In una risoluzione non legislativa approvata martedì, i deputati affermano che la risposta della Commissione europea alla prima Iniziativa dei cittadini dell’UE (ICE) “Right2Water” “è priva di ambizione e non è riuscita a soddisfare le esigenze degli organizzatori”. [Right2Water ha raccolto quasi 2 milioni di firme attraverso una petizione nata per richiedere alla Commissione Europea di presentare una legge valida per assicurare l’acceso universale all’acqua potabile in tutta l’Unione Europea, ndr.]
“L’iniziativa del cittadino Right2Water è stata il primo esempio di successo di questo meccanismo democratico. La proprietà e la gestione dei servizi idrici sono chiaramente preoccupazioni importanti per i cittadini che non possono essere ignorate”, ha dichiarato la deputata Lynn Boylan (GUE/NGL, IE), la cui relazione è stata approvata con 363 voti a favore, 96 contrari e 261 astensioni.
“È deplorevole che la Commissione non si sia fatta avanti con delle proposte legislative che sanciscano l’acqua come un diritto umano e un obbligo di legge in tutta l’Unione europea; (…) gli utili non dovrebbero essere generati da beni pubblici come l’acqua”, ha aggiunto.
La Commissione “si limita a ribadire gli impegni esistenti”
I deputati si rammaricano che la comunicazione della Commissione europea a “Right2Water” e l’audizione al Parlamento europeo nel febbraio 2014 “sono prive di ambizione, non rispondono alle esigenze specifiche espresse nell’ICE e si limitano a ribadire gli impegni esistenti”.
“Se le iniziative ICE riuscite e ampiamente sostenute (…) sono ignorate dalla Commissione, l’Unione europea in quanto tale perderà credibilità agli occhi dei cittadini”, sostengono i deputati.
Invitano poi la Commissione a presentare proposte legislative, tra cui una revisione della direttiva quadro sulle acque dell’UE che, se necessario, riconosca l’accesso universale e il diritto umano all’acqua.
I deputati sottolineano inoltre che gli Stati membri hanno il dovere di assicurare che l’accesso all’acqua sia garantito a tutti, indipendentemente dall’operatore, e di provvedere affinché gli operatori forniscano acqua potabile sicura e servizi igienici adeguati.
Tenere l’acqua al di fuori degli accordi commerciali
La produzione, la distribuzione e il trattamento dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari devono restare esclusi dalla direttiva in materia di concessioni nel caso di una futura revisione della direttiva.
Inoltre, la natura speciale dei servizi idrici e igienico-sanitari, in termini ad esempio di produzione, distribuzione e trattamento, rende assolutamente necessaria la loro esclusione da qualsiasi accordo commerciale oggetto di negoziazione o di esame da parte dell’UE.
(articolo pubblicato con questo titolo l’8 settembre 2015 sul sito “Effemeride.it”)