Articolo pubblicato con questo titolo l’11 febbraio 2015 su Terzo Binario.it: riguarda la comunicazione del Sindaco del Comune di Bracciano Giuliano Sala trasmessa con Nota prot. n. 3481 del 9 febbraio 2015.
È grave e tardiva la comunicazione resa nota ieri dal Sindaco di Bracciano in merito alle criticità nella gestione della Discarica di Cupinoro.
Il Sindaco ha infatti inviato al Presidente del Consiglio, al Ministro all’ambiente e a vari responsabili della Regione Lazio una lettera nella quale si spiega che la Bracciano Ambiente ed il comune non hanno più risorse per gestire la discarica di Cupinoro.
La gestione non è garantita né per il vecchio invaso da 1.800.000 mc antecedente il 2004, né per il nuovo gestito direttamente dalla Bracciano Ambiente.
Del fatto se ne sa dai primi giorni di dicembre 2014, data nella quale l’assemblea della società del comune aveva rinunciato di fatto alla gestione della discarica.
La lettera di Sala per avvisare le autorità competenti arriva soltanto il 9 febbraio 2015, con due mesi di ritardo.
Eppure il fallimento di Cupinoro era scritto già nel 2004 e lo stesso Sala ammette quanto da noi sostenuto.
Alla costituzione della Bracciano Ambiente non è stato ereditato nulla per la gestione del vecchio invaso accumulato tra il 1991 ed il 2004.
Un fallimento annunciato.
Nella lettera viene anche scritto nero su bianco che i soldi della gestione post mortem dei rifiuti conferiti dal 2004 sono stati spesi per la gestione del vecchio invaso.
Parliamo di oltre 20 milioni e duecentomila euro che oggi dovevano essere vincolati sotto forma di fidejussioni bancarie, secondo quanto stabilisce la legge, e che invece sono stati spesi.
Su queste somme è in corso un’indagine della Procura di Civitavecchia e le dichiarazioni di Sala in questa chiave rappresentano una confessione di colpevolezza.
I soldi del post mortem non erano accantonati annualmente in bilancio ma venivano spesi. Una dichiarazione per la quale ora si aspetta una reazione da parte dei sindaci dei comuni che conferiscono in discarica.
Proprio lo svuotamento delle casse della Bracciano Ambiente per la gestione della discarica è indicata come la principale causa delle difficoltà economiche della società, che hanno portato al licenziamento di molti lavoratori.
Viene da chiedersi: perché lanciare solo ora l’allarme sull’insostenibilità della discarica?
Perché non farlo prima di procedere al licenziamento di oltre 20 dipendenti i cui stipendi sono finiti a gestire un patto scellerato fatto nel 2004?
A queste domande si affiancano altre altrettanto importanti.
Dopo la gestione fallimentare e scellerata della discarica perché continuare a tenere nelle mani della Bracciano Ambiente e del Comune di Bracciano la gestione di una vera e propria bomba ambientale?
È giunta forse l’ora che i comuni facciano un passo avanti per avere un controllo diretto della discarica.
Al contempo la Bracciano Ambiente dovrebbe fare un grosso passo indietro.
La situazione attuale è generata solamente da sbagliate scelte nel management della società e la scusa di aver garantito un servizio che non spettava alla società non rappresenta una giustificazione valida.
Perché venivano prodotti piani aziendali faraonici quando si sapeva che la gestione del vecchio invaso toglieva ogni risorsa necessaria per la loro attuazione?
La lettera del Sindaco Sala di ieri rappresenta non un appello, ma è la dichiarazione di un fallimento del quale in molti dovrebbero trarre le conseguenze.
Ai destinatari della lettera invece un appello.
Togliete questa bomba ecologica dalle mani di chi non è in grado di garantirne la gestione.