Su questo stesso sito il 18 febbraio 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Riunione della Commissione Commercio sulle controdeduzioni alla proposta unitaria di modifiche al Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) di Roma” (https://www.rodolfobosi.it/riunione-della-commissione-commercio-sulle-controdeduzioni-alla-proposta-unitaria-di-modifiche-al-piano-regolatore-degli-impianti-pubblicitaria-prip-di-roma/#more-5175), che si chiudeva rimandando alla prossima riunione della Commissione Commercio convocata per il 19 febbraio 2014: ma quello stesso giorno il Presidente Orlando Corsetti mi ha telefonato per avvertirmi che aveva deciso di rimandare l’audizione con il dott. Francesco Paciello, perché aveva constatato la fondatezza delle critiche da me portate ad un testo delle norme tecniche del PRIP che sarebbero state “riformulate” dalla S.p.A. “Aequa Roma” e che venivano richiamate in molte delle controdeduzioni portate alla nostra proposta unitaria, senza far sapere quale fosse il testo effettivo ed ha conseguentemente deciso di spostare la riunione al 27 febbraio, per dare tempo e modo al dott. Francesco Paciello ed all’Avv. Gianluca Giattino della S.p.A “Aequa Roma” parimenti invitato a presentarsi a questa audizione con una copia delle norme tecniche “riformulate”.
Alle ore 14,54 del 26 febbraio 2014 la Segretaria del Presidente Corsetti mi ha trasmesso in anticipo la “Normativa tecnica di attuazione” in cui è stato convertito nel frattempo dalla stessa “Aequa Roma” l’originario “Schema normativo” a seguito del parere di verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) espresso dall’Area VIA e VAS della Regione Lazio con Determinazione n.A12913 del 17 dicembre2012.
Mi è stato così possibile effettuare nel resto del pomeriggio una verifica della conformità di ogni controdeduzione mettendo a confronto il testo della nostra proposta unitaria, le controdeduzioni ad ognuno dei suoi articoli ed il testo così come “riformulato” per gli articoli accolti.
Ho potuto così accertare che, tranne in un caso (art. 30 relativo alle “Finalità e contenuti dei piani di localizzazione”), è stato controdedotto un accoglimento delle modifiche richieste in un testo “riformulato” invece in modo del tutto diverso.
I casi più eclatanti da mettere in evidenza sono i seguenti:
– art. 13 (“Individuazione delle zone e sottozone”) per il quale il testo proposto individua le zone e le sottozone in conformità con la zonizzazione del P.R.G., da cui invece si discosta il PRIP originario, mentre secondo la controdeduzione “le modifiche risultano già accolte nella riformulazione del testo” che è invece esattamente lo stesso dello schema normativo !
– Art. 19 (“individuazione degli ambiti territoriali”) per il quale il testo proposto ipotizza 15 ambiti territoriali corrispondenti ad ognuno dei 15 nuovi Municipi, mentre la controdeduzione parla di modifiche che “risultano già accolte nella riformulazione del testo” che però così come riformulato individua invece 7 ambiti territoriali e non 15.
– Art. 33 (“Efficacia dei piani di localizzazione”) per il quale secondo la controdeduzione le modifiche richieste “sono state accolte nella riformulazione del riscritto art. 36”, dove invece non viene confermato nemmeno il testo dell’unico comma dello schema normativo, secondo il quale “all’atto dell’approvazione del piano di localizzazione sono fissate le modalità di cessazione dell’efficacia di tutte le autorizzazioni relative agli impianti ricadenti nell’area oggetto del piano”, a dimostrazione della chiara intenzione di far salvi gli impianti del “riordino”. Non c’è traccia a maggior ragione del 2° comma proposto che demanda le modalità di cessazione ad ognuno dei bandi di gara che verranno indetti per l’assegnazione della gestione decennale degli impianti individuati da tutti i Piani di Localizzazione. Non è accettabile nella maniera più assoluta che si rinunci a far sapere la “fattibilità” o meno di quanto proposto e si bocci di fatto addirittura lo stesso testo dello schema normativo con un modo siffatto di controdedurre, sperando magari che nessuno sarebbe andato a controllare la “riformulazione del riscritto art. 36” !
Va da ultimo messo in evidenza che il testo così come riformulato da “Aequa Roma” non prevede né “misure di salvaguardia” né le modalità di gestione futura degli impianti pubblicitari, per cui se venisse approvata una siffatta “normativa tecnica di attuazione” non farebbe scattare nessuna disposizione attuativa, lasciando per chissà quanto tempo ancora che a Roma rimanga la definizione dispregiativa di essere una “cartellopoli” in preda al caos ed alla più totale illegalità.
Con questa chiusa ho trasmesso la mia Verifica della conformità delle controdeduzioni alla proposta unitaria in allegato al seguente messaggio di posta elettronica che ho trasmesso alle ore 20,00 al Presidente Corsetti e per conoscenza a tutti i membri della Commissione Commercio oltre che all’Assessore Marta Leonori ed al suo collaboratore Leslie Francesco Capone.
Ringrazio personalmente il Presidente Corsetti per avermi voluto far trasmettere dalla sua Segretaria in anticipo rispetto alla audizione fissata per domani mattina il testo della “normativa tecnica di attuazione” del PRIP così come riformulata da “Aequa Roma”.
Orlando Corsetti
Il cons. Gemma Azuni (anche lei di Sinistra Ecologia e Libertà) ha voluto mandare ad assistere ed a prendere appunti il suo collaboratore Giuseppe Monterosso.
Gemma Azuni
A partecipare alla audizione è venuto anche l’avv. Ettore Corsale, Direttore della Associazione Imprese Pubblicità Esterna (A.I.P.E.).
Sono inoltre venuti ad assistere alla audizione anche i sigg.ri Donato Mattei (di SEL dell’ex Municipio XI), Matteo Costantini (UDC) e Leonardo Ugolini titolare della S.r.l. “Engisolar”.
L’audizione è iniziata nella sala riunioni della Commissione Commercio al 2° piano di via dei Cerchi n. 6, per essere poi spostata nella Sala degli Stucchi al piano sottostante, dopo aver preso atto del numero dei presenti.
Poco dopo l’inizio il Presidente Corsetti ed il cons. Alemanno si sono dovuti assentare per circa 20 minuti per incontrare una rappresentanza sindacale in merito al problema della massima occupazione di suolo pubblico: l’attesa mi è stata utile per dialogare a guadagno di tempo sia con il dott. Francesco Paciello che con l’Avv. Gianluca Giattino e puntualizzare con loro alcuni aspetti garbatamente quanto serenamente, senza nessun tono polemico, favorito in questo dalla loro disponibilità al confronto.
Il Dott. Francesco Paciello mi ha fatto giustamente presente che gli “Uffici” da lui rappresentati non possono sostituirsi alla politica: mi ha dato l’occasione per mettergli in evidenza a mia volta che anche la nostra proposta unitaria non intende sostituirsi alla “politica”, da cui pretende però una sua valutazione ponderata, dopo avere avuto su di essa la “verifica di fattibilità” richiesta esclusivamente al Dott. Francesco Paciello nel Documento di indirizzo sul PRIP approvato dalla Commissione Commercio, ma resa invece sotto forma di “controdeduzione” assieme per giunta alla S.p.A. “Aequa Roma” e prendendo a metro di giudizio il testo riformulato della “normativa tecnica di attuazione”.
L’Avv. Giattino, che mi ha voluto esternare la sua stima personale per la profonda conoscenza della materia, mi ha assicurato che sono stati corretti tutti gli errori materiali da me unicamente rilevati e non soltanto quelli relativi alle aree vincolate che il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) destina a “paesaggio dell’insediamento storico diffuso” con divieto tassativo di affissione, che hanno comunque abbassato il dimensionamento complessivo del PRIP da 162.500 mq. a 138.0000 mq.: a fine riunione l’Avv. Giattino mi ha anche chiarito che l’aggiornamento operato sia con la correzione d’ufficio degli errori materiali che con la trasformazione dello “schema normativo” in “normativa tecnica di attuazione” è stato messo in atto senza nessun “imput” in ottemperanza al contratto d’appalto che ha impegnato la S.p.A. “Aequa Roma” ad andare avanti con il lavoro.
Quando la audizione si è spostata nella Sala degli Stucchi il cons. Stefàno ha chiesto ed ottenuto il permesso di registrare l’intera riunione
Il Presidente Corsetti ha avviato quindi la discussione: è intervenuto l’Avv. Ettore Corsale che ha riconosciuto che a nome dell’A.I.P.E. sono state presentate osservazioni di carattere generale che non hanno riguardato specificatamente la proposta di PRIP di “Aequa Roma” ed ha chiesto di poter presentare a breve delle osservazioni riferite proprio al PRIP: ha chiesto anche di sapere in quale fase del procedimento in corso ci si trovi al momento.
Il Presidente Corsetti gli ha spiegato che il compito della Commissione Commercio è quello di scegliere fra le proposte pervenute entro il 17 dicembre del 2013 il tipo di PRIP da consigliare all’Assessore Leonori ed alla Giunta Capitolina di prendere come “proposta” da cui far ripartire l’iter che deve portare alla sua definitiva approvazione da parte del Consiglio Comunale: si è anche detto favorevole ad accogliere ulteriori osservazioni dell’A.I.P.E., benché presentate abbondantemente fuori tempo massimo.
Sono a questo punto intervenuto per manifestare in modo diplomatico ma deciso la mia ferma contrarietà, di cui ho specificato le ragioni: ho ricordato a tutti i membri presenti della Commissione Commercio che con il loro Documento di indirizzo sul PRIP avevano preso l’impegno di decidere dopo 10 giorni da quale PRIP proporre alla Giunta di ripartire scegliendolo fra le proposte pervenute entro il 17 dicembre scorso, ma che di giorni a quel momento ne sono passati ben 72, per cui non potevo accettare nella maniera più assoluta che si perdesse ulteriore tempo per concedere di “risentire” l’A.I.P.E., a maggior ragione perché nel corso della trasmissione televisiva di Uno Mattina l’Assessore Leonori ha assicurato il licenziamento della “proposta” di PRIP da parte della Giunta al massimo entro il mese di marzo.
Per dimostrare ancora meglio la mia netta contrarietà, ho messo in evidenza che non era giustificabile la richiesta dell’A.I.P.E. a maggior ragione perché per ben 2 volte (di cui l’ultima in presenza anche dello stesso Avv. Corsale) si è confrontata con il sottoscritto e con i rappresentanti di “Basta Cartelloni-Francesco Fiori” proprio per valutare eventuali punti di convergenza con la nostra proposta unitaria.
Ho quindi preteso di avere ormai una scadenza certa entro cui la Commissione Commercio possa garantire di prendere in modo definitivo la sua decisione sulla nostra unica proposta: ho anche precisato che una possibile mediazione, per venire comunque incontro alla richiesta dell’Avv. Corsale, sarebbe proprio quella di avere una data precisa certa entro cui diventa pienamente possibile valutare anche l’ulteriore contributo che vuol portare a scoppio ritardato l’A.I.P.E. senza che ciò comporti alcuna dilazione dei tempi.
Il Presidente Corsetti ha allora proposto di continuare la discussione anche nel pomeriggio oltre che la mattina del giorno dopo ed ha proposto di “chiudere” il prossimo martedì 4 marzo, ma il cons. Di Biase ha tenuto a fargli presente che la decisione spetta a tutti i membri della Commissione: ho allora insistito per avere comunque un termine, controproponendo come data ultimativa almeno la fine della prossima settimana, ma non mi è stato risposto, anche perché il Presidente Corsetti ha spostato il discorso sulla “normativa tecnica di attuazione” che ha invitato il Dott. Francesco Paciello a spiegare.
Michela Di Biase
A questo punto sono dovuto intervenire di nuovo in modo ancor più fermo e deciso per contestare senza mezzi termini che si stava seguendo un “metodo” completamente diverso da quello che si era dato la Commissione Commercio e che ora veniva del tutto rinnegato.
A dimostrazione di questo ho ricordato che il 22 ottobre scorso l’Avv. Giattino aveva illustrato il PRIP facendo sapere anche del suo aggiornamento e che quello stesso giorno avevo posto il problema di quale fosse il PRIP da proporre di emendare: ne deriva che se la scelta di Corsetti è stata quella di ripartire dal PRIP originario e non da quello aggiornato, tenuto peraltro “nascosto” a tutti fino alla fine, benché avessi ripetutamente chiesto di poterlo almeno conoscere, appare altamente scorretto che ora si sia controdedotto alla nostra proposta unitaria di modifiche ed integrazioni al PRIP originariamente sfornato da “Aequa Roma” prendendo a metro di paragone il PRIP invece aggiornato, quando si trattava peraltro di fare solo una “verifica di fattibilità” che non c’è invece stata: basti portare ad esempio paradossale gli articoli giudicati “ultronei” senza far sapere se sono ad ogni modo pur sempre fattibili.
Ho anche criticato fortemente che a controdedurre assieme al Dott. Paciello sia stata anche “Aequa Roma” che da soggetto di cui si doveva “controllare” il lavoro prodotto si è così arrogata il diritto di diventare lei il “controllore” delle proposte di modifiche ed integrazioni che le sono state portate, a cui ha per giunta controdedotto giudicando esclusivamente sulla base della conformità di quanto da noi proposto con quanto da lei aggiornato e non certo sulla “fattibilità” della nostre Norme Tecniche di Attuazione !
