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Rodolfo Bosi
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Home Archivi

Doomsday Clock: siamo a due minuti e mezzo dalla mezzanotte nucleare o climatica

30/01/2017
in Archivi, Governo del territorio, Natura, News, Piani territoriali
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Negli ultimi due anni, la lancetta dei minuti del Doomsday Clock, l’orologio che segna il pericolo della fine del mondo causata da una guerra nucleare, erano rimaste ferme a due minuti dalla mezzanotte del pianeta.

Erano  comunque più vicine che mai alla mezzanotte dagli anni ’80, ma comunque fermo, nonostante le guerre che punteggiano di sangue e morte il mondo e nonostante la corsa agli armamenti nucleari sia ripresa.

Ora, l’aggiornamento annuale del Doomsday Clock  fatto dallo Science and Security Board del Bulletin of the Atomic Scientists  avverte: «La probabilità di una catastrofe globale è molto alta e le azioni necessarie per ridurre i rischi di disastro deve essere prese molto presto».

Nel 70esimo anniversario della pubblicazione Doomsday Clock sulla copertina del Bulletin of the Atomic Scientists,  in una dichiarazione lo Science and Security Board sottolinea: «Il pericolo è ancora maggiore, la necessità di interventi più urgenti.  

Si tratta di due minuti e mezzo a mezzanotte, il tempo stringe, il pericolo globale incombe.  

Governanti saggi dovrebbe agire immediatamente, portando l’umanità lontano dal baratro.  

Se non lo fanno, i cittadini saggi devono farsi avanti e aprire la strada».

Presentando il Doomsday Clock, lo Science and Security Board del Bulletin of the Atomic Scientists  ha detto che «l’amministrazione Trump deve dichiarare in modo chiaro e inequivocabile che accetta come realtà i cambiamenti climatici causati dalle attività umane.  

Nessun problema può essere risolto a meno che la sua esistenza non venga riconosciuta prima».

E ha aggiunto: «Il panorama della sicurezza globale è oscuro dato che la comunità internazionale non è riuscita ad affrontare in modo efficace le minacce esistenziali più pressanti dell’umanità: le armi nucleari e cambiamento climatico». 

In un editoriale sul New York Times firmato a nome del Bulletin of the Atomic Scientists, il fisico teorico Lawrence M. Krauss scrive: «A peggiorare le cose, gli Stati Uniti hanno ora un presidente che ha promesso di impedire il progresso su entrambi questi fronti.  

Mai prima d’ora il Bollettino aveva deciso di anticipare l’orologio in gran parte a causa delle dichiarazioni di una sola persona.  

Ma quando quella persona è il nuovo presidente degli Stati Uniti, le sue parole sono importanti».

Il primo editore del Bulletin of the Atomic Scientists, Eugene Rabinowitch, disse che uno dei suoi scopi del Bollettino era quello di offrire soluzioni per la «il vaso di Pandora della scienza moderna», riconoscendo la velocità con cui stava avvenendo il progresso tecnologico.

Oggi, Rachel Bronson, direttrice esecutiva del Bulletin of the Atomic Scientists, ricorda che «nel 1947 c’era una tecnologia con il potenziale di distruggere il pianeta, che era l’energia nucleare.  

Oggi, l’aumento delle temperature, derivanti dalla combustione a livello industriale dei combustibili fossili, cambierà la vita sulla Terra come la conosciamo, distruggendola potenzialmente o  eliminandola da porzioni significative del mondo, se non si interviene oggi e nell’immediato futuro.  

Le future innovazioni tecnologiche nel campo della biologia, l’intelligenza artificiale e il reame cibernetico possono rappresentare sfide globali simili».

Il Doomsday Clock  lancia l’allarme sugli scarsi progressi fatti  dai leader mondiali rispetto a un mondo sempre più turbolento: «Oltre alle minacce esistenziali poste dalle armi nucleari e del  cambiamento climatico, sono emerse anche nuove realtà globali, come le fonti attendibili di informazione che sono sotto attacco, le notizie false in aumento e le parole che vengono usate in modi altezzosi e spesso sconsiderati (qui il riferimento a Donald Trump sembra più che evidente, ndr).  

A dimostrare che le parole contano e che le fake news sono pericolose, il ministro degli esteri del Pakistan ha rilasciato una dichiarazione bellicosa,  in realtà un tweet, mostrando i muscoli nucleari del  Pakistan, in risposta a una “notizia” inventata su Israele.  

L’odierno ambiente globale complesso ha bisogno di risposte politiche ponderate e considerate».

Mentre è molto di moda essere “cazzuti”, come direbbe The Donald e come fanno i suoi troppi scimmiottatori populisti e neofascisti in giro per il mondo, il Bulletin of the Atomic Scientists sottolinea che «è sempre più importante che i leader di alto livello in tutto il mondo calmino, piuttosto che alimentare, le tensioni che potrebbero portare alla guerra, per caso o per un errore di calcolo».

https://www.youtube.com/watch?v=3BtZEmj8kKM

(Articolo pubblicato con questo titolo il 27 gennaio 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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