Il 6 giugno 2015 sul sito facebook “Roma Pulita” è stata pubblicata la seguente foto che mette in evidenza una serie di manifesti del Sindacato Unione Generale del Lavoro (UGL) affissi abusivamente su due impianti della ditta “S.C.I.” (Società Concessioni Internazionali”).
Come si può vedere, ogni manifesto denuncia il “Trasporto pubblico al collasso” di Roma, con la scritta sotto la foto del Sindaco Ignazio Marino “lui la metro la vive così”, affiancata a destra dalla scritta “non così” sotto la foto di una metro affollatissima, e lo slogan in basso “meno privilegi, più servizi”.
“Verdi Ambiente e Società” (VAS) è una associazione ambientalista che in quanto tale si pone al di fuori ed al di sopra delle pubbliche amministrazioni e dei governi di turno: non spetta quindi ad essa di entrare nel merito della iniziativa della UGL di carattere più specificatamente “politico” che propriamente “sindacale”.
Spetta invece a VAS ed in particolare al Circolo Territoriale di Roma, di cui sono il responsabile, impegnarsi per il ripristino del decoro di Roma e conseguentemente della legalità contro il triste fenomeno della “cartellopoli” romana, battaglia che sto personalmente continuando ormai da 15 anni.
Sotto quest’ultimo aspetto non posso non mettere in evidenza che si siano stampati dei manifesti che denunciano dei presunti “privilegi”, per poi prendersi il “privilegio” di andarli ad attaccare su impianti di una ditta pubblicitaria privata, in un modo che è totalmente abusivo e che mette a nudo di per sé in che misura la UGL tenga conto della legalità.
C’è per di più da osservare che se da un lato la UGL ha tutto il sacrosanto diritto di chiedere “più servizi”, nel modo però con cui dall’altro lato li esige non dimostra di certo di avere contribuito a sua volta a fare un buon “servizio” al decoro della città.
A conferma del paradosso sopra evidenziato faccio presente che l’episodio segnalato sul sito di “Roma Pulita” costituisce l’ultimo di una serie di analoghe affissioni abusive di cui la UGL si è resa responsabile in modo recidivo quanto meno dalla fine del 2003, stando all’articolo che con il titolo “Muro Torto: ancora manifesti abusivi” (ovviamente della UGL) è stato pubblicato il 9.12.2003 sul sito “La Repubblica” (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/12/09/muro-torto-ancora-manifesti-abusivi.html).
Del suddetto articolo si riporta il seguente passo significativo: «è la volta dell’ Ugl credito che denuncia a caratteri cubitali il “male oscuro dei bancari”. Cioè il mobbing. L’ intenzione può anche essere lodevole, ma il risultato è che i muri sono di nuovo tappezzati di manifesti attaccati in spazi non consentiti».
Delle affissioni abusive dell’UGL si trova di nuovo traccia nel 2007, come riporta un articolo pubblicato sul sito “ZonaLais”, che parla delle «ultime novità in fatto di affissioni abusive, ancora partiti di destra (Fiamma Tricolore) e di sinistra o centro sinistra (Partito Decocratico che ha ricoperto altri suoi manifesti dei democratici romani) sempre in lotta anche per sporcare i muri, ma stavolta c’e’ una new-entry il sindacato: UGL che per distinguersi e non lasciare neanche un po’ di spazio pulito li attacca ruotati di 90 gradi». (http://zonalais.altervista.org/index.php?entry=entry071127-153818)
Sul suddetto sito è riportata la seguente foto.
Liceo Pitagora (domenica 25 novembre 2007) a Via Tuscolana
L’articolo riferisce e riporta la foto anche di altri manifesti abusivi della UGL affissi poco più avanti lungo il muro della scuola elementare Cagliero sempre in via Tuscolana.
A cinque anni di distanza con un messaggio di posta elettronica trasmesso il 5 novembre del 2012 ho personalmente segnalato ben 18 impianti pubblicitari installati sullo spartitraffico centrale di viale Guglielmo Marconi, tra cui i seguenti tre manifesti sempre della UGL affissi su impianti SPQR senza alcuna targhetta e privi quindi di numero di codice identificativo.
Una ulteriore traccia di manifesti abusivi della UGL si ritrova in un articolo pubblicato l’11 ottobre 2014 sul sito “bastacartelloni.it”, dove figura il seguente impianto SPQR installato in viale di Trastevere imbrattato da un manifesto della UGL. (http://www.bastacartelloni.it/2014/10/rimaniamo-trastevere-dopo-le.html)
La foto dei manifesti della UGL pubblicata sul sito facebook “Roma Pulita” deve essere stata segnalata all’Assessore per Roma Produttiva Marta Leonori, che lo stesso 6 giugno 2015 ha emanato il seguente comunicato, pubblicato poi lo stesso giorno sul sito “Il Velino” (http://www.ilvelino.it/it/article/2015/06/06/leonori-campidoglio-oscurati-i-manifesti-abusivi-dellugl-dai-muri-dell/4a1ec3b6-2b03-42f4-b017-38f764413e07/) ed il giorno dopo sul sito “Romapost” (http://www.romapost.it/manifesti-lassessore-leonori-dichiara-guerra-allugl/): «Sono apparsi stamattina manifesti a firma dell’ugl, affissi abusivamente sugli spazi ufficiali del Comune e sui muri della città. Mentre altri soggetti politici, sociali e sindacali si sono adeguati alle norme stabilite e fatte osservare dal Campidoglio in termini di affissioni, l’Ugl continua a imbrattare muri e cassonetti della città in barba al decoro e alla pulizia.
Immediata la risposta dell’Amministrazione e l’intervento dei Pics (Pronto intervento centro storico) che stanno effettuando le sanzioni e sono al lavoro per rimuovere e oscurare l’affissione abusiva. Anche con questi comportamenti si capisce chi è per la legalità e chi no.
Senza contare il costo pubblico che tali azioni hanno: per ogni manifesto abusivo, per la stampa e l’affissione delle fascette oscuranti, per la rimozione e non ultimo per il mancato pagamento dei diritti al Campidoglio e la copertura dei regolari.
Riportare la legalità nella Capitale non è uno slogan da lanciare alle manifestazioni, ma un lento lavoro di ricostruzione e rispetto delle regole.
Un lavoro che questa Amministrazione ha svolto con determinazione anche in questo campo che per anni è stato afflitto da illegalità e abusivismo e che qualcuno con queste azioni contrasta.»
Marta Leonori
Al suddetto comunicato ha voluto replicare lo stesso giorno il segretario UGL- UTL Roma e Lazio, Fabio Verelli, con la seguente nota, poi pubblicata sul sito “Il Velino” (http://www.ilvelino.it/it/article/2015/06/06/campidogliougl-leonori-farebbe-meglio-a-tacere/52bab789-60dc-4f67-bb07-619563ea3226/): «L’illegalità della Capitale non riguarda certamente l’affissione di manifesti dell’Ugl, organizzazione dei lavoratori, ma gli scandali perseguiti in questi ultimi giorni dalla Procura della Repubblica di Roma.
L’assessore Leonori probabilmente pensa, con questi piccoli escamotage, di coprire il Sindaco Marino e l’assessore ai Trasporti, Improta, che invece dovrebbero interessarsi a situazioni ben più pesanti e lesive dell’immagine di una città, come quella di Roma, che ormai è totalmente allo sbando e nelle mani di incompetenti.
Quanto poi al decoro urbano e alla legalità, dovrebbero essere i primi a tacere perchè l’azienda Atac ha consegnato ai lavoratori un vademecum del conducente che invita a non rispettare le norme contenute nel codice della strada tanto che, nell’audizione di ieri in Prefettura, la delegazione Ugl ha lasciato una copia dello stesso al Prefetto di Roma».
Fabio Verelli
Le dichiarazioni rese dal sig. Fabio Verelli meritano le seguenti considerazioni in termini sia di “metodo” che di “merito”.
1 – «L’illegalità della Capitale non riguarda certamente l’affissione di manifesti dell’Ugl, organizzazione dei lavoratori, ma gli scandali perseguiti in questi ultimi giorni dalla Procura della Repubblica di Roma».
Una affermazione del genere attesta quale sia il grado di legalità che concepisce il sig. Fabio Verelli, dal momento che – anziché un comunicato di scuse che ci si sarebbe dovuti aspettare, come scritto nell’articolo a firma di Filippo Guardascione pubblicato il 7 giugno 2015 sul sito “diarioromano” (http://www.diarioromano.it/marta-leonori-fa-coprire-i-manifesti-abusivi-ugl-e-il-sindacato-replica-in-modo-vergognoso/#comments) – ritiene che l’illegalità della capitale debba riguardare esclusivamente gli scandali di “Mafia Capitale” e non certo “l’affissione di manifesti dell’Ugl”, in quanto “organizzazione dei lavoratori”.
Non ritengo accettabile sotto nessun punto di vista una dichiarazione del genere in termini di “metodo”, perché spostando l’attenzione sugli “scandali perseguiti in questi ultimi giorni dalla Procura della Repubblica di Roma”, mira deliberatamente ad ignorare l’oggettiva illegalità commessa dal Sindacato di cui il sig. Faabio Vrelli è segretario nazionale.
2 – Sempre in termini di “metodo” il riferimento esplicito all’inchiesta penale denominata “Mafia Capitale” è peraltro del tutto inopportuno, perché ignora che nella prima tranche dell’ìnchiesta è stata resa pubblica la seguente frase intercettata tra Carminati e “Marione” mentre parlano dei politici romani ed il boss di Mafia Capitale domandava : “Che te serve? … Che ti attacco i manifesti?
3 – Il riferimento a “Mafia Capitale” è ancor più inopportuno in termini di “metodo” perchè il sig. Fabio Verelli sembra ignorare anche e soprattutto che è stato lo stesso Sindaco Gianni Alemanno a rilasciare la seguente dichiarazione il 16 novembre del 2011 in occasione della presentazione proprio della nuova campagna sul decoro urbano: “Sradicheremo la mafia dei cartelloni abusivi“, precisando di avere “dato mandato al vicecomandante della Polizia Municipale, Antonio Di Maggio, di svolgere una grande inchiesta contro la cartellonistica abusiva, dietro la quale c’è una vera e propria mafia“. (http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/11/17/news/alemanno_sradicheremo_la_mafia_dei_cartelloni_abusivi-25169282/)
4 – In termini invece di “merito” l’aver messo in evidenza che l’illegalità della capitale non riguarda “l’affissione di manifesti dell’Ugl”, sottolineando quasi come giustificazione che trattasi di “organizzazione dei lavoratori”, appare ancor più grave a mio giudizio, perché sembra voler addirittura “legittimare” anche e soprattutto l’operato di quei “lavoratori” che hanno attaccato abusivamente i manifesti della UGL, dando adito pure al sospetto che non fosserro nemmeno del tutto in regola proprio per il tipo di lavoro di “attacchianggio”che sono stati chiamati a svolgere.
5 – Secondo il sig. Fabio Verelli “l’assessore Leonori probabilmente pensa, con questi piccoli escamotage, di coprire il Sindaco Marino e l’assessore ai Trasporti, Improta”.
In termini sempre di “metodo” lascio a chi legge come si possa e si debba giudicare una persona che per far passare del tutto in secondo piano l’operato della UGL si permette di “sindacare” invece sull’operato dell’Assessore Marta Leonori, arrivando addirittura ad insinuare che l’immediata azione repressiva da lei messa doverosamente in atto costituisca invece un “escamotage” (per giunta piccolo) di cui si sarebbe servita per coprire sia il Sindaco che l’Assessore ai Trasporti e non un atto che per legge è obbligatorio in base alla normativa vigente in materia e che se non esercitato le avrebbe potuto comportare l’accusa di omissioni di atti dovuti d’ufficio.
6 – In termini sia di “metodo” che di “merito” il riferimento espresso al Sindaco Marino ed all’Assessore Improta tradisce malamente l’intenzione del sig. Fabio Verelli di voler restare all’oggetto ed al contenuto dei manifesti della UGL, che riguardava per l’appunto il trasporto in pubblico al collasso di Roma chiamando in causa il solo Ignazio Marino, ma che – come direbbe l’On. Di Pietro – “non c’azzecca” nulla con le vere ragioni dell’azione di repressione messa in atto dall’Assessore Marta Leonori.
Per esserer ancor più espliciti, quand’anche si arrivasse per un attimo a condividere o a considerare ad ogni modo del tutto legittimo il contenuto dei manifesti della UGL e la loro finalità, peraltro non chiaramente specificata puntualmente in termini “sindacali” riguardo alle rivendicazioni su specifiche parti criticate del trasporto pubblico, questo non può di certo conferire un crattere di legalità ad una affissione che è stata e che rimane del tutto abusiva e che come tale andava quindi perseguita.
7 – Con lo stesso “metodo” di sviare l’attenzione dall’operato della UGL, lasciando intendere che sono ben altri i problemi, il sig. Fabio Verelli incorre nello stesso inaccettabile errore di allargare le responsabilità passando ad un “plurale maiestatis” per affermare che sia il Sindaco Marino che gli assessori Leonori ed Improta “quanto poi al decoro urbano e alla legalità, dovrebbero essere i primi a tacere” per lo scandalo della “azienda Atac” che una delegazione UGL ha con pieno diritto denunciato al Prefetto di Roma, a maggior ragione perché riguarda un vademecum del conducente consegnato ai lavoratori, ma che non ha nulla però a che vedere con i manifesti affissi abusivamente nè può di certo legittimare una operazione di attacchinaggio selvaggio di questo tipo.
8 – Il sig. Fabio Verelli arriva a parlare di “una città, come quella di Roma, che ormai è totalmente allo sbando e nelle mani di incompetenti”, lasciando implicitamente intendere che anche l’azione di repressione dell’Assessore Marta Leonori sia stata un’operazione da perfetto “incompetente”.
Non sta di certo a me prendere la difesa d’ufficio dell’Assessore Marta Leonori, a cui peraltro – pur con il dovuto rispetto della carica istituzionale ricoperta – non ho mai riservato trattamenti di riguardo ogni volta che a mio giudizio non ne ho condiviso alcune iniziative riguardanti sempre la “cartellopoli” di Roma, da cui si sta cercando di uscire con l’avvenuta approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e del nuovo Regolamento di Pubblicità, a cui deve seguire ora l’approvazione dei Piani di Localizzazione e l’entrata a regime con l’espletamento dei bandi di gara, tutti atti che stanno andando in porto grazie al suo operato di Assessore: ma non posso accettare nella maniera più assoluta che si arrivi addirittura a diffamarla, affibbiandole il termine dispregiativo di “incompetente” per giunta paradossalmente proprio nel momento in cui prosegue coerentemente nel suo percorso di ripristino della legalità e del decoro che spetta a Roma, senza guardare in faccia nessuno, UGL compresa.
9 – Comunque la pensi il sig. Fabio Verelli, la credibilità dell’Assessore Marta Leonori è almeno per me fuori discussione e non tanto perché non sia stata fin qui nemmeno sfiorata da nessuna delle intercettazioni da cui è scaturita l’inchiesta di “Mafia Capitale”, quanto per i risultati oggettivi che ha ottenuto non solo sul fronte della “cartellopoli”, ma anche se non soprattutto sul fronte dei camion bar e delle bancarelle (comprese quelle delle “Festa della Befana” a Piazza Navona).
Come è stato fatto notare in uno dei commenti all’articolo che sullo stesso caso è stato pubblicato sul sito “diarioromano”, ad ogni modo «la credibilità di un politico è cosa diversa. Ma – ammesso che l’intera classe politica sia del tutto screditata (cosa che non penso) – questo non autorizza un importante sindacato a comportarsi così. Non è una gara a chi è più illegale, ma dovrebbe essere la regola rispettare gli spazi di affissione».
10 – A conclusione di queste mie considerazioni debbo mettere in evidenza che anche il Sindacato UGL è riconosciuto dall’art. 39 della Costituzione ed in quanto tale dovrebbe rispettare tutte le regole che derivano dall’ordinamento giuridico, ivi compresa la normativa vigente in materia di affissioni e pubblicità.
Voglio quindi augurarmi che la UGL per mantenere anch’essa una propria credibilità si astenga per il futuro da iniziative di natura abusiva come quella del caso in questione, rispetto alla quale mi aspetto che prenda ufficialmente le dovute distanze dalle affermazioni rilasciate dal sig. Fabio Veralli, ferma restando la piena validità delle ragioni veramente “sindacali” che hanno dato origine all’iniziativa, ma che non possono però giustificare il modo in cui è stata messa in atto.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi