reddito importante per i residenti.

(Articolo di Chiara Ciucci, pubblicato con questo titolo il 16 agosto 2022 sul sito online “Ambiente & Veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)

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