Per dare il quadro completo delle proposte presentate per non far passare più le grandi navi davanti a San Marco pubblichiamo il terzo della serie di articoli dedicati ad ognuno di questi progetti in ordine cronologico.
Il 25 giugno 2013 Paolo Navarro Dina ha descritto così la proposta presentata il giorno prima da Cesare De Piccoli nella riunione delle commissioni consiliari sulla portualità.
Cesare De Piccoli
L’ex sottosegretario ai Trasporti: «Ecco il progetto per il terminal in mare che “salverebbe” San Marco».
La questione la risolve alla “radice”.
Niente navi crociera in transito in Bacino di San Marco.
Detto e fatto.
Cesare De Piccoli, già sottosegretario ai Trasporti e al Commercio nei governi Prodi e Amato, ha la grinta di chi ha vissuto a “pane e politica”.
E si capisce dalla tenacia con la quale presenta il proprio piano che, però, fino a questo momento è il “suo piano” fino a quando un ente o più enti istituzionali non intendano farlo proprio e permettergli di approdare come “piano proposta” nella riunione del 25 luglio a Roma con i ministri Lupi e Orlando, prima del sospirato Comitatone.
Già.
Il progetto De Piccoli almeno sulla carta taglia la testa alle polemiche e prevede, senza tanti giri di parole, l’estromissione delle grandi navi dalla laguna di Venezia.
Come?
Sistemando una nuova Marittima alla bocca di porto del Lido, davanti alle opere del Mose, sul lato mare, ad una distanza che possa permettere il funzionamento delle barriere mobili, e a 100 metri dal molo foraneo.
Una soluzione che punta a trasferire i “condomini del mare” all’ingresso della laguna di Venezia, ipotizzando un’operazione realizzabile in 24/36 mesi, dove i finanziamenti sarebbero a carico dello Stato almeno per una quota identica a quella prevista per l’altro progetto, quello Sant’Angelo Contorta, e comunque valutabili in circa 220-250 milioni di euro.
E qui, all’imbocco del Lido, ci starebbe proprio tutto: un terminal passeggeri protetto dalle “dighe di dissipazione” realizzate per il Mose, compresa la lunata del Lido; lo spazio per otto navi crociera e l’attracco di altrettante motonavi; una struttura di terminal removibile e in prefabbricato d’acciaio; un’attenzione all’impatto ambientale e pannelli fotovoltaici per l’alimentazione energetica, e infine un ponte di collegamento con il litorale di Cavallino-Treporti.
Insomma, una “soluzione” impattante, ma di diverso spessore rispetto allo scavo del Sant’Angelo-Contorta.
Ma non saranno “rose e fiori”: il punto più delicato, e forse controverso, sta nei collegamenti.
De Piccoli, come ha spiegato ieri nella riunione delle commissioni consiliari sulla portualità, ha ipotizzato tre “percorsi”:
- il primo dall’aeroporto di Tessera via motonave lungo la laguna nord costeggiando Torcello, Burano e poi giungendo al Lido lungo un tratto di laguna profondo tre metri e impiegando al massimo mezz’ora;
- un secondo itinerario da Riva degli Schiavoni;
- il terzo – quello più accidentato – proveniente via terra da Cavallino-Treporti (viste le condizioni da terzo mondo di via Fausta…).
«Abbiamo verificato – ha spiegato ieri De Piccoli a Ca’ Farsetti – come la maggioranza dei crocieristi sia straniero (76 per cento contro il 25 per cento di italiani ndr) e che essa giunga perlopiù in aereo a Tessera. Puntando ad un collegamento via laguna tra “Marco Polo” e terminal alla bocca di porto del Lido, si ridurrebbe il flusso turistico, di solo transito, sulla città storica. Alla Marittima, a San Basilio potranno andare la crocieristica minore, la nautica da diporto, nuova residenza e sedi direzionali».
E mentre alcuni consiglieri comunali (Caccia, Lastrucci, Fortuna), in qualche modo colgono il “dato nuovo” della proposta, De Piccoli rilancia:
«Chiedo formalmente ai consiglieri che questo progetto possa arrivare sul tavolo del ministro Lupi. Questa è una vera alternativa per far continuare a vivere il porto di Venezia».