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Rodolfo Bosi
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Home Archivi

Discarica in località “Grottelline”: un progetto che interessa anche la Basilicata

17/12/2015
in Archivi, Beni culturali, Beni paesaggistici, Governo del territorio, News, Piani territoriali
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Associazione Intercomunale Lucania                 Pro Natura.                 Circolo Territoriale VAS Vulture-Alto Bradano

Il 31 ottobre scorso, l’Associazione Intercomunale Lucania e l’Associazione VAS per il Vulture Alto Bradano depositarono osservazioni al progetto di discarica con annesso centro di selezione e biostabilizzazione dei rifiuti solidi urbani nel sito di “Grottelline” in agro di Spinazzola (BT) distante circa 340 mt dal confine amministrativo Spinazzola – Poggiornisi e circa 1,7 Km dal confine amministrativo con il Comune di Genzano di Lucania (PZ) della Regione Basilicata. [vedi https://www.rodolfobosi.it/discarica-in-localita-grottelline-al-confine-con-la-basilicata-un-problema-ambientale-anche-per-noi-lucani/]

Dopo Poggiorsini, Genzano di Lucania è il Comune più vicino al sito che si vorrebbe adibire a discarica.

L’area ricade nel bacino imbrifero del fiume Bradano e, conseguentemente, l’Autorità di Bacino competente è l’AdB della Basilicata (cfr. http://www.vasonlus.it/?p=21645).

La richiesta di supporto pervenutaci da cittadini attivi del Comune di Spinazzola non poteva non essere accolta facendo fronte comune nell’opposizione ad un progetto che prevede di adibire a discarica un’area a rischio idrogeologico, in prossimità di una presunta faglia e prossima ad un’area individuata come sorgente sismogenetica, un’area di rilevante valore paesaggistico, ambientale, monumentale e, soprattutto, a ridosso di un sito archeologico del neolitico scoperto dall’Università di Pisa e risalente al VI millennio a.C., di grotte rupestri, di una chiesa rupestre ipogea a croce greca con cinque absidi, di una masseria templare risalente al 1097 d.C. quale monumento tutelato sin dalla legge n. 1089 del 1939, oggi art. 10 del D.Lgs. n. 42/2004, e nelle vicinanze della masseria Salomone del XVI-XVII secolo d.C. 

Beni culturali e paesaggistici Gerottelline

Fig. 1: Beni culturali e paesaggistici posti a rischio dalla proposta di una discarica nel sito “Grottelline”.

Una potenziale discarica già sequestrata e dissequestrata un paio di volte.

Un’area che allertò in passato la Procura della Repubblica di Trani e più recentemente la Procura della Repubblica di Bari che tramite il Corpo forestale dello Stato barese riuscì a portare alla luce decine di tonnellate di rifiuti tombati grazie al giornalismo d’inchiesta di Cosimo Forina.

Millenni di storia di Grottelline

Fig. 2: Millenni di storia minacciati dalla proposta di una discarica nel sito “Grottelline”.

 Identità stoprica Grpottelline.

Fig. 3: Identità storica e culturale di un territorio a rischio dalla discarica nel sito “Grottelline”.

Le Osservazioni vennero inviate anche ai Ministeri competenti al fine di renderli partecipi in seguito dell’esito della Conferenza di Servizi, svoltasi il 26 ottobre scorso, che vide ribadire la contrarietà del Comune di Spinazzola, di Poggiorsini, dell’Ente Parco nazionale dell’Alta Murgia, di Legambiente Puglia, della LIPU Puglia e con la concreta possibilità che la decisione finale potesse divenire di competenza ministeriale e non più regionale.

Si dà notizia che è giunta in Associazione la nota prot. n. 10977 del 1° dicembre 2015 del Ministero dei Beni delle Attività culturali e del Turismo – Direzione Generale Archelogica – Servizio II – Tutela del patrimonio archeologico.

Il Ministero scrive alla Direzione Generale delle Belle e del Paesaggio del MiBACT, alla Soprintendenza Archeologica della Puglia e della Basilicata, al Segretariato regionale MiBACT per la Puglia e per la Basilicata chiedendo loro le rispettive valutazioni di merito per una congiunta analisi coordinata restando in attesa di conoscere lo sviluppo e gli esiti della questione.

Per la prima volta vengono direttamente coinvolte, nella vicenda “Grottelline”, anche la Soprintendenza Archeologica della Basilicata e il Segretariato regionale per la Basilicata.

Ciò conferma che la questione non riguarda solamente la Regione Puglia, ma ha ricadute sul territorio lucano che non possono e non devono essere trascurate.

Spesso si assiste alla volontà di deregolamentare un procedimento amministrativo al fine di facilitarne l’esito finale, ma dovrebbe essere considerato inaccettabile assistere ad un mancato coinvolgimento di tutti gli Enti preposti alla tutela del nostro territorio e del nostro patrimonio storico, culturale ed archeologico caratterizzato da beni comuni che molto spesso trascendono dai limiti amministrativi.

Diverse le questioni che hanno meritato l’attenzione del Ministero.

Tra queste la variante presentata al progetto originario e le potenziali interferenze di natura statica con i manufatti che si vorrebbero a realizzare nonché le interferenza con le grotte rupestri, ivi presenti, di rilevante valore storico e culturale.

Una variante prevista allo scopo di evitare cedimenti differenziali delle nuove strutture che interferirebbero con i ritrovamenti di elevato valore archeologico.

È già stata evidenziata l’impossibilità, sulla base dei documenti presentati, di analizzare seriamente la soluzione progettuale della “trincea di sconnessione” che rappresenta un elemento progettuale altamente invasivo ed impattante con il quale si vorrebbero mitigare gli effetti di propagazione delle vibrazioni dovute all’utilizzo delle attrezzature per lo scavo.

Stralcio progetto discariva Grottelline.

Fig. 4: Stralcio del progetto esecutivo in variante alla discarica R.S.U. ed annessi impianti.

La trincea di sconnessione vuole essere una sorta di barriera di protezione rispetto alla quale viene fornito il dato relativo alla sua lunghezza (circa 138 mt), ma approssimative informazioni sulla sua profondità, larghezza e soprattutto senza analizzare nel dettaglio la proposta, tramite adeguate simulazioni numeriche, anche in relazione ai livelli di pericolosità sismica dell’area.

È del tutto evidente l’estrema invasività dell’opera senza avere alcuna certezza sulla salvaguardia delle cavità antropiche di rilevante interesse storico ed archeologico.

Cavità che rappresentano un complesso rupestre ricco di elementi monumentali, ambientali e paesaggistici contraddistinti da una elevata fragilità così come evidenziato nella perizia del Dott. R. Sassone: “la densità dei crolli e la diffusa presenza di fratture parallele al versante, rese evidenti da fenomeni di dissoluzione ed erosine differenziale, fanno ritenere che il modellamento dei versanti e delle attività sia ancora in atto”.

15 dicembre 2015

Ing. Donato Cancellara

Associazione Intercomunale Lucania

Associazione V.A.S. Onlus per il Vulture Alto Bradano 

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