Quattro mesi prima delle elezioni comunali del prossimo 5 giugno, per la precisione il 15 febbraio 2016, è stata promossa la campagna #nonvotarechisporca, organizzata da «Carteinregola», «Cittadinanzattiva Lazio», «Diarioromano», «Retake Roma», «Roma Fa Schifo», «Roma Pulita!» e «Zero Waste Lazio».
L’invito è stato non solo a non sporcare, ma anche a non aggravare una situazione già spaventosa aggiungendo carta superflua sulle strade e sui muri di Roma, come sempre successo in passato.
Sono stati in tanti ad aver preso l’impegno a rispettare la città ed evitare i manifesti abusivi: tra loro citiamo Roberto Morassut, Roberto Giachetti (candidati alle primarie Pd), Andrea Santoro, Paolo Marchionne, Daniele Torquati, Sabrina Alfonsi, Maurizio Veloccia (presidenti di Municipio), Domenico Rossi e Stefano Fassina (candidati sindaco) e Marta Leonori (che da assessore ha lottato contro la piaga dei manifesti).
Ma, come vedremo più avanti, alla prova dei fatti l’invito non è stato praticamente rispettato, anche perché la propaganda elettorale è cominciata ben prima della presentazione delle liste vere e proprie.
Con Deliberazione n. 27 del 16 marzo 2016 il Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca ha approvato con i poteri della Giunta Capitolina la “Individuazione delle località per l’installazione dei tabelloni per la propaganda referendaria relativa alla convocazione dei comizi per lo svolgimento del referendum popolare abrogativo, convocati per il giorno di domenica 17 aprile 2016”: si tratta del cosiddetto referendum sulle trivelle, per la cui propaganda sono state installate in 333 località di Roma plance di 24 spazi di dimensioni ciascuno di mt. 1,00 x 2,00.
A titolo di esempio si riporta di seguito l’elenco delle localizzazioni del I Municipio.
Si tratta di localizzazioni per lo più indicate nei Piani di Localizzazione degli impianti pubblicitari, come “Impianti temporanei”, di cui è stata adottata la proposta con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015.
Con successiva Deliberazione n. 28 del 16 marzo 2016 il Commissario ha approvato, sempre con i poteri della Giunta Capitolina, l’assegnazione degli spazi per la propaganda referendaria ad ogni partito o gruppo politico rappresentato in Parlamento che ne ha fatto poi esplicita richiesta ed al comitato promotore del referendum che ne ha fatto anch’esso richiesta.
Sia sul fronte che sul retro di ogni plancia di 24 spazi a Sinistra, Ecologia e Libertà da una parte ed a Forza Italia dall’altra sono state assegnate le sezioni n. 1 e n. 2, mentre al Comitato Promotore del referendum è stata assegnata la sezione n. 24: le sezioni di spazio da n. 3 a n. 23, non assegnate sugli impianti, sono rimaste a disposizione della Amministrazione Capitolina per le comunicazioni istituzionali.
Ma poi tanto i due suddetti partiti quanto il Comitato Promotore non hanno di fatto utilizzato gli spazi loro assegnati ed è successo che tutti e 24 gli spazi sia del fronte che del retro di ogni plancia sono stati sfruttati per affiggervi manifesti della propaganda elettorale ben prima addirittura che venissero presentate le liste vere e proprie.
Il 3 maggio 2016 lo stesso Matteo Orfini ha twittato:
Ma qualcuno ha disubbidito e non è passato inosservato.
La foto sottostante attesta la propaganda elettorale fatta sulle plance predisposte per il referendum, senza ancora i numeri assegnati agli spazi delle singole formazioni politiche.
Su Twitter lo stesso Orfini ha denunciato una serie di 13 poster di Maria Pia Federici, della lista “Partito Democratico”.
“Abbiamo detto niente manifesti, tanto meno abusivi. Questi comportamenti sono inaccettabili“, ha scritto postando la foto
Anche Giachetti, su Facebook, ha postato la foto di un altro trasgressore, della lista civica “Giachetti sindaco”: è Giovanni Rossello, “un artigiano al servizio del popolo“, come lui stesso si definisce sui cartelli.
Rossello però si è scusato con Giachetti attraverso una lettera: “Mi scuso con te e con le romane e i romani perché alcuni manifesti elettorali che mi ritraggono sono stati affissi in modo improprio. Avevo dato direttive molto precise ai responsabili perché ciò non si verificasse per non rendere vana la tua, la mia, la nostra battaglia per ripulire Roma e farla tornare a splendere. Che senso avrebbe continuarla a imbrattare con i manifesti elettorali? Ho immediatamente fatto rimuovere i manifesti in questione che sono stati affissi contro le mie indicazioni. Preferisco che non siano più esposti piuttosto che si possa verificare di nuovo questo spiacevolissimo episodio. Io amo Roma e voglio che ritorni la Capitale mondiale che merita di essere.”
Ciò nonostante altri candidati PD hanno continuato a farsi propaganda in modo abusivo.
Anzitempo è stata fatta anche una massiccia propaganda elettorale con manifesti affissi sugli impianti pubblicitari.
Ma non è stata fatta nessuna distinzione tra gli impianti pubblicitari regolari e quelli invece abusivi o cosiddetti “senza scheda”, che sono stato costretto a segnalare, come quello della foto sottostante (vedi https://www.rodolfobosi.it/vas-chiede-di-accertare-la-natura-abusiva-di-un-impianto-pubblicitario-installato-in-via-camerata-picena/)
Ai sensi dell’art. 6 della legge n. 212 del 4 aprile 1956 “Dal trentesimo giorno precedente la data fissata per le elezioni è vietata ogni forma di propaganda elettorale luminosa o figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico, escluse le insegne indicanti le sedi dei partiti. È vietato, altresì, il lancio o il getto di volantini in luogo pubblico o aperto al pubblico e ogni forma di propaganda luminosa mobile.
La contravvenzione alle norme del presente articolo è punita con l’arresto fino a sei mesi e
con l’ammenda da lire 100.000 a lire 1.000.000 .”
Il suddetto divieto è scattato più o meno contestualmente alla presentazione delle liste elettorali: alle ore 12 di sabato 7 maggio 2016 si sono chiuse infatti le porte dell’ufficio elettorale del comune a via Petroselli per la consegna delle liste per la corsa al Campidoglio ed ai Municipi.
Da tale data la propaganda elettorale avrebbe dovuto esser fatti esclusivamente sulle plance elettorali predisposte dal Comune.
Si assiste invece a tutt’oggi, oltre al lancio o al getto di volantini in luogo pubblico o aperto al pubblico, anche a forme di propaganda mobile sulle cosiddette “vele”.
Con Deliberazione n. 67 del 29 aprile 2016 il Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca aveva infatti approvato l’assegnazione degli spazi per le affissioni di propaganda elettorale, confermando le stesse 333 localizzazioni sul territorio di Roma, ma disponendo che ognuna fosse composta di 48 spazi di mt. 1,00 x 2,00.
Con successiva Deliberazione n. 78 del 12 maggio 2016 ha approvato l’assegnazione degli spazi destinati sul fronte alle liste elettorali aventi diritto per le candidature a Sindaco ed all’Assemblea Capitolina.
Le sezioni di spazio da n. 32 a n. 48, non assegnate sugli impianti, sono rimaste a disposizione della Amministrazione Capitolina per le comunicazioni istituzionali.
Il retro delle plance è stato destinato alla propaganda elettorale relativa all’elezione diretta dei Presidenti e dei Consigli dei 15 Municipi, riservando i rimanenti spazi sempre a disposizione della Amministrazione Capitolina per le comunicazioni istituzionali.
Ma in seguito alla sentenza del 16 maggio 2016 del Consiglio di Stato che ha riammesso alle elezioni amministrative la lista “Civica per Fassino Sindaco”, la lista “Movimento Cantiere Italia” e la lista “Sinistra per Roma – Fassino Sindaco” la Commissione Circondariale Elettorale di Roma ha effettuato un nuovo sorteggio e la relativa assegnazione.
Con Deliberazione n. 83 del 20 maggio 2016 il Commissario Straordinario ha rettificato ed integrato la precedente assegnazione degli spazi destinati sul fronte alle liste elettorali aventi diritto per le candidature a Sindaco ed all’Assemblea Capitolina.
Le sezioni di spazio da n. 35 a n. 48, non assegnate sugli impianti, sono rimaste a disposizione della Amministrazione Capitolina per le comunicazioni istituzionali.
Il retro delle plance è stato destinato alla propaganda elettorale relativa all’elezione diretta dei Presidenti e dei Consigli dei 15 Municipi, riservando i rimanenti spazi sempre a disposizione della Amministrazione Capitolina per le comunicazioni istituzionali: a titolo di esempio si riporta di seguito l’elenco degli spazi del I Municipio.
Da allora ad oggi tutte le formazioni politiche non hanno rispettato né la legge né la suddetta delibera del Commissario Straordinario, ad eccezione del Movimento 5 Stelle che come dovrebbe esser noto non utilizza l’affissione di manifesti elettorali ed anzi invita ad evitare l’attacchinaggio selvaggio.
Tutti o quasi non hanno rispettato lo spazio loro assegnato, ma hanno riempito tutti gli spazi con i loro manifesti, come attestano le foto seguenti.
Come attesta la suddetta foto, la pubblicità elettorale invade gli spazi n. 17, n. 18 e n. 19, destinati alla propaganda per il Sindaco e l’Assemblea Capitolina e specificatamente assegnati ai “RADICALI FEDERALISTI LAICI ECOLOGISTI”, “PARTITO DEMOCRATICO” e “CASAPOUND ITALIA”
Ma non sono stati rispettati soprattutto gli spazi dove la propaganda elettorale non deve essere assolutamente fatta, compresi addirittura gli impianti SPQR di proprietà del Comune.
Quello che segue è un campionario dei manifesti elettorali del tutto abusivi che sono stati affissi da tutte le formazioni politiche, ad eccezione del Movimento 5 Stelle.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi