È stato inaugurato ieri il Parco Volusia nel XV Municipio alla presenza del sindaco Ignazio Marino che ha rilasciato fra le altre la seguente dichiarazione: “Si tratta di 43 ettari di verde a ridosso del raccordo anulare con 1.200 metri di percorso pedonale e ciclabile ad anello, sette aree di sosta e pic-nic attrezzate e un percorso con attrezzatura ginnica e cartelli esplicativi. La realizzazione di questo parco è stata inseguita per decenni, per esattezza dal 1997, dall’associazione Amici del Parco di Volusia e da tanti abitanti di questa bellissima zona di Roma”.
Il Sindaco si è anche dichiarato “felice di essere all’apertura di questo bellissimo parco, assieme a tante romane e romani, per festeggiare insieme il buon esito delle tante battaglie condotte, dalla fine degli anni novanta, da associazioni, comitati e singoli cittadini”.
Come riportato dai media, “si tratta di una delle opere in compensazione per la Convenzione Eur Castellaccio, il centro commerciale Euroma 2, lo Skytower”.
Sempre come riportato dalla stampa “la battaglia della cittadinanza per ottenere la realizzazione del parco è iniziata nel 1997, con una delibera di iniziativa popolare che raccolse 8.300 firme.”
Mi corre l’obbligo di fare presente, per l’esattezza delle informazioni fornite, che non mi risulta l’esistenza (per giunta dal 1997) di una “associazione Amici del Parco di Volusia” né che la realizzazione di questo parco sia stata inseguita dal 1997, dal momento che “le tante battaglie condotte da associazioni, comitati e singoli cittadini” non risalgono affatto alla “fine degli anni novanta”, ma a ben dieci anni prima.
L’importanza della realizzazione di questo parco pubblico è tale da meritare che se ne conoscano le vicende che hanno portato alla sua inaugurazione.
Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 614 del 18 dicembre 1962 é stato adottato il Nuovo Piano Regolatore Generale, approvato poi tre anni dopo (con modifiche, prescrizioni e stralci) con Decreto del Presidente della Repubblica del 16 dicembre 1965: prevedeva il Grande Raccordo Anulare (in sigla G.R.A.), la Cassia Bis, con all’incrocio fra le due l’ospedale detto oggi S. Andrea, e diverse lottizzazioni convenzionate tra cui quella denominata “Volusia” a ridosso di via Cassia, destinata a sottozona F/2 (ristrutturazione edilizia), di cui quale parte della più estesa lottizzazione convenzionata F/2 “Volusia”, con percentuali di superficie e di cubatura corrispondenti alla densità territoriale di 100 abitanti per ettaro.
Foglio 8 Sud del P.R.G. di Roma del 1962 – In rosso è indicato il perimetro della lottizzazione convenzionata F7” “Volusia”. L’area a sud-ovest della lottizzazione, in colore celeste, è destinata a sottozona M3 (“Attrezzature di servizi pubblici di quartiere”)
Il comprensorio omonimo si estendeva su una superficie totale di 444.927 mq., per una cubatura complessiva di mc. 416.544.
Intorno agli anni ’70, a causa dell’incremento della popolazione scolastica, si è reso necessario costruire nuove scuole nel quartiere “Tomba di Nerone”: fra quelle realizzate c’è la scuola materna ed elementare dell’allora 162° Circolo Didattico, che è stata costruita nel 1975 in fondo a via Fosso del Fontaniletto e che oggi è diventata l’Istituto Comprensivo “Parco di Veio”.
La scuola è stata edificata proprio sull’area destinata a sottozona M3 che ricadeva all’interno della lottizzazione convenzionata “Volusia” e che è stata ceduta al Comune a seguito di una convenzione.
La superficie complessiva della lottizzazione F/2 “Volusia” è stata così decurtata dell’area su cui è stata realizzata la scuola ed è quindi diventata di mq. 429.067: le società del gruppo “Parsitalia”, riunite fra di loro in consorzio, hanno poi redatto un piano di lottizzazione per la realizzazione del quale hanno chiesto ed ottenuto dalla allora Soprintendenza Archeologica di Roma di effettuare dei preventivi saggi di scavo a proprie spese.
Nell’area circostante un casolare agricolo, presso l’incrocio tra via di Grottarossa e via Cassia, al Km. 11 di quest’ultima, durante i saggi effettuati nel 1983 si rinvenne un tratto di canaletta probabilmente in relazione con una grande cisterna, poi trovata sull’aia del casale, che i proprietari (la famiglia Magini) usavano da tempo come deposito attrezzi.
Planimetria della cisterna romana
L’indagine della Soprintendenza Archeologica di Roma, ripresa nel 1984, ha portato alla scoperta di una strada romana e di un vicino mausoleo.
Il basolato della strada romana
La prosecuzione degli scavi nell’area circostante il casale Magini, in prossimità della cisterna, ha riportato alla luce altre strutture, facenti parte di una villa romana, poi reinterrate a scopo protettivo.
In seguito alle perizie effettuate a cura della ditta privata del cav. Di Piero, ma sotto la guida del dott. Gaetano Messineo della Soprintendenza Archeologica di Roma, il Ministro per i Beni Culturali ha emesso ai sensi della legge n. 1089/39 un Decreto di vincolo archeologico diretto e indiretto sulla intera zona interessata dal complesso archeologico.
Nel febbraio del 1986, dal colle del Casale Ghella – dove si stavano effettuando lavori di scavo e di restauro di strutture di epoca romana – fu osservata la presenza di scavi in un’area di pascolo dell’altura prospiciente, in direzione nord-est.
L’immediata ispezione, operata da A. Romani, della Soprintendenza Archeologica di Roma, permise di accertare che gli scavi erano opera di saccheggio di ignoti tombaroli in un’area sepolcrale etrusca lungo via Bracciano: l’acqua piovana di quei giorni aveva infatti fatto smottare la terra da loro scavata e rimessa al suo posto all’ingresso delle tombe, per consentire di completare successivamente il saccheggio, mettendo a nudo le sepolture profanate.
Dopo i primi recuperi condotti dal Romani, è stata avviata una campagna di scavo, operata dal dott. Di Gennaro e diretta dal dott. G. Messineo e dall’arch. F. Scoppola, che si è avvalsa, oltre che dell’assistenza del Romani, della collaborazione delle etruscologhe dott.sse L. M. Vigna e di C. Calci: la campagna ha portato ad accertare 10 tombe.
Nel gennaio del 1988, in seguito all’affioramento del margine di una tegola posta in verticale, si é scavata una nuova tomba, con nicchia ad incinerazione, a cui è stato attribuito il n. 11 della serie.
A seguito della proposta del Dott. Gaetano Messineo, la necropoli è stata sottoposta a vincolo archeologico con Decreto Ministeriale emanato il 23.11.1987 ai sensi della legge n. 1089/1939.
Il piano di lottizzazione F/2 “Volusia” è stato all’epoca fortemente contrastato anche e soprattutto per la mancanza di strade di collegamento da e per il quartiere circostante, di cui sono state bocciate tutte le soluzioni prospettate.
Sono stati esclusi in particolare gli accessi da Via Bracciano, dal civico 994 di via Cassia e da via del Fosso del Fontaniletto, ma soprattutto quello da via di Casale Ghella, perché il suo proseguimento andava ad invadere il vincolo indiretto di tipo archeologico imposto con D. M. del 19/12/1985 ai sensi della legge n. 1089/1939, a tutela della villa romana con cisterna, del mausoleo e del basolato sempre di epoca romana: a causa della evidente violazione del vincolo archeologico da parte del progetto edilizio, l’allora Responsabile della Soprintendenza Archeologica di Roma, Adriano La Regina, ha bocciato senza mezzi termini la possibilità di utilizzare via del Casale Ghella come strada pubblica di accesso carrabile alle future costruzioni.
Il “Comitato Promotore del Parco di Veio”, fondato e presieduto all’epoca dal sottoscritto, era costituito in prevalenza di cittadini residenti nel complesso residenziale di via del Casale Ghella, che erano contrari fortemente alla lottizzazione “Volusia” e che volevano invece che diventasse un parco: il Comitato ha elaborato una proposta di legge regionale per l’istituzione del “parco archeologico-produttivo di Veio”, che il 15 aprile 1987 è stata presentata ufficialmente ai mass media in una conferenza stampa tenuta all’Hotel Quirinale.
Nella perimetrazione proposta, in scala 1:25.000, erano poste tutte le lottizzazioni convenzionate previste dal P.R.G. di Roma del 1962, compresa “Volusia” di cui quindi i cittadini riuniti nel “Comitato Promotore del Parco di Veio” hanno voluto una realizzazione a parco fin dalla fine degli anni ottanta e non dalla fine degli anni novanta.
Con deliberazione n. 279 del 23-24 luglio 1991 il Consiglio Comunale ha poi approvato la “Variante di Salvaguardia”, che ha cancellato dal Parco di Veio 3 lottizzazioni convenzionate considerate di centro (S. Cornelia km. 3, Monte Oliviero e Tor Vergata II), ha confermato la lottizzazione Giustiniana (perché con convenzione già stipulata) ed ha dimezzato le cubature delle lottizzazioni considerate di margine (Borghetto San Calo, Volusia, Gorttarossa, Saxa Rubra e S. Cornelia km. 2).
Accogliendo gli emendamenti proposti dal sottoscritto come Presidente all’epoca del “Comitato Promotore del Parco di Veio” e fatti propri dapprima dall’opposizione e poi anche da una parte della maggioranza della Giunta Carraro-Gerace, è stata così dimezzata la densità abitativa del comprensorio F/2 “Volusia” (da 100 a 50 ab/ha), assicurando alla zona una tutela maggiore di quella prescritta dal P.T.P. n. 15/7 “Veio-Cesano”: le cubature della lottizzazione sono state così ridotte a 173.520 mc. residenziali ed a 34.704 mc. non residenziali, per complessivi mc. 208.224.
Al problema dell’accesso alla scuola da Via Fosso del Fontaniletto, di larghezza inadeguata per un traffico a doppio senso di marcia, il sottoscritto ha cercato di dare una soluzione fin dal 1994 assieme al Comitato di Quartiere “Via Grottarossa-Tomba di Nerone” con cui ha presentato una proposta di collegamento viario tra via Camporgiano e via Casalattico, per collegare via del Fosso del Poggio con via del Fosso del Fontaniletto, al fine di adottare un senso unico di circolazione in un senso o nell’altro che evitasse l’intasamento delle suddette due vie ed i rispettivi nodi di traffico su via di Grottarossa.
La proposta è stata approvata all’unanimità dal Consiglio della allora XX° Circoscrizione con risoluzione n. 88 del 20.10.1994, a cui nessuno si é poi però preoccupato di dare seguito per ben 10 anni.
Nell’ambito della “proposta” formalizzata ufficialmente al Comune di Roma il 21.12.1994, scaturita dall’accordo promosso dal sottoscritto assieme al Comitato di Quartiere “Via Grottarossa-Tomba di Nerone” e siglato poi dalle associazioni ambientaliste Legambiente, Italia Nostra e WWF, il costruttore Parnasi si era impegnato a sostenere a proprie spese la realizzazione di una serie di opere pubbliche a tutto vantaggio del quartiere, per l’ammontare complessivo di 20 miliardi delle vecchie lire, che ha poi formalizzato in un atto d’obbligo registrato presso un notaio e consegnato al Comune di Roma.
La “proposta” riguardava anche e soprattutto una perimetrazione del Parco di Veio, che poneva in area contigua ad esso la parte del piano di lottizzazione “Volusia” relativa agli standard di verde e servizi, tenendo del tutto fuori dal parco le cubature edilizie.
Con deliberazione n. 39 del 20.2.1995 il Consiglio Comunale ha approvato la perimetrazione delle aree protette del Comune di Roma, in recepimento del “Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali” adottato dalla Giunta Regionale del Lazio dapprima come “schema” (con deliberazione n. 8098 del 29 settembre 1992) e poi come “proposta” (con deliberazione n. 11746 del 29 dicembre 1993), facendo propria la “proposta” delle aree contigue presentata il 21.12.1994 da costruttori ed associazioni ambientaliste.
Con la legge regionale n. 29/1997 è stato contestualmente istituito il Parco Naturale Regionale di Veio secondo una perimetrazione che pone in zona “B” le aree contigue proposte dal Comune di Roma, secondo più o meno gli stessi confini.
Anche per il comprensorio “Volusia” è stata inserita dentro la perimetrazione provvisoria (in zona B) l’area della lottizzazione destinata a verde e servizi, mentre sono state lasciate al di fuori le aree destinate all’edificazione.
La zona “B” di Volusia (in rigato di colore verde)
Contro la “proposta” sottoscritta da costruttori ed associazioni ambientaliste e fatta propria dal Comune di Roma si sono pronunciati dapprima il “Comitato Promotore del Parco di Veio”, presieduto all’epoca dal sig. Mario Attorre, e poi il “Comitato Cittadino per la XX Circoscrizione”, che hanno ottenuto di far sottoporre le lottizzazioni convenzionate di “Volusia”, “Grottarossa” e “Saxa Rubra” al procedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale (in sigla V.I.A.) ai sensi del D.P.R. emanato il 12.4.1996, che è entrato in vigore il 20.7.1998 e che obbliga al rilascio del parere da parte degli Enti di gestione della aree naturali protette per la parte di territorio delle lottizzazioni ricadente al loro interno.
In data 10.12.1998 sono stati trasmessi all’Ente Parco di Veio (e registrati al prot. dell’Ente n. 84 di pari data) il progetto e lo studio di impatto ambientale, ai fini del relativo deposito e la pronuncia di parere da parte del medesimo Ente, che non c’è poi stata: in data 27.5.1999 è stata tenuta una inchiesta pubblica, indetta dall’Ufficio Valutazione di Impatto Ambientale (in sigla V.I.A.) della Regione Lazio, per un contraddittorio tra i rappresentanti delle associazioni di cittadini e la società proponente, al quale hanno partecipato a titolo personale soltanto l’arch. RodolfoViolo ed il sottoscritto, all’epoca membri entrambi del 1° Consiglio Direttivo dell’Ente Parco di Veio.
Così, con nota prot. n. 4865 del 1.7.1999 (prot. Ente n. 414 del 7.7.1999) l’Ufficio V.I.A. del Settore 69 dell’allora Assessorato U.T.V.R.A. della Regione Lazio ha trasmesso all’Ente Parco di Veio la pronuncia favorevole di Valutazione d’Impatto Ambientale resa dall’arch. Bruno D’Amato.
Il “Comitato Promotore del Parco di Veio” ed il “Comitato Cittadino per la XX Circoscrizione” hanno allora promosso una raccolta di firme per una delibera di iniziativa popolare (ai sensi dell’art. 5 dello Statuto del Comune di Roma) secondo il cui testo il Consiglio Comunale <<delibera di variare a zona “H”>> (agricola) le aree indicate nella cartografia allegata relativa ai seguenti toponimi:
- Borghetto S. Carlo, comprensorio F/2 foglio 8 sud del PRG;
- Volusia, comprensorio F/2 foglio 8 sud del PRG;
- Saxa Rubra, convenzione in itinere foglio 9 sud del PRG;
- Grottarossa, comprensorio G/4 foglio 15 nord e 9 sud del PRG.
La suddetta richiesta di variante è stata inviata all’Assessore all’Ambiente e all’Assessorato all’Urbanistica della Regione Lazio e all’Ente Gestore del Parco di Veio perché valutassero l’eventuale modifica del perimetro del Parco regionale di Veio.
Per le cubature delle Convenzioni che venivano conseguentemente eliminate, l’Assessorato competente doveva studiare l’eventualità di una permuta e/o compensazione in aree edificabili anche di proprietà comunale.
Una volta raccolte le firme (ca. 8.000), la proposta è stata presentata come <<variante integrativa per la salvaguardia e la ricostruzione dei confini naturali del Parco di Veio>> al Comune di Roma (prot. S. D. n. 65/2000), che ha richiesto il parere del Consiglio della XX° Circoscrizione: l’8.8.2000 il Consiglio della allora XX° Circoscrizione ha approvato all’unanimità la deliberazione n. 48, con cui ha espresso parere favorevole in ordine alla proposta.
Poco prima, con nota del 31.5.2000 (prot. Ente n. 1136 del 5.6.2000) il Presidente del “Comitato Promotore del Parco di Veio”, sig. Mario Attorre, aveva trasmesso il testo della delibera di iniziativa popolare, unitamente a quella relativa al progetto del “Parco dell’Inviolatella Borghese”, con l’invito all’Ente Parco di Veio <<a tener conto della volontà manifestata dai cittadini in occasione della redazione del Piano di Assetto del Parco al fine di rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi perseguiti con dette delibere>>.
Il 9.11.2000 il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno, promosso già dal 6.11.2000 dagli allora consiglieri del PDS Giovanni Carapella e Mauro Calamante e poi sottoscritto da altri 7 consiglieri di maggioranza, che nelle premesse fa riferimento espresso alle lottizzazioni convenzionate “Saxa Rubra” e “Grottarossa” sulla via Flaminia e “Borghetto S. Carlo” e “Volusia” sulla via Cassia, per la revisione delle cui previsioni edificatorie è stata presentata al Comune una proposta di delibera di iniziativa popolare, sottoscritta da oltre 8.000 cittadini, e che <<impegna il Sindaco e la Giunta Comunale ad esaminare la possibilità di cancellare totalmente o parzialmente le lottizzazioni convenzionate sopra descritte nelle premesse, laddove le stesse siano sostenibili con ragioni ambientali e urbanistiche, utilizzando il meccanismo della compensazione o della transazione così come previsto dalla delibera di controdeduzioni al Piano delle certezze>>.
La Società Parsitalia, che era proprietaria anche di aree in località “Castellaccio” e “Spinaceto”, entrambe destinate a sottozona M/1 dal P.R.G. del 1962, in data 16.11.2000 ha presentato al Dipartimento VI del Comune di Roma, U. O. n. 2 dell’Ufficio Nuovo Piano Regolatore, (prot. n. 16413 di pari data) una proposta di “compensazione edificatoria” per la lottizzazione convenzionata “Volusia”, offrendo la cessione gratuita al Comune delle aree, attrezzate a parco pubblico, costituenti in gran parte (e non interamente) il comprensorio “F2 – Volusia”, in cambio della trasformazione della destinazione delle aree di “Castellaccio” e “Spinacelo” da M/1 a <<zona da convenzionare>>, per una cubatura complessiva totale pari alla sommatoria di quelle spettanti nella zona F/2 “Volusia” e nelle zone M/1.
Nella proposta viene dichiarata una superficie del comprensorio “Volusia” di complessivi 427.121 mq. (42,71 ettari), attribuiti alle società che fanno capo tutte al costruttore Parnasi.
In data 21.12.2000 (prot. n. 19083) è stato approvato il <<Programma Urbanistico di Eur – Castellaccio>> che si disarticola in due distinti ambiti: nell’<<ambito Castellaccio>> sono previsti complessivamente 850.000 mc. complessivi, di cui 70.000 mc. residenziali, 438.528 mc. non residenziali afferenti alla proprietà dell’area e 341.472 mc. non residenziali afferenti la compensazione di “Volusia”, mentre nell<<ambito Spinaceto>> sono previsti 35.000 mc. afferenti alla proprietà dell’area e 35.000 mc. afferenti alla compensazione di “Volusia”.
Come si può vedere, al costruttore Parnasi sono stati “compensati” complessivamente 376.472 mc., che sono praticamente la quasi intera quantità originaria consentita dal P.R.G. e non quella dimezzata dalla “Variante di Salvaguardia”, per giunta con la ben più remunerativa destinazione commerciale: a ciò si deve aggiungere il “risparmio” dei 20 miliardi che si era impegnato a spendere in opere pubbliche del quartiere “Tomba di Nerone”, che è rimasto a tutt’oggi privo di esse e che vi rimarrà fin tanto che non se ne farà carico il Comune di Roma.
In data 11.1.2001 il Consiglio Comunale di Roma ha approvato la deliberazione n. 18 relativa agli <<indirizzi al Sindaco ex art. 24 dello Statuto Comunale ai fini della sottoscrizione dell’Accordo di Programma, ex art. 34 del D. Lgs. n. 267/2000, concernente il “Programma Urbanistico Eur-Castellaccio” e compensazione dei Parchi di Volusia e Pratone delle Valli>>.
Con deliberazione n. 2 del 23 gennaio 2003 il Consiglio Comunale ha ratificato l’Accordo di Programma stipulato il 9 gennaio 2003 tra il Comune di Roma e la Regione Lazio, che comporta la cessione gratuita al Comune (e la loro contestuale destinazione a “verde pubblico”) delle aree della lottizzazione “Volusia” di proprietà soltanto delle società del gruppo “Parsitalia”.
Con atto pubblico a rogito Notaio Pietro Mazza di Roma (trascrizione n. 4009.3/2004 in atti dal 27/1/2004, Repertorio n. 98556) il 22 dicembre 2003 è stata stipulata la convenzione tra il Comune di Roma e le S.r.l. “Tor Immobiliare Uno”, “Pifer 86” e “Girev Cassia” per la cessione dei loro diritti reali a titolo gratuito.
L’art. 14 della suddetta convenzione stabilisce la cessione da parte del Comune ed il trasferimento di mq. 2.830 “pro-indiviso” alle S.r.l. “Tor Immobiliare Uno” e “Pifer 86”, nonché di mq. 1.819 alla S.r.l. “Girev Cassia”.
A seguito di un frazionamento eseguito il 18 febbraio 2004, il successivo 24 marzo 2004 è avvenuto un atto di retrocessione a favore della tre suddette società, che al fine di comporre le liti pendenti (causa per usucapione da una parte e ricorso contro esecuzione dello sfratto dall’altra), hanno poco dopo raggiunto con il sig. Natalino Collini un accordo, che prevede il trasferimento ad esso delle aree di loro proprietà, a fronte del pagamento della somma di € 216.912,00 (compresa IVA) e la reciproca rinuncia di entrambe le parti agli atti in giudizio.
In data 6 luglio 2004 con atto a rogito Notaio Pietro Mazza le S.r.l. “Tor immobiliare Uno”, “Pifer 86” e “Girev Cassia” hanno sottoscritto la cessione dei diritti reali a titolo oneroso di complessivi 7.254 mq. per 216.912 €, pari a 29,90 €/mq !
L’area in questione così ceduta ricade sul tracciato di collegamento di via Casalattico con via Camporgiano, da me proposto a nome di VAS: come si dirà più avanti, su quest’area è stato autorizzato il progetto di un complesso residenziale denominato “La Perla Verde” con permesso di costruire n. 78 del 18 febbraio 2010 per la realizzazione di un edificio in via Casalattico n. 40 su un’area di mq. 5.128.
Ingresso al complesso residenziale “La Perla Verde”
Nel frattempo, ad appena 2 mesi di distanza dalla cessione gratuita delle aree del comprensorio “Volusia”, con deliberazione n. 33 del 19-20 marzo 2003 il Consiglio Comunale ha adottato il nuovo Piano Regolatore Generale di Roma, che tiene contro della avvenuta compensazione urbanistica e cancella le destinazione a zona F/2 del PRG del 1962 dell’intero comprensorio di “Volusia” per destinarlo a “verde pubblico e servizi pubblici di livello locale”.
Per rendere attuativo l’Accordo di Programma del 9/1/2003 con cui è stata decisa la compensazione della lottizzazione “Volusia”, occorreva perfezionare la cessione gratuita delle aree da attrezzare a parco pubblico: per tale finalità gli arch. Salvatore Dierna e Marco Strickner sono stati incaricati di redigere un progetto definitivo del “Parco Volusia”, che prevedeva la costruzione di un parcheggio a ridosso del vincolo archeologico e di un impianto sportivo di dimensioni regolari proprio sulla stessa area scelta in un primo tempo per la costruzione dell’asilo nido: il progetto originario prevedeva tre ingressi pedonali rispettivamente a nord (da via Bracciano), ad ovest (da via del Casale Ghella) ed a sud-est (da via Veientana), nonché 4 distinte aree a parcheggio (in fondo a Via Veientana, sia sul lato destro che sul lato sinistro, a Via Casalattico ed a via di Casale Ghella) delle quali tre sistemate all’interno del “Parco di Volusia” vero e proprio.
Particolare del 1° progetto del “Parco Volusia” con il campo di calcio
Il progetto definitivo così come redatto e consegnato nel 2004 ignorava del tutto il complesso archeologico vincolato di Casale Ghella, al punto di prevedere non solo un parcheggio a ridosso del mausoleo, ma anche un “nucleo gioco bambini” con relativo sentiero praticamente sopra il basolato dell’antica strada romana di accesso dalla Via Cassia alla villa con cisterna, di cui il progetto non prevedeva nulla a tutela e valorizzazione, ignorate del tutto anche per la necropoli etrusca in fondo a Via Bracciano: il progetto prevedeva invece un impianto sportivo di dimensioni regolari proprio sulla stessa area scelta in un primo tempo per la costruzione dell’asilo nido.
Come già detto, la quasi totalità del comprensorio ceduto al Comune ricade all’interno del parco di Veio, il cui Piano di Assetto ha come finalità principale quella della conservazione della natura: ne deriva che il comprensorio “Volusia” non può essere pianificato e quindi progettato esclusivamente come “parco urbano” di livello locale, a servizio del quartiere “Tomba di Nerone”.
Il progetto del “Parco Volusia” così come redatto a cura del Servizio Giardini del Comune di Roma non sembra invece prevedere niente in tal senso: il progetto non è stato finora approvato anche per l’opposizione dei residenti del Consorzio “Volusia” che non hanno consentito il passaggio sul viale dei mezzi del Comune diretti al Parco per eseguirne i lavori di sistemazione e che agli inizi del 2006 si sono anche opposti alla minaccia di esproprio di via di Casale Ghella.
Committente titolare dell’Accordo di Programma viene dichiarata al S.r.l. “Europarco” che agisce a nome e per conto della “Girev Cassia”, della “Pifer 86” e di “Tor Immobiliare Uno” proprietarie delle aree cedute.
Il Comune di Roma con nota prot. n. 11881 del 19.5.2003 (registrata al prot. dell’Ente Parco di Veio n. 1745 del 26.5.2003) ha richiesto un parere sul progetto del “Parco Volusia – Accordo di Programma EUR Castellaccio”.
Come si dirà più avanti, il progetto del “Parco Volusia”, così come redatto dal Servizio Giardini del Comune di Roma ed aggiornato in scala 1: 2000 ad ottobre 2003 non è stato poi approvato anche per l’opposizione dei residenti del Consorzio “Volusia” che non hanno consentito il passaggio sul via di Casale Ghella dei mezzi del Comune diretti al Parco per eseguirne i lavori di sistemazione.
Il 23 dicembre 2005 la Giunta Regionale del Lazio ha stanziato e reso immediatamente disponibili 20 milioni di euro per interventi di riqualificazione in aree svantaggiate della periferia romana: il progetto prevedeva anche lo stanziamento di altri 20 milioni di euro entro il 2006 e di 10 milioni di euro nel 2007.
Fra i 16 interventi previsti nella prima fase c’era la realizzazione di un centro socioculturale nel parco di Volusia a Veio: l’apposita scheda riguardava il restauro del complesso dei tre casali a ridosso del complesso archeologico di Casale Ghella e prevedeva per il 2006 uno stanziamento di € 100.000,00 per la progettazione e di € 900.000,00 per la realizzazione, per un totale quindi di un milione di euro.
Secondo la scheda <<le tre strutture potranno ospitare importanti attività socioculturali. L’esatta definizione delle funzioni, che dovrà tenere conto del contesto ambientale in cui si trovano, saranno frutto di un apposito percorso partecipativo>>.
Ai fini anche della tutela e valorizzazione del complesso archeologico di Casale Ghella, occorrerebbe prevedere una opportuna sistemazione dei tre casali esistenti.
Il sottoscritto, in qualità all’epoca di membro del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco di Veio aveva all’epoca contribuito assieme all’arch. Rossella Almanza alla redazione del 1° Programma Pluriennale di Promozione Economica e Sociale (P.P.P.E.S.), che con deliberazione n. 54 del 21.12.2005 è stato poi adottato dal l Commissario Straordinario dell’Ente Parco di Veio, Dott.ssa Silvia Montinaro.
Nell’asse di intervento del P.P.P.E.S. relativo al patrimonio storico-artistico e archeologico, che come obiettivo generale si pone proprio il recupero e la valorizzazione del patrimonio archeologico, è prevista la scheda intervento E12 (visibile sul sito Internet dell’Ente Parco di Veio www.parcodiveio.it/_ita/ente/_doc/pppes/PPPES_02.pdf) che riguarda specificatamente il <<recupero, sistemazione e valorizzazione del complesso archeologico in località Casale Ghella>>: secondo la descrizione dell’intervento <<il progetto la villa romana con la cisterna, il mausoleo ed il tratto di basolato della strada che portava alla via Cassia. Si tratta di attrezzare l’area archeologica ai fini della fruizione, inserendola nell’itinerario della Via Veientana Vetere>>.
La scheda contiene una stima dei costi di € 103.300,00 che è da considerare del tutto indicativa e prevede come fonti di finanziamento il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Lazio ed il Comune di Roma.
Come responsabile del Circolo Territoriale di Roma dell’associazione VAS il sottoscritto ha proposto la demolizione integrale del casale situato a sud-est perché ricadente in parte al di sopra dei resti dall’antica villa romana, che potrebbe così essere riportata interamente alla luce ed essere fruita grazie anche ad una sua ricostruzione ideale, virtuale (tramite simulazione informatizzata) e/o visiva (tramite un apposito plastico), che faccia capire come funzionasse il “modello ciceroniano” delle ville di campagna all’epoca romana, dove l’otium veniva a fondersi con il negotium.
Del casale di mezzo (ex residenza della famiglia Magini-Re) ho proposto la destinazione a museo di tutti i resti rinvenuti nella zona (da quelli pertinenti alla villa romana, a quelli della vicina necropoli etrusca di via Bracciano, alla cosiddetta “Mummia di Grottarossa” scoperta nel 1964 all’inizio di via di Grottarossa): il terzo casale dovrebbe essere destinato a “Casa del Parco”, intesa soprattutto come punto di tourist information in generale ed in particolare per i percorsi archeologici che da lì si diramano, collegandosi al tracciato da riscoprire e godere della antica Via Veientana, che per i 10 anni che sono occorsi dalla 1° proposta di legge per far istituire il Parco di Veio ho fatto conoscere attraverso visite guidate gratuite da me organizzate e personalmente illustrate.
In occasione della visita guidata finanziata nel 1995 dall’allora Assessore all’Ambiente Loredana de Petris assieme ai volontari del WWF abbiamo ripulito l’accesso alla cisterna rendendola visitabile al suo interno: da essa si dirama infatti in direzione sud-est un cunicolo che va a sbucare dalla parte opposta sulla scala di un casottino costruito in tale estremità.
Senza tener conto più di tanto del contesto ambientale, il Circolo locale di Legambiente (appoggiato dalla Sezione Cassia dei DS) ha invece proposto di destinare un casale a museo della resistenza (a ricordo dei partigiani uccisi a La Storta), il secondo casale a centro di ritrovo per gli extracomunitari ed il terzo casale a ludoteca.
Il ritardo accumulato da un lato nella realizzazione del “Parco Volusia” e dall’altro lato la mancata definizione delle precise “funzioni” a cui destinare ognuno dei tre casali hanno finora impedito la stessa progettazione del loro restauro: sembra che sia stato stornato il previsto finanziamento di centomila euro.
Il sottoscritto, a nome e per conto della associazione Verdi Ambiente e Società (VAS), con nota prot. n. 333 del 16 novembre 2005 (indirizzata a tutti i soggetti pubblici interessati) ha poi avanzato una proposta di “circonvallazione” del complesso scolastico, allegandone uno schema planimetrico, che è stato in seguito recepito dal Consiglio dell’allora Municipio di Roma XX.
Infatti con risoluzione n. 35 del 20/12/2005 il Consiglio del Municipio di Roma XX ha risolto di <<riprogettare la viabilità attinente la scuola di Fosso del Fontaniletto>>.
Con deliberazione n. 64 del 21-22 marzo 2006 il Consiglio Comunale ha approvato le controdeduzioni alle osservazioni presentate al nuovo P.R.G.
Negli stessi elaborati grafici (sempre al Foglio 3.10) è stata riportata anche la localizzazione delle osservazioni accoglibili, dalla quale si evince che è stata prevista addirittura la strada di collegamento tra via Casalattico e via Camporgiano, in accoglimento della osservazione n. 816/157 presentata dalla associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS).
Per l’approvazione definitiva del nuovo P.R.G. di Roma è stata data attuazione a quanto disposto dall’art. 66 bis della legge regionale n. 38/1999, così come introdotto dalla legge regionale n. 4 del 28 aprile 2006, che prevede la conclusione di un Accordo di Pianificazione, di cui è parte integrante una relazione tecnica, corredata da opportuna cartografia, recante dettagliate ed univoche indicazioni sulle eventuali modifiche, integrazioni ed adeguamenti da apportare al medesimo P.R.G.: a tal fine dal 24 settembre 2007 è stata convocata una apposita Conferenza di Copianificazione che ha concluso i suoi lavori il 5 febbraio 2008.
Dopo l’approvazione definitiva del P.R.G. di Roma, che ha fatto diventare edificabile l’area in fondo a via Casalattico, si sono avvicendate una serie di vendite, a seguito delle quali in data 26 marzo 2009 (prot. n. 20976) la “3C di Cucchetto & Cascioli S.a.s. di Alberto Cucchetto” ha presentato il progetto per la costruzione di un edificio per civile abitazione, chiedendo il permesso di costruire per demolizione di 3 fabbricati esistenti e nuova edificazione di un edifico residenziale.
In forza della destinazione del nuovo P.R.G. solo 55 mq. sono destinati a “verde pubblico e servizi pubblici di quartiere”, mentre i rimanenti 5.073 mq. dell’area sono destinati a “tessuti prevalentemente residenziali” della “città da ristrutturare”, per i quali il 5° comma dell’art. 52 della N.T.A. consente un indice di edificabilità pari a 0,3 mq/mq, che rientrano nel Programma Integrato (PRINT) del quartiere XX2 “Tomba di Nerone”.
Come già detto, il progetto ha avuto il rilascio del permesso di costruire n. 78 del 18 febbraio 2010 ed è stato realizzato, malgrado le mie varie denunce dei suoi vizi di legittimità accertati.
Nel frattempo, il 3/10/2006 la Commissione congiunta Scuola e Asili Nido, Traffico e Mobilità e Lavori Pubblici dell’allora Municipio di Roma XX ha espresso parere favorevole alla strada di ricongiungimento tra via Casalattico ed il cortile della scuola “Parco di Veio” con relativo parcheggio, accogliendo sostanzialmente di fatto la proposta formalizzata dal sottoscritto a nome di VAS: con la risoluzione n. 49 del 30 ottobre 2006 il Consiglio del Municipio di Roma XX ha chiesto anche la copertura finanziaria della nuova strada.
In accoglimento della richiesta del Municipio, nel bilancio 2007 del Comune di Roma sono stati previsti 400.000,00 € per la realizzazione dell’opera: con risoluzione n. 40 del 3 aprile 2007 il Consiglio del Municipio di Roma XX ha allora impegnato il Presidente del Municipio e l’Assessore ai Lavori Pubblici a dare attuazione alla progettazione ed alla realizzazione della strada di ricongiungimento tra via Casalattico ed il cortile della scuola Parco di Veio con relativo parcheggio prima della ultimazione dell’asilo nido.
Lo stesso giorno, con risoluzione n. 41 il Consiglio del Municipio di Roma XX ha anche impegnato il Presidente e la Giunta del Municipio affinché l’Ufficio Tecnico predisponga la realizzazione del congiungimento stradale tra Via Fosso del Poggio e via Fosso del Fontaniletto in contemporanea alla realizzazione dell’asilo nido all’interno del plesso scolastico “Parco di Veio”.
Il progetto definitivo della “Strada e parcheggio Parco Volusia con accesso da Via Casalattico” è stato redatto dall’Ing. Marco Falconi per conto della Unità Organizzatoria Tecnica dell’allora Municipio di Roma XX.
Dalla planimetria post operam si evince chiaramente che il progetto tiene conto della proprietà privata della S.a.s. “3C Costruzioni Cucchetto e Cascioli”, per evitare la quale si trova costretto a tracciare in diagonale la strada di proseguimento di Via Casalattico, restringendo conseguentemente il parcheggio a soli 142 posti macchina.
Per il comprensorio “Volusia” va considerato che l’area al di fuori della perimetrazione provvisoria del parco di Veio che era destinata alla edificazione, ma che è pur essa parte della cessione gratuita al Comune, potrebbe benissimo essere inclusa nella perimetrazione definitiva del Parco di Veio, che spetta di decidere proprio al Piano di Assetto, a cui dovrebbe competere anche e comunque di stabilire la sistemazione definitiva del comprensorio “Volusia” sia al di dentro che al di fuori degli attuali confini provvisori.
Il Piano di Assetto ha infatti come finalità principale quella della conservazione della natura: ne sarebbe dovuto derivare che il comprensorio “Volusia” non può essere pianificato e quindi progettato esclusivamente come “parco urbano” di livello locale, a servizio del quartiere “Tomba di Nerone”, attrezzandolo ad esempio allo stesso modo del contiguo “Parco Papacci”, del quale viene a costituire una continuità (venendo comunque a soddisfare anche lo standard di verde pubblico), ma in modo complementare e “specialistico”.
Il progetto di sistemazione della zona avrebbe dovuto quindi tutelare e valorizzare in primis le alte valenze naturalistiche del comprensorio “Volusia”, a partire dalla parete rocciosa a nord, che presenta interessanti aspetti geologici specie per le diverse cavità presenti (forse abitate in epoca preistorica ed etrusca), per proseguire con i due corsi d’acqua denominati Fosso dell’Erba Puzza e Fosso dell’Impiccato (di cui sarà “didattico” ricostruire la storia dei rispettivi toponimi), per finire con le importanti presenze di sughere (alle pendici della suddetta parete rocciosa e nel boschetto a monte dei 2 corsi d’acqua), che come “habitat” costituiscono le estreme propaggini entroterra della vicina zona dell’Insugherata.
La tutela e valorizzazione avrebbe dovuto consistere nella conservazione integrale di tutti gli elementi suddetti, ripuliti della eventuale vegetazione infestante, di cui si sarebbe dovuta garantire una fruizione mediante un sistema di “sentieri natura” che si inseriscano nel paesaggio in modo più che naturale, senza alterarne l’attuale morfologia, da percorrere come passeggiate panoramiche e tracciati didattici.
La “proposta” di Piano di Assetto del Parco di Vio, così come adottata dall’allora Commissario Straordinario Massimo Pezzella con deliberazione n. 5 del 13 febbraio 2012 conferma come perimetrazione definitiva quella provvisoria.
Particolare dell’elaborato A.5.8
Fra le osservazioni da me presentate a nome di VAS sia all’Ente Parco di Veio che alla Regione Lazio rispettivamente il 7 febbraio 2013 ed il 18 febbraio 2013 c’è quella di estendere il perimetro definitivo fino a ricomprendere tutte le aree cedute gratuitamente al Comune di Roma, nonché a sud-est le particelle n. 1007 e n. 1009 del Foglio Catastale 203 per rendere uniforme la tutela del complesso archeologico di “Volusia –Casale Ghella” i cui resti dovranno prima o poi essere riportati interamente alla luce e valorizzati.
A conclusione di questa storia ritengo doveroso far presente che l’inaugurazione avvenuta ieri pomeriggio presenta luci e ombre, perché se da un lato va preso atto del merito oggettivo di aver dato alla cittadinanza un ulteriore verde pubblico, dall’altro lato va messo in risalto che mentre il costruttore Parnasi ha realizzato da più di un decennio la lottizzazione EUR Castellaccio (ricavandone i suoi guadagni) deve ancora finire di rispettare l’impegno preso 15 anni fa, dal momento che solo entro la fine del 2015 completerà i lavori e verrà inaugurato anche il secondo lotto a valle del Parco di Volusia, di congiungimento con il Parco della Pace.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi