(A NSA del 4 settembre 2015, ore 17:39) di Chiara Spegni
Prima bocciatura dell’Europarlamento per la controversa proposta di un nuovo regolamento Ue che lascia ai 28 Stati membri la possibilità di limitare o proibire l’uso di Ogm sul proprio territorio, anche se autorizzati a livello comunitario.
Dopo la raffica di pareri contrari all’ultimo Consiglio dei ministri dell’agricoltura europei, incluso quello dell’Italia, il messaggio arriva oggi dalla commissione agricoltura del Pe.
Questa teme soprattutto una distorsione del mercato unico, il ripristino di controlli alle frontiere e pesanti ricadute sui mangimi, dove la produzione alimentare europea è fortemente dipendente dall’import di proteine Ogm.
La proposta di nuove regole avanzate dalla Commissione Ue ricalca la normativa sulla coltivazione degli ogm, già approvata, ma a differenza dell’altra non convince né Paesi né eurodeputati, neanche a livello giuridico.
Fra i punti che suscitano dubbi c’è la mancanza della stessa definizione di ‘uso’, l’assenza di una valutazione d’impatto e delle possibili motivazioni valide per gli Stati membri per scegliere un ‘opt-out’ rispetto all’import di biotech ma senza violare le regole del mercato interno Ue e del Wto.
“In undici anni non ho mai visto tanta unanimità di decisione fra i gruppi politici“, ha detto il relatore in commissione agricoltura Albert Dess, secondo cui l’approccio dell’esecutivo Ue “è assolutamente irrealistico“.
“Abbiamo diversi settori nell’Ue che si appoggiano in gran parte sull’import di mangimi ogm e non sarebbero in grado di sopravvivere se questi fossero banditi“, ha avvertito l’eurodeputato tedesco.
Anche il leader storico dei Verdi, José Bové, contesta l’esecutivo comunitario “perché dimentica cinicamente che le merci circolano liberamente da un Paese all’altro e che più nulla sarebbe controllabile“. Per l’Europarlamento il parere espresso oggi è solo l’anticamera del voto previsto ad ottobre alla commissione ambiente, la titolare del dossier.
“Finora c’è una larghissima maggioranza contraria alla proposta, che così formulata genera più danni che benefici“, ha sottolineato Giovanni La Via (Ap/Ppe), sia relatore del provvedimento che presidente della stessa commissione ambiente.
“Anche gli stakeholder sono forti assertori del rigetto” delle nuove regole, ha assicurato, così come gruppi di “ricercatori, scienziati e intellettuali“.
Ora l’obiettivo per alcuni, spiega l’eurodeputato Nicola Caputo (Pd), è che “la Commissione europea presenti una nuova proposta“.