L’arch. Luciano Lussorio Virdis, rappresentante delle Società Flumini Mannu ltd e Gonnosfanadiga ltd (ambedue con sede legale a Londra, in Bow Road n. 221, e sede fiscale a Macomer, in Corso Umberto I n. 226), proponenti di due progetti di centrali solari termodinamiche a concentrazione (potenza complessiva lorda 55 MWe ciascuna) rispettivamente su 269 ettari agricoli fra Decimoputzu e Villasor (CA) e su 232 ettari di aree agricole fra Gonnosfanadiga e Villacidro (VS), scrive a varie associazioni ambientaliste, fra cui il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, per perorare la sua causa.
Ambedue i progetti sono tuttora assoggettati a procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) avviati da anni: qui quello inerente i terreni agricoli fra Decimoputzu e Villasor (avviato nel dicembre 2013), qui quello relativo ai terreni agricoli fra Gonnosfanadiga e Villacidro (in precedenza Guspini e Villacidro, avviato nel marzo 2014).
In ambedue i casi – analogamente agli altri casi di Cossoine-Giave-Bonorva (SS), di Vallermosa (CA) e di San Quirico (OR) – il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus è intervenuto più volte per difendere le aree agricole interessate da progetti di vera e propria speculazione energetica.
Ecco la nostra risposta.
Egr. arch. Virdis,
abbiamo ricevuto la Sua lettera del 19 giugno 2016 e La ringraziamo per la cortesia.
Siamo a conoscenza dei vari progetti di centrali termodinamiche presentati in Sardegna in questi ultimi anni, compresi quelli proposti dalle Società da Lei rappresentate.
Ancora una volta dobbiamo, però, prendere atto della Sua singolare ottica: tutto ciò che non accoglie a braccia aperte i progetti da Lei rappresentati costituirebbe banalmente “irragionevole ostilità”.
Se è vero che la produzione di energia da fonti fossili non sia “attività filantropica”, non riusciamo proprio a vedere alcuna “filantropia” nemmeno in quanto da Voi proposto: vorreste occupare complessivamente più di 500 ettari di terreno agricolo, grazie anche allo strumento dell’esproprio dove i proprietari non cedessero volontariamente i propri terreni, beneficereste di ingenti incentivi pubblici, utilizzereste notevoli quantitativi idrici, senza che nemmeno vi sia sostituzione di fonti energetiche “tradizionali”, come chiaramente detto nel Piano energetico regionale (P.E.A.R.S.) adottato.
Le contrarietà sul piano ambientale e socio-economico sono riassunte poi nell’argomentato parere negativo formulato dalla Regione autonoma della Sardegna (vds. nota Ass.to reg.le Difesa Ambiente prot. n. 3712 del 23 febbraio 2015 e altre).
Sul piano strettamente giuridico, per normativa e giurisprudenza costante, nelle aree agricole sarde non possono essere ubicati impianti industriali di produzione energetica di tali dimensioni: l’art. 13 bis della legge regionale Sardegna n. 4/2009 e s.m.i. (introdotto dall’art. 12 della legge regionale Sardegna n. 21/2011), l’art. 3 del D.P.G.R. 3 agosto 1994 , n. 228 (direttive per le zone agricole, criteri per l’edificazione nelle zone agricole) prevedono che nelle zone agricole “E” degli strumenti urbanistici comunali, possano essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse, non attività di produzione energetica di tipo industriale – come quella in progetto – slegata da attività agricole in esercizio nel sito.
Parte delle aree sono, poi, tutelate con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e nel piano paesaggistico regionale sono individuate come a utilizzazione agro-forestale, dove l’art. 29 delle N.T.A. vieta “… trasformazioni per destinazioni e utilizzazioni diverse da quelle agricole di cui non sia dimostrata la rilevanza pubblica economica e sociale e l’impossibilità di localizzazione alternativa, o che interessino suoli ad elevata capacità d’uso, o paesaggi agrari di particolare pregio o habitat di interesse naturalistico …”.
Come abbiamo detto in numerose occasioni, perché questi progetti non li avete proposti in una delle tante aree industriali già dotate di infrastrutture e sottoutilizzate, dove avrebbe senso ubicare progetti industriali di questo tipo?
Sarebbero stati presi in tutt’altra considerazione.
Per quanto concerne i richiami alla situazione degli inquinamenti e della salute pubblica in varie parti dell’Isola, Le confermiamo che costituiscono oggetto di una continua azione di contrasto da parte nostra sia in sede legale che di sensibilizzazione e di proposte alternative da parecchi anni, come facilmente riscontrabile. Insomma, non ci dice nulla di nuovo né i Vostri progetti possono costituire un qualche elemento salvifico.
SegnalandoLe ancora l’opportunità di prendere in debita considerazione aree industriali sottoutilizzate o addirittura dismesse, Le auguriamo un buon lavoro.
Con i più cordiali saluti.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
dott. Stefano Deliperi
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A Legambiente, WWF, F.A.I., Italia Nostra, Greenpeace, Comitato “Salviamo il Paesaggio”, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus,
Spettabili Associazioni
con la presente volevamo metterVi al corrente sullo stato dell’arte rispetto ai progetti delle due centrali di solare termodinamico Flumini Mannu e Gonnosfanadiga; le due centrali sono previste nei territori di Villasor e Decimoputzu la prima, e di Gonnosfanadiga e Villacidro la seconda.
Le due centrali sono di ultima generazione con tecnologia tutta italiana sviluppata dal Premio Nobel Carlo Rubbia nei laboratori di ENEA e del CRS4.
In allegato troverete una sintesi del progetto, una bozza dell’Accordo di Programma che abbiamo proposto al Governo e alla Regione Sardegna, e alcune lettere di adesione all’attività di ricerca e sviluppo che s’intende portare avanti nelle centrali.
Purtroppo nonostante la situazione ambientale della Sardegna sia drammatica, per via dell’inquinamento (la Sardegna ha le aree SIN più estese d’Italia), che crea ogni anno decine di morti da patologie tumorali (si veda il rapporto SENTIERI), riscontriamo, soprattutto a livello locale, una irragionevole ostilità da parte delle associazioni ambientaliste.
Capiamo che, come qualsiasi opera dell’uomo di una certa dimensione, le centrali in oggetto, creano un certo impatto paesaggistico; va però considerato che a fronte di un lieve impatto visivo, questo tipo di centrali solari, possono contribuire in modo determinante, al raggiungimento degli obiettivi della conferenza di Parigi COP21.
La Sardegna oggi produce il 78% di energia da fonte fossile e non sembra che si voglia invertire la rotta con il nuovo PEARS adottato, né sembra che ci siano proposte praticabili da parte delle associazioni che accusano le iniziative imprenditoriali “speculazione energetica” come che la produzione di energia da fonte fossile sia invece attività filantropica, nonostante i cospicui incentivi che ricevono in varie forme.
Di seguito il link del Ministero dell’Ambiente dove sono depositati i progetti per la procedura di VIA e un breve filmato di presentazione della tecnologia fatto da ENEA.
http://www.va.minambiente.it/it-IT/Ricerca/ViaLibera?Testo=termodinamico&t=o https://www.dropbox.com/s/fq11ydxz2sed2hv/01%20ENEA%20Solare%20termodinamico.mov?dl=0
Certi di aver fatto cosa gradita restiamo a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione e chiarimento.
Vi auguriamo un buon lavoro.
Cordiali Saluti
arch. Luciano Lussorio Virdis
(rappresentante delle Società Flumini Mannu Ltd. e Gonnosfanadiga Ltd.)
* proposta accordo di programma Stato-Regione-Società energetiche,
* manifestazione d’interesse ENEA,
* protocollo d’intesa Università degli Studi di Cagliari (Dip. Fisica)-Società energetiche.
(Articolo pubblicato con questo titolo oggi 21 giugno 2016 sul sito del Gruppo d’intervento Giuridico Onlus)