L’articolo pubblicato il 24 luglio 2015 con questo titolo sul sito “l’immediato” ci aggiorna sul summit delle Regioni italiane mobilitate lo stesso giorno contro le trivellazioni nel mar Adriatico e Ionio, in prospettiva del quale c’erano state richieste di associazioni e comitati (vedi https://www.rodolfobosi.it/salvare-la-terra-e-il-mare-dalle-trivelle-le-richieste-di-associazioni-e-comitati-per-lincontro-del-24-luglio-delle-regioni-adriatico-ioniche/).
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha partecipato oggi a Termoli al summit delle Regioni italiane mobilitate contro le trivellazioni nel mar Adriatico e Ionio insieme ai governatori dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, della Basilicata Marcello Pittella, del Molise, Paolo di Laura Frattura, alla vicepresidente delle Marche, Anna Casini, all’assessore all’ambiente della Calabria, Antonella Rizzo, al sindaco di Termoli Angelo Sbrocca e all’europarlamentare della Croazia, Ivan Jakovcic.
Presenti anche gli assessori all’ambiente di Abruzzo, Molise e Basilicata.
“Chiediamo – ha dichiarato Emiliano – che il governo, prima di prendere decisioni così impattanti, attivi un sistema di consultazione delle regioni anche quando utilizza lo Sblocca Italia.
Se questo dialogo non dovesse partire siamo qui per valutare l’opportunità di partecipare alla raccolta delle firme per l’abrogazione dello Sblocca Italia.
Andare a cercare il petrolio nell’Adriatico e nel mar Ionio è una follia.
Una follia dal punto di vista ambientale ed economico, visto che verrebbero impiegate tecniche molto invasive come quella dell’air gun, un cannone ad aria compressa, per trivellare il fondale marino, con possibili gravi conseguenze sulla fauna e sulla flora marina.
Trivellare il Mediterraneo – forse sulla base di ricerche fatte molti anni fa – alla ricerca di un petrolio tendenzialmente di bassa qualità, è un’operazione contraddittoria rispetto agli impegni che l’Italia e molte altre nazioni del mondo hanno preso per la riduzione delle emissioni di Co2 nell’atmosfera“.
Prima di continuare: “È una follia anche perché il nostro è un mare chiuso, con ecosistemi molto delicati, sul quale si affacciano le economie di tutto il bacino dell’Adriatico legate al turismo.
Le nostre sono terre ad altissima densità turistica che rischiano di essere compromesse anche dal punto di vista dell’immagine.
Trasformare questa parte meravigliosa del Mediterraneo in un bacino petrolifero è un delirio“.
“Chiediamo di essere ascoltati – prosegue -. Se lo Sblocca Italia viene inteso come una specie di bulldozer che serve a travolgere ogni tipo di controllo e tutte le decisioni delle popolazioni dei territori che devono accettare un’opera, sarebbe inaccettabile e non esiteremmo a sostenere il referendum per la sua abrogazione.
Se viceversa lo Sblocca Italia dovesse essere meglio utilizzato o precisato da successivi interventi legislativi è chiaro che si potrà discutere.
C’è la volontà da parte del governo di riceverci e dialogare e questa opportunità per noi è molto importante perché abbiamo il desiderio di costruire insieme la migliore soluzione possibile per i nostri concittadini.
L’obiettivo è trovare un accordo e vogliamo riuscirci dialogando con il governo“.
La posizione condivisa
Il tavolo del “no”
I presidenti, congiuntamente, hanno confermato il loro no netto ad opere di trivellazione nei mari Adriatico e Ionio, ribadendo comunque l’intenzione comune di avviare un dialogo con il Governo.
La posizione di confronto, per le Regioni, rimane prioritaria, anche se le stesse sono pronte a valutare la praticabilità, quale estrema ratio, di tutti gli strumenti previsti dall’Ordinamento.
Nel corso della riunione è stata messa in evidenza, in un’ottica di difesa globale delle coste adriatiche, l’importanza della partecipazione dell’europarlamentare Ivan Jakovcic a testimonianza dell’attenzione transnazionale che il tema delle trivellazioni in mare richiama.
In questo senso Jakovcic ha invitato le Regioni a farsi portavoce presso il Governo per elaborare una nuova strategia di sviluppo dell’Adriatico in chiave europea in grado di favorire una crescita compatibile con l’ambiente.
Prima occasione di confronto con il Governo sarà il prossimo 29 luglio, quando al Ministero dello sviluppo economico è stato convocato il tavolo per discutere la compatibilità ambientale del metodo esplorativo “Airgun”.
In questa sede le sei Regioni faranno presente al Mise di essersi costituite, per le questioni di tutela ambientale, portatrici di un unico interesse regionalistico.
Dalla riunione di Termoli è emersa infatti la volontà di istituzionalizzare il coordinamento creando anche un’agenda politica in grado di dare corpo a una nuova idea di regionalismo.
Il coordinamento delle sei Regioni ha intenzione di coinvolgere la Regione Campania, auspicando una rinnovata partecipazione della Regione Emilia Romagna.
I presidenti si sono aggiornati al prossimo 18 settembre a Bari, in occasione della Fiera del Levante.