Articolo pubblicato il 19 dicembre sul sito htpp://www.esterniamo.it.
Come già noto, molte concessionarie di affissione locali, nazionali e multinazionali, nonché le Associazioni di categoria, hanno impugnato le delibere nr. 49 e nr. 50 2014 del Comune di Roma, rispettivamente il PRIP Piano Regolatore Impianti Pubblicitari ed il Nuovo Regolamento sulla Pubblicità, oltre alla nota dello stesso Comune in cui si applicava uno dei primi effetti.
La trasformazione degli impianti pubblicitari di formato mt. 4×3 a formato mt. 3×2.
In effetti, nei giorni passati, l’operazione di “trasformazione” si era notata solo su una piccola parte di impianti ed operata in maniera confusa e disomogenea, così come, francamente, eravamo abbastanza preoccupati nel vedere – magari nel periodo di intenso traffico natalizio – le nostre strade invase da camion impegnati nel cambio di impianti di tutte le forme e colori.
Ieri il TAR, con apposita ordinanza, ha fissato il merito per la discussione dei ricorsi al 20 Maggio prossimo, sospendendo di fatto, fino a tale data, l’ordine di trasformazione dei cartelloni 4×3.
A questo punto si spera si apra una finestra di tempo utile a coordinare e progettare un’attuazione alle nuove disposizioni di Roma Capitale che tenga conto delle aspettative degli investitori e della necessità di dare uniformità e decoro alla città – anche attraverso l’utilizzo di nuovi impianti presentati dalle Associazioni e che sono al vaglio dell’amministrazione – rispettando una corretta programmazione che non stressi la cittadinanza.
Ci auguriamo che tale prezioso tempo non venga sprecato e che, con il buon senso, si riesca a trovare un percorso condiviso tra amministrazione ed operatori per definire un nuovo ciclo, evitando, magari, di rimandare e prolungare le questioni nelle aule dei tribunali.
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Dal suddetto articolo si viene anzitutto a sapere che a fare ricorso sono state “molte concessionarie di affissione locali, nazionali e multinazionali”.
Su questo stesso sito il 19 dicembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “I 7 ricorsi al TAR presentati contro le modifiche e le integrazioni del Regolamento di Pubblicità approvate dall’Assemblea Capitolina”, che dava notizia del loro esito, sinteticamente riportato sul sito del TAR nel seguente modo: “ACCOGLIE FISSA UDIENZA PUBBLICA” (https://www.rodolfobosi.it/i-7-ricorsi-al-tar-presentati-contro-le-modifiche-e-le-integrazioni-del-regolamento-di-pubblicita-approvate-dallassemblea-capitolina/#more-13896) .
Dal confronto tra i due articoli si deduce che:
– fra le “concessionarie di affissione locali” c’è sicuramente la FOX;
– fra le “concessionarie di affissione nazionali” c’è sicuramente la WHAYAP, nuova denominazione sociale della A.P. Italia, di cui è Presidente Mita Aga Rossi, sorella della Presidente dell’AIPE;
– fra le “concessionarie di affissione multinazionali” c’è sicuramente la CLEAR CHANNEL.
Dallo stesso confronto emerge che è stata impugnata non solo la deliberazione n. 50/2014 (nuovo Regolamento), ma anche la deliberazione n. 49/2014 (PRIP), e che a fare ricorso sono state anche non meglio precisate “Associazioni di categoria”, fra le quali da voci raccolte sembra esserci l’AIPE (Associazione Imprese Pubblicità Esterna) che collabora nella “iniziativa” di Esterniamo e che ha come Presidente Daniela Aga Rossi.
Dall’articolo di “Esterniamo” apprendiamo che ad essere stata impugnata è anche la “nota dello stesso Comune in cui si applicava uno dei primi effetti”: si tratta della nota del Dott. Francesco Paciello che ho pubblicato su questo stesso sito nell’articolo del 10 novembre 2014 dal titolo “Quand’è che deve iniziare la rimozione di tutti gli impianti pubblicitari di mt. 4×3” (https://www.rodolfobosi.it/quande-che-deve-iniziare-la-rimozione-di-tutti-gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3/#more-12547).
L’articolo di “Esterniamo” chiarisce quale sia “uno dei primi effetti” del PRIP e del nuovo Regolamento, vale a dire “la trasformazione degli impianti pubblicitari di formato mt. 4×3 a formato mt. 3×2”.
L’articolo fa sapere che “il TAR, con apposita ordinanza, ha fissato il merito per la discussione dei ricorsi al 20 Maggio prossimo, sospendendo di fatto, fino a tale data, l’ordine di trasformazione dei cartelloni 4×3”: specifica quindi in che consista esattamente l’espressione “ACCOGLIE FISSA UDIENZA PUBBLICA”, riportata sinteticamente sul sito del TAR.
Si capisce così anche la motivazione che ha indotto la Seconda Sezione del TAR del Lazio ad accogliere tale specifica sospensiva, dal momento che il 1° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento stabilisce che la conversione degli impianti di mt. 4 x 3 deve decorrere dal 1 gennaio del 2015 e con la sua nota il Dott. Francesco Paciello ha fissato al successivo 31 gennaio il termine di tempo entro cui rimuovere gli impianti di mt. 4 x 3 e convertirne ognuno in due impianti di mt. 3 x 2: trattandosi di un troppo breve lasso di tempo, la Seconda Sezione del TAR del Lazio ha prorogato fino alla data del 20 maggio 2015 la decorrenza della conversione che il nuovo Regolamento fissa dal 1 gennaio 2015.
COME GIUSTAMENTE EVIDENZIA L’ARTICOLO DI “ESTERNIAMO”, IL TAR HA SOSPESO DI FATTO, FINO A TALE DATA, L’ORDINE DI TRASFORMAZIONE DEI CARTELLONI 4×3.
L’articolo di Esterniamo sfrutta la suddetta disposizione per uscire del tutto al di fuori del tema affrontato, sperando che “si apra una finestra di tempo utile a coordinare e progettare un’attuazione alle nuove disposizioni di Roma Capitale che tenga conto delle aspettative degli investitori e della necessità di dare uniformità e decoro alla città – anche attraverso l’utilizzo di nuovi impianti presentati dalle Associazioni e che sono al vaglio dell’amministrazione – rispettando una corretta programmazione che non stressi la cittadinanza”.
Fra i “nuovi impianti presentati dalle Associazioni e che sono al vaglio dell’amministrazione” c’è il progetto presentato dall’AIPE, a cui ho dedicato su questo stesso sito un articolo pubblicato il 28 novembre 2014 dal titolo “Aipe presenta in Campidoglio il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari. Saranno ecologici e anti-graffiti”: dava notizia del progetto innovativo per rivoluzionare il sistema urbano degli impianti di comunicazione visiva-pubblicitaria, consegnato al Comune di Roma Capitale dalla Associazione Imprese Pubblicità Esterna (AIPE) “nell’ambito del percorso condiviso inaugurato dalla Giunta orientato al superamento dell’attuale procedimento”. (https://www.rodolfobosi.it/aipe-presenta-in-campidoglio-il-progetto-per-i-nuovi-cartelloni-pubblicitari-saranno-ecologici-e-anti-graffiti/#more-13230 )
Ad esso ha fatto seguito un ulteriore mio articolo pubblicato il 12 dicembre 2014 dal titolo “La doppia equivoca ‘sperimentazione’ del Comune di Roma”, che dava notizia fra l’altro del “percorso di partecipazione” avviato dal Dott. Francesco Paciello con Nota prot. QH/60697 del 18 settembre 2014 con cui ha invitato le associazioni di categoria a presentare proposte di impianti futuri determinandone “le caratteristiche estetiche, costruttive ed i materiali degli impianti pubblicitari” (https://www.rodolfobosi.it/la-doppia-equivoca-sperimentazione-del-comune-di-roma/#more-13649).
A presentare proposte sembra sia stata sostanzialmente solo l’AIPE, che è ad ogni modo quella che ha dato il maggior risalto mediatico al suo “progetto”, facendone fare oggetto di appositi articoli su “Esterniamo” (il 21, 27 e 28 novembre 2014 ed il 10 dicembre 2014), sul “Corriere della Sera” (27 novembre 2014) e su “Il Sole 24 Ore” (4 dicembre 2014).
L’articolo di “Esterniamo” auspica l’utilizzo dei nuovi impianti presentati dalle Associazioni di categoria, “rispettando una corretta programmazione che non stressi la cittadinanza”: metto in evidenza al riguardo che la “corretta programmazione” del Comune è e deve essere al momento solo e soltanto quella stabilita esclusivamente dalle deliberazioni n. 49/2014 e 50/2014 che prevedono dapprima la redazione ed approvazione dei 15 Piani di Localizzazione e poi l’espletamento dei 10 bandi di gara per l’assegnazione della gestione di tutti i nuovi impianti individuati sul territorio proprio dai Piani di Localizzazione.
Metto in ancor maggiore evidenza che la suddetta programmazione, proprio perché corretta e rispettosa della nuova normativa entrata in vigore dopo la sua approvazione avvenuta il 30 luglio 2014, non può di certo “stressare la cittadinanza”, che caso mai rischia di essere concretamente “stressata” da procedure anomale e comunque non previste dalla vigente normativa, che non farebbero altro che generare confusione se non rischiare di ritardare i tempi fissati proprio della corretta programmazione.
L’articolo di “Esterniamo” si chiude augurandosi che “si riesca a trovare un percorso condiviso tra amministrazione ed operatori per definire un nuovo ciclo, evitando, magari, di rimandare e prolungare le questioni nelle aule dei tribunali”.
Non posso non rilevare al riguardo che l’AIPE da un lato vorrebbe arrivare a concordare con il Comune un non meglio definito “nuovo ciclo”, che non si capisce quale possa essere al di fuori di quello veramente nuovo sancito dall’Assemblea Capitolina con le delibere n. 49 e n. 50 approvate il 30 luglio 2014: dall’altro lato l’AIPE lo auspica con un tono di quasi velata minaccia per evitare “di rimandare e prolungare le questioni nelle aule dei tribunali”, senza precisare però quali siano esattamente gli argomenti delle “questioni” da trattare e da risolvere in modo condiviso proprio con un “nuovo ciclo” .
Metto in evidenza in conclusione l’estrema contraddizione e la conseguente poca coerenza che intravedo tra le lodi quasi sperticate che Daniela Aga Rossi come Presidente dell’AIPE ha fatto alla Giunta Capitolina ed in particolare all’Assessore Marta Leonori: “Prendiamo atto con soddisfazione che la Giunta di Roma Capitale voglia cambiare pagina” ed “Apprezziamo soprattutto il metodo: l’assessore al Commercio Marta Leonori ha raccolto le nostre osservazioni sulla tipologia d’impiantistica presente nel PRIP e coinvolto gli operatori”.
Le suddette affermazioni stridono fortemente con il ricorso al TAR del Lazio presentato (presumibilmente prima) sempre dall’AIPE contro il Comune e quindi lo stesso Assessore Leonori.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi