Nella giornata di ieri 13 dicembre 2013 su sito web del Comune di Roma è stata pubblicata in primo piano la seguente comunicazione.
Roma, 13 dicembre – Via libera dalla Giunta capitolina al nuovo corso sulle affissioni pubblicitarie, con una delibera che revoca in parte quella di aprile 2013 (n. 116). “Un atto necessario per portare ordine nel settore”, afferma una nota di Roma Capitale. Un giro di vite sulla pubblicità stradale non autorizzata, che fa da apripista al nuovo Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e alla revisione del regolamento sulla pubblicità.
Stop, dunque, alle sanatorie che fotografano l’esistente, legittimandolo e provocando inevitabilmente la proliferazione incontrollata dei cartelloni pubblicitari a Roma.
Un fenomeno esploso negli anni ’70 e ’80, cui il Comune ha cominciato a metter mano nella prima metà degli anni ’90 con le prime modifiche regolamentari, a seguito tra l’altro dell’entrata in vigore del nuovo codice della strada (1993).
E’ stata poi attuata la cosiddetta “procedura di riordino” che ha consentito di sanare il pregresso e recuperare somme non versate; e in contemporanea è cominciata l’azione anti-abusivismo sul territorio.
Ma non è bastato, come non è stato sufficiente il nuovo regolamento del 2006 che pure puntava a un generale riordino del settore con regole trasparenti.
E’ stata creata una banca dati che ha censito gli impianti esistenti, a prescindere dalla loro liceità. Le modifiche del 2009 – ricorda sempre il Campidoglio – hanno poi “sostanzialmente legittimato lo status quo”.
Quindi, ad aprile 2013, la delibera n. 116 ha determinato “una sorta di temporanea sanatoria per gli impianti abusivamente installati, ‘senza scheda’, consentendone la permanenza sul territorio”. Dove per ‘senza scheda’ s’intendono le pubblicità senza titolo, non rientrate nella procedura di riordino ma comunque inserite nella banca dati del 2007.
La pubblicità stradale a Roma, quindi, anche a causa di contromisure non sempre adeguate, è oggi un fenomeno imponente e lo confermano le cifre della banca dati capitolina: 27mila impianti, 400 ditte operanti nella Capitale, 5.000 impianti “senza scheda” collocati da 70 ditte, dai tremila ai cinquemila cartelloni abusivi, 16 milioni di euro di entrate previste nel 2013 dagli impianti “riordinati” e un milione 300mila da quelli “senza scheda”.
Obiettivo centrale della nuova delibera, “coniugare sviluppo economico e decoro”. Per centrarlo si comincia con un’inversione di marcia, revocando in parte la vecchia delibera n. 116.
Queste le novità fondamentali:
1) gli impianti “senza scheda” non possono più restare in piedi temporaneamente fino all’adozione del PRIP, a condizione d’essere in regola con il codice della strada e il regolamento comunale sulla pubblicità. Devono invece venir rimossi spontaneamente entro 90 giorni dalla pubblicazione dell’atto deliberativo, altrimenti scattano le sanzioni previste dal regolamento.
2) E’ abolita la disciplina degli impianti “riconducibili alla procedura di riordino”: la 116 stabiliva che questi rientrassero automaticamente nei piani di localizzazione attuativi del PRIP zona per zona, vanificando – osserva il Campidoglio – “la stessa funzione programmatoria del PRIP e dei piani locali”.
Novità, queste, propedeutiche ai passi successivi.
Il primo sarà l’approvazione in Assemblea Capitolina del nuovo PRIP con le sue linee programmatorie (indici di affollamento, quantità di esposizione pubblicitaria su piazze e strade, tipologia degli impianti ammessi), uno strumento – sottolinea ancora il Campidoglio – “che Roma aspetta da vent’anni”; indispensabile per definire i piani locali, ritenuto così strategico da aver fatto scegliere, d’intesa con la Commissione capitolina Commercio, la strada della partecipazione: la proposta di piano, elaborata da Aequa Roma, sta ricevendo online osservazioni e idee dei cittadini (per 40 giorni dal 7 novembre) .
Con il nuovo piano regolatore degli impianti dovrà andare in porto la revisione del regolamento di pubblicità: in vista il rafforzamento delle misure esistenti, multe più salate e impiego di mezzi tecnologici di controllo.
Sarà poi la volta dei piani di localizzazione – deputati ad applicare in dettaglio le previsioni del PRIP – e dei nuovi bandi di gara, con i quali si conta di conseguire tre risultati: diminuzione del numero, e migliore qualità, degli impianti; adeguamento dei canoni ai valori di mercato per avere entrate più alte e più sicure; contrasto all’evasione e all’abusivismo.
Un percorso confermato dall’assessore a Roma Produttiva, Marta Leonori: “A inizio 2014 andrà in Giunta il piano regolatore degli impianti pubblicitari“, ha detto Leonori. Una volta licenziato dalla Giunta”, ha poi spiegato l’Assessore, il piano passerà “al parere dei Municipi e della Sovrintendenza per poi approdare al vaglio dell’Assemblea Capitolina”. Infine “andranno definiti i piani di localizzazione e partiranno i bandi di gara“.
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Mi riservo di dare una specifica valutazione della delibera di revoca, non appena sarà possibile conoscerne il testo, che è stato sicuramente sofferto fino all’ultimo, considerato che è stato esaminato dapprima dalla Avvocatura Comunale e poi dallo stesso Segretario Generale che aveva già svolto la funzione di assistenza giuridico-amministrativa di sua competenza sulla deliberazione n. 116/2013, esprimendo un “nulla osta” che ora si è dovuto rimangiare.
Di certo c’è che la revoca della delibera n. 116/2013 costituisce un risultato che il sottoscritto ha contribuito a far raggiungere in misura non secondaria.
Il 29 aprile 2013, appena 24 giorni dopo l’approvazione di tale delibera, sul sito www.cartellopoli.net è stato pubblicato un mio articolo con questo significativo titolo: “L’indecente congedo della Giunta di Alemanno e Bordoni: deliberare che la cartellopoli romana diventi parte integrante addirittura dei futuri Piani di Localizzazione”.
Nell’articolo ho fatto una lunga disamina di tutti i vizi quanto meno procedurali da me rilevati, che sono stati poi da me sintetizzati nella Richiesta di annullamento della delibera di Giunta n. 116 del 5.4.2013 che il 22 luglio 2013 è stata presentata congiuntamente dalle associazioni VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori e di cui è stata consegnata una copia direttamente nelle mani dell’Assessore Marta Leonori in occasione dell’incontro da lei concesso il successivo 25 luglio 2013.
In precedenza in occasione della conferenza stampa di presentazione della proposta unitaria di modifiche ed integrazioni al PRIP elaborata da VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori, che si è tenuta il 3 maggio 2013, a tutti i candidati alle elezioni comunali alla carica di Sindaco che hanno aderito all’invito a partecipare ho chiesto come primo preciso impegno da rispettare proprio l’annullamento della deliberazione n. 116/2013.
E’ quindi con una certa soddisfazione che accolgo la notizia della revoca della delibera n. 116/2013
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Con Nota di accompagno del 27 novembre 2013 a nome e per conto delle associazioni Verdi Ambiente e Società (VAS) e Basta Cartelloni-Francesco Fiori ho personalmente consegnato a mano una proposta unitaria di modifiche ed integrazioni della proposta di PRIP così come redatta dalla S.p.A. “Aequa Roma” e ripubblicata giovedì 7 novembre 2013 sul sito del Comune.
La proposta unitaria è costituita dai seguenti documenti:
– Proposte di modifiche ed integrazioni alla relazione illustrativa del PRIP;
– Cronoprogramma delle fasi temporali.
Nella nota di accompagno ho fatto presente che il “cronoprogramma delle fasi temporali” non può più essere attuato nei tempi previsti, ma è stato consegnato ugualmente perché ne rimangono valide le 5 fasi previste ed i tempi presumibili occorrenti per ognuna di esse.
Con prot. n. RQ1609 del 27 novembre 2013 è stata protocollata la nota di accompagno con cui sono stati consegnati tutti i suddetti documenti.
Il 17 dicembre 2013 scadono i 40 giorni di tempo concessi per presentare osservazioni e proposte: nei successivi 10 giorni la Commissione Commercio ha assunto l’impegno di scegliere la proposta di PRIP da cui far ripartire l’iter di approvazione di questo importante strumento di pianificazione del settore pubblicitario della capitale.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi