Nel 2014 i disastri naturali, molti dei quali esacerbati dal cambiamento climatico, hanno causato 19,3 milioni di sfollati.
Lo ricorda l’Onu alla vigilia della Giornata internazionale per la riduzione dei disastri che ricorre domani, quest’anno dedicata alla “conoscenza per la vita”.
Dopo le ultime quattro edizioni dedicate a bambini, donne, disabili e anziani, la Giornata 2015 è sulle conoscenze tradizionali, indigene e locali che sono da complemento alla scienza moderna per favorire la resilienza ai disastri naturali, dalla siccità alle ondate di calore, dalle tempeste alle alluvioni. Nel mondo sono 370 milioni le persone che, in 90 Paesi, si definiscono indigene.
“Molte tradizioni, usi e costumi importanti per la protezione ambientale e la gestione del rischio di disastri sono custodite in lingue che oggi rischiano di sparire“, spiega l’Onu.
“In contesti rurali e urbani, le persone indigene hanno vulnerabilità ed esigenze uniche nella riduzione del rischio e nel recupero post-catastrofe, e allo stesso tempo hanno capacità e conoscenze uniche“.
Dai ripari contro i cicloni delle isole di Vanuatu, nel Pacifico meridionale, ai rimedi anti-siccità usati dagli agricoltori del Camerun, “la resilienza è la somma di molte azioni a livello locale per ridurre il rischio“, scrive il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon in un messaggio.
“In questa Giornata internazionale dobbiamo riconoscere gli sforzi delle comunità grandi e piccole che usano la propria saggezza per ridurre il rischio di disastri, e condividere la loro preziosa conoscenza per la vita“.
(ANSA del 12 ottobre 2015, ore 15:55)