Articolo di Alberto Vitucci pubblicato con questo titolo il 5 ottobre 2014 sul quotidiano “La Nuova Venezia”
Alberto Vitucci
Clamorosa dissociazione nel gruppo di tecnici che sta concludendo la proposta per il nuovo Piano morfologico della laguna.
Due ingegneri dell’Istituto di Idraulica dell’Università di Padova, Stefano Lanzoni e Marco Marani, hanno inviato una dura lettera al presidente del Corila Pierpaolo Campostrini, che coordina gli studi.
Stefano Lanzoni
Marco Marani
Contestano in particolare l’inserimento nel Piano della tematica portuale.
«Nel punto E2 in particolare», scrivono, «sono contenute affermazioni sul futuro della portualità veneziana che non competono al Piano e non riguardano questioni morfologiche».
Dubbi vengono avanzati dagli ingegneri anche sugli scenari di innalzamento del medio mare contenuti nel Piano.
L’accusa che fa discutere la comunità scientifica è in sostanza quella di aver messo a punto una versione di documento che in qualche modo potrebbe giustificare scientificamente il grande scavo del canale Contorta.
I cui danni, come sostiene il Porto, potrebbero essere limitati con la costruzione di velme e barene artificiali.
Accuse respinte da Campostrini, che minaccia querele.
Pierpaolo Campostrini
Il presidente sostiene in risposta ai due ingegneri idraulici: «Questa questione della comunità scientifica asservita è francamente insopportabile. Nel Piano si parla in una riga delle vie alternative di accesso alla Marittima. Nemmeno del Contorta».
Ma la tensione sale, perché in queste ore il Comune potrebbe ufficializzare l’incarico di consulenza proprio al Corila per dare un parere sul progetto del Contorta, adesso all’esame della commissione di Impatto ambientale del ministero.
Ma le crepe emerse all’interno del gruppo che ha contribuito alla stesura del Piano morfologico sono sempre più evidenti.
«Troppi i punti non condivisi e addirittura “oscuri“», insistono gli ingegneri.
La grande questione è quella di cui si discute da anni.
Come preservare la laguna da interventi sbagliati e frenarne la distruzione, con un milione di metri cubi di sedimenti che a causa dell’erosione, del moto ondoso e dello scavo dei canali ogni anno se ne va in mare, distruggendo barene e morfologìa originaria.
Il Magistrato alle Acque, adesso in via di scioglimento, ha ospitato negli ultimi anni decine di riunioni di esperti nominati dal governo.
Insieme al Corila, consulenti e ingegneri del Consorzio Venezia Nuova, del Cnr.
Il prodotto è stato il Piano morfologico, adesso contestato.
«Quello che vediamo circolare», scrivono gli ingegneri dell’Università di Padova, facoltà di Idraulica, «è un testo diverso da quello preparato in origine».
Sospetti, dissociazioni, veleni e minacce di querele.
La polemica sulle grandi navi coinvolge adesso anche la comunità scientifica e gli organi decisori di Regione e ministeri, messi in discussione con la grande inchiesta sul Mose per i pareri favorevoli rilasciati sulle grandi opere in laguna.
Che poi si è scoperto in alcuni casi essere pilotati dalla politica e dalle tangenti.