Su questo sito il 30 aprile 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Roma e la campagna “deLiberiamo” per un nuovo modello di città”, che dava notizia del lancio della campagna “DeLiberiamo” e dell’inizio della raccolta delle firme delle 5.000 firme necessarie affinché le 4 seguenti proposte di delibere di iniziativa popolare possano essere oggetto di discussione da parte del Consiglio (vedi scheda):
– Ripubblicizzazione di ACEA ATO2;
– uso sociale del patrimonio pubblico e privato in disuso in opposizione alle dismissioni;
– esclusione dal Patto di Stabilità di tutti gli investimenti riguardanti servizi pubblici e welfare locale nonché azione del Consiglio Comunale di Roma Capitale affinché Cassa Depositi e Prestiti modifichi il proprio status giuridico e la propria funzione sociale ritornando a sostenere a tassi agevolati gli investimenti degli enti locali, compito originario dell’istituto che raccoglie il risparmio postale e che, nel corso degli ultimi anni, è stato invece “inquinato” dall’ingresso delle fondazioni bancarie e dal finanziamento a imprese private;
– infine, la quarta delibera riguarda la scuola pubblica e chiede la garanzia in strutture pubbliche del diritto allo studio, a partire dalla scuola dell’infanzia e lo stop dei finanziamenti alle scuole private, riservando le risorse a quelle comunali. (https://www.rodolfobosi.it/roma-e-la-campagna-deliberiamo-per-un-nuovo-modello-di-citta/)
A luglio del 2014 la rete sociale De-Liberiamo Roma, composta da oltre 80 associazioni e comitati, ha consegnato le 4 proposte di delibere di iniziativa popolare con le firme di 32.000 cittadini.
Ci sono voluti 5 mesi per calendarizzare le 4 proposte, non finite stavolta nel ddimenticaatoio.
È un precedente per avviare un nuovo corso, che deve comprendere anche la discussione della delibera sull’uso sociale del S. Maria della Pietà.
Ma non è merito del Consiglio, bensì il frutto della pressione che de-Liberiamo Roma ha fatto nei mesi scorsi, arrivando all’atto di diffida legale inviato a dicembre e minacciando di chiedere al TAR la nomina di un commissario ad acta.
Anche questo è un ulteriore segnale della determinazione con la quale i cittadini intendono irrompere nella politica istituzionale per determinarne le scelte, sbaragliando definitivamente la “terra di mezzo” facendo emergere il “mondo di sotto”.
Ora il Consiglio comunale è di fronte ad una scelta: continuare ad ignorare i cittadini o accogliere le loro richieste, avviando un cambiamento radicale della politica e del governo di Roma, che permetta di uscire dal fango di Mafia Capitale.
Le 4 delibere, infatti, propongono nel loro insieme un’altra visione della città e del bene pubblico rispetto ai diktat della finanza e alle politiche di austerità e di privatizzazione, l’unica possibilità di uscire dalla crisi e avviare un vero risanamento economico, sociale e culturale della nostra città.
Partecipazione popolare, promozione del bene pubblico e fine dei profitti di pochi.
Dalla messa in discussione del Patto di stabilità, al rilancio della scuola pubblica dell’infanzia, alla sottrazione al mercato dell’acqua, dall’uso sociale del patrimonio edilizio, il Consiglio comunale di Roma ha l’occasione di voltare pagina e cacciare definitivamente i mercanti dal tempio.
A margine del Consiglio comunale del 13 gennaio 2015, ancora impegnato nella discussione sulle unioni civili, De-Liberiamo Roma ha incontrato i capigruppo Pd e Sel Fabrizio Panecaldo e Gianluca Peciola e i consiglieri Erica Battaglia (Pd) e Enrico Stefàno (M5s), insieme a Gemma Azuni in sostituzione della presidente Valeria Baglio impegnata in aula, per definire l’avvio di un confronto politico sui contenuti delle delibere “compresa – ha garantito Peciola – la delibera sul S. Maria della pietà”.
La nuova fase prenderà il via con una grande assemblea cittadina mercoledi 21 gennaio alle 15 nella sala della Protomoteca in Campidoglio, in linea con la democrazia partecipativa che fa la sostanza delle delibere, contro le privatizzazioni e i profitti di pochi ai danni dell’intera città.
È un’occasione che il Comune non può sprecare, perché è l’unica strada per girare radicalmente pagina dalla gestione politica che ha provocato Mafia capitale e avviare un vero risanamento del bilancio di Roma, investendo in una nuova stagione di diritti sociali e rilancio culturale per la nostra città.