A Corsetti che mi ha rinfacciato di essere stato io a voler vedere e conoscere la “normativa tecnica di attuazione” ho dovuto far presente il grave quanto inaccettabile equivoco in cui stava incorrendo pretendendo ora di fare una “valutazione” ed un “esame“ di merito del PRIP aggiornato che lui stesso aveva escluso, perché io avevo invece solo chiesto in modo chiaro ed assolutamente inequivoco di verificare esclusivamente se il testo “riformulato” in accoglimento di diversi articoli delle nostre Norme Tecniche di Attuazione fosse esattamente lo stesso di quello da noi proposto, per cui l’esame e la conseguente valutazione “politica” è e deve essere fatta sempre e soltanto nel “merito” della nostra proposta unitaria, perché “legittimata” dal procedimento voluto dalla Commissione Commercio, e non certo nel “merito” degli aggiornamenti apportati da “Aequa Roma” proprio perché non “legittimati” invece in partenza.
Ho messo ad ogni modo in rilievo che la legge n. 241/1990 sulla trasparenza degli atti amministrativi obbliga la Commissione Commercio a spiegare sempre e comunque le ragioni tecniche e giuridiche che l’avranno portata ad accogliere così come a bocciare in tutto o in parte la nostra proposta unitaria.
A questo punto è intervenuta risolutamente la consigliera Immacolata Battaglia per stigmatizzare il modo in cui è stato controdedotto in estrema sintesi che non lascia capire nulla: dopo che le ho fatto presente che ogni singolo consigliere per capirci bene qualcosa dovrebbe avere a confronto contemporaneamente il testo dello schema normativo da una parte, il testo a fronte della nostra proposta unitaria, il testo della “normativa tecnica di attuazione” riformulata da “Aequa Rona” ed il testo infine delle sintetiche controdeduzioni, ha fatto presente che Lei lavora e non ha né deve giustamente stare a perdere il suo tempo prezioso, per cui ha chiesto di avere in tempi rapidi una nota del Dott. Francesco Paciello con un quadro sinottico che consenta non solo di fare simultaneamente i suddetti 4 confronti, ma anche di capire riguardo all’aggiornamento dove e quali siano le differenze tra ieri ed oggi.
Immacolata Battaglia
Le ha fatto eco il cons. Stefàno che ha anche lamentato il rischio di perdere altro tempo prezioso: a tal riguardo non si può non riconoscere che se ad essere sottoposto a proposte di modifiche ed integrazioni fosse stato direttamente il PRIP aggiornato, non si sarebbe perso tutto questo tempo.
Enrico Stefàno
Di fronte alla richiesta del cons. Battaglia il Presidente Corsetti ha allora deciso di sospendere la discussione sulla “normativa tecnica di attuazione” per dare tempo e modo al dott. Francesco Paciello di provvedere, senza peraltro fissargli sul momento un termine.
Il Presidente Corsetti mi ha impedito di proporre di continuare l’esame della “normativa tecnica di attuazione” facendo sapere articolo per articolo “riformulato” quale sia il testo che conferma l’accoglimento esatto di quanto da noi proposto: indispettito dalle mie rimostranze, ha addirittura minacciato di tenere le prossime riunioni della Commissione Commercio a porte chiuse, in barba al Regolamento comunale che le considera “pubbliche” ed “aperte al pubblico”.
Mi è arrivata notizia proprio mentre stavo finendo di scrivere questo articolo che il Presidente Corsetti ha disposto la Convocazione della Commissione Commercio per il 4 marzo 2014 specificando in modo sottolineato che “la Commissione non sarà aperta al pubblico“.
Faccio presente al riguardo che il 1° comma dell’art. 91 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale riguarda proprio la “Pubblicità delle sedute” e dispone che “le sedute delle Commissioni sono pubbliche salvo i casi in cui la Commissione, con determinazione motivata adottata a maggioranza assoluta dei componenti, decida di adunarsi in seduta segreta per la tutela della riservatezza di persone, gruppi o imprese“.
Non mi risulta che il Presidente Corsetti abbia riunito nel pomeriggio la Commissione Commercio né che questa possa ad ogni modo avere adottato una determinazione in tal senso a maggioranza assoluta dei suoi componenti (cioè quanto meno di 8 consiglieri sul totale di 12, considerato se non altro che alla riunione del 27 febbraio hanno partecipato in 7) che non avrebbe comunque potuto motivare, visto che la materia in discussione, oltre ad essere il proseguimento di quella già tenuta a cui hanno partecipato un pari numero di 7 persone, non presenta nella maniera più assoluta i caratteri “della riservatezza di persone, gruppi o imprese” da tutelare.
Mi riservo pertanto di scrivere immediatamente al Presidente Corsetti ed a tutti i membri della Commissione Commercio per segnalare questo illecito eccesso di potere non consentito dalla normativa vigente in materia ed invitare tutti, ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze, a lasciar aperta al pubblico la riunione di martedì 4 marzo 2014, riservandomi in caso contrario di parteciparvi di prepotenza presentandomi con la stampa e con la forza pubblica: il Presidente Corsetti può togliermi se vuole il diritto di parlare e di intervenire, come mi ha finora democraticamente consentito e lo voglio ringraziare per questo, ma non può impedirmi nella maniera più assoluta di assistere alla riunione per vedere dove si vuole andare veramente a parare, a maggior ragione perché a dover essere valutata è proprio la nostra proposta unitaria che è costata mesi di duro lavoro e confronto reciproco e che non intendo vedere umiliata ed offesa in questo modo !
Prima che fosse chiusa del tutto la riunione, ho consegnato al Dott. Francesco Paciello quelle che ho definito 2 “chicche”, vale a dire le foto a colori di 2 accorpamenti illeciti di impianti pubblicitari contigui a formare 2 maxi impianti di mt. 8 x 3 in due tratti della via Cassia, per dimostragli che – mentre da una parte si continua a perdere del tempo prezioso – dall’altra parte continua impunito il Far West a Roma della più completa illegalità.
Una volta finita la riunione ho chiesto ed ottenuto dal Presidente Corsetti di essere ricevuto nel suo ufficio personale assieme a Lester Salis: gli ho messo in grande evidenza che – se fossi stato un credulone e mi fossi fidato ciecamente (senza alcun controllo da S. Tommaso) di tutti i testi dichiarati accolti così come riformulati e presi pari pari nella proposta di PRIP da cui ripartire – mi sarei trovato di fronte al fatto compiuto di una “normativa tecnica di attuazione” che è completamente diversa dal testo delle nostre Norme Tecniche di Attuazione.
Mi sarei trovato soprattutto di fronte alla ripartenza di un PRIP che è sostanzialmente lo stesso di quello licenziato dalla Giunta di Alemanno, di cui è stata cambiata solo la “veste” dello “schema normativo” trasformato in “normativa tecnica di attuazione”, fatta eccezione da un lato per gli errori materiali corretti d’ufficio che non vanno comunque ascritti a merito di “Aequa Roma” visto che è stata costretta a farlo dal sottoscritto e dall’altro lato per il passo indietro da gambero con cui è stato invece rinnegato il testo dello schema normativo relativo alla efficacia dei Piani di Localizzazione, che a mio giudizio è la dimostrazione palese delle pressioni e delle forzature subite da parte delle ditte pubblicitarie che non vogliono i bandi di gara, ma che al tempo stesso pretendono che durino in eterno le concessioni dei loro impianti del “riordino” in un autentico regime di monopolio.
A tal ultimo riguardo lo stesso Avv. Giattino mi ha anche lui confessato che tutte le concessioni così come tutte le autorizzazioni prima poi scadono, per cui è semplicemente assurda e del tutto fuorilegge la pretesa di farle durare in eterno.
Al Presidente Corsetti ho detto senza peli sulla lingua che tutti questi ritardi lasciano adito a legittimi sospetti di non stare dalla parte dell’interesse pubblico generale, perché è un dato di fatto inconfutabile che si sta permettendo alle ditte pubblicitarie che hanno installato impianti abusivi di continuare a sfruttarne la pubblicità irregolare, visto che l’Assessore Leonori non si è sognata fin qui di oscurare nemmeno i 5.000 impianti “senza scheda” da rimuovere entro il prossimo 19 marzo.
Davanti a tutti gli italiani che l’hanno vista e sentita quando l’11 febbraio scorso ha partecipato alla trasmissione di Uno Mattina si è impegnata ad oscurare i suddetti 5.000 impianti ed a licenziare il PRIP al massimo entro marzo.
Di impianti oscurati a Roma non c’è ancora traccia alcuna: quanto al mese di marzo, visto l’andazzo e le “manovre” in corso, che hanno fatto diventare il procedimento avviato dalla Commissione Commercio una telenovela di cui non si sa la fine, c’è da osservare che a questo punto si tratta sicuramente di un mese ma non si sa di quale anno.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi