A quanto pare anche quel che sembra del tutto inutilizzabile può aiutare a far rinascere una città.
Accade a Detroit, nella capitale americana dell’auto, che a causa della crisi che ha colpito il settore ha subito il degrado e l’abbandono di vaste aree urbane ove dagli scarti delle auto si realizzeranno moduli abitativi.
Un vero e proprio piano urbanistico per recuperare le aree abbandonate dalla crisi automobilistica e aiutare l’intera città a ripartire… dai suoi stessi scarti.
In base ad un progetto ideato dall’associazione no profit Michigan Urban Farming Initiative (MUFI) è stato infatti avviato un piano per recuperare le aree urbane abbandonate dotandole di abitazioni indipendenti e trasformando i terreni in coltivazioni agricole.
Il progetto ha il fine di risollevare dal degrado le numerose aree di Detroit, la capitale americana dell’automobile, abbandonate a causa della crisi del settore e di riportarle a condizioni di vivibilità e di sfruttamento sostenibile.
Un primo insediamento ‘pilota’ verrà realizzato nei prossimi giorni grazie alla collaborazione della General Motor che offrirà container dismessi ed altri materiali di recupero provenienti dallo stabilimento di Detroit Hamtramck.
Questo primo progetto consiste in un monolocale installato su un terreno agricolo di Detroit e gestito per due anni, senza scopo di lucro, dall’associazione no profit Michigan Urban Farming Initiative (MUFI).
Il progetto prevede la conversione di container standard da 40 piedi di lunghezza (quelli che si usano normalmente per i trasporti via mare o via ferrovia) in abitazioni da 30 metri quadrati circa di superficie, con zona living, due camere da letto, cucina e bagno.
All’interno troverà alloggio uno studente universitario, coinvolto nel progetto, che avrà il compito di vivere tutto l’anno nel prototipo della casa, fungere da custode e gestire un piccolo terreno per le attività di ricerca agricola.
Questo gli permetterà di verificare sul campo la correttezza delle soluzioni progettate e mettere a punto i programmi di realizzazione delle coltivazioni agricole che potrebbero diventare una prospettiva di lavoro per i futuri abitanti di questa particolare città. General Motors, oltre ai container, fornirà altre parti di scarto, come i contenitori delle batterie delle Chevrolet Volt, i pannelli insonorizzanti di diversi tipi di auto, i piccoli contenitori metallici delle linee di fabbricazione.
Un esempio di casa prototipo realizzata con gli scarti si ha tra le colline californiane di Malibu, dove sorge la Wing House, una villetta unifamiliare costruita recuperando i materiali di scarto di un vecchio Boeing 747.
Le ali del jet formano prevalentemente il tetto della costruzione, mentre parte della fusoliera è stata impiegata per l’involucro e la cabina di comando per una sala di meditazione, il tutto con una modica cifra di 50.000 dollari.
Il recupero di tutti i componenti del jet e soprattutto della parti di alluminio della fusoliera, hanno significato una notevole riduzione degli sprechi e dei rifiuti.