L’articolo di Samuele Bartolini, pubblicato con questo titolo il 12 giugno 2015 sulla cronaca di Firenze del quotidiano “Il Tirreno”, riporta un’intervista all’ex Assessore Anna Marson, che spiega quali siano le tre possibili minacce per il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) con valenza di Piano Paesaggistico della Regione Toscana.
Piano del paesaggio.
Tutta fatica sprecata?
«Ancora è presto per dirlo. Sicuro è però che il governo si sta muovendo purtroppo a prescindere dai piani paesaggistici con la conseguenza di svuotarne almeno in parte l’interesse e l’efficacia», racconta preoccupata l’assessore all’urbanistica uscente Anna Marson.
Sembra lontano anni luce l’accordo di co-pianificazione firmato l’aprile scorso dal presidente Rossi assieme al ministro della cultura Franceschini.
E le manovre in corso nella capitale e il rallentamento del turnover in Regione potrebbero far evaporare nel nulla le lunghe notti del precedente consiglio regionale, del governatore e dell’assessore Maison per trovare un accordo sull’atto centrale della legislatura.
Più semplice costruire
L’assessore però ci tiene a precisare che «razionalizzare e in parte anche semplificare le procedure di autorizzazione paesaggistica è importante e auspicabile, purché sia condizionato alla presenza di piani paesaggistici elaborati insieme al Ministero peri beni culturali. In assenza dei piani, ben vengano le semplificazioni per i soli interventi privi di rilevanza paesaggistica.»
Ma potrebbero essere semplificate le procedure perla costruzione di impianti geotermici.
La realizzazione della centrale di Casole d’Elsa potrebbe ripartire.
E si parla anche di maggiori facilitazioni per realizzare porte-finestre negli edifici dei centri storici.
La modifica del Titolo V
C’è poi l’altra grana della modifica al Titolo V della Costituzione, arrivata alla terza lettura in Parlamento, dunque a buon punto.
«Rendere tutte le leggi regionali – dice Maison – soccombenti rispetto alle norme statali in materia».
Perché lo Stato torna ad essere l’unico decisore nel governo del territorio scalzando le Regioni.
«Si tratta di una prospettiva che, oltretutto, rischia di svilire gli importanti percorsi di concertazione che in Regione Toscana hanno portato ad esempio all’approvazione della legge 65/2014 in materia di governo del territorio, che sul consumo di suolo è l’unica a prevedere finora misure di serio contrasto».
II blocco dei turn-over
Ma è in pericolo anche l’applicazione quotidiana del piano paesaggistico.
Molti Comuni hanno in pancia dei regolamenti urbanistici che consentono l’espansione dell’edificabile.
Tutti piani che vanno rivisti.
Per questo i funzionari comunali dialogano con quelli regionali, ma questo procedimento è a rischio.
«Nei prossimi mesi – dice l’assessore – molti degli attuali dirigenti e funzionari che hanno lavorato alla redazione del piano andranno in pensione. Mi auguro che la Regione intenda garantire un’adeguata dotazione di personale e risorse istituendo finalmente anche l’Osservatorio per il paesaggio».
Ma i tagli al personale del piano Rossi e il rallentamento del turnover vanno nella direzione opposta.