Nella giornata di domenica 1° settembre 2013 si è riaperta in quasi tutta Italia la caccia sebbene la Legge 157/92 preveda l’apertura ordinaria la terza domenica di settembre, che quest’anno cade il 15.
In un Comunicato Stampa del WWF il presidente Dante Caserta ha affermato che <<la gestione venatoria in Italia continua ad essere in balia dell’estremismo venatorio e delle armi e di amministratori compiacenti a cui non importa della sopravvivenza delle loro stesse prede oltre che delle norme comunitarie che le tutelano. Considerando che i cacciatori sono circa 750.000 in Italia sarebbe possibile teoricamente abbattere legalmente 15 milioni di tortore, che è la stima di tutta la popolazione europea. Le norme consentono in casi limitati e specifici, in presenza di condizioni favorevoli, un anticipo. A guardare i calendari venatori delle regioni sembrerebbe che la fauna goda di ottima salute, visto che in ben 16 regioni ci sarà l’anticipo, che riguarderà complessivamente 14 specie.
In realtà la cosiddetta preapertura impatta principalmente su una specie, la Tortora, che a livello europeo è in stato di conservazione sfavorevole perché in costante declino numerico e che in questo periodo è ancora nella fase di nidificazione, come dimostrano diversi studi realizzati in area mediterranea e anche il ritrovamento di un pulcino portato al centro recupero animali selvatici di Rimini in questi giorni. Inoltre alcune regioni (Puglia, Calabria, Friuli, Campania) hanno previsto la preapertura su un’altra specie migratrice in declino, la Quaglia, con il parere sfavorevole dell’ISPRA.
Sulla Tortora, su cui si concentrerà un’incredibile potenza di fuoco, visto che tutte le preaperture riguardano questa specie, ciò avverrà con l’avallo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale [I.S.P.R.A.].
Il WWF ha scritto una circostanziata nota ai Ministeri competenti ed alla Direzione Generale dell’ISPRA in cui richiamiamo gli obblighi dello Stato Italiano per la corretta applicazione della Direttiva Comunitaria 147/2009/CE “Uccelli”, visto che l’ISPRA ha concesso parere favorevole su questa specie nonostante dichiari di non sapere quanti individui vengono uccisi ogni anno e manchi un Piano di Gestione Nazionale sulla Tortora. La raccolta preventiva di queste ed altre informazioni sulla dinamica della popolazione sono obbligatorie secondo il Piano di Gestione europeo che è stato redatto già nel 2007 e che prevedeva anche l’obbligo di attuare azioni di miglioramento ambientale che non sono state fatte. Inoltre, le tortore presenti in questo periodo in Italia provengono in larga parte da popolazioni dell’Europa centrale che sono in declino. Pur ammettendo l’assenza di dati e che “in teoria” per le specie in declino bisognerebbe sospendere l’attività venatoria, l’ISPRA applica un suo singolare “principio di precauzione” concedendo non solo la possibilità di anticipare il periodo di caccia, ma anche di abbattere fino a 20 individui nella stagione per cacciatore>>.
In forza anche del parere dell’I.S.P.R.A., in sede di Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale (CTFVR) del Lazio è stata avanzata tra l’altro la richiesta di un’apertura anticipata dell’attività venatoria per i giorni 1 e 8 settembre 2013 alle specie cornacchia grigia (Corvus corone cornix), gazza (Pica pica), ghiandaia (Garrulus glandarius), merlo (Turdus merula) e tortora (Streptopelia turtur turtur).
Le richieste riportate nello specifico per quanto attiene le specie cornacchia grigia, gazza e ghiandaia sono state ulteriormente motivate dall’entità dei danni all’agricoltura, comunicati dalle Province e connessi all’espansione numerica di tali specie, oltre al fatto che i danni risultavano tanto più rilevanti nel periodo pre-autunnale con colture ancora attive.
Ma il Decreto del Presidente della Giunta Regionale Lazio n. T00163 del 3 luglio 2013 (che si riporta di seguito in allegato) con cui è stato poi deciso il “Calendario venatorio e regolamento per la stagione 2013/2014” non prevedeva la preapertura alla caccia per i giorni 1 ed 8 settembre, a differenza delle confinanti regioni di Abruzzo, Toscana ed Umbria che invece la permettevano.
Decreto del Presidente n. T00244 del 28 agosto 2013
Per tali motivi il 28 agosto 2013 i rappresentanti delle associazioni venatorie del Lazio hanno manifestato davanti la sede del Consiglio Regionale per ottenere l’autorizzazione di due giornate di preapertura della caccia (domeniche del 1 ed 8 settembre): a fianco dei cacciatori ha manifestato anche l’Associazione dei Produttori Agricoli del Lazio (A.S.P.A.L.) che <<ci tiene a difendere questa categoria che già è stata molto penalizzata dai vari territori protetti della regione con parchi regionali e riserve naturali che sono solo carrozzoni inutili e costosi>>.
Con la motivazione che il suo precedente decreto sul calendario venatorio“prevede la facoltà per il Presidente della Regione Lazio di modificare i periodi di caccia in esso indicati”, Nicola Zingaretti all’ultimo minuto ha accolto parzialmente le proteste di cacciatori ed agricoltori emanando in quello stesso giorno il decreto T00244 con cui ha modificato il calendario venatorio consentendo un solo giorno di preapertura alla caccia per domenica 1 settembre 2013 sul territorio regionale.
Ad esclusione dei territori ricompresi nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) è stato così consentito l’esercizio venatorio da appostamento, fisso o temporaneo e senza l’ausilio del cane, dalle ore 5.40 alle ore 19.35 alle specie cornacchia grigia, gazza , ghiandaia, merlo e tortora: p er ciascun il limite di carniere giornaliero è stato stabilito nella misura di 20 capi complessivi delle specie autorizzate di cui non più di 5 capi della specie tortora e 5 capi della specie merlo.
La Federazione Italiana della Caccia (FIDC) si è dichiarata insoddisfatta per la preapertura dimezzata, mentre per l’Ente Nazionale Protezione Animali (E.N.P.A.) <<la regione Lazio ha adottato un provvedimento in extremis per autorizzare, il 1° settembre, la caccia alla cornacchia grigia, alla gazza, alla ghiandaia, al merlo e alla tortora, con l’obiettivo di regalare ai cacciatori una giornata in più di spari nel pieno della stagione turistica e nella fase di dipendenza dei piccoli uccelli dai genitori>>: per l’E.N.P.A. è inaccettabile anche la modalità con cui è stata autorizzata la preapertura, dal momento che – anziché discutere di questa “eventualità” confrontandosi con un principio democratico con tutte le parti in causa – è stato deciso tutto all’ultimo minuto, con un espediente di basso livello per evitare l’impugnazione della delibera e garantire così alle doppiette la possibilità di uscire a caccia.
Gli ambientalisti hanno deciso allora di contestare le regole dettate quest’anno dalla Regione per la stagione venatoria 2013/2014.
Il 3 settembre 2013 LAV, WWF, ENPA, LIPU, LAC e LEGAMBIENTE hanno presentato ricorso al Tar del Lazio per annullare il decreto del presidente della Regione Nicola Zingaretti con cui sono state dettate le regole per la stagione venatoria 2013-2014, a partire dalle specie di mammiferi e di uccelli cacciabili, dai periodi e dal numero di abbattimenti previsto per ogni cacciatore.