Mentre tante persone ci lasciano, molte altre sembrano più interessate a fornire rassicurazioni che chiedere maggiore controlli, maggiori monitoraggi e, soprattutto, l’attuazione di un Programma Nazionale di Bonifica della miriade di siti inquinati e disseminati nel nostro Paese così come previsto dall’art. 1 della legge 9 dicembre 1998, n. 426.
Il 20 dicembre scorso capita di leggere “Il Mattino”, quotidiano largamente diffuso nel napoletano, e con molto stupore ed indignazione lo sguardo si sofferma su un articolo intitolato “La Terra dei fuochi e i tumori: i primi dati, nessuna certezza” (v. allegato 1 https://www.rodolfobosi.it/la-terra-dei-fuochi-e-i-tumori-i-primi-dati-nessuna-certezza/).
Un articolo che sembra in linea con le tante rassicurazioni che circolano su carta stampata in merito alle questioni ambientali, dalla problematica rifiuti alla questione petrolifera.
Un titolo che, probabilmente, vorrebbe tranquillizzare chi vive la drammatica situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi (Tdf) e far passare un messaggio chiave riguardante l’assenza di certezze circa l’equazione “cancro = terra dei fuochi”.
La problematica della Terra dei fuochi sembra lontana da noi anche se in realtà interessa un’area che rientra tra i SIN, Siti di interesse nazionale per le bonifiche, di cui alcuni sono di competenza del Ministero dell’Ambiente ed altri sono di competenza regionale.
I SIN sono aree avvelenate e se ne contano 57 in tutta Italia, di cui 2 nella Regione Basilicata: Tito (D.M. n. 468-2001) e Val Basento (Legge n. 179-2002).
Nella panoramica dei 57 SIN che interessano una popolazione di oltre 5,5 milioni di residenti nei 298 Comuni coinvolti, colpisce notare che quasi il 60% si trova al Sud pur essendo il Nord la parte più industrializzata la cui popolazione interessata si attesta intorno al 28%.
Fa una certa impressione guardare l’estensione delle macchie nere con le quali si indicano i SIN in Italia.
Fa una certa impressione notare che la Basilicata, una Regione con una popolazione paragonabile alla metà di quella residente nella sola città di Napoli, presenta 2 importanti SIN di cui quello della Val Basento particolarmente esteso (Fig.1).
Fig. 1: SIN in Italia
(fonte: Epidemiologia & Prevenzione, Rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia)
Ritornando all’articolo che vorrebbe tranquillizzare sulla mancanza di certezza circa la correlazione tra patologie tumorali e Terra dei fuochi, si legge: “Alla fine, l’unica certezza è la non certezza”.
Ancora una volta si assiste ad una carta stampata che vuole incutere tranquillità, calmare gli animi giustamente preoccupati, parlando di mancanza di certezza e allo stesso tempo omettendo di citare, nel proprio ragionamento, il tanto bistrattato principio di precauzione che, nell’ottica del repetita iuvant, ricordiamo deriva dall’esigenza di un’azione ambientale consapevole e capace di svolgere un ruolo indirizzato alla salvaguardia dell’ecosistema, quindi anche della nostra salute, in funzione preventiva anche quando non sussistono certezze quindi evidenze scientifiche conclamate che illustrino la certa riconducibilità di un effetto devastante per l’ambiente ad una determinata causa umana.
Un principio il cui rispetto porterebbe al ripristino di legalità in tante realtà anche là dove non c’è una conclamata certezza.
La rilevanza e la cogenza del principio di precauzione è insito non solo nella definizione dettata dall’art. 3-ter del d. lgs. n. 152-2006 (Testo Unico dell’Ambiente), ma anche dall’art. 301 del medesimo decreto che ne prevede l’attuazione.
Consigliamo all’autore dell’articolo di leggere con più attenzione il Terzo Rapporto del gruppo di lavoro SENTIERI, Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da Inquinamento.
Il rapporto ha analizzato l’incidenza oncologica in 18 dei 57 SIN nazionali.
Lo studio ha considerato quei 18 siti coperti dalla rete Airtum dei Registri tumori ed ha tenuto conto non solo dei dati sulla mortalità, ma anche delle patologie oncologiche non letali quale dato fondamentale per studiare la correlazione con l’esposizione a inquinanti.
I dati registrati nei 18 SIN, oggetto di studio, hanno evidenziato un eccesso di incidenza per tumori alla tiroide, melanomi, tumori alla mammella e linfomi non-Hodgkin (allegato 2).
Invitiamo il giornalista de “Il Mattino” a leggere anche l’aggiornamento dello studio SENTIERI (maggio 2014), pubblicato dall’Istituto superiore della sanità (Iss), con dati riguardanti la Terra dei fuochi ed avvalendosi di dati correnti certificati.
Per la mortalità e l’ospedalizzazione sono state analizzate le basi di dati elaborate dall’Ufficio di Statistica dell’Iss, a partire dai dati ufficiali Istat e dalle Schede di dimissione ospedaliera (Sdo) rilasciate dal Ministero della Salute; per l’incidenza oncologica, ci si è avvalsi della collaborazione di Registri tumori (Rt) locali e dell’Associazione italiana dei registri tumore (Airtum).
Nel documento, con riferimento alla Terra dei fuochi, si legge che nei 55 Comuni Tdf è stato rilevato un eccesso di mortalità e di ospedalizzazione per diverse patologie a eziologia multifattoriale.
Sia per mortalità, che per incidenza tumorale, che per ricoveri queste sono le patologie per le quali è stato rilevato un eccesso: “tumori maligni dello stomaco, del fegato, del polmone, della vescica, del pancreas (tranne che nell’incidenza fra le donne), della laringe (tranne che nella mortalità fra le donne), del rene (tranne che nell’incidenza fra gli uomini), linfoma non Hodgkinrischio”, tumore della mammella.
Per quanto riguarda la salute infantile, non sono stati rilevati eccessi di mortalità, ma sono presenti eccessi di ricoveri per tumore e per leucemie, “emerge un quadro di criticità meritevole di attenzione, in particolare eccessi di bambini ricoverati per cancro nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni sono stati osservati in entrambe le province di Napoli e Caserta“ (allegato 3).
Non si riesce a trovare un modo migliore per chiudere l’articolo se non consigliando la visione del video “Terra dei fuochi – I negazionisti smentiti dall’Iss – Tumori infantili in aumento”.
Un video da vedere, soprattutto nella seconda parte in cui si parla della strategia di addomesticare e far digerire una notizia mantenendo il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Strategia che sta attecchendo anche nella nostra Regione dove serve far digerire tante “pillole” pilotando tante presunte personalità addette alla comunicazione che spesso non coincide con l’informazione (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=ommUsw2Tz6Q).
Ne approfittiamo per consigliare un evento informativo intitolato “Ambiente e Salute”, previsto a Matera il 29 dicembre prossimo, in cui si parlerà anche della Terra dei fuochi e della correlazione tra patologie tumorali ed alcune nocive attività industriali.
Un incontro durante il quale è possibile affermare che la comunicazione coinciderà con la corretta informazione (Fig. 2).
Fig. 2: Evento informativo “Ambiente e Salute”
23 dicembre 2015
Donato Cancellara
Associazione VAS Onlus per il Vulture Alto Bradano
Associazione Intercomunale Lucania
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AGGIORNAMENTO
La suddetta replica è stata trasmessa anche al quotidiano “Il Mattino”.
Anche Don Maurizio Patriciello ha voluto replicare, sul giornale l’Avvenire, all’articolo uscito su “Il Mattino”: vedi http://www.avvenire.it/Lettere/Pagine/Terra-dei-fuochi-etichetta-da-allarmista-per-chi-resiste-Il-guaio-sono-i-ri.aspx