L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l’acronimo UNESCO) è stata fondata dalle Nazioni Unite il 16 novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’istruzione, scienza, cultura e comunicazione.
Una delle missioni dell’UNESCO è quella di mantenere una lista di patrimoni dell’umanità.
Quella di Sito Patrimonio dell’Umanità è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del Patrimonio dell’umanità, o nella sua accezione inglese World Heritage List, della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità.
La Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità, adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972, ha lo scopo di identificare e mantenere la lista di quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale.
Secondo l’ultimo aggiornamento effettuato nella riunione del 37° World Heritage Committee (WHC), Comitato per il Patrimonio dell’Umanità, tenuta a Phnom Penh tra il 17 e 27 giugno 2013, la lista è composta da un totale di 981 siti (di cui 759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) presenti in 160 Nazioni del mondo.
Attualmente l’Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità (49 siti), seguita dalla Cina (45 siti) e dalla Spagna (44 siti).
Fra questi c’è Villa Adriana presso Tivoli, su cui il 29 giugno 1998 c’è stata una preventiva relazione per i motivi dell’iscrizione e che nel corso della 23° sessione del Comitato UNESCO per il patrimonio mondiale dell’umanità che si è svolta a Marrakesh dal 29 novembre al 4 dicembre del 1999 è stata designata come “bene Unesco”.
Come sito Patrimonio dell’Umanità è stata individuata non solo l’area di Villa Adriana ma anche una zona di protezione esterna ad essa (detta Area Buffer).
Su questa zona Buffer di protezione esterna ricade una lottizzazione edilizia che risale agli anni ’80 e prende il nome di “comprensorio di Ponte Lucano” in località Villa Adriana- Zona Galli/Ponte Lucano, ma che è comunemente nota come “lottizzazione Nathan”.
Incisione con vista di Ponte Lucano e del mausoleo
I media hanno raccontato così la vicenda ad aprile del 2012.
L’affare “Nathan”, croce e delizia delle amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi 30 anni fino alla recente amministrazione Pdl di Sandro Gallotti a Tivoli , non è certo un argomento che possa passare sotto silenzio e turba gli animi dei cittadini di Villa Adriana, già vittime di inquinamento ambientale e del tentativo del piano rifiuti regionale di piazzare vicino la storica villa dell’Imperatore Adriano una discarica..
Sandro Gallotti (PdL)
sfiduciato il 10 aprile del 2013 – sostituito dal Commissario Prefettizio dott.ssa Alessandra de Notaristefani di Vastogirardi
Cercando un ordine cronologico, il progetto risalente al 1981 anno di prima approvazione riportava una cubatura di oltre un milione di metri cubi di cemento.
PRG del Comune di Tivoli del 1974
L’ultimo PRG è datato anni 80 e nel 1987 il comune di Tivoli dà il via alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria attraverso una convenzione con la ditta Ge.Pas. Srl..
Ma cosa avviene negli anni successivi? Grazie alla caparbietà di una cittadinanza attiva, del Wwf Lazio e di Italia Nostra il progetto si incaglia, negli anni, negli uffici giudiziari a colpi di ricorsi .
Il progetto nel frattempo non è più quello originario poiché si passa dal milione di metri cubi a 120.000 metri cubi di cemento ai quali si aggiungeranno altri 60.000 da parte della società Impreme di proprietà del costruttore romano Mezzaroma.
Durante la giunta Marco Vincenzi (attuale esponente del Pd e assessore ai lavori pubblici della provincia di Roma) verrà approvata una delibera di adozione della lottizzazione a cui seguirà immediatamente un ricorso al Tar del Lazio presentato dal WWF che ritiene forzata l’interpretazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), data dal comune di Tivoli per approvare l’atto.
Marco Vincenzi (PD)
La planimetria attesta che è stata respinta l’osservazione presentata dal Comune per poter edificare sulle aree libere riservate alla lottizzazione Nathan
Nel 2010 sale al governo della città di Tivoli Sandro Gallotti che nella sua campagna elettorale troverà lo sponsor politico di Mara Carfagna (ministro delle pari opportunità dell’ultimo governo Berlusconi) e moglie di Marco Mezzaroma, figlio del Gianni patron della Impreme, la holding della famiglia Mezzaroma, patrimonio di 235 miliardi.
Mara Carfagna e Marco Mezzaroma
È qui che la Nathan torna alla ribalta.
[Altri media hanno riportato che a luglio del 2012 “a presiedere la commissione Ambiente è Roberto Carlino, consigliere regionale dell’Udc , noto immobiliarista dell’Immobildream che ha vari accordi commerciali con il gruppo Caltagirone. Gruppo del cemento e dell’immobile che ha spesso intrecciato interessi comuni e affari proprio con lo stesso Mezzaroma. Un conflitto d’interessi all’orizzonte che non sembra essere l’unico. Mara Carfagna, moglie del re del mattone romano Marco Mezzaroma, cugino di Massimo, è stata lo sponsor alle ultime elezioni amministrative di Sandro Gallotti (Pdl), attuale sindaco di Tivoli. Nel 2010 la Carfagna, allora ministro per le Pari Opportunità, andò a Tivoli per sostenere Gallotti in campagna elettorale. Con l’amministrazione guidata da Gallotti è arrivato il sì definitivo, dopo che l’operazione era stata avviata già dal precedente sindaco Giuseppe Baisi, Pd, con l’approvazione della delibera di adozione e ancor prima dal primo cittadino Marco Vincenzi, oggi assessore provinciale della giunta di Nicola Zingaretti.
Ma l’amministrazione Gallotti sembra legata a doppio filo alla Carfagna. Dopo la vittoria alle elezioni comunali, Gallotti ha nominato assessore alle Politiche Sociali Federica Mondani, avvocato della Carfagna ma anche amica intima dell’ex ministro: i due paggetti del celebre matrimonio tra la Carfagna e Mezzaroma sono stati proprio i figli della Mondani.]
È del dicembre del 2011 la delibera di approvazione del piano di lottizzazione Comprensorio di Ponte Lucano.
La colata di cemento si colloca proprio nelle vicinanze della Villa dell’imperatore Adriano, bene inserito nell’elenco dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1999.
La zona è stata classificata, nel Piano Territoriale Paesistico Regionale della Regione Lazio , come “Paesaggio Naturale” e “Paesaggio Naturale Agrario”, stabilendone di fatto l’inedificabilità e recependo il vincolo apposto precedentemente dal Ministero.
Numerosi sono di certo gli interrogativi aperti: come mai il nulla osta della Regione che ha dato il via libera alla lottizzazione riporta gli estremi della vecchia “Nathan”, quella del milione di metri cubi di cemento nel 1981 e ormai decaduta e non quelli della nuova presentata nel 1998?
La lottizzazione è stata approvata senza il parere della Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Lazio e senza le valutazioni complessive annunciate dalla Direzione Regionale del Ministero dei Beni Culturali, perché? [con Nota prot. n. 4070 del 1 marzo 2013 la Direzione Regionale ha rilasciato parere favorevole, ndr.]
Il comune di Tivoli ha pensato di ignorare queste autorizzazioni e non ha chiesto nemmeno il parere tecnico preventivo del gestore del servizio idrico integrato (ACEA ATO2) per lo scarico del depuratore di Ponte Lucano per le nuove abitazioni.
Bisogna anche ricordare che sulla delibera del 2008 pende il ricorso al TAR del WWF
Ricorso analogo è stato presentato anche da Italia Nostra.
Se qualcuno più curioso vuole fare visita al sito del gruppo edilizio Pietro Mezzaroma e figli può prendere visione del progetto sulla Lottizzazione chiamato “Residentia Tibur” e leggere la descrizione: “Residentia Tibur è un’iniziativa immobiliare del Gruppo Pietro Mezzaroma e Figli che sorgerà nella città di Tivoli, nella splendida cornice della Valle dell’Aniene. Per la realizzazione di questa nuova struttura, che per dimensioni e potenzialità ha già attirato l’interesse di numerosi investitori internazionali, sono stati scelti due architetti del calibro di Paolo Portoghesi e Arata Isozaki. Entrambi entusiasti di abbracciare un progetto in armonia con il contesto e con il valore inestimabile dei tanti siti storici presenti sul territorio, primo tra tutti Villa Adriana, che rappresenta da sempre un’inesauribile fonte di studio e ispirazione per architetti e artisti di tutte le epoche. Tanto da aver dato vita a un formidabile progetto, nato dalla collaborazione tra l’Università di Roma Tor Vergata e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, per la realizzazione di una nuova pianta della Villa, che sarà tridimensionale e interattiva e andrà a sostituire quella pubblicata nel 1996 dalla Scuola degli Ingegneri di Roma. Un progetto lodevole ed ambizioso di cui Mezzaroma ha scelto di divenire parte attiva, dando un sostegno al lavoro dell’Università, dei docenti e dei giovani studenti coinvolti nell’iniziativa.”
Ma con legge n. 184 del 6 aprile 1977 lo Stato Italiano aveva intanto ratificato la convenzione sul Patrimonio dell’Umanità sottoscritta a Parigi il 23 novembre 1972, obbligandosi così al suo rispetto che invece non sembra esserci stato fino a poco tempo fa per quanto riguarda proprio il piano di lottizzazione “Comprensorio di Ponte Lucano”: con successiva legge n. 77 del 20 febbraio 2006 ha disciplinato la gestione dei siti UNESCO .
Ai sensi dell’art. 4 della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità <<ciascuno Stato partecipe della presente Convenzione riconosce che l’obbligo di garantire l’identificazione, protezione, conservazione, valorizzazione e trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale di cui agli articoli 1 e 2, situato sul suo territorio, gli incombe in prima persona.>>
Ai sensi della lettera d) del 1° comma dell’art. 5 della convenzione <<Per garantire una protezione e una conservazione le più efficaci possibili e una valorizzazione la più attiva possibile del patrimonio culturale e naturale situato sul loro territorio, gli Stati partecipi della presente Convenzione, nelle condizioni appropriate ad ogni paese, si sforzano quanto possibile:
d) di prendere i provvedimenti giuridici, scientifici, tecnici, amministrativi e finanziari adeguati per l’identificazione, protezione, conservazione, valorizzazione e rianimazione di questo patrimonio.>> Ai sensi del 3° comma dell’art. 6 <<3. Ciascuno Stato partecipe alla presente Convenzione si impegna ad astenersi deliberatamente da ogni provvedimento atto a danneggiare direttamente o indirettamente il patrimonio culturale e naturale di cui agli articoli 1 e 2 e situato sul territorio di altri Stati partecipi della presente Convenzione.>>
L’International Council on Monuments and Sites (noto anche con l’acronimo ICOMOS) è una organizzazione internazionale non governativa che ha principalmente lo scopo di promuovere la teoria, la metodologia e le tecnologie applicate alla conservazione, alla protezione e alla valorizzazione dei monumenti e dei siti di interesse culturale.
L’ICOMOS è stato fondato nel 1965 come risultato della “Carta di Venezia per il restauro e la conservazione di monumenti e siti” del 1964, che è un documento redatto con l’intento di fissare un codice di standard professionali e le linee guida che costituissero un quadro di riferimento internazionale per disciplinare le modalità con cui condurre interventi di conservazione e restauro di monumenti e manufatti architettonici, e di siti storici e archeologici.
L’ICOMOS è stato fondato come risultato anche dai consigli all’UNESCO sui Patrimoni dell’umanità: ne fanno parte oltre 7000 membri, provenienti da diversi paesi ed esperti di diverse discipline: architetti, storici, archeologi, storici dell’arte, geografi, antropologi, ingegneri e urbanisti.
Al 9 maggio del 1974 risale la costituzione dell’ICOMOS Italia.
Il Comitato della Convenzione, chiamato Comitato per il Patrimonio dell’Umanità, ha sviluppato dei criteri precisi tanto per l’inclusione dei siti nella lista quanto per la loro tutela e conservazione, sulla base delle Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione sul patrimonio dell’umanità emanate a gennaio del 2008, che al punto 172 dispongono che <<Il Comitato del Patrimonio Mondiale invita gli Stati che hanno sottoscritto la Convenzione, di informare il Comitato, tramite il segretariato, della loro intenzione di effettuare o autorizzare l’uso di un’area protetta ai sensi della Convenzione per grandi restauri o per nuove costruzioni che possono influenzare l’eccezionale valore universale del sito. L’avviso deve essere comunicato il prima possibile e comunque prima di prendere qualsiasi decisione che sarebbe difficilmente reversibile, in modo da consentire al Comitato di poter essere d’aiuto nella ricerca di soluzioni adeguate e di assicurarsi che il valore universale eccezionale del sito sia completamente conservato.>>
Il 5 gennaio del 2012 il Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO ha indirizzato a Maurizio Enrico Serra, capo della delegazione permanente italiana presso l’Unesco, una richiesta di chiarimenti in riferimento sia alla lottizzazione Nathan che alla discarica che si voleva a quel tempo realizzare nell’area di Corcolle.
Da Parigi, dove ha sede la rappresentanza italiana, spiegano anche le eventuali conseguenze pratiche di tale vicenda: “Ci sarebbe un danno d’immagine enorme. Come primo passaggio si inserirebbe Villa Adriana nell’elenco dei siti in pericolo, il secondo step sarebbe la rimozione dalla lista dei patrimoni Unesco, caso eccezionale e rarissimo”.
Lo stesso chiarimento è stato sollecitato il successivo 16 febbraio 2012 da una Lettera del prof. Giovanni Puglisi che in qualità di Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha fatto presente che <<in assenza di informazioni adeguate e complete, lo stato di conservazione die “Villa Adriana” verrebbe iscritto, con possibili gravi ricadute negative, all’ordine del giorno della prossima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, che si terrà a San Pietroburgo entro il corrente anno>>, come poi è avvenuto.
Giovanni Puglisi
Nella sessione numero 36 dell’Unesco che si è tenuta il 1 giugno del 2012 è stato approvato il seguente comunicato sulla vicenda: <<Dopo aver esaminato il documento WHC-12/36.COM/7B, si compiace dell’allocazione dello Stato per i finanziamenti per la conservazione del bene. Si congratula con il governo per la sua decisione di abbandonare la costruzione di una discarica nella zona di Corcolle. Si richiede al governo italiano di informare il Centro del Patrimonio Mondiale a tempo debito su qualsiasi progetto di sviluppo di rilievo previsto nella zona cuscinetto della proprietà, compresa la lottizzazione del Comprensorio di Ponte Lucano, per la quale la valutazione dovrebbe essere inclusa, ai sensi dell’art 172 delle operative linee guida, prima di ogni impegno irreversibile che viene preso e si chiede inoltre allo Stato Parte a presentare al Centro del Patrimonio Mondiale entro il 1 febbraio 2014 una relazione aggiornata sullo stato di conservazione della proprietà.”
Per Luciano Meloni di Italia Nostra Tivoli l’Unesco ritiene che la “Mattonathan” sia un pericolo reale per lo status di iscrizione al Patrimonio Mondiale della Villa Adriana.
A questo punto i convinti assertori della Nathan dovrebbero solo fare ammenda, immaginando il danno economico e di immagine per lo Sato Italiano prodotto da chi ha approvato questo progetto.
Il consigliere comunale dell’Italia dei Valori di Tivoli Federico Colia , unico voto contrario nel 2011 alla lottizzazione, ritiene un grave danno di immagine e di ritorno economico la perdita del sigillo dell’Unesco su Villa Adriana.
Federico Colia
<<La documentazione depositata dal governo italiano a marzo scorso – ha spiegato Luciano Meloni (Italia Nostra Tivoli) – non è sufficiente secondo il WHC. Sostanzialmente il governo non ha motivato come il Comprensorio Ponte Lucano possa essere compatibile con i criteri con i quali è stato inserito nell’elenco dei siti patrimonio dell’Unesco Villa Adriana>>.
Violare la zona buffer potrebbe seriamente compromettere lo status di patrimonio dell’umanità ma nell’ultima audizione che c’è stata in Regione nel 20’12, l’assessore all’urbanistica Luciano Ciocchetti, affiancato dall’immobiliarista Roberto Carlino, presidente della commissione Ambiente, ha rassicurato tutti – comitati cittadini e associazioni ambientaliste – dichiarando che la visuale della Villa sarebbe stata salvaguardata.
<<Ciocchetti non ha ben chiari i vincoli inerenti alla buffer zone, la visuale non c’entra niente. In questa zona cuscinetto – ha spiegato Meloni – al massimo si possono costruire solo edifici compatibili con il monumento in questione, quindi al massimo si può edificare un albergo, un punto di ristoro o altre cose simili ma solo in funzione del sito in questione, in questo caso la Villa di Adriano. Costruire palazzine da vendere a privati non si può certo dire che sia un’azione compatibile in tal senso. Tra l’altro non può parlare di autorizzazioni regionali per difendere il progetto di Mezzaroma, quando a monte c’è un accordo internazionale tra il governo Italiano e l’Unesco>>.
Il primo Ricorso di Italia Nostra al TAR è stato presentato nel febbraio del 2012 e contesta il metodo con cui è stata condotta l’intera vicenda, a partire dall’iter burocratico attuato dall’amministrazione comunale.
<<In sostanza – ha spiegato Luciano Meloni – chiediamo l’annullamento dell’ultima delibera del 2011, con la quale si approva definitivamente la lottizzazione in questione. Tale atto amministrativo salta a piè pari tutto ciò che è accaduto dal 1993 al 2006, quando una Sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto i diritti pregressi ai costruttori in base però ad un piano presentato nel 1993. Nel frattempo però il piano del 1993 era decaduto poiché erano scaduti i termini di legge e, tra l’altro, la Impreme, subentrata alle ditte precedenti, nel frattempo aveva presentato nel 1998 un nuovo piano di lottizzazione”.
Sostanzialmente, secondo i legali di Italia Nostra, il Comune di Tivoli ha riconosciuto alla società di Mezzaroma lo status giuridico del 1993, senza tener conto che ditta e progetto nel frattempo erano cambiati e senza considerare anche gli interventi del governo e della Regione che nel contempo hanno “blindato” l’area con una serie di vincoli.
<<Nel 1999 – prosegue Meloni – Villa Adriana diventa patrimonio dell’umanità e quindi, in base agli accordi internazionali fra Unesco e Italia, l’intera area viene designata come area buffer. Nel 2001 poi viene applicato un vincolo paesaggistico dal ministero. Nel 2008 infine il nuovo Piano territoriale paesaggistico regionale ribadisce tale vincolo>>.
Vincolo paesaggistico dell’area non urbanizzata dell’agro tiburtino compresa tra la via di Pomata – Colli di S. Stefano – Villa Adriana – Colle Cesarano
Nonostante accordi internazionali e vincoli però nel 2011 viene approvata la delibera che autorizza definitivamente la lottizzazione. Delibera che figura anche nell’elenco dei documenti consegnati dai carabinieri del NOE alla Procura di Tivoli.
L’altro ricorso presentato a luglio dello stesso anno invece punta il dito contro il silenzio della direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio.
<<Il direttore Federica Galloni – afferma Meloni – non ha giustificato come la lottizzazione sia compatibile con gli accordi internazionali stabiliti tra Italia e Unesco, a seguito dell’inserimento del sito di Villa Adriana nell’elenco dei beni considerati patrimonio dell’umanità>>.
Federica Galloni
<<Alla luce di questo richiamo ufficiale – ha dichiarato all’epoca Angelo Bonelli, presidente dei Verdi – è assolutamente urgente bloccare la lottizzazione. L’Italia non vuole e non può riempirsi di vergogna nei confronti della comunità internazionali con un sfregio di tale portata ad uno dei monumenti più importanti del mondo, dal punto di vista storico ed architettonico>>.
Dall’ufficio coordinamento Unesco del Ministero per i Beni e le Attività Culturali non abbiamo ottenuto nessuna risposta in merito “poiché – hanno comunicato – non è arrivata ancora nessuna nota ufficiale sull’esito della riunione, quindi al momento non ci possiamo pronunciare”.
L’Unesco in questo frattempo ha sanzionato ufficialmente il nostro Paese con una sorta di cartellino giallo che, se l’Italia non farà chiarezza sulla colata di cemento, si tramuterà in rosso.
È stata nel frattempo abbandonata la scelta di realizzare una discarica a Corcolle, mentre c’è tuttora il rischio che venga realizzata la lottizzazione Nathan.
<<L’Italia non può rendersi ridicola davanti alla comunità internazionale, permettendo che una speculazione edilizia privi uno dei siti archeologici più importanti del mondo del prestigioso status di patrimonio dell’Unesco – ha fatto sapere poi l’allora sottosegretario Borletti Buitoni – Il Mibac si è finalmente attivato per dare tutta la documentazione necessaria al WHC entro la data stabilita. Nel contempo bisogna anche pensare allo stato di conservazione del sito che non versa certo in buone condizioni>>.
Borletti Buitoni
Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha messo al lavoro un team esterno di esperti con l’incarico di redigere la valutazione di impatto sui valori culturali del sito, patrimonio dell’Unesco.
<<Tra i vari strumenti utilizzati per un’ampia valutazione delle problematiche relative all’impatto sul patrimoni – si legge sul sito del Ministero – rientra anche il questionario volto a misurare la percezione che i cittadini e gli italiani hanno di Villa Adriana, e di cosa penserebbero se si costruisse nella buffer zone del sito Unesco>>.
Il Ministero chiede quindi di riempire il questionario e di partecipare attivamente alla difesa di questo gioiello della cultura e della storia.
IL QUESTIONARIO SUL SITO DEL MINISTERO
Dott. Arch. Rodolfo Bosi