Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
COMUNICATO STAMPA
Fiumicino 23 settembre 2015
Il massimo responsabile di Vito Riggio, in data odierna ha dichiarato che domani si recherà dal ministro Graziano Delrio per avere l’assenso sul raddoppio dell’aeroporto intercontinentale “Leonardo da Vinci”.
La nostra posizione è ben nota, siamo contrari al raddoppio dell’aeroporto, siamo favorevoli ad una riorganizzazione e ristrutturazione dell’attuale aeroporto, utilizzando anche a tal fine le aree libere che insistono all’interno dell’attuale sedime.
Riteniamo che il Ministro, prima di pronunciarsi in materia, abbia il dovere politico e morale di ascoltare con attenzione le motivazioni addotte dal Sindaco di Fiumicino e dalle associazioni locali che da anni esprimono ferma contrarietà al raddoppio dell’aeroporto.
Il silenzio tombale delle massime autorità politica della Regione Lazio è preoccupante, non comprendiamo perché il Presidente Zingaretti non tenga fede agli impegni presi al momento della sua elezione e nel contempo non faccia proprie le richieste avanzate dalla dirigenza amministrativa della stessa Regione nel corso della Conferenza Stato-Regioni che doveva esaminare il nuovo Piano Nazionale degli Aeroporti.
Come è noto, il Comitato FuoriPISTA si è sempre dichiarato a favore di un aeroporto efficiente e non più grande e si augura che Fiumicino possa realmente diventare un vero hub intercontinentale.
Ma perché ciò avvenga è necessario trasferire i voli low cost in un aeroporto a ciò dedicato- come peraltro richiesto anche da Ethiad-Alitalia – e realizzare effettivamente gli investimenti in programma senza ulteriori e compiacenti rinvii.
Non vorremmo che nel bailamme generale qualcuno arrivasse a sostenere che proprio a causa del malfunzionamento dell’attuale aeroporto è necessario costruirne uno nuovo di zecca, magari accanto a quello vecchio, raddoppiandolo, e magari affidandolo in concessione proprio agli stessi che hanno ridotto il Leonardo da Vinci nelle attuali condizioni.
Facendo felice una unica famiglia, quella dei Benetton al centro di un bel conflitto di interessi che li vede contemporaneamente, mediante Atlantia e AdR, ente espropriante che con soldi pubblici ricompenserebbe se stessi per l’esproprio di circa 900 ettari dei terreni di cui sono proprietari proprio in zona raddoppio.