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Rodolfo Bosi
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Home Governo del territorio

La Regione Toscana legifera prima dello Stato sul consumo di suolo

26/10/2013
in Governo del territorio, News, Urbanistica
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Castell'Azzara (GR), colline

La Giunta Regionale della Toscana ha varato una proposta di riforma della legge urbanistica regionale vigente n. 1/2005, che ha fra i contenuti salienti il contrasto al consumo di suolo su cui sono state presentate nel frattempo in Parlamento diverse proposte di legge tuttora in discussione.

Con Delibera della Giunta Regionale della Toscana è stata infatti deliberata l’approvazione della proposta di legge n.3 riguardante le “Norme sul governo del territorio” da sottoporre alla approvazione del Consiglio Regionale.

Dalla Relazione illustrativa della proposta di legge della Regione Toscana, costituita da ben 266 articoli, e dalla presentazione che ne è stata fatta in apposita Conferenza Stampa dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e dall’Assessore all’Urbanistica Anna Marson che l’ha proposta, emerge anzitutto che – come dichiarato dalla stessa Marson – “è stata una messa a punto lunga e faticosa, cui abbiamo lavorato molti mesi insieme alle rappresentanze di ANCI [Associazione Nazionale Comuni Italiani], UPI [Unione delle Province d’Italia], UNCEM [Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani], ma riteniamo il risultato proficuo”, perché “rispetto alla discussione nazionale sui possibili disegni di legge per contrastare il consumo di suolo, come Regione Toscana siamo riusciti, primi in Italia a proporre al Consiglio regionale norme che introducono innovazioni significative nel contrasto al consumo di suolo e nel riconoscimento del territorio rurale e del suo valore in quanto tale“.

Anna Marson

l’Assessore Anna Marson

L’Assessore Anna Marson ha precisato che “il territorio rurale che oggi viene ancora troppo spesso considerato un insieme di lotti da ‘sviluppare’ va concepito come patrimonio territoriale, risorsa fondamentale non solo per l’equilibrio idrogeologico e ambientale, ma anche per l’economia della Regione” per cui “occorre un cambiamento di visione analogo a quello che avvenne tra gli anni 50 e 60 del Novecento grazie anche al contributo di Bianchi Bandinelli, con il passaggio dal riconoscimento di singoli edifici di valore, a quello dei centri storici quali organismi complessi“.

Nel presentare la proposta insieme all’assessore Anna Marson, il Presidente Enrico Rossi ha dichiarato: “Tracciamo una linea netta tra territorio urbanizzato, in cui concentrare l’attività edilizia, soprattutto promuovendo riuso e riqualificazione, e territorio rurale, in cui non saranno consentite nuove edificazioni residenziali”.

Il Presidente Rossi ha spiegato che non si potrà colare più cemento fuori dei centri abitati e “sarà inedificabilità totale” perché “la Toscana è ancora bella e con questo provvedimento vogliamo evitare il rischio di proliferazione di ecomostri e villette a schiera”.  

Per rendere davvero efficace la riduzione al minimo del consumo del suolo (obiettivo tenacemente sostenuto dall’assessore Marson) il nuovo disegno di legge introduce all’art. 4 la rigorosa perimetrazione del territorio urbanizzato.

In sostanza, il territorio di ogni comune è diviso in due parti: quella urbanizzata e quella rurale.

All’interno del territorio urbanizzato deve essere concentrato ogni nuovo intervento di nuova edificazione o di trasformazione urbanistica: all’esterno del territorio urbanizzato non sono mai consentite nuove edificazioni residenziali.

Sono invece possibili limitate trasformazioni di nuovo impianto per altre destinazioni, solo se autorizzate dalla conferenza di pianificazione di area vasta (alla quale partecipa la Regione) cui spetta di verificare che non sussistano (anche nei comuni limitrofi) alternative di riuso o riorganizzazione di insediamenti e infrastrutture esistenti.

Come ben illustrato sull’articolo che ha recensito la Conferenza Stampa e che é pubblicato sul quotidiano La Nazione del 2 ottobre 2013, la proposta di legge ha registrato le perplessità dei Comuni della Toscana perché si vedono imbrigliare i loro piani regolatori e la contrarietà dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) aderente a Confindustria perché teme che crei danni al comparto edilizio ed un irragionevole blocco dello sviluppo delle città.

L’approvazione della legge da parte del Consiglio Regionale, costituirà comunque la fine della stagione degli ecomostri e delle villette a schiera in campagna.

La Regione Lazio  dovrebbe prendere esempio dalla Toscana ed approvare anch’essa una analoga legge sul consumo di suolo.

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