Su questo stesso sito abbiamo pubblicato una serie di articoli dedicati alla illustrazione dei vari progetti presentati per evitare il passaggio delle grandi navi nel canale della Giudecca e davanti a San Marco.
Fra questi c’è stato l’articolo dal titolo “Grandi navi a Venezia: la proposta ‘Marghera’ firmata dallo studio D’Agostino”, pubblicato il 22 maggio 2014 (https://www.rodolfobosi.it/grandi-navi-a-venezia-la-proposta-marghera-firmata-dallo-studio-dagostino/).
Planimetria d’insieme con indicato il canale di accesso Malamocco-Marghera
L’autore della proposta torna ora a perorare il suo progetto in prospettiva dell’Expo del 2015 in un articolo pubblicato il 13 gennaio 2015 sul “Corriere del Veneto”.
Roberto D’Agostino
E se l’Expo fosse l’occasione per sperimentare le grandi navi a Marghera?
La proposta arriva direttamente da Roberto D’Agostino, l’architetto ed ex assessore all’Urbanistica che ha presentato il progetto di portare le crociere a ridosso dell’area industriale.
«Nel 2015 non potranno passare le navi sopra le 96 mila tonnellate, perché il presidente del Porto al Seatrade di Miami non propone alle compagnie di portarle a Marghera? Sarebbe una dimostrazione di cosa vuol dire fare sistema e un esempio di sinergia», dice.
D’Agostino sottolinea come due strutture provvisorie si possano fare in poco tempo, allontanando qualsiasi perplessità del conflitto tra traffico commerciale e crocieristico.
Le stesse che ha espresso anche la commissione del ministero all’Ambiente che ha analizzato il progetto prima di una eventuale valutazione di impatto ambientale.
La relazione è in corso di preparazione e pare che le prescrizioni siano tali da non consentire il passaggio alla fase successiva, a partire proprio dalla compresenza dei due traffici e la vicinanza con un’area a rischio (quella di Porto Marghera).
«La compresenza di crociere e navi cargo è presto data da una migliore organizzazione dei passaggi, il problema comunque esiste anche per il canale Contorta Sant’Angelo visto che tre quarti del percorso è lo stesso – precisa l’ex assessore -. Sui rischi invece ormai sono praticamente inesistenti: a Porto Marghera le fabbriche rimaste sono poche e il raggio di pericolosità rimane all’interno del perimetro della zona industriale».
Proprio per questo invita il presidente del Porto ad accettare la sfida: «Sperimentiamo sul campo la percorribilità della proposta Marghera, l’Expo non potrebbe essere l’occasione migliore», sottolinea D’Agostino, ben sapendo comunque le perplessità della Capitaneria di porto secondo cui non sarebbe garantita la sicurezza.
Potrebbe essere anche l’unica possibilità per far tornare in pista l’ipotesi che sembra essere passata in secondo piano rispetto a Contorta e al porto alla bocca di porto del Lido (il Venice Cruise 2.0 di Cesare De Piccoli).
«Se fosse davvero così si contraddirebbe l’ordine del giorno votato dal Senato che prevede un confronto tra tutti i progetti sul tavolo», precisa l’architetto.
Il problema a questo punto è anche temporale e si scontra con le parole del ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi che ha fissato per marzo il termine per la Valutazione di impatto ambientale e quindi la scelta dell’alternativa al passaggio a San Marco.
Se da una parte marzo potrebbe essere il mese in cui si conclude l’iter sul Canale Contorta, dall’altra potrebbe cominciare la valutazione sul terminal alla bocca di porto del Lido, e se qualora venisse ricompreso anche Marghera i tempi si allungherebbero ancora creando quell’incertezza che Porto, operatori e compagnia di crociera non vogliono.
«Rimane il fatto che anche Marghera ha concluso l’istruttoria: adesso aspettiamo le prescrizioni vere».
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Il 16 gennaio 2015 l’articolo è stato pubblicato anche su “Eddyburg” (http://www.eddyburg.it/2015/01/dagostino-portiamo-le-crociere-marghera.html)con la seguente postilla, con cui VAS si trova in piena sintonia.
L’intervistato è stato la guida urbanistica delle giunte Cacciari e l’ispiratore della giunta Orsoni, ma sembra non sapere che cos’è la Laguna di Venezia. Oppure lo sa, ed ha interessi che non coincidono con quelli della tutela di quel gioiello. Altrimenti non avrebbe promosso e sostenuto una soluzione per l’arrivo della Grandi navi a Venezia che non è molto migliore del famigerato allargamento di Contorta Sant’Angelo. Come quest’ultimo, anche l’utilizzo dell’approdo di Porto Marghera per .le Grandi navi comporterebbe l’allargamento del Canale dei petroli, di cui da almeno quarant’anni è noto il devastante effetto distruttivo della Laguna, e si predica e prescrive la riduzione. Chi è interessato alla questione può leggere l’aureo libretto di Lidia Fersuoch, Confondere la Laguna, nella collana Occhi aperti su Venezia di Corte del fòntego editore.