Si è svolta ieri, 16 giugno 2014, la seduta della Commissione Commercio che avrebbe dovuto esprimere il “parere” di sua competenza sia sulla proposta di deliberazione n. 59 (PRIP) che sulla proposta di deliberazione n. 61 (modifiche ed integrazioni del Regolamento di Pubblicità).
Vi ho partecipato tornando appositamente da fuori Roma dove mi trovavo da una settimana, senza quindi che abbia potuto essere presente alla precedente seduta del 10 giugno scorso, di cui ho saputo del suo svolgimento dagli articoli di giornale che ne hanno parlato, nonché dalla documentazione che mi è stata trasmessa e che mi ha permesso di scrivere l’articolo pubblicato su questo stesso sito domenica 15 giugno 2014 (https://www.rodolfobosi.it/le-false-verita-che-continua-a-propinare-laipe-ora-assieme-a-clear-channel-per-ostacolare-lapprovazione-delle-proposte-sul-prip-e-sul-regolamento-di-pubblicita-licenziate-dalla-giu/#more-7907).
Dalla suddetta rassegna stampa non si capisce bene se la larghissima partecipazione delle ditte pubblicitarie che è stata registrata, con in testa alcune associazioni di categoria che le rappresentano (come A.I.P.E. ed I.S.P.R.A.), sia dovuta semplicemente alla convocazione della seduta del 10 giugno 2014 della Commissione Commercio appresa on line sul sito del Comune oppure è stata determinata da un apposito invito fatto dal Presidente della Commissione Commercio, Orlando Corsetti, in tal caso non esteso né a VAS né a Basta Cartelloni-Francesco Fiori né a Cittadinanzattiva.
Di certo c’è che ai rappresentanti di tutte le ditte che hanno partecipato alla riunione del 10 giugno scorso è stato permesso di “curare” i loro interessi, fino al punto di farne a mio giudizio una vera e propria “trattativa” con la Commissione Commercio in generale e con il suo Presidente in particolare, che si è impegnato a fare propri e presentare per il 16 giugno 2014 diversi degli emendamenti “concordati”.
Anche e soprattutto per i suddetti motivi, oltre che per vedere come avrebbe votato ogni membro della Commissione Commercio, ho inteso partecipare alla riunione di ieri mattina, per prendermi lo stesso diritto che è stato fin qui largamente concesso soltanto a certe ditte pubblicitarie e rappresentare gli “interessi diffusi” (e non certo di parte) di cui sono portatore come responsabile della associazione ambientalista “Verdi Ambiente e Società” (VAS).
Anticipo ciò che verrà riportato in modo circostanziato, vale a dire che mi è stato in effetti concesso di parlare ma fino ad un certo punto e solo per rispetto della “forma”, dal momento che quanto alla “sostanza” delle argomentazioni da me portate a garanzia degli interessi generali della città e dei suoi cittadini ho avuto la netta impressione di stare a parlare a dei perfetti sordi o peggio ancora di stare assistendo a dei “giochi” già fatti.
Lascio giudicarlo a chi legge dalla descrizione fedele della successione degli interventi, da me riportata a mò di vera e propria verbalizzazione della seduta.
Nella sala Massimiliano Parsi, dove si è tenuta la riunione, della Commissione Commercio erano presenti oltre al Presidente Orlando Corsetti (PD), Michela Di Biase (PD), Valeria Baglio (PD), Immacolata Battaglia (SEL), Davide Bordoni (Forza Italia) e Gianni Alemanno (Alleanza Popolare Nazionale): il cons. Enrico Stefàno, assente per la concomitanza di un impegno sempre istituzionale, ha fatto venire ad assistere alla seduta una sua collaboratrice.
Erano presenti anche il cons. Roberto Cantiani (Gruppo Misto), Vice Presidente della VIII Commissione Urbanistica nonché membro della III Commissione Mobilità, ed Athos De Luca (PD), Presidente della IV Commissione Ambiente: verso la fine è arrivata anche la consigliera Valentina Grippo (PD).
Per gli Uffici era presente il dott. Francesco Paciello: nella seconda parte della riunione ha partecipato il Capo Segreteria dell’Assessore Leonori,avv. Leslie Francesco Capone.
Fra le associazioni di categoria erano presenti l’A.I.P.E. (Associazione Imprese Pubblicità Esterna) con la Presidente Daniela Aga Rossi ed il Direttore Generale Avv. Ettore Corsale e l’ I.R.P.A (Imprese Romane Pubblicitarie Associate) con il suo Presidente Avv. Giuseppe Scavuzzo.
Per le ditte erano presenti Alberto Gualerzi della Clear Channel Jolly Pubblicità S.p.A./Affitalia S.r.l., Ranieri Randaccio della S.C.I. (Società Concessioni Internazionali), Paolo Paglia della A.P.A. (Azienda Pubblicità Affissioni), Rodolfo Moretti della Moretti Pubblicità, Oberdan Zuccaroli della Pubbli Roma ed un altro rappresentante a me non noto di non so quindi quale ditta.
A rappresentare gli “interessi diffusi” e non di parte erano presenti il sottoscritto per l’associazione “Verdi Ambiente e Società”(VAS) e Lester Salis per l’associazione “Basta Cartelloni-Francesco Fiori”.
Alle ore 10,20 il Presidente della Commissione Commercio ha dato inizio ai lavori facendo presente che l’Assessore Leonori sarebbe arrivata intorno a mezzogiorno, perché impegnata in una riunione di Giunta sul piano di rientro, che è durata oltre il previsto e che le ha impedito alla fine di partecipare alla seduta.
Orlando Corsetti ha richiamato la riunione del 10 giugno scorso per affermare che <<eravamo rimasti che avremmo messo per iscritto gli emendamenti e che avremmo avuto un passaggio con l’Avvocatura Comunale per approfondire due ordini di problemi>>, uno di natura politica perché riguardante la “premialità” da riconoscere alle ditte pubblicitarie “virtuose” e l’altro di natura giuridica perché riguardante la scadenza del 31 dicembre 2014 con la preoccupazione di “interrompere” quanto fatto in 20 anni.
Ha fatto sapere che venerdì scorso 13 giugno 2014 diversi membri della Commissione Commercio (tra cui anche Davide Bordoni) si sono incontrati con l’Avvocatura Comunale che ha tranquillizzato sulla scadenza del prossimo 31 dicembre e sulla garanzia di mantenere questa impostazione di “interrompere” alla fine di quest’anno il rapporto con l’impiantistica esistente attualmente a Roma.
L’Avv. Ettore Corsale ha voluto evidenziare che comunque l’Amministrazione Capitolina potrebbe scegliere diversamente.
Gli ha fatto eco Ranieri Randaccio per chiedere se si può avere il verbale di quell’incontro: Corsetti
ha sostanzialmente detto di sì, trattandosi di una riunione ufficiale della Commissione Commercio.
Il Presidente della Commissione Commercio ha quindi relazionato sull’altro ordine di problemi riguardante la “premialità” che per l’Avvocatura Comunale è giuridicamente possibile, se la “politica” si prefigge l’obiettivo del premio.
Orlando Corsetti ha spiegato meglio la posizione dell’Avvocatura facendo dapprima l’esempio di riservare al premio l’80% dei mq. previsti dal PRIP e dai Piani di Localizzazione, per mettere in evidenza che un caso come questo non andrebbe bene, mentre sarebbe giuridicamente fattibile mettere da parte il 30-40% di quanto messo a gara.
Ho ottenuto di intervenire per far presente che non avendo partecipato alla riunione del 10 giugno scorso mi serviva di sapere come chiarimento se la “premialità” vale erga omnes: a Corsetti che non aveva capito la mia richiesta ho dovuto spiegare che non si può fare un bando di gara per riservare un 30-40% solo ad alcune ditte e non a tutte.
Corsetti mi ha a quel punto chiarito che il 30-40% dei 138.000 mq. previsti dal PRIP non verrebbe messo a gara e sarebbe riservato solo alle ditte che fanno parte del “riordino” e si sono comportate “bene” !
Orlando Corsetti
Il Presidente della Commissione Commercio è quindi passato a parlare degli emendamenti, che di lì a breve sarebbero stati consegnati in copia a tutti i presenti, facendo presente come 1° passaggio che non si sarebbe votato il “parere” quel giorno, perché ha concordato di farlo assieme alla I Commissione Bilancio di cui è Presidente Alfredo Ferrari (PD).
Come 2° passaggio Corsetti ha fatto presente che <<due membri dell’opposizione [leggasi Davide Bordoni e Gianni Alemanno, ndr.] hanno chiesto di stralciare dal bilancio le proposte n. 59 e n. 61>>.
Ha quindi affermato che si tratta di <<un tema che ha la sua rilevanza, ma la maggioranza della Commissione non ha nessuna intenzione di stralciare alcunché>>.
Il Presidente della Commissione Commercio è poi passato ad illustrare il 1° emendamento all’art. 1 della “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP, che avrebbe la finalità di <<equiparare anche i progetti in aree FS e Metro>>.
Non essendo stata ancora distribuita copia degli emendamenti predisposti da Corsetti e non avendo peraltro potuto partecipare alla riunione del 10 giugno 2014, mi è stato permesso di chiedere se con tale emendamento si intendesse dire che la pianificazione del PRIP debba essere estesa anche alle aree del demanio ferroviario ed alle aree della Metropolitana: Corsetti mi ha chiarito che si tratta solo di estendere gli stessi “criteri” del PRIP anche alle suddette aree.
Il testo dell’emendamento poi consegnato in copia è il seguente.
Il suddetto emendamento dovrebbe essere aggiunto al seguente capoverso finale dell’art. 1 che riguarda ciò che non è disciplinato dal PRIP: <<le modalità di istallazione di mezzi pubblicitari all’interno delle stazioni della metropolitana ed all’interno delle aree ferroviarie, a loro volta disciplinate da piani regolatori specifici approvati anche in deroga alle presenti norme>>.
Si tratta del 1° dei 6 emendamenti alla “normativa tecnica di attuazione” del PRIP, che il 6 marzo 2014 il Presidnete Corsetti ha permesso di presentare all’Avv. Ettore Corsale a nome dell’A.I.P.E. e che è stato accolto con lo stesso identico testo.
Quel giorno il dott. Francesco Paciello ha controdedotto al suddetto emendamento facendo presente che richiederebbe una previa modifica del Regolamento di Pubblicità, di cui Orlando Corsetti non ha tenuto alcun conto.
Il Presidente della Commissione Commercio è poi saltato alla proposta di deliberazione n. 61 e più precisamente all’emendamento al comma 1 bis dell’art. 6 del Regolamento di Pubblicità, nonché al successivo comma 1 ter.
Il testo del doppio emendamento poi consegnato in copia è il seguente.
La proposta di delibera n. 61 prevede al comma 1 bis dell’art. 6 l’estensione della deroga anche alle zonizzazioni sia del PRIP che dei Piani di Localizzazione, che è stata da me sottovalutata e che considero del tutto inaccettabile per cui convengo anch’io sulla opportunità di eliminare qualunque deroga.
Riguardo all’emendamento al comma 1 ter, con cui si vuole far approvare i progetti specifici di Bike Sharing dalla Assemblea Capitolina anziché dalla Giunta Capitolina, ho fatto presente che si tratta di “piani attuativi” al pari dei Piani di Localizzazione, che spetta quindi alla Giunta di approvare, per cui mi sembra illecito farli approvare dalla Assemblea Capitolina.
Il Presidente Corsetti mi ha risposto indispettito di avere avuto conferma di questa “legittimità” dalla stessa Avvocatura Comunale.
Corsetti ha quindi illustrato l’emendamento all’art. 19 della “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP che è dedicato agli ambiti territoriali, per far sapere che ne vuole 15, quanti gli attuali Municipi.
Il testo dell’emendamento poi consegnato in copia è il seguente.
Ho chiesto di poter intervenire al riguardo, ma Corsetti mi ha rimandato a più in là, non permettendomi di dire che conta ben di più che siano 15 i Piani di Localizzazioni e non 15 gli ambiti territoriali.
Corsetti ha quindi illustrato i due emendamenti anche all’art. 19 del Regolamento di Pubblicità che hanno il seguente testo.
È intervenuto il cons. Roberto Cantiani, che si è riservato di entrare nel merito degli emendamenti, ma che ha manifestato i suoi forti dubbi riguardo all’aggancio del PRIP al bilancio comunale.
Roberto Cantiani
Ha quindi posto le seguenti 4 questioni:
1 – avere un censimento aggiornato degli impianti con riguardo particolare a quelli da rimuovere;
2 – applicare una sorta di “premialità” per quelle ditte pubblicitarie che si sono comportate “bene”;
3 – capire bene in cosa consista la “compensazione” con “servizi” vari (Bike Sharing ed elementi di arredo urbano) che lo preoccupa;
4 – sapere che cosa si vuole fare con i circuiti creati a Roma (come quello relativo a “cultura e spettacolo”).
Ha quindi dichiarato di avere qualche difficoltà <<se l’amministrazione continua ad andare avanti così a testa bassa>>.
Corsetti ha invitato a dare informazione circa il censimento degli impianti il dott. Francesco Paciello, che ha parlato dei 5.000 impianti senza scheda da rimuovere, ricordando i ritardi che ci sono stati per causa dei ricorsi presentati sia al TAR che al Consiglio di Stato, il quale dovrebbe pronunciarsi il 17 giugno 2014 su una ulteriore serie di ricorsi.
È intervenuto Alberto Gualerzi per far presente l’opportunità di un nuovo file al riguardo: Paciello ha messo in evidenza il problema di distinguere tra società proprietarie di impianti totalmente senza scheda e società proprietarie solo parzialmente di impianti senza scheda.
Ho chiesto ed ottenuto di intervenire a mia volta per far presente al dott. Francesco Paciello la seguente serie di questioni:
1 – la mancata pubblicazione on line di tutte le schede degli impianti registrati in Banca Dati, prescritta fin dalla Deliberazione della Giunta Capitolina n. 116 del 5 aprile 2013 e ribadita dalla Deliberazione della Giunta Capitolina n. 425 del 13 dicembre 2013, che consentirebbe in modo totalmente trasparente di sapere quali sono le ditte proprietarie di impianti del riordino, perché tutti classificati con la relativa “scheda” e quali invece quelle proprietarie di impianti senza scheda;
2 – la mancata informazione su quanti siano stati gli impianti senza scheda rimossi spontaneamente entro il 19 marzo 2014 dalle ditte in ottemperanza alle lettere-diffida trasmesse dal dott. Francesco Paciello nei primi giorni dello scorso mese di febbraio;
3 – la mancata informazione su quanti siano attualmente gli impianti rimossi forzatamente dopo il 19 marzo 2014;
4 – spiegare perché sia l’Assessore Leonori che il dott. Paciello parlino di sanzioni soltanto al “pubblicizzato” e non anche alla ditta pubblicitaria, facendo presente che l’autodenuncia di impianti abusivi a tutti gli effetti in quanto senza alcun titolo autorizzativo ha comportato soltanto il pagamento di una indennità e non anche della sanzione pecuniaria prevista dal 1° comma dell’art. 31 del vigente Regolamento di Pubblicità, che potrebbe coprire le spese da anticipare per tutte le rimozioni forzate.
Riguardo alla mancata pubblicazione delle schede di tutti gli impianti registrati in Banca Dati Paciello ha fatto presente la difficoltà di cartelloni registrati in una certa strada, ma risultanti ora installati in un’altra.
Gli ho replicato che ogni giorno si verificano ricollocazioni e spostamenti effettuati grazie alla Deliberazione della Giunta di Alemanno n. 395 del 3 dicembre 2008, ma che – come si è fatto finora con gli aggiornamenti periodici degli elenchi di tutte le ditte registrate nella Nuova Banca Dati – si può fare altrettanto con una certa cadenza ad esempio settimanale: con mia somma sorpresa a dare ragione a Paciello è stato lo stesso Orlando Corsetti, a cui evidentemente il rispetto delle delibere n. 116/2013 e n. 425/2013 e soprattutto della trasparenza non interessa più di tanto.
Il dott. Francesco Paciello ha quindi fatto sapere che entro il 19 marzo scorso sono stati rimossi spontaneamente oltre 700 impianti pubblicitari senza scheda e che si sta provvedendo alla rimozione forzata dei rimanenti: è stato vago e non convincente sulle sole sanzioni al “pubblicizzato”.
In risposta al cons. Cantiani il Presidente della Commissione Commercio ha trattato il tema della “premialità” proponendo di inserirla al comma 9 dell’art. 34 del vigente Regolamento, su cui non mi ha permesso di intervenire subito, anche perché è voluto intervenire di nuovo Cantiani per fare presente che gli è arrivata la lettera trasmessa il 10 giugno dall’A.I.P.E. assieme a Clear Channel, che smonta il paragone fatto tra Roma e Milano.
Allo stesso riguardo ha chiesto ed ottenuto di parlare Paolo Paglia per avere un chiarimento sul bilancio, avanzando il dubbio sul perché l’Assessore Leonori non possa mettere nel bilancio di quest’anno i ricavi stimati che a suo giudizio si vedranno nel 2015, nel 2016 e 2017, evidenziando che si tratta comunque di cifre irrealizzabili.
Per quanto riguarda la “premialità” delle aziende, pur facendo presente che è complicato prevederla perché oggi non si può più fare questa selezione, si è chiesto perché si debbano interrompere procedure consolidate.
Mi è stato permesso a questo punto di intervenire, per mettere in risalto che l’emendamento sugli ambiti territoriali portati da 7 a 15 comporterebbe un inevitabile ritardo della approvazione del PRIP, perché costringerebbe “Aequa Roma” a rifare non solo le tavole di questi ambiti territoriali, ma anche i conti relativi alle nuove quantità da destinare ad ognuno dei nuovi 15 ambiti territoriali.
A Corsetti che mi ha rinfacciato di avere presentato questo emendamento nella proposta unitaria nell’ambito del percorso di partecipazione al PRIP, ho fatto presente che l’aggancio al bilancio del PRIP non consente slittamenti e comunque dilazioni per cui nei nuovi emendamenti che abbiamo deciso assieme anche a Cittadinanzattiva (e che Corsetti non ha evidentemente letto benché glieli abbia trasmessi di persona per posta elettronica), abbiamo deciso di modificare non tanto l’art. 19 quanto l’art. 29 che è dedicato proprio alla “Individuazione delle aree da sottoporre a piano di localizzazione”.
A dimostrazione di quanto il Presidente della Commissione Commercio tenga a ciò che presentano dei semplici cittadini riuniti in associazioni, a tutela dell’interesse generale della città, Corsetti ha rifiutato la mia proposta di spostare l’emendamento in questione all’art. 29 e si è indispettito quando gli ho fatto notare che così facendo legittimava l’impressione che si stia puntando quanto meno a far ritardare l’approvazione del PRIP.
Riguardo alla “premialità” ho messo in grande risalto che va inserita all’interno dei bandi, perché così come la si vorrebbe concepire presta il fianco a ricorsi sicuramente vincenti tanto al TAR che al Consiglio di Stato.
Ho messo in ancor maggiore risalto l’interrogativo su chi e come stabilirà quali siano le ditte pubblicitarie da “premiare”, senza incorrere in favoritismi e comunque accuse di discrezionalità: Corsetti mi ha risposto che sta nella norma il criterio, facendo capire che si riferiva ad esempio alle ditte in regola con i pagamenti, ignorando non so quanto in buona fede che anche tutte le ditte che hanno installato del tutto abusivamente gli impianti senza scheda sono più che regolari con i pagamenti.
Ho quindi fatto presente che nei bandi può essere previsto tutt’al più un “premio” in termini di punteggio maggiore da assegnare a tutte quelle ditte pubblicitarie che hanno lavorato a Roma negli ultimi 20 anni, sulla base di un “curriculum” da definire assieme soprattutto all’Avvocatura Comunale per averne un avallo: ho quindi proposto di spostare un simile emendamento all’art. 7 del Regolamento di Pubblicità e di non inserirlo quindi al comma 9 dell’art. 34, dal momento che lì si parla degli impianti del “riordino” che non hanno nulla a che vedere con gli impianti individuati nelle rispettive posizioni dai Piani di Localizzazione.
LA RISPOSTA DI CORSETTI È STATA CHE GLI IMPIANTI DEL RIORDINO DEBBONO ESSERE FUORI GARA !
È intervenuto a questo momento di nuovo Ranieri Randaccio per ribadire l’opportunità di avere il parere reso dall’Avvocatura Comunale lo scorso venerdì.
Gli ha fatto eco il cons. Davide Bordoni per affermare che il riordino non sarebbe chiuso: l’ho contestato facendogli presente che ci sono ben 2 deliberazione di Giunta (la n. 116/2013 e la n. 425/2013) che lo hanno dichiarato chiuso, la prima delle quali approvata dalla Giunta di Alemanno di cui faceva parte.
La sig.ra Daniela Aga Rossi è intervenuta per far presente che va messo comunque in delibera che il procedimento del riordino è chiuso: l’ho contestata facendole presente che stava facendo una grande confusione tra il procedimento del riordino che è cosa ben diversa della scadenza delle concessioni/autorizzazioni degli impianti del riordino.
È intervenuto a questo punto Ranieri Randaccio per invitare i membri della Commissione Commercio a prendere atto che il procedimento del riordino non è chiuso, naturalmente a suo insindacabile giudizio: si è lanciato quindi in una filippica contro il PRIP, per dargli le colpe (che non ha assolutamente) di non stabilire quali siano le strade dove vanno messi gli impianti e quali e lo ha fatto esclusivamente per parlare delle “proiezioni” fatte dall’A.I.P.E. assieme a Clear Channel e per chiedersi provocatoriamente quanto tempo ci vorrà ancora, mentre i “progetti speciali” possono derogare da tutto: a quest’ultimo riguardo è stato ripreso da Orlando Corsetti che gli ha fatto presente che l’eliminazione delle deroghe fa parte dell’apposito emendamento già in precedenza da lui ricordato.
È intervenuto nuovamente il cons. Davide Bordoni, che ha ringraziato per gli emendamenti, ma che ha ribadito quanto già detto il 10 giugno scorso riguardo all’ingorgo delle delibere propedeutiche al bilancio che ci sono da approvare tutte assieme.
Non ci sarebbero a suo dire i tempi da rispettare sul PRIP, per cui è più opportuno rimandare tutto a settembre: ha fatto presente che in tal senso si sarebbe espressa anche la Commissione Bilancio, presieduta da Alfredo Ferrari (PD).
Alfredo Ferrari
Ha anticipato anche che <<come opposizione presenteremo ulteriori emendamenti>> ed ha concluso affermando di non condividere l’opinione espressa dall’Avvocatura Comunale riguardo alla scadenza del 31 dicembre 2014.
Corsetti gli ha replicato nel seguente modo: <<In maniera franca vorrei capire se da parte vostra c’è la disponibilità a chiudere il quadro. Se riusciamo a trovare la quadra, perché aspettare e rimandare ?>>.
La sig.ra Daniela Aga Rossi è voluta intervenire di nuovo per ringraziare anzitutto anche lei degli emendamenti predisposti, che a suo giudizio possono valere come regola per tutti !
Ma ha poi espresso delle perplessità riguardo all’emendamento all’art. 19 della “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP, perché parla troppo genericamente di un massimo di 10 lotti (che potrebbero essere quindi anche uno solo) estesi anche a diversi ambiti territoriali.
Ha proposto di inserire nell’articolo relativo ai Piani di Localizzazione l’obbligo di redigerli in modo da calcolare anche il valore commerciale delle singole posizioni degli impianti ed ha lanciato come “provocazione” il documento consegnato il 10 giugno scorso, che è stato redatto assieme alla Clear Channel, per cui a suo giudizio vi si sarebbero rappresentate ben il 95% degli operatori di Roma, per fare presente l’opportunità di modificare la norma tecnica, che è difficile ma si può fare in tempi comunque brevi.
Ho chiesto ed ottenuto a questo punto di intervenire, perché non potevo accettare che si tenesse strumentalmente un confronto su dati del tutto sbagliati e basi volutamente false.
Al sig. Ranieri Randaccio ho quindi fatto presente di stare a fare volutamente una grande confusione, nel pietoso tentativo di “buttarla in caciara”, perché il PRIP ha individuato in modo scientifico e rispettoso dei criteri dettati dal Regolamento gli 8 tipi stradali con i rispettivi indici di affollamento, che ha applicato soltanto sulle strade che risultano nell’elenco del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) del 1999: ho messo in evidenza che l’aggiornamento del 2005 richiamato nel documento dell’A.I.P.E. trasmesso il 10 giugno scorso presenta più o meno le stesse strade.
Ho quindi fatto presente che i 138.000 mq. previsti dal PRIP licenziato costituiscono l’applicazione informatizzata degli indici di affollamento su tutte le strade pianificate nelle 14 tavole di zonizzazione e tipi stradali, con l’eccezione (che mi ha ammesso l’Avv. Gianluca Giattino) di una cifra arrotondata per tenere conto anche degli impianti su parete cieca e di quelli su suolo privato, di cui saranno i Piani di Localizzazione a quantificare con esattezza i rispettivi mq.: a Randaccio ho rinfacciato anche che spetta ai Piani di Localizzazione e non al PRIP stabilire il formato e le facciate di ogni singolo impianto.
A tal ultimo riguardo ho colto l’occasione per criticare fortemente i risultati fasulli della “sperimentazione” che è stata voluta fare a campione su Via Cavour (in sottozona B1), in via Catanzaro (in sottozona B2) ed in viale Marconi (in sottozona B3).
Ho evidenziato che l’A.I.P.E. assieme alla Clear Channel ha per la 1° volta fatto il lavoro che spetta un domani ai Piani di Localizzazione individuando correttamente tutti i vincoli imposti dalle distanze minime prescritte fin dal 1992 dal Codice della Strada e dal suo Regolamento di Attuazione, che si sono però guardati bene dall’applicarle agli impianti che vi risultano installati in violazione e che potrebbero benissimo ricollocare avvalendosi della deliberazione della Giunta di Alemanno n. 395 del 3 dicembre 2008.
L’A.I.P.E. assieme alla Clear Channel ha preferito dimostrare falsamente la tesi che con questi 8 indici di affollamento si potranno collocare solo 50-60.000 dei 138.000 complessivi previsti, quando così non è come ho dimostrato nell’articolo pubblicato il 15 giugno 2014 da cui risulta che solo per viale Marconi non si riuscirebbe a “piazzare” l’intera superficie prevista.
Per tali casi ho fatto presente che ci potrebbero essere le tre seguenti soluzioni:
1 – perdere i mq. non posizionabili altrimenti ed avere quindi alla fine anche meno dei 138.000 mq., come ha lasciato intendere il 10 giugno scorso l’Assessore Leonori;
2 – spostare i mq. che mancano sulle strade limitrofe, anche se non pianificate dal PRIP, come mi è stato detto da un esperto;
3 – introdurre in modo corretto ulteriori deroghe alle distanze minime, come proposto a suo tempo dalla associazione di categoria A.A.P.I. e dalla stessa Clear Channel.
Al cons. Cantiani, che era preoccupato della “ compensazione” con servizi vari, ho fatto presnete che il parco impianti che scaturirà dai Piani di Localizzazione dovrà essere contenuto sempre e soltanto entro i 138.000 mq. ed utilizzato dalla Amministrazione Capitolina in quote parti per assicurarsi a costo zero tanto un opportuno servizio di Bike Sharing (che per 300-400 stazioni impegnerebbe appena il 15% del totale dei 138.000 mq. complessivi) quanto una serie di elementi di arredo urbano (che impegnerebbero un’altra quota parte del totale dei 138.000 mq. complessivi), nonché per mettere a gara alla maggiore offerta un quota parte di impianti per la rimanente parte dei 138.000 mq. ed assicurarsi così anche l’entrata prevista di 30 milioni di euro all’anno).
È voluto intervenire a questo punto l’Avv. Giuseppe Scavuzzo <<per fare un passo indietro rispetto a tutto>> e chiedersi se l’Assessore Leonori conferma o nega che le 400 ditte vanno tutte a casa, affermando comunque che <<se i bandi di gara servono per mandare tutti a casa, allora non ci sto!>>.
Scavuzzo ha contestato anche la scadenza del 31 dicembre 2014 sostenendo che non sta scritta da nessuna parte.
L’ho contestato immediatamente facendo presente una volta per tutte l’estrema strumentalità di una simile affermazione, dal momento che l’art. 10 del vigente Regolamento di Pubblicità prevede una durata sia delle autorizzazioni che delle locazioni degli impianti SPQR di 5 anni + 5 (che ora la proposta di deliberazione n. 61 fissa direttamente in 10) mentre la delibera dell’allora Commissario Morcone ha spostato al 31 dicembre del 2009 la scadenza del 1° quinquennio di tutti gli impianti del riordino, per cui – se la matematica non è un’opinione – al 31 dicembre di quest’anno scadono tutte le autorizzazioni rinnovate per altri 5 anni.
A tal ultimo riguardo ho anche contestato l’uso del termine “interruzione” tra oggi e domani, perché la proposta di deliberazione n. 61 prevede anche che non si vada <<comunque non oltre l’esito delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione>>, che potrebbe quindi far slittata l’entrata a regime a pochi mesi dopo il 1 gennaio del 2015, senza alcun trauma ed interruzione tra lo ieri ed il domani.
