Sulla cronaca di Roma del quotidiano “La Repubblica” di sabato 31 agosto 2013 è stato pubblicato un articolo che si rimette di seguito in allegato e che parla del Piano Regolatore degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari (PRIP) di cui vengono condensati i contenuti con il seguente titolo: <<Meno impianti e un chip “qualità” ecco il piano anti cartellone selvaggio>>.
La Repubblica del 31 agosto 2013
Vi si dice all’inizio che “ora l’assessore al Commercio, Marta Leonori, riavvia la discussione coinvolgendo le associazioni, i comitati e gli operatori per portare a termine il percorso” sul PRIP che si è interrotto alla fine della scorsa consiliatura: la notizia risponde al vero perché il 25 luglio scorso l’Assessore Leonori ha voluto incontrare le associazioni “Verdi Ambiente e Società” (VAS) e “Basta Cartelloni – Francesco Fiori” che il 3 maggio 2013 avevano tenuto una riuscita Conferenza Stampa per presentare pubblicamente a tutti gli allora candidati a Sindaco del Comune di Roma la proposta unitaria da loro elaborata di modifiche ed integrazioni al PRIP proposto dalla Giunta di Alemanno.
Alla presenza fra gli altri anche del neo Presidente della IX Commissione per il Commercio Orlando Corsetti, nonché del consigliere Athos De Luca, il sig. Filippo Guardascione in rappresentanza anche di VAS (dovuta alla mia assenza per cause di forza maggiore) ha consegnato all’Assessore Leonori tutta la documentazione relativa alla proposta unitaria sul PRIP, chiedendo di congelare tutti i procedimenti di qualunque tipo relativi agli impianti pubblicitari (per consentire di “giocare” a bocce ferme proprio sul PRIP): è stata consegnata anche una lettera congiunta delle due associazioni con cui è stato chiesto l’annullamento immediato della delibera della Giunta Capitolina n. 116 del 5 aprile 2013, perché “legittima” di fatto la cartellopoli romana vanificando di fatto una corretta redazione del PRIP.
L’incontro si è chiuso con l’impegno assunto dall’Assessore di “studiare” tutto il materiale che le è stato consegnato e di avere subito dopo un nuovo incontro con entrambe le associazioni per discutere nel merito dei diversi punti della proposta.
Ora, in modo contraddittorio sia con la Conferenza Stampa del 3 maggio scorso che ancor più con l’incontro già avuto il successivo 25 aprile, l’articolo riporta più avanti che “l’associazione Basta Cartelloni ha già pronto un documento di proposte da consegnare all’Assessore al Commercio”, quando invece sono state già consegnate per giunta anche a nome dell’associazione VAS che viene completamente ignorata nell’articolo.
Ma gli aspetti più critici o quanto meno contradditori dell’intervista rilasciata dall’Assessore Marta Leonori riguardano le “basi” che sono state annunciate del nuovo PRIP e che è bene considerare distintamente nell’ordine in cui compaiono nell’articolo, riportandole in corsivo ed in grassetto di colore rosso.
NIENTE PIÙ TARGHETTE (Niente più targhette) – L’Assessore Leonori sembra ignorare del tutto l’obbligo che vige al riguardo e che è prescritto da una norma dello Stato, per cui non può essere scavalcato da una disposizione del Comune di Roma.
il 1° comma dell’art. 55 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo Codice della Strada, emanato con D.P.R. n. 495 del 16.12.1992, prescrive infatti che “su ogni cartello o mezzo pubblicitario autorizzato dovrà essere saldamente fissata, a cura e a spese del titolare dell’autorizzazione, una targhetta metallica, posta in posizione facilmente accessibile, sulla quale sono riportati, con caratteri incisi, i seguenti dati:
a) amministrazione rilasciante;
b) soggetto titolare;
c) numero dell’autorizzazione;
d) progressiva chilometrica del punto di installazione;
e) data di scadenza.
Per i mezzi pubblicitari per i quali risulti difficoltosa l’applicazione di targhette, è ammesso che i suddetti dati siano riportati con scritte a carattere indelebile”.
Il comma 1 bis dell’art. 12 del Regolamento delle Affissioni approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 37/2009 dispone che “gli stessi impianti devono riportare un apposito elemento di identificazione contenente gli estremi del titolo autorizzativo o di un codice corrispondente dato dal Comune, il quale deve essere facilmente leggibile ed accessibile, fissato e mantenuto a cura e spese del titolare dell’autorizzazione”.
In applicazione del suddetto disposto tutte le vecchie targhette (che facevano per lo più riferimento alla cosiddetta “procedura di riordino”) sono state sostituite dal modello voluto dal Comune che riporta ora un numero di codice identificativo peraltro non rispondente alle prescrizioni statali, dal momento che non indica né il numero dell’autorizzazione né soprattutto la sua data di scadenza.
Va rimarcato al riguardo che la deliberazione della Giunta Capitolina n. 116 del 5 aprile 2013 ha stabilito che “tutti gli identificativi contenuti nella Nuova Banca Dati sono pubblicati sul sito web dell’Amministrazione con le opportune cautele derivanti dal regime normativo vigente per il trattamento dei dati personali”: a distanza di ormai 5 mesi il dott. Francesco Paciello deve ancora provvedere a pubblicare sul sito del Comune la nuova Banca Dati.
L’assessore Leonori dovrebbe esercitare i poteri sostituivi provvedendo nell’immediato alla pubblicazione della Nuova Banca Dati, lasciandola sul sito del Comune anche dopo che sarà stata annullata la delibera n. 116/2013.
L’assessore Leonori dovrebbe inoltre far abrogare dal Regolamento vigente il suddetto comma 1 bis dell’art. 12, che non la esenterebbe comunque dall’obbligo di rispettare la prescrizione statale relativa alle targhette che invece vorrebbe togliere.
DOTAZIONE DI MICROCHIP PER OGNI CARTELLONE (ogni impianto sarà dotato di un microchip così che ogni cartellone potrà essere geolocalizzato in modo da contrastare in modo più veloce ed efficace l’abusivismo) – Quando era Sindaco Valter Veltroni ed assessore al Commercio Daniela Valentini, sulla cronaca di Roma dei quotidiani “Il Messaggero” e “La Repubblica” del 22 marzo 2002 è stata annunciata la volontà del Comune di identificare i cartelloni mediante un microchip che avrebbe permesso di controllarli: l’assessore Leonori sembra volersi rifare a quest’idea che è stata poi ripresa quando sindaco di Roma è diventato Gianni Alemanno.
Il 12 novembre 2011 la IX Commissione Commercio aveva infatti approvato un emendamento allo schema normativo del PRIP, che all’ultimo comma disponeva testualmente: “A partire dal 01/01/2012 saranno studiate procedure tecnologiche per il controllo elettronico/satellitare degli impianti sul territorio”.
Il suddetto emendamento è stato poi di fatto accantonato perché scavalcato dal nuovo emendamento approvato sempre dalla IX Commissione Commercio a novembre del 2012 che testualmente recitava: ”Entro il … i titolari di impianti per la pubblicità e le pubbliche affissioni esistenti sul territorio di Roma Capitale dovranno dotare a propria cura e spese ogni impianto di un supporto elettronico che consenta l’immediata identificazione sul territorio. Sarà inoltre onere del titolare dell’impianto mantenere il supporto elettronico in perfetto stato di funzionamento e manutenzione.”
Va fatto presente che, per essere messo a frutto, il chip dovrebbe risultare registrato presumibilmente sempre e comunque nella Nuova Banca Dati del Comune, che – come dovrebbe essere ormai noto – costituisce il censimento sia degli impianti pubblicitari della procedura del riordino che di quelli definiti “fuori scheda”, che sono comprensivi anche e soprattutto dei cartelloni abusivi autodenunciati: ne deriva che si verrebbe a “legittimare” la attuale cartellopoli.
L’unico magro vantaggio del chip riguarderebbe gli impianti pubblicitari che in futuro venissero installati abusivamente, perché la mancata loro dotazione di un chip li lascerebbe individuare immediatamente: questo vantaggio sarebbe però solo apparente e comunque di poca durata perché le ditte più scaltre arriverebbero prima o poi a mascherare i loro impianti abusivi con dei falsi chip, così come hanno fatto e stanno tuttora facendo con le false targhette identificative.
L’assessore Leonori sembra voler riprendere la “politica” di Veltroni: dovrebbe però capire che la soluzione sta nella approvazione del PRIP e soprattutto dei Piani di Localizzazione, perché a questi ultimi spetta di individuare nelle planimetrie in scala opportuna (almeno 1.2000) la posizione sul territorio di tutti gli impianti pubblicitari di cui poi si assegna la gestione decennale tramite regolari bandi di gara.
Le planimetrie dovranno essere messe a disposizione di tutti ed in particolare dei Gruppi di Polizia Locale di Roma Capitale che dal confronto con tale strumento individueranno automaticamente d’ufficio tutti gli eventuali futuri cartelloni abusivi, aiutati in questo anche dalle ditte che si saranno aggiudicate la gestione decennale degli impianti pubblicitari regolari individuati dai Piani di Localizzazione.
NUMERO COMPLESSIVO DEGLI IMPIANTI DI MT. 4 X 3 (Regola ferrea, le maxistrutture 4 x 3 dovranno essere 7mila) – Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 175 del 25 novembre 2002 è stato stabilito “il divieto di effettuare la pubblicità esterna per mezzo di impianti pubblicitari del formato 6 x 3 e, comunque, aventi una superficie espositiva facciale superiore ai 12 metri quadrati”: con la delibera è stato anche stabilito che “il divieto avrà efficacia a decorrere dal 12° mese successivo all’approvazione del nuovo Piano Regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari e comunque non oltre il 24° mese successivo alla approvazione del presente provvedimento”.
Il Comune ha così eliminato l’esposizione pubblicitaria degli impianti 6 x 3 (poster) riducendoli alla superficie massima di mq. 12 (4 x 3): il divieto non ha avuto a tutt’oggi ancora completa applicazione, dal momento che risultano tuttora installati diversi cartelloni di mt. 6 x 3.
Per far diventare efficace del tutto il divieto, quando era sindaco Valter Veltroni, con la deliberazione n. 100 del 12 aprile 2004 è stato approvato il Regolamento in materia di affissioni e pubblicità, che è stato poi modificato quando è diventato sindaco Gianni Alemanno, senza però interessare il 1° comma dell’art. 34 che è rimasto lo stesso e che dispone come norma transitoria che a decorrere dal 25 novembre 2004 tutti gli impianti di questo formato dovevano essere convertiti “in formati di dimensione inferiore entro il limite numerico di 7.000 facciate”.
La dimensione inferiore è proprio il formato di 4 x 3, che è pari quindi a 12 mq. per facciata: ne deriva che l’Assessore Leonori sembra volersi rifare anche qui alla “politica” di Veltroni e scopre ora questa che considera una regola ferrea per quelle che chiama “maxistrutture”, ma conferma che a Roma ci dovranno essere 84.000 mq. di superficie espositiva complessiva che deve essere riservata agli impianti di mt. 4 x 3 e che corrisponde a più della metà della superficie totale dei 162.500 mq. previsti dal PRIP voluto da Alemanno-Bordoni.
L’assessore Leonori non considera che è al PRIP che spetta di stabilire in quale parte della città si potranno installare impianti di questo formato, che lo stesso PRIP di Alemanno-Bordoni non consentiva sia nel centro storico (come sottozona B1) che nelle aree esterne al tracciato delle mura ed incluse all’interno del tracciato dell’anello ferroviario (come sottozone B2), per cui non è dato di sapere a priori se rispettando la zonizzazione del PRIP gli impianti di mt. 4 x 3 come sottozone B3 potranno essere consentiti all’esterno dell’anello ferroviario quanto meno nella misura di 3.500 cartelloni bifacciali.
L’assessore Leonori sembra ignorare il Regolamento vigente e comunque ne considera un aspetto che non appare molto qualificante, perché non si è accorta ad esempio di quanto di ben più importante dispone l’ultimo periodo dello stesso 1° comma del citato art. 34, ai sensi del quale fino all’entrata in vigore del PRIP e dei Piani di Localizzazione “sono confermate tutte le limitazioni disposte dalla deliberazione del consiglio comunale n. 609 del 3 aprile 1981”, che elenca una serie di strade che delimitano un perimetro disponendo che all’interno di questo perimetro ed in tutte le strade che intersecano questo perimetro fino alla distanza di 30 metri é vietata la collocazione di impianti superiori a mq. 6,00 (vale a dire cartelloni al massimo di mt. 3 x 2).
Si tratta di una disposizione che il Consiglio Comunale ha ritenuto di prescrivere a tutela del decoro di Roma ben 32 anni fa e che l’assessore Leonori farebbe quindi bene a pretendere che venga caso mai rispettata anche nel PRIP da emendare.
INDICI DI AFFOLLAMENTO DELLE STRADE (Ogni strada avrà un in dice di affollamento che determinerà il numero dei cartelloni che possono essere installati in una strada ) – Il paragrafo 2.3 dello schema normativo del PRIP proposto da Alemanno-Bordoni era dedicato ai “Tipi di strade e indici di affollamento” che erano stati individuati a conclusione di un procedimento incrociato di analisi molto corretto: per ognuno degli 8 tipi di strade individuate ha indicato un “indice massimo di affollamento”, inteso come “mq di superficie espositiva ogni 100 ml di strada” per impianti posti tanto su suolo e beni comunali quanto su suolo e beni privati o pubblici non comunali.
Significa che lungo tutto un tratto di strada classificata ad esempio in sottozona B2 si possono installare cartelli pubblicitari di proprietà sia privata che comunale oltre che impianti di tutti i formati (fino al massimo in tal caso di mt. 3 x 2, che possono essere invece di 4 x 3 in sottozona B3), nonché paline pubbliche e private anche con orologio, parapedonali pubblici e privati, oltre che pubblicità su cassonetti, plance, vetrine e persino pareti cieche: di tutti i suddetti impianti posti su suolo e beni comunali può essere collocata sui tratti di strade di tipo ST 04 una superficie di 4 mq. (pari a 2 cartelloni bifacciali di mt.1 x 1 o a 4 cartelloni monofacciali delle stesse dimensioni) ogni 100 metri lineari, che si riduce a 0,5 mq. se gli impianti sono posti invece su suolo e beni privati o pubblici non comunali, mentre sui tratti stradali ad esempio di tipo ST 08 può essere collocata su suolo e beni comunali una superficie di 8 mq. ogni 100 metri lineari e di 1 mq. se trattasi invece di suolo e beni privati o pubblici non comunali.
Su una strada del tipo ST 08 in base al suo indice di affollamento si possono installare 8 mq. per ogni 100 metri lineari, vale a dire 2 cartelloni bifacciali di mt. 2 x 2 o 4 cartelloni monofacciali delle stesse dimensioni oppure ancora ad un impianto monofacciale di mt. 3 x 2 e ad un cartellone bifacciale di mt. 1 x 1 che alternativamente può essere sostituito da 2 impianti monofacciali di mt. 1 x 1.
Il suddetto esempio serve per far capire bene che gli indici di affollamento stabiliti dal PRIP non determinano con esattezza “il numero dei cartelloni che possono essere installati in una strada”, ma solo il numero probabile degli impianti che potranno essere installati in ogni 100 metri lineari di strada e che è discrezionale e quindi variabile a seconda della loro posizione sul territorio: spetta ai Piani di Localizzazione di stabilire la posizione definitiva ed il conseguente numero complessivo degli impianti che dovranno essere installati in ogni strada di Roma.
Gli indici di affollamento indicati in modo più che corretto dal PRIP e che l’assessore Leonori sembra comunque condividere riguardano soltanto tutte le strade individuate dal Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), per cui non è dato di sapere a priori se rispettando la zonizzazione del PRIP gli impianti di mt. 4 x 3 come sottozone B3 potranno essere consentiti all’esterno dell’anello ferroviario quanto meno nella misura di 3.500 cartelloni bifacciali se non anche di 7000 cartelloni monofacciali.
CAMPAGNA DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI (una volta approvato il Piano, partirà una campagna di informazione in ogni quartiere che pubblicizzerà il numero dei cartelloni regolari che possono stare in una via, così che i cittadini potranno denunciare gli abusi) – Si tratta di una dichiarazione di cui occorre evidenziare l’ambiguità.
Si ribadisce infatti che spetta ai Piani di Localizzazione stabilire in modo definitivo il numero dei cartelloni regolari che potranno stare in una via, per cui al PRIP spetta il compito di stabilire solo gli indici di affollamento (vale a dire gli impianti che possono essere installati in ogni 100 metri lineari di via), per giunta non per tutte le strade di Roma.
Si crea quindi il problema di stabilire quali e quanti degli impianti pubblicitari già installati a Roma potranno essere considerati “regolari”, facendo diventare di per sé abusivi non solo quelli che verranno installati dopo l’approvazione del PRIP, ma anche e soprattutto quelli attualmente esistenti che non verranno ritenuti tali dal Comune, a cui spetta contestualmente il compito di rimuoverli e non ai cittadini di denunciarli.
Per capire meglio la problematica che non sembra molto chiara all’Assessore Leonori, anche nell’augurio che il suo staff ci legga, faccio presente che secondo la proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni – Francesco Fiori, assieme alle correzioni degli errori materiali rilevati nella tavole di zonizzazione e tipi stradali, debbono essere redatti i seguenti elenchi da allegare al PRIP emendato:
1) elenco di tutti gli impianti pubblicitari installati abusivamente in proprietà sia pubblica che privata ed autodenunciati, per i quali sia stata pagata una “indennità”, nonché tutti gli impianti facenti parte della procedura del “riordino”, per i quali sia decaduta di diritto l’autorizzazione;
2) elenco di tutti gli impianti pubblicitari installati a qualunque titolo sul territorio comunale che risultino collocati in zona A;
3) elenco di tutti gli impianti già installati che fanno parte della “procedura di riordino” e che sono assistiti da titolo autorizzativo rinnovato, così come gli impianti già installati perché successivamente autorizzati in forza del Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 37/2009, le cui collocazioni sul territorio risultino compatibili con la zonizzazione ed i tipi stradali del PRIP.
Secondo la proposta unitaria dalla data di pubblicazione del PRIP dovrebbero entrare in vigore le seguenti misure di salvaguardia:
• sulla base del suddetto 1° elenco, entro e non oltre 30 giorni dalla data di entrata in vigore del PRIP la Direzione Regolazione e Gestione Affissioni e Pubblicità deve trasmettere ad ognuna delle ditte l’elenco degli impianti totalmente abusivi di cui sono titolari e che debbono essere rimossi a loro cura e spese entro il termine di dieci giorni dalla notificazione, trascorso inutilmente il quale per ognuno di essi verrà applicata la sanzione amministrativa e disposta con Determinazione Dirigenziale la rimozione forzata d’ufficio con la somma ricavata dalle sanzioni, ferme restando tutte le spese occorse a carico del trasgressore;
• sulla base del suddetto 2° elenco, entro e non oltre trenta 30 dalla data di entrata in vigore del PRIP la Direzione Regolazione e Gestione Affissioni e Pubblicità deve trasmettere ad ognuna delle ditte l’elenco degli impianti installati in zona A di cui sono titolari con l’invito a rimuoverli a loro cura e spese entro e non oltre un mese dalla data di notificazione;
• gli impianti già installati in zona A che fanno parte della “procedura di riordino” e che sono assistiti da titolo autorizzativo comunque rinnovato possono essere ricollocati o accorpati in aree compatibili con il PRIP, così come individuate nelle apposite tavole allegate ad esso, dove possono però rimanere solo fino all’esito del bando di gara: per essi si deve presentare domanda di ricollocazione anche cumulativa, senza necessità di asseverazione relativa alla regolarità della nuova posizione da parte di tecnico abilitato, autocertificata comunque dal rappresentante legale della ditta pubblicitaria interessata con diritto di reinstallazione senza alcuna istruttoria anche dopo i 30 giorni;
• nei confronti degli impianti pubblicitari per i quali non venisse presentata alcuna domanda di ricollocazione entro i trenta giorni, con il contestuale impegno alla loro rimozione a proprie cure e spese che non risultasse comunque avvenuta entro lo stesso termine di tempo, la Direzione Regolazione e Gestione Affissioni e Pubblicità deve comminare la sanzione amministrativa prevista per tali impianti da ritenere abusivi e provvedere alla loro rimozione forzata con la somma ricavata, ferme restando tutte le spese occorse a carico del trasgressore, con perdita di diritto alla ricollocazione;
• gli impianti già installati che fanno parte della “procedura di riordino” e che sono assistiti da titolo autorizzativo rinnovato, così come gli impianti già installati perché successivamente autorizzati in forza del Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 37/2009, le cui collocazioni sul territorio risultino compatibili con la zonizzazione ed i tipi stradali del PRIP, così come individuati nel suddetto 3° elenco, possono rimanere installati sul territorio solo fino alla approvazione dei rispettivi Piani di Localizzazione ed all’esito dei conseguenti bandi di gara.
Facendo scattare le suddette “misure di salvaguardia” che resteranno in vigore fino alla approvazione dei Piani di Localizzazione, spetta al Comune e non ai cittadini individuare a priori gli impianti abusivi da rimuovere.
Si ribadisce che la soluzione sta nella approvazione del PRIP e soprattutto dei Piani di Localizzazione, perché a questi ultimi spetta di individuare nelle planimetrie in scala opportuna (almeno 1.2000) la posizione sul territorio di tutti gli impianti pubblicitari di cui poi si assegna la gestione decennale tramite regolari bandi di gara.
Le planimetrie dovranno essere messe a disposizione di tutti ed in particolare dei Gruppi di Polizia Locale di Roma Capitale che dal confronto con tale strumento individueranno automaticamente d’ufficio tutti gli eventuali futuri cartelloni abusivi, aiutati in questo anche dalle ditte che si saranno aggiudicate la gestione decennale degli impianti pubblicitari regolari individuati dai Piani di Localizzazione.
Nelle more dell’approvazione dei Piani di Localizzazione dovrebbero valere le “misure di salvaguardia” così come proposte da VAS e Basta Cartelloni, di cui andrebbero pubblicati sul sito del Comune e su quelli dei 15 Municipi anche e soprattutto i 3 elenchi allegati al PRIP, che consentirebbero ai cittadini di sapere sulla base in particolare dei primi due elenchi quali sono i cartelloni da rimuovere perché riconosciuti come abusivi dallo stesso Comune, di cui caso mai potrebbero denunciare la mancata rimozione nei tempi e nei modi stabiliti dalle “misure di salvaguardia”.
Dalla lettura del testo dell’articolo non si evince che la “campagna di informazione in ogni quartiere” debba essere intesa nel senso suddetto: ne deriva pertanto che l’Assessore Leonori non sembra avere ancora avuto il tempo di “studiare” la proposta unitaria di modifiche ed integrazioni al PRIP.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi