Il 10 giugno 2014 l’associazione di categoria AIPE assieme alla ditta Clear Channel ha consegnato un documento relativo ad una “Sperimentazione sul PRIP di AIPE e CLEAR CHANNEL”, che è stato allegato ad una Nota congiunta di AIPE e CLEAR CHANNEL trasmessa lo stesso giorno nel seguente ordine al Sindaco Ignazio Marino, al Presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti, all’Assessore a Roma Produttiva Marta Leonori, all’Assessore alla Mobilità e Trasporti Guido Improta, al Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, al Presidente dei Sistemi Informativi, Innovazione e Sviluppo della Tecnologia, Smart City e Beni Comuni Immacolata Battaglia, al Presidente della Commissione Bilancio Alfredo Ferrari ed infine a tutti i consiglieri.
Alberto Gualerzi
Regional Development Manager della Clear Channel/Affitalia
A conclusione del documento la Presidente dell’A.I.P.E. Daniel Aga Rossi è arrivata ad affermare che <<la sperimentazione da noi effettuata con la Clear Channel ha evidenziato che sulle strade campione neppure la metà dei metri quadri previsti è localizzabile. Verosimilmente con le attuali norme se ne possono posizionare 50-60mila, e non è detto che siano commercialmente appetibili>>.
Su questo stesso sito il 15 giugno 2014 ho pubblicato un mio articolo dal titolo <<Le false verità che continua a propinare l’AIPE, ora assieme a Clear Channel, per ostacolare l’approvazione delle proposte sul PRIP e sul Regolamento di Pubblicità licenziate dalla Giunta Capitolina>>, che dimostra quanto non sia vera la “tesi” della impossibilità di localizzare in base agli 8 indici di affollamento tutti i 138.000 mq. previsti dal PRIP. (https://www.rodolfobosi.it/le-false-verita-che-continua-a-propinare-laipe-ora-assieme-a-clear-channel-per-ostacolare-lapprovazione-delle-proposte-sul-prip-e-sul-regolamento-di-pubblicita-licenziate-dalla-giu/#more-7907)
Nel corso della riunione della Commissione Commercio che si è svolta il 16 giugno 2014 e che ho verbalizzato nell’articolo pubblicato il 17.6.2014 (https://www.rodolfobosi.it/gli-emendamenti-a-cui-orlando-corsetti-vuol-subordinare-il-parere-della-commissione-commercio-da-lui-presieduta-rischiano-quanto-meno-di-ritardare-se-non-di-far-annullare-l/#more-7940) sono intervenuto per fare anzitutto presente che l’A.I.P.E. assieme alla Clear Channel ha preferito dimostrare falsamente la” tesi” che con questi 8 indici di affollamento si potranno collocare solo 50-60.000 dei 138.000 complessivi previsti, quando così non è come ho dimostrato nell’articolo pubblicato il 15 giugno 2014 da cui risulta che solo per viale Marconi non si riuscirebbe a “piazzare” l’intera superficie prevista.
Per tali casi ho fatto presente quel giorno che ci potrebbero essere le tre seguenti soluzioni:
1 – perdere i mq. non posizionabili altrimenti ed avere quindi alla fine anche meno dei 138.000 mq., come ha lasciato intendere il 10 giugno scorso l’Assessore Leonori;
2 – spostare i mq. che mancano sulle strade limitrofe, anche se non pianificate dal PRIP, come mi è stato detto da un esperto;
3 – introdurre in modo corretto ulteriori deroghe alle distanze minime, come proposto a suo tempo dalla associazione di categoria A.A.P.I. e dalla stessa Clear Channel.
Nei giorni successivi ho voluto chiarire a me stesso la effettiva fattibilità di una delle tre suddette strade ed ho approfittato della cortesia dell’Avv. Gianluca Giattino di “Aequa Roma” per chiedergli per telefono una sua valutazione professionale al riguardo.
Gianluca Giattino
Mi ha risposto che la possibilità da me ipotizzata di spostare i mq. che mancano sulle strade limitrofe, anche se non pianificate dal PRIP, è prevista della Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP, così come licenziata dalla Giunta Capitolina il 30 aprile scorso.
In effetti l’ultimo comma dell’art. 30 della suddetta normativa testualmente dispone:
<<Nell’ambito dei piani di localizzazione può essere distribuita fino al 15% della superficie espositiva di cui alla lettera a) lungo le strade, le piazze ed i larghi non classificati nei tipi stradali indicati all’art. 10 e ricadenti nelle sottozone B2 e B3, di cui all’art. 13, nel rispetto dell’indice massimo di affollamento di 4 mq di superficie espositiva, ogni 100 ml e limitatamente alle seguenti tipologie di impianti di cui al Titolo VI:
– 1.C – Palina SPQR – formato 100×100
– 1.E – Parapedonale SPQR – formato 100×70
– 2.A – Parapedonale – formato 100×70
– 2.B – Palina con orologio – formati 100×70.>>
Ne deriva che in tal modo sono localizzabili comunque tutti i 138.000 mq. previsti dal PRIP e non certo i 50-60.000 mq. ipotizzati dall’AIPE assieme alla Clear Channel.
Ora se può essere comprensibile da parte mia la disattenzione che c’è stata rispetto alla suddetta disposizione normativa, anche perché divulgata solo negli ultimi mesi, non si può dire altrettanto per una associazione di categoria come l’AIPE ed una ditta dell’importanza di Clear Channel per entrambe le quali è imperdonabile una ignoranza del genere in qualità di addetti ai lavori, a maggior ragione perché hanno speso dei soldi per far fare una “sperimentazione” a dei tecnici che avrebbero dovuto a loro volta essere a perfetta conoscenza della “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP.
Ne deriva per esclusione che hanno mentito sapendo di mentire per arrivare a dare alla “sperimentazione” la conclusione del tutto sbagliata decisa in partenza.
Anche questo modo altamente scorretto di farsi sentire non giova alla buona immagine sia dell’AIPE che della Clear Channel e soprattutto non serve a trovare serenamente un punto di mediazione “politica” che possa essere il più largamente condiviso.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi