Pubblichiamo il secondo degli articoli finalizzati a far conoscere quali e quanti sono stati i Comuni che hanno assunto una netta presa di posizione contro il Decreto Legga “Sblocca Italia”.
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Il 15 ottobre 2014 la Giunta comunale di Buonabitacolo, guidata dal sindaco Elia Rinaldi, ha deliberato contro il decreto denominato “Sblocca Italia” il quale, di fatto, sottrae alle Regioni e agli Enti Locali strumenti fondamentali di controllo sulle infrastrutture collegate alla ricerca e allo sfruttamento degli idrocarburi: gassificatori, gasdotti, attività di prospezione e di estrazione di giacimenti di gas e petrolio.
Elia Rinaldi
Tra i motivi della netta presa di posizione della Giunta di Buonabitacolo contro il decreto “Sblocca Italia” la consapevolezza condivisa da tutti che “l’accentramento dei poteri a livello nazionale sottrae il diritto dei cittadini che abitano in questo territorio di far sentire la propria voce.
Senza considerare le ripercussioni fortemente negative in termini ambientali, culturali e paesaggistici, derivanti dalle trivellazioni”.
Il Vallo di Diano già da 15 anni si è opposto alle estrazioni petrolifere.
Tuttavia, il timore dell’amministrazione comunale di Buonabitacolo è che con questo decreto il territorio, in particolare il sottosuolo, potrebbe essere definitivamente compromesso.
Mappa delle trivellazioni richieste dalla Shell nel Cilento
“Per queste ragioni – sottolinea il sindaco Elia Rinaldi – occorre chiedere al Consiglio regionale di fare ricorso contro il decreto legislativo, chiedendone la non conversione in legge e di impugnarlo per incostituzionalità.
Non è accettabile – continua il primo cittadino di Buonabitacolo – che un territorio debba subire delle decisioni calate dall’alto, soprattutto in tema di estrazioni petrolifere o in materia ambientale, senza che le istituzioni locali possano esprimere alcun parere e senza tenere conto della volontà delle persone che in questo territorio vivono e che in esso ripongono tutte le aspettative per uno sviluppo duraturo e sostenibile”.
La Giunta Comunale chiede pertanto al Consiglio Regionale di fare ricorso contro il decreto legislativo, chiedendone la non conversione in legge e impugnandolo per incostituzionalità.