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Rodolfo Bosi
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Home Archivi

I Pinocchio climate awards a Chevron, Edf e Bnp Paribas. Due sono sponsor della Cop21

07/12/2015
in Archivi, Governo del territorio, Natura, News, Piani territoriali
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Pinocchio Climate Awards

I poco ambiti Pinocchio Climate Awards – Prix Pinocchio du Climat, organizzati ogni anno da Amis de la Terre France insieme a CRID e Peuples Solidaires-Action Aid France, vogliono denunciare la responsabilità di alcune grandi imprese nell’indebolimento delle politiche climatiche e l’impatto delle loro attività sulle comunità locali.  

I tre vincitori di quest’anno sono stati ancora una volta scelti con una votazione on-line durata un mese sul sito  www.prix-pinocchio.org alla quale hanno partecipato circa 43.000 persone e I risultati sono stati annunciati a Parigi, dove è in corso la Conferenza delle parti Unfccc, creando non poco imbarazzo, visto che due dei “vincitori” sono sponsor ufficiali della COP21.

Infatti le tre categorie del Pinocchio Climate Awards  se le sono aggiudicate a Chevron, Edf e BNP Paribas.

BNP-Paribas, uno degli sponsor della COP21, ha ricevuto il premio pinocchio «per il suo sostegno finanziario all’industria del carbone dappertutto nel mondo, in particolare ad enormi centrali in Sudafrica e in India».

BNP

L’altro sponsor della COP21, Edf «si è distinta per la sua campagna pubblicitaria mirante a fare del nucleare una “energia pulita” e per i suoi investimenti nelle energie fossili: l’impresa detiene 16 centrali a carbone nel mondo, tra le quali alcune delle più inquinanti d’Europa».

EDF.

Juliette Renaud, responsabile della campagna Responsabilité sociale et environnementale des entreprises degli Amis de la Terre France ha sottolineato che «tanto BNP-Paribas che Edf continueranno ad investire massicciamente nelle energie fossili e nel nucleare, faranno parte del problema, non della soluzione. Votando per questi due sponsor della COP21, i cittadini hanno dimostrato di non farsi ingannare dalle loro menzogne che inquinano i negoziati e minano la possibilità di pervenire a un accordo ambizioso ed equo sul clima.  È anche un appello al governo francese ad essere coerente e a prendere delle misure urgenti e concrete per una vera transizione energetica che sia giusta, senza energie fossili né nucleare».

La multinazionale petrolifera Chevron ha ricevuto il Pinocchio Climate Award per il fracking e in particolare «per la sua politica molto aggressiva di lobbying pro-gas e petrolio di scisti in Argentina. L’impresa Americana è un partner centrale del governo argentino e dell’impresa statale  YPF nei loro sforzi per sviluppare ad ogni costo le riserve di gas e petrolio non convenzionali in Patagonia».

Chevron.

Pascoe Sabido, un ricercatore di Corporate Europe Observatory, evidenzia che «lo sfruttamento delle energie inquinanti da parte dell’impresa Chevron non sarebbe possibile senza le relazioni privilegiate che intrattiene con i governi che dovrebbero regolamentare le sue attività. Il troppo è troppo, Chevron e gli altri grandi inquinatori devono essere esclusi dalla COP21 ed essere tenuti lontano dai responsabili politici, a tutti i livelli di governance».

Secondo Colin Roche, responsabile della campagna industrie estrattive di Friends of Earth Europe,  «le  comunità di tutto il mondo soffrono per le azioni nefaste di queste imprese mentre tentano di fare degli sforzi per lottare contro la deregulation climatica. Un certo numero di imprese tra le più inquinanti del mondo hanno dispiegato degli sforzi smisurati per fare del greenwashing durante i negoziati internazionali sul clima a Parigi (COP 21), ma la lotta contro la deregulation climatica non sarà mai efficace se non ostacola questa dinamica e se non esclude le imprese come BNP-Paribas ed Edf dai negoziati».

Tra i “cattivi” che sono saliti sul podio dei  Pinocchio Climate Awards 2015 ci sono altre grandi multinazionali come la  Shell, «per la sua impronta devastatrice sul piano sociale e ambientale  in Nigeria», o la Anglo-American «per la sua maga-miniera di carbone El Cerrejón in Colombia.

La Total, il gigante francese del petrolio e del gas, è stata nominate «per aver infiltrato le lobbies europee delle energie rinnovabili»;   Avril-Sofiprotéol, «per la suo promozione degli agro.carburanti»; Yara «per il suo tentativo di dare un’immagine più sostenibile ed ecologica ai concimi sintetici».

Poi, tra i 9 peggiori c’è anche un altro sponsor ufficiale della COP21, Engie, «per i suoi investimenti nelle energie fossili».

Les Prix Pinocchio du Climat lancia un paella ai governi perché «siano prese  delle misure concrete per mettere fine all’impunità della quale oggi beneficiano le grandi imprese, mettendo in atto dei regolamenti obbligatori, come la proposta di legge francese sul dovere di vigilanza delle multinazionali ed i negoziati Onu riguardanti un trattato internazionale obbligatorio sulle multinazionali e i diritti umani».

(Articolo pubblicato con questo titolo il 4 dicembre 2015 sul sito www.greenreport.it )

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