Come dovrebbe esser noto, con la legge regionale del Lazio n. 12 del 10 agosto 2016 è stata modificata la costituzione dei Consigli Direttivi degli Enti di gestione delle aree naturali protette di interesse regionale, che da 7 membri sono stati ridotti a 5: ai sensi della lettera c) del 1° comma dell’art. 14 due di questi membri debbono essere designati secondo il testo della legge di modifica “dal Consiglio regionale, sentite le organizzazioni agricole ed ambientaliste”.
Il testo non fa capire come ed in che modo debbano essere “sentite le organizzazioni agricole ed ambientaliste”.
Va fatto ad ogni modo presente che ai sensi del comma 7 dell’art. 14 della legge n. 29/1997 tanto il Presidente quanto i membri dei Consigli Direttivi dei 12 Enti di gestione delle aree naturali protette di interesse regionale durano in carica “per la durata del mandato del Presidente della Giunta regionale” Nicola Zingaretti, che dovrebbe scadere il 12 marzo del 2018, salvo dimissioni anticipate: ne deriva la “farsa” dell’insediamento dei membri dei futuri Consigli Direttivi che durerebbero in carica solo per mezzo anno.
Una “risposta” parziale sul modo di “sentire” le organizzazioni agricole e le associazioni ambientaliste è stata data con la Determinazione del Direttore del servizio giuridico istituzionale n. 711 del 19 ottobre 2016 con cui è stato approvato un avviso pubblico che è stato successivamente pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (B.U.R.) n. 88 del 3 novembre 2016, “diretto all’acquisizione delle candidature dei soggetti interessati a partecipare, nei termini e con le modalità previsti nello stesso alla relativa procedura di designazione”.
L’avviso precisava che “a questo riguardo, si precisa che con il presente avviso se per un verso non si attiva alcuna procedura concorsuale o preconcorsuale, dal momento che non sono previste graduatorie di merito o attribuzioni di punteggio, per un altro si intende garantire, nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa di riferimento e ferma restando la discrezionalità del Consiglio regionale nella designazione, la piena applicazione dei principi di pubblicità, trasparenza e partecipazione”.
Sempre secondo l’avviso “le candidature per le designazioni di cui trattasi devono essere presentate per iscritto al Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Servizio Giuridico, Istituzionale – Area ‘Lavori Aula: supporto tecnico-regolamentare’, Via della Pisana n. 130l – 00163 Roma, entro il termine di quindici giorni successivi alla data di pubblicazione del presente avviso sul Bollettino ufficiale della Regione” con la seguente precisazione: “Ai sensi dell’articolo 81, comma 1 del regolamento dei lavori del Consiglio regionale, ‘hanno titolo ad avanzare candidature, oltre ai gruppi consiliari e ai singoli consiglieri regionali, anche gli ordini ed i collegi professionali, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, le università od altre istituzioni culturali, le associazioni e organizzazioni interessate nonché i singoli cittadini’.”
L’avviso non precisava quali saranno poi i criteri di scelta dei due membri di ogni Consiglio Direttivo, che come si dirà più avanti non risultano a tutt’oggi ancora ben noti alla stessa Regione Lazio.
Presumibilmente per la mancata diffusione dell’avviso, ignoto pure al sottoscritto perché non pubblicato anche su almeno un quotidiano a diffusione regionale, come avvenuto sempre in passato, oltre che per il poco interesse a partecipare a delle cariche di così breve durata, entro il 18 novembre del 2016 non dovrebbero essere pervenute sufficienti designazioni, dal momento che a distanza di due mesi e mezzo con nuova Determinazione del Direttore del servizio giuridico istituzionale n. 62 dell’8 febbraio 2017 è stata decisa la “riapertura dei termini per la presentazione delle candidature relative alla procedura di designazione di due membri del consiglio direttivo di ciascuno dei dodici enti di gestione delle aree naturali protette di interesse regionale”.
L’avviso, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (B.U.R.) n. 16 febbraio 2017, precisa fra l’altro che “la riapertura dei termini è stabilita in n. 5 (cinque) giorni decorrenti dal giorno successivo a quello della pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione (BUR) del presente avviso” e che “per quanto riguarda le istanze di candidatura già presentate, fatta salva la validità delle stesse, è riconosciuta ai presentatori di esse la facoltà di poter ripresentare, entro il termine di cui sopra, un’istanza aggiornata con riferimento alla medesima area naturale protetta e/o di presentarne una nuova/di nuove”.
Dal 21 febbraio 2017 (data ultima della riapertura delle autodesignazioni) sono trascorsi altri 6 mesi senza che succedesse nulla: ma anche VAS l’11 luglio scorso si è vista arrivare per posta elettronica il seguente invito del Presidente della VI Commissione Consiliare Permanente per l’Ambiente della Regione Lazio, Enrico Panunzi (PD).
In allegato sono stati trasmessi anche gli Elenchi delle candidature per le Aree Naturali Protette.
Come si può ben vedere, la finalità dichiarata della convocazione “estiva” è quella di “acquisire indicazioni/suggerimenti in ordine alla modalità di scelta dei candidati, in sede di designazione degli stessi da parte del Consiglio Regionale”.
Da una convocazione di questo tipo emerge che non risultano a tutt’oggi ancora ben noti alla stessa Regione Lazio i criteri di scelta con cui il Consiglio Regionale dovrebbe designare due membri in seno ad ognuno dei 12 futuri Consigli Direttivi: se si considera che la modifica alla legge n. 29/1997 ha comportato l’eliminazione di un membro delle organizzazioni agricole e di un membro delle associazioni ambientaliste in seno ad ognuno dei futuri 12 Consigli Direttivi, ma con il “contentino” dell’obbligo di “sentire” in modo non meglio precisato “le organizzazioni agricole ed ambientaliste”, in tal modo si aggiunge allora “farsa” a farsa” perché è stato evitato volutamente di scegliere come criterio democratico quello di far designare i candidati dalle rispettive organizzazioni agricole ed associazioni ambientaliste, che avrebbe consentito di tener conto dei “curricula” contestualmente alla maggioranza delle designazioni verso un unico candidato (equiparabile ad un voto democratico).
In tal modo assisteremo nuovamente a “scelte” dove il carattere “fiduciario” della maggioranza di governo di turno (riconosciuto anche in diverse pronunce giurisprudenziali) si tradurrà nelle solite nomine di stampo “politico” che non terranno conto più di tanto (se non per niente) dei requisiti prescritti dalla legge, secondo i quali i membri debbono essere “scelti tra persone che si siano distinte per gli studi e per le attività nel campo della protezione dell’ambiente con comprovata esperienza di gestione ed adeguato curriculum”.
VAS non parteciperà domani ad una “audizione” del genere.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi

