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Rodolfo Bosi
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Il capo del colosso degli ogm Syngenta: “Dobbiamo smettere di coltivare bio altrimenti le persone in Africa muoiono”

09/05/2022
in Archivi, Aree agricole, Governo del territorio, MATERIE TRATTATE, Natura, News, Piani territoriali, RASSEGNA STAMPA
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Non possiamo più permetterci l’agricoltura biologica.

Ne è convinto Erik Fyrwald, numero uno del gruppo svizzero Syngenta, oggi controllato dalla cinese ChemChina e colosso mondiale dei semi “biotecnologici” (in sostanza ogm) e dei prodotti chimici per l’agricoltura.

“Di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale, aggravata dalla guerra in Ucraina, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica per ottenere rese produttive maggiori” ha affermato in un’intervista al quotidiano svizzero NZZ am Sonntag. 

Di fronte al fatto che i paesi ricchi “hanno l’obbligo di aumentare la loro produzione agricola per evitare una catastrofe globale” e che le rese dell’agricoltura biologica possono essere inferiori fino al 50% a seconda del prodotto, “la conseguenza indiretta è che le persone muoiono di fame in Africa, perché stiamo mangiando sempre più prodotti biologici”, afferma Fyrwald.

L’agricoltura biologica, poi, aggiunge l’amministratore delegato di Syngenta, favorisce il consumo di terra perché richiede aree più grandi, e danneggia anche il clima con la grande attività di aratura, aumentando le emissioni di Co2.

Respingendo le accuse di opporsi all’agricoltura biologica per gli interessi dell’agrochimico di Basilea, controllato dal gruppo statale cinese Chemchina dal 2017, Fyrwald sottolinea nell’intervista che l’intero settore del biologico fa alti profitti “perché i consumatori sono pronti a pagare molto”. 

E propone una terza via per la produzione agricola, né solo convenzionale né solo biologica.

Il suo concetto è quello di una agricoltura rigenerativa che riprende la rotazione delle colture dall’agricoltura biologica e allo stesso tempo si concentra sull’uso mirato di pesticidi e Ogm per aumentare i raccolti.

“A causa del Covid-19 e delle condizioni meteorologiche estreme, i prezzi di mais, soia e cereali erano già aumentati prima della guerra in Ucraina – conclude l’amministratore delegato di Syngenta – ora con l’invasione russa dell’Ucraina, che sfama 400 milioni di persone, la crisi alimentare globale rappresenta un grande pericolo”.

In Italia le superfici dedicate alle coltivazioni “bio” coprono quasi il 16% del totale, il doppio rispetto alla media dei paesi europei che si attesta all’8%.

In passato la multinazionale svizzero cinese è stata al centro di cause e polemiche per le speculazioni effettuate su mais Ogm di sua produzione.

Negli Stati Uniti affronta cause da parte di agricoltori e compagnie di navigazione per quanto riguarda il mais geneticamente modificato Viptera.

I querelanti in quasi 30 stati sostengono che l’introduzione di Viptera da parte di Syngenta abbia abbassato i prezzi del mercato del grano negli Stati Uniti, causando danni finanziari, e che la multinazionale abbia agito in modo irresponsabile facendo troppo poco per consentire alle compagnie di navigazione di esportare il grano nei porti autorizzati agendo in questo modo sui prezzi.

Nel 2021 i tribunali brasiliani hanno ribadito la responsabilità legale della compagnia per l’omicidio di Valmir de Oliveira, contadino brasiliano conosciuto come Keno, e per il tentato omicidio di Isabel de Souza Nascimento. 

Entrambi erano membri di Via Campesina e sono stati vittime degli attacchi da parte di guardie armate avvenuti per volere della multinazionale nel 2007.

I contadini di Via Campesina avevano protestato contro gli esperimenti illegali sugli Ogm condotti da Syngenta.

(Articolo di Mauro Del Corno, pubblicato con questo titolo il 9 maggio 2022 sul sito online “Ambiente & Veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)

 

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