Sulla cronaca di Roma del quotidiano “La Repubblica” del 25 agosto 2013 è stato pubblicato un articolo che si rimette di seguito in allegato, dal titolo “Bike Sharing, il Comune rilancia”.
La Repubblica del 25 agosto 2013
Con il sottotitolo che è “in arrivo la rivoluzione del bike sharing” l’articolo pubblicizza il progetto del neo Assessore a Trasporti e Mobilità del Comune di Roma, On. Guido Improta, a cui compete anche il “Piano della mobilità ciclabile”.
Il progetto sul bike sharing, che dovrebbe essere sottoposto alla approvazione della Giunta nel corrente mese di settembre 2013, consiste nell’aumentare le 29 stazioni esistenti per il centinaio circa di biciclette rimaste di altre 51 nuove stazioni, arrivando ad 80 stazioni complessive per almeno mille colonnine e 900 biciclette.
Per un opportuno confronto sulla “rivoluzione” di tale “Piano della mobilità ciclabile” si fa presente che con deliberazione n. 284 del 3 agosto 2011 la precedente Giunta Comunale aveva deciso di affidare alla “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità” il servizio di gestione e sviluppo del Bike Sharing tramite gara ad evidenza pubblica: la deliberazione prevedeva che la società vincitrice della gara avrebbe dovuto provvedere al “rinnovo delle n. 29 postazioni esistenti”, alla “realizzazione delle n. 36 postazioni” che sono state “già concordate con la Soprintendenza ai Beni Architettonici di Roma, da realizzare nei Municipi I e XVII del Comune (Centro storico, Monti, Trastevere, Prati)” e alla “progettazione e realizzazione di ulteriori 5 postazioni al fine di completare il sistema costituito da 70 postazioni, 1000 colonnine ed un parco di 850 biciclette”.
Come si può ben cedere, rispetto a quel progetto che fu caldeggiato dall’allora Assessore all’Ambiente Marco Visconti la “rivoluzione” consiste in un aumento di appena 10 stazioni e di sole 50 biciclette in più, a parità però delle stesse mille colonnine programmate.
La deliberazione n. 284/2011 prevedeva anche l’introduzione di modalità di abbonamento, con il giornaliero a 2,50 euro, il mensile a 6 euro e l’annuale a 35 euro, che ora invece il progetto dell’assessore Guido Improta porta a 40 euro, mentre rimaneva invariata la tariffa di 50 centesimi ogni 30 minuti: era già previsto come ora che la prima mezz’ora fosse gratuita, mentre le ore successive alla seconda sarebbero dovute costare 2 euro.
Secondo la delibera n. 284/2011, oltre che con la tessera ricaricabile, si sarebbe potuto pagare come ora anche con carta di credito o con un sms e i totem saranno alimentati, dove possibile, con pannelli solari.
A chi avesse vinto il bando per il servizio di bike sharing sarebbe stata concessa una pubblicità su 1.500 mq. di impianti al di fuori dei 162.500 mq. previsti dal Piano Regolatore degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari (PRIP) già proposto dalla Giunta Capitolina.
Con riferimento alla suddetta delibera l’articolo fa sapere che <<sparisce il piano che prevedeva di destinare allo sponsor la gestione di una quota di cartelloni pubblicitari in città>>, ma riconosce che <<il costo del noleggio, da solo, non finanzia il sistema di bike sharing>> per cui <<il Campidoglio cerca uno sponsor che possa finanziare il servizio con pubblicità sulle due ruote e nelle postazione distribuite nel territorio>>.
Dal momento che la deliberazione n. 284/2001 è ancora pienamente vigente, c’è da chiedersi in termini di “metodo” se, prima ancora di arrivare a questa “rivoluzione”, il neo Assessore a Trasporti e Mobilità si sia coordinato con il neo Assessore all’Ambiente On. Estella Marino e con il neo Assessore per Roma Produttiva On. Marta Leonori.
In termini invece di “merito” si nutrono forti perplessità tanto sulla praticabilità della strada che si vorrebbe imboccare quanto ancor più sulla validità di un “Piano della mobilità ciclabile” così limitato e quindi sugli effetti tangibili che verrebbe a produrre sul traffico.
Per capire meglio quest’ultimo aspetto, si mette in grande evidenza che la proposta di modifiche ed integrazioni al PRIP redatta dal Circolo Territoriale di Roma di VAS e dalla associazione “Basta Cartelloni-Francesco Fiori” prevede la trasformazione in Norme Tecniche di Attuazione dello scema normativo con un 3° comma dell’art. 31 dal seguente testo: <<Nel rispetto della disciplina generale stabilita dal Regolamento riguardo alla quota complessiva di superficie pubblicitaria da riservare a compensazione del servizio di Bike Sharing, che l’Amministrazione Comunale dovrà comunque decidere assieme ai criteri entro e non oltre 180 giorni dalla data di entrata in vigore del presente Piano per darne tempestiva comunicazione a chi sta redigendo i 15 Piani di Localizzazione, in ogni Piano di Localizzazione debbono essere individuati gli impianti di mt. 1,20 x 1,80 da riservare alla pubblicità a compensazione del servizio di Bike Sharing per la quota complessiva di superficie assegnata al corrispondente Municipio>>.
Come è stato spiegato nel corso della Conferenza Stampa di presentazione della proposta, che è stata tenuta il 3 maggio scorso, se come corrispettivo per un servizio di Bike Sharing di 70 stazioni è sufficiente la gestione in esclusiva di 1.500 mq. di impianti pubblicitari, diventa allora possibile potenziare a piacere il servizio di 2, 3 o 4 volte concedendo il doppio, il triplo o il quadruplo di superficie pubblicitaria espositiva, ma andandola a prendere dentro quella massima complessivamente prevista dal PRIP.
In tal modo il Comune, se solo lo volesse, potrebbe cercare di alleggerire il traffico urbano con un poderoso servizio di bike sharing a costo zero per l’amministrazione: la scelta fatta dal neo Assessore Guido Improta non sembra voler andare affatto in questa direzione e non servirà ad ogni modo nemmeno più di tanto ad un utilizzo della bicicletta solo per diporto e non certo come mezzo alternativo alla macchina per recarsi al posto di lavoro.