L’avv. Scavuzzo è voluto intervenire di nuovo per far presente che non capiva allora l’emendamento proposto dalla Giunta Capitolina del comma 9 dell’art. 34: gli ho replicato che quell’emendamento risponde alla chiara volontà politica di non concedere nessuna ulteriore proroga una tantum di 5 anni.
Con mio sommo stupore è voluta intervenire la consigliera Immacolata Battaglia (SEL), arrivata da poco e quindi del tutto ignara di quanto fin lì dibattuto in misura pacata per far presente che <<ogni volta che c’è lei è una guerra>>, quasi a dirmi implicitamente che se non partecipo è meglio: mi ha quindi invitato ad abbassare i toni, benché non fossero affatto alti, se non altro rispetto alle volte precedenti quando sono stato attaccato e diffamato dai diversi rappresentanti delle ditte pubblicitarie ed ho reagito a tutela della dignità della mia persona.
La consigliera Battaglia è talmente prevenuta ormai da tempo nei miei confronti fino al punto di badare solo alle forme, fregandosene altamente degli interessi generali che ritengo di curare e che come consigliera eletta dovrebbe essere lei per prima ad assicurare.
Immacolata Battaglia
In un breve scambio di parole che c’è stato alla fine fra me e lei, perché ha voluto evitare il confronto, è arrivata a sostenere che le mie argomentazioni (che non sta comunque a sentire o a voler capire sistematicamente) valgono per lei quanto quelle portate dall’A.I.P.E. in allegato ad una nota trasmessa anche specificatamente a lei (non capisco bene perché ) in quanto innalzata a “Presidente dei Sistemi Informativi, Innovazione e Sviluppo della Tecnologia, Smart City e Beni Comuni”: evidentemente deve avere particolarmente gradito questa forma di riguardo, che è ben più importante della carica di semplice membro della Commissione Commercio !
L’intervento di Immacolata Battaglia ha stimolato Ranieri Randaccio ad intervenire nuovamente per far presente che diversi anni fa fu deciso che progetti sperimentali o specifici venissero approvati dalla Giunta Capitolina, producendo a suo giudizio il caos.
Dopo aver affermato che si svuoterebbe così di contenuti il PRIP ha chiesto ed ottenuto di dare una informativa ai consiglieri presenti leggendo un parere dell’Avvocatura Comunale secondo il quale il procedimento del riordino deve essere ancora chiuso dalla Amministrazione Capitolina.
Per par condicio ho chiesto a mia volta di dare anch’io come informativa ai consiglieri presenti la sentenza del Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso dell’A.A.P.I. e dato ragione al Comune di Caltanissetta riconoscendogli il pieno diritto di far scadere tutte le autorizzazioni rilasciate agli impianti del passato per mettere a gara la gestione degli impianti futuri individuati dal PRIP, più o meno come intende fare ora l’Amministrazione Capitolina.
Il Presidente Orlando Corsetti mi ha impedito di spiegare la sentenza ed ha chiuso i lavori rimandando l’approvazione degli emendamenti assieme alla I Commissione Bilancio.
Affinché sia ancor più chiara la “politica” che sta perseguendo Orlando Corsetti e con lui la maggior parte della Commissione Commercio da lui presieduta metto in grande risalto che fra gli emendamenti che erano “dovuti” c’erano anche le “misure di salvaguardia” proposte da VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori, in quanto approvate nel corso della seduta del 21 marzo 2014.
Il percorso di partecipazione al PRIP si è rivelato da parte di Corsetti quella autentica “pantomima” che l’ha tanto offeso quando ha saputo che tale giudizio veniva da parte mia: è ormai un dato di fatto oggettivo che il percorso di partecipazione al PRIP si è chiuso senza nessuna scelta verso le proposte legittimamente presentate, ma è servito invece per orientare gli emendamenti alle proposte di deliberazione n. 59 e n. 61 verso le indicazioni fornite al di fuori di quanto ufficializzato per giunta solo da un certo numero di ditte pubblicitarie interessate.
La amarissima sensazione finale che ne ho ricavato è stata che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, proprio perché i “giochi” erano stati già fatti il 10 giugno scorso e forse ancora prima.
A riprova porto quanto mi è stato riferito da chi stava dietro di me ed ha potuto notare ciò di cui non mi potevo accorgere io: ad un certo momento è arrivata la consigliera Valentina Grippo, che non fa parte della Commissione Commercio ma che ha strabuzzato gli occhi mentre stavo concludendo il mio intervento.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi