Per conoscere gli antefatti di questa vicenda che è iniziata nel 2006 e che dal 14 marzo del 2008 ha visto il coinvolgimento diretto del sottoscritto in qualità di Responsabile del Circolo Territoriale di Roma di VAS si rimanda alla Cronistoria degli atti per salvaguardia dell’ex Istituto Gerini ed ai relativi atti che si trovano alla pagina di questo sito https://www.rodolfobosi.it/complesso-immobiliare-istituto-marchesa-teresa-gerini-torlonia-in-via-tiburtina-n-986/#more-2246.
Su questo stesso sito con due articoli pubblicati il 27 settembre 2013 (https://www.rodolfobosi.it/acquisizione-dellex-teatro-gerini-al-patrimonio-del-comune/#more-2391) ed il 3 ottobre 2013 (https://www.rodolfobosi.it/il-consiglio-comunale-approva-lacquisizione-dellex-teatro-gerini/#more-2450) è stata data poi notizia della Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 72 del 26 settembre 2013 con cui è stata approvata l’acquisizione al patrimonio comunale del teatro dell’ex Istituto Gerini con la relativa pertinenza per una superficie totale pari a mq. 1.565,00 circa, in esecuzione del nuovo Atto d’Obbligo del 26 novembre 2009 con il quale la S.p.A. “Amplired” si è impegnata a non demolire il fabbricato destinato a Teatro e a cederlo all’Amministrazione Comunale a semplice richiesta.
Il 20 novembre 2013 è stato pubblicato infine un articolo dal titolo “Occupato a Roma il teatro Gerini ‘Bene Comune’ ” (https://www.rodolfobosi.it/occupato-a-roma-il-teatro-gerini-bene-comune/#more-3223) con cui è stata data notizia che il 20 ottobre 2013 era stata creata l’Associazione “Fondazione Cineteatro Gerini” da cittadini del quartiere e professionisti del mondo delle arti e dello spettacolo, con la dichiarata intenzione di riqualificare la struttura dell’ex oratorio T. Gerini per restituirla nel più breve tempo possibile alla città di Roma, e che il successivo 9 novembre 2013 un’assemblea di bambini, artisti, operatori culturali, musicisti e cittadini del Tiburtino avevano occupato il teatro sostenendo di averlo restituito alla città e di aver fatto nascere lo “Spazio culturale Gerini bene comune dei cittadini” dapprima sul sito http://gerinioccupato.wordpress.com/ e poi su facebook (https://www.facebook.com/pages/Gerini-Occupato/591748237547921).
In un articolo a firma di Viviana Olivieri pubblicato il 14 febbraio 2014 su “Grognards” (http://grognards2011.blogspot.it/2014/02/e-triste-storiadel-teatro-gerini-non.html) così è stata raccontata l’occupazione: <<Le circa quaranta presenze che attualmente dormono all’addiaccio nelle sale del teatro attendendo chiarezza e doverosi aiuti da parte del Comune, contano artisti professionisti di ogni genere ed età, da registi cinematografici ad attori, musicisti ed artisti di strada … tutte persone che, a proprie spese (alcune senza reddito) stanno ristrutturando quel che rimane inventandosi muratori, imbianchini, falegnami, idraulici, elettricisti..
La sera del 9 novembre c’è chi si è ritrovato nel buio del Gerini convinto di andare ad una festa e, malgrado l’iniziale inganno, si è talmente innamorato del posto, della sua storia e della sorte che lo vede protagonista, da scegliere di sposare la causa a discapito anche della propria vita personale.
Da sottolineare che chi al momento vi “abita” dispone di case comode e calde, il presidiare non nasce quindi da uno stato di emergenza ma da una scelta profonda e da un Ottimismo Attivo e per nulla Idealistico.
Forti di un progetto concreto che li porta ad avere mani occupate, sporche e ferite mattina, sera e notte, i membri dell’associazione sono pronti a garantire per giugno la festa di inaugurazione nel parco del teatro, dove saranno presenti varie zone dedicate a di tutto un pò.
Aiutati per la sopravvivenza da parenti, amici e da alcuni commercianti del quartiere Rebibbia-Ponte Mammolo, questi volenterosi volontari stanno già organizzando il cineforum del mercoledì sera ed ospitando corsi di varie tipologie, purché chi li tiene si attenga ai così detti “costi popolari”.
Pronti ad accogliere chiunque li vada a trovare e si accosti alla loro causa, i ragazzi puntano allo sviluppo -a breve – di una compagnia teatrale, almeno due sale registrazione, una palestra popolare, laboratori vari e due stanze destinate ad attività ludiche.
Avendo già ospitato artisti vari – noti e meno noti – tra novembre e dicembre, si ripropongono di offrire il palco per tre sere a quelle compagnie che vorranno calcarlo.
Sia agli artisti sia a chi terrà corsi e seminari i Geriniani promettono il 50% degli introiti tenendo quel che resta per finanziare i lavori da fare – che sono ancora molti – per poi, in un futuro, ricavarci anche sostentamento.
Disponibili alle più svariate proposte culturali ed educative, stanno contattando anche docenti universitari invitandoli a condividere con gli abitanti della zona il loro Sapere, organizzando seminari di una o più lezioni.
Beneaccetti aiuti di qualsiasi tipo, dalla forza lavoro ai materiali, alle idee, alle critiche.
Trattandosi della riqualificazione di un quartiere di Roma gettato in pasto ad una triste antistoricità, ed essendo il Gerini un luogo reso commovente dall’Amore di chi ci si sta dedicando, invito i lettori ad andare a vedere e a conoscere di persona, convinta che la voglia di fare e la fiducia nel futuro nascono spesso dall’incontro con chi, invece di lasciarsi schiacciare da una Storia malata e contraddittoria, si permette di agire come se i sogni che ha fossero già realtà>>.
All’occupazione stanno tuttora partecipando anche alcuni esponenti dei comitati che hanno partecipato all’occupazione del 2007, fra cui il Comitato “Salviamo il Gerini” ed il Comitato “Riprendiamoci il Gerini”, a cui si sono aggiunti anche ragazzi provenienti dai centri sociali, nonché i movimenti per i diritti alla casa.
Fra chi ha partecipato soltanto all’occupazione del 2007 c’è anche l’associazione “La Cacciarella” che fa capo all’ex consigliere comunale dei Verdi Luigi Di Cesare e che assieme alla associazione “Radici” ed allo stesso Comitato “Salviamo il Gerini” è riuscita a promuovere una assemblea pubblica che si è poi tenuta il 28 febbraio 2014.
Stando alla locandina pubblicata sul sito dell’Assessorato alla Trasformazione Urbana del Comune di Roma (http://www.urbanistica.comune.roma.it/attivita/1443-partecipazione-davvero-2.html) vi avrebbero dovuto partecipare anche l’Assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, il consigliere comunale Gemma Azuni (SEL) ed il consigliere comunale Anna Maria Porietti Cesaretti (SEL), che invece non sono poi venuti, oltre ai consiglieri municipali Stefania Esposito (PD) e Carla Corciulo (SEL).
Il trafiletto di commento riportava che <<il Comitato Salviamo il Gerini chiede che venga avviata una progettazione partecipata che tenga conto delle tante esigenze del territorio: dal teatro alla musica, dagli spazi per giovani e anziani ai luoghi ricreativi e sportivi, istituendo un Comitato di Garanti formato da rappresentanti dei Comitati di Quartiere e dei Comitati e delle Associazioni che da anni si sono impegnati per la salvaguardia e il recupero di questo spazio, insieme a rappresentanti del mondo dell’arte e dello spettacolo>>.
La locandina pubblicata sul sito dell’Assessorato alla Trasformazione Urbana del Comune di Roma (http://www.urbanistica.comune.roma.it/attivita/1443-partecipazione-davvero-2.html) indicava chiaramente anche che l’assemblea pubblica si sarebbe tenuta nella sala convegni dell’Istituto Salesiano Teresa Gerini con accesso dal civico n. 994 di via Tiburtina, mentre il trafiletto di commento riportava testualmente che <<L’assemblea si terrà all’interno del Teatro stesso in via Tiburtina 994>>, quando invece al teatro occupato si accede dal civico n. 990 (metro Rebibbia).
Così in diversi hanno creduto che l’assemblea pubblica si tenesse proprio nel teatro occupato.
L’equivoco ha fatto sì che il giorno prima dell’assemblea sul sito facebook “Gerini Occupato” venisse pubblicato il seguente post: <<Ciao a tutti, amici. Vi vorrei invitare a venire al CineTeatro Gerini venerdì 28 Febbraio 2014 per una questione SOCIALE di elevata importanza. In questo momento, in cui in italia, e a Roma, le condizioni socio-politico-economiche sono in crisi, e proprio quando cerchiamo con le nostre mani di riprenderci un pò di dignità, la politica errata ci vuole scoraggiare, intimorire e mettere paura, organizzando assemblee sul futuro del CineTeatro Gerini all’insaputa delle persone che da più di tre mesi, giorno dopo giorno, hanno dedicato ogni minuto della loro vita alla rinascita ed alla salvaguardia del teatro. Chi è stato al teatro ha potuto vedere i cambiamenti e l’impegno che ci stiamo mettendo per realizzare un centro di cultura per il popolo. Ma evidentemente le istituzioni, i Signori POLITICI e gli SPECULATORI, hanno altre intenzioni. Al punto che, le stesse persone che rappresentano le istituzioni, con cui ci eravamo rapportati un mese fa per la questione del teatro e che ci dissero di aspettare un po’ che avrebbero fatto sicuramente qualcosa, hanno indetto per il 28 febbraio un assemblerà per discutere le sorti del Cineteatro Gerini senza nemmeno farlo sapere alle persone che sono già all’interno. E allora, cari amici, qui non si tratta più del teatro, ma di RENDERCI LA DIGNITÀ. Vi invito vivamente tutti quanti ad essere presenti il 28 febbraio alle ore 18. RIEMPIAMO IL TEATRO DI NOI e non di false speranze !!! La vostra presenza è di fondamentale importanza. Grazie mille !!! >>
Così tra il folto pubblico, che ha visto la partecipazione anche dei consiglieri municipali del Movimento 5 Stelle Danilo Barbuto e Maria Agnese Catini, erano presenti molti occupanti che hanno da subito creato un clima molto surriscaldato da globale contestazione antipolitica.
Ero presente anch’io, perché espressamente invitato a partecipare dall’amico Paolo Cartasso, in quanto parte in causa e responsabile comunque di una associazione che è portatrice di interessi diffusi.
All’ingresso è stato distribuito un volantino che dava all’assemblea pubblica il titolo di “GERINI: il teatro che verrà. Idee e proposte da condividere con i cittadini”.
Erano presenti l’On. Roberto Morassut (attualmente deputato del PD), Luigi Nieri (Vicesindaco ed assessore al Patrimonio di SEL), Flavia Barca (Assessore alla Cultura del Comune), Gianluca Peciola (consigliere comunale capogruppo di SEL) ed Emiliano Sciascia (Presidente del IV Municipio).
Ha fatto da moderatore Luigi Di Cesare, che ha alternato gli interventi dei cittadini che si sono succeduti a parlare agli interventi “istituzionali”, quasi tutti sonoramente contestati in particolare dagli occupanti del teatro.
Il primo dei cittadini a cui ha dato il diritto di intervenire è stato proprio Paolo Cartasso che si è da sempre battuto per la salvaguardia del Gerini, di cui ha voluto ricordare le varie tappe fino ad oggi per consentire a tutti i presenti di avere il quadro della situazione entro cui lanciare idee e fare proposte: ha sollevato alla fine il problema dei soldi che occorrono per restaurare il teatro e metterlo a norma ed ha ipotizzato di consentire di far costruire residenze anche popolari sull’area rimasta di proprietà della S.p.A. “Amplired”, ricavando dagli oneri concessori se non da uno specifico atto d’obbligo i fondi da destinare ai lavori di cui il teatro ha bisogno.
Paolo Cartasso
Dopo questo intervento accettato da tutti con la calma e l’attenzione che si addice ad un’assemblea, il clima si è scaldato in una progressiva escalation.
Ad essere fortemente contestato per primo è stato l’On. Roberto Morassut a cui non è stato perdonato a distanza di 7 anni un suo presunto appoggio alla società di costruzione in qualità di assessore all’epoca all’Urbanistica: la contestazione è stata così violenta da costringerlo poco dopo ad andar via anzitempo.
Roberto Morassut
Fra gli interventi degli occupanti c’è stato in particolare quello di Pilar Castel, attrice caratterista – show woman Italosvedese, che dalla sua residenza di Trevignano è venuta a dare man forte agli occupanti e che ha fatto una accorata apologia del teatro Gerini come polo culturale da creaee e che secondo lei a rischio, anche per ignoranza (nel senso non offensivo che “non sa”) del testo della Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 72 del 26 settembre 2013: è arrivata anche ad auspicare, da autentici però “desiderata” senza avanzare nessuna ipotesi di fattibilità concreta, l’acquisizione dell’area di proprietà della S.p.A. “Amplired” e la sua destinazione a “verde” non meglio specificato.
Pilar Castel
Dopo diversi interventi degli occupanti, tutti fortemente critici verso l’amministrazione comunale, fra cui quelli del Comitato INA CASA e del Comitato di Quartiere Palombini, ha preso la parola Luigi Nieri, Vicesindaco di Roma, che ha fatto notare come le apparenti posizioni opposte (degli occupanti e dei non occupanti) dovevano ritenersi comunque entrambe soddisfatte perché la delibera approvata dal Consiglio Comunale assicura l’acquisizione dell’immobile riconfermandone la destinazione a teatro già stabilita in precedenza.
Luigi Nieri
Dopo altri interventi ha parlato anche Gianluca Peciola (capogruppo di SEL).
Gianluca Peciola
Nel prosieguo degli interventi degli occupanti, sia lui che Luigi Nieri sono stati fortemente attaccati da Omero che si è presentato a nome della RAM (Resistenza Abitativa Metropolitana) e che urlando al microfono ha fatto un discorso da antipolitica globale.
L’Assessore alla cultura Flavia Barca ha fatto sapere di essersi voluta incontrare di recente con tutti gli Assessori alla cultura dei 15 Municipi proprio per concordare un piano di azione che possa creare dei poli culturali in ogni Municipio ed ha evidenziato come il polo del IV Municipio non potrà che essere il teatro Gerini.
Flavia Barca
Sulla scia del clima un po’ più rasserenato determinato dal suo intervento, sono riuscito con molta difficoltà ad intervenire anch’io, presentandomi come responsabile di una associazione ambientalista che è portatrice di interessi diffusi e che per difendere all’epoca il Gerini mi sono beccato una querela per diffamazione dall’allora Soprintendente Federica Galloni (oggi a capo della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio) perché mi sono permesso di scrivere – dopo che aveva rinunciato ad imporre il vincolo storico-monumentale sul complesso Gerini – che, anziché curare gli interessi pubblici, aveva curato maggiormente gli interessi privati.
Rodolfo Bosi
Ho quindi integrato l’informazione generale fornita dall’amico Paolo Cartasso, facendo sapere che grazie alle “trattative” intercorse con il progettista, l’arch. Siro Cinti, eravamo riusciti a strappare l’impegno di salvare dalla demolizione almeno il teatro e di ricavare dalle sue pertinenze uno spazio da destinare a “Casa del Municipio” per dare ai suoi cittadini uno spazio attrezzato (quanto meno con un computer) di ritrovo e di aggregazione: a tal ultimo riguardo ho ricordato che la “Casa del Municipio” è espressamente prevista dal “Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana” che nel 2006 siamo riusciti a far approvare dal Consiglio Comunale con Deliberazione n. 57 del 2 marzo 2006.
Ho anche ricordato volutamente come a quegli incontri si fosse infilato anche il Circolo Culturale “Pandemonium” per discutere anche di una possibile futura gestione del teatro, con la evidente finalità di acquisirsi anche un eventuale diritto di “prelazione”: l’episodio mi è servito per far presente, con un appropriato confronto, come anche ora fra gli occupanti c’è chi potrebbe pensare o quanto meno sperare di essersi assicurato in tal modo una qualche “priorità”, che democraticamente non ci può essere ad ogni modo, se non altro perché il suo “diritto” ad occupare deve essere pari al diritto di chiunque altro volesse fare altrettanto, senza dover subire nessun regime di monopolio e nessun sopruso.
Ho ricordato soprattutto a tutti gli occupanti presenti quel giorno, ed in particolare a “Francesca” che all’epoca si era tanto battuta con me per salvare il teatro e che con mio sommo stupore me la ritrovavo ora in testa agli occupanti proprio nel momento in cui dell’immobile è stata deliberata l’acquisizione pubblica, di avere dedicato all’occupazione un articolo sul sito www.vasroma.it da me curato: ho quindi fatto presente in quell’articolo lo slogan da loro utilizzato di un teatro occupato in quanto “bene comune”, quando invece tale in questo momento non è, ed ho messo in grande evidenza che stanno impedendo di farlo diventare tale proprio con l’occupazione.
Restando alla finalità di quella assemblea pubblica che era quella di portare idee e fare proposte concrete, ho fatto presente che le fasi da percorrere a mio giudizio sono le seguenti tre:
1 – liberare il teatro dall’occupazione per consentirne l’acquisizione pubblica che non avviene con il semplice verbale di consegna al Comune dell’immobile, ma si concretizza effettivamente con la sua registrazione al Catasto come patrimonio del Comune;
2 – trovare i fondi necessari per finanziare il restauro del teatro e la sua messa a norma;
3 – affidarne la gestione.
A tal ultimo riguardo ho fatto presente i rischi del dispositivo della delibera n. 72/2013 che stabilisce troppo genericamente che “l’individuazione del soggetto gestore e della programmazione culturale dovrà avvenire ad opera del Dipartimento Cultura tramite il ricorso a procedure selettive ad evidenza pubblica ai sensi della vigente normativa in materia.”
Il rischio da cui ci si deve guardare starebbe nell’assegnare con lo steso bando di gara anche la sistemazione del teatro e nella sua conseguente “ristrutturazione” di tipo speculativo che ne altererebbe la sua attuale conformazione con modifiche inaccettabili.
Ho dovuto infine far presente che in diversi interventi precedenti era stato fatto un “minestrone” mettendo assieme due cose ben diverse tra loro quali sono il teatro da una parte e l’area contigua dall’altra di proprietà della S.p.A. “Amplired” che si può anche far diventare “verde”, ma non con un semplice “erba voglio”, bensì con una strategia che possa trasformare concretamente il sogno in realtà.
Fra gli interventi che mi sono succeduti c’è stato quello di Paolo Pettinato, che nel 2007 ha fatto parte del Comitato “Salviamo il Gerini” e che ora è fra gli occupanti al pari di Francesca.
Scandendo bene le parole ha avanzato la proposta di liberare il teatro dall’occupazione, in cambio però di precise garanzie del diritto di tutti gli occupanti a vario titolo di poter partecipare al tavolo di concertazione futura e di fare comunque parte soprattutto del Comitato dei Garanti.
Paolo Pettinato
La sua proposta è stata ben accolta dal Presidente del IV Municipio Emiliano Sciascia, che si è riservato volutamente di parlare da buon ultimo e che si è dichiarato disponibile ad attivarsi perché si arrivi quanto prima ad assicurare la tutela del teatro ed a far sì che diventi quanto prima un polo culturale non solo per il IV Municipio, ma anche per la città di Roma.
Emiliano Sciascia
Tutto sommato l’assemblea pubblica, da male che era partita, si è chiusa con una assunzione di responsabilità da parte di Paolo Pettinato che non può che essere apprezzata e che si spera che sia condivisa anche da tutti gli altri occupanti, diversi dei quali mi hanno invitato ad andare a visitare con loro il teatro occupato.
Ho avuto così modo di intrattenermi con diversi di loro fino alle 22,00 intavolando una discussione che si è conclusa con l’impegno di restare in contatto per continuare insieme un percorso che possa essere il più largamente condiviso.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
Facciamo un po’ di luce sul Gerini…
Primo
Paolo Cartasso non si è mai preoccupato del Gerini, ma di ciò che il teatro possa portare alla sua realtà, in caso contrario sarebbe inspiegabile il suo comportamento irascibile verso l’occupazione e la restituzione del’area .
Secondo
l’onorevole Morassutta avrebbe molte cose da dire in merito, accettando le sue responsabilità sulla demolizione dell’area e facendo azioni che pongano rimedi ai suoi precedenti comportamenti
Terzo
La signora Pilar dovrebbe dire per quale motivo pretende di fare i suoi spettacoli al Gerini visto che partecipa solo per dare ordini ai disperati del teatro portando solo scompiglio e aggravio di problemi, all’economia già povera degli occupanti e alla loro vita sociale
Quarto
Il signori che hanno partecipato alla precedente occupazione, dovrebbero stare lontani dal teatro che loro stessi hanno distrutto con il precedente comportamento e l’accordo firmato con la società demolitrice e non cercare di riproporre lo stesso schema
Voglio inoltre ribadire inoltre, che un centro culturale deve avere al suo interno le maestranze adatte per sviluppare cultura, e delle regole di convivenza civile che pongono sempre la cultura al centro delle attività dello spazio occupato
Luigi Nieri, Gianluca Peciola, Flavia Barca, e in testa Emiliano Sciascia e tutti i politici dovrebbero spiegare il perché hanno permesso e accettato che l’aria del Gerini, inaccettabile sia per sicurezza e igiene ( vedi condizione ambientale e amianto diffuso con discarica a cielo aperto) sia ancora non bonificata, e oltre dovrebbero intervenire presentandosi contro l’ampired come parte civile per tutto quello che la società ha fatto ai danni del quartiere e dei cittadini a cui a sottratto a una donazione fatta dalla contessa. Detto questo non si capisce perché i cittadini debbano avere solo parte dell’area in questione, non si capisce perche, e per quali interessi dovrebbero ricevere in regalo il teatro che rappresenta solo una parte di ciò che gli è stato sottratto.
Se chiarezza si deve fare, caro sig. Guglielmo, facciamola allora del tutto ma con le carte alla mano e non con affermazioni da slogan (che ho purtroppo già sentito nel corso dell’assemblea pubblica) su presunti diritti della cittadinanza di poter tornare indietro come i gamberi e di riavere quello che invece ormai non si può più (e non era peraltro nemmeno pubblico del tutto), ottenendo in cambio di non avere un bel niente nemmeno per il futuro.
1° punto da chiarire: a ricordo di sua madre Teresa l’11 aprile del 1952 il Marchese Alessandro Gerini ha donato il terreno ai Salesiani affinché costruissero un’opera che avesse finalità di indirizzo socio-culturale, come poi è stato ed in parte è tutt’oggi: ma il 24 novembre 2003 i Salesiani hanno venduto la metà della loro proprietà donata (chiamata “Gerini sud”) alla S.p.A. Amplired per consentirle di sfruttare l’edificabilità derivante dal nuovo P.R.G. adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 33 del 19-20 marzo 2003, che destina l’area dell’istituto Gerini a “Servizi Privati” (e non pubblici, come lei vorrebbe far credere a chi è ignorante della materia urbanistica).
Forse lei non sa (o peggio ancora fa finta di non sapere) che il 18 settembre del 2003 a presentare il progetto redatto dall’arch. Siro Cinti di demolizione e ricostruzione per far posto a ben 5 centri commerciali sull’area ancora non venduta è stato lo stesso istituito salesiano.
Forse lei non sa nemmeno che la famiglia Gerini nel 2003 ha promosso una causa civile contro l’Istituto Salesiano, accusandolo di non avere rispettato le finalità etiche e sociali della donazione fatta l’11 aprile 1952 ed avanzando il diritto di incamerare gli introiti della vendita, che non le è stato però riconosciuto dal Tribunale.
Lei non può quindi aizzare la gente su falsi presupposti, affermando che i cittadini “dovrebbero intervenire presentandosi contro l’ampired come parte civile per tutto quello che la società ha fatto ai danni del quartiere e dei cittadini a cui a sottratto a una donazione fatta dalla contessa” (era marchesa e non ha donato nulla, visto che è morta ed a donare è stato il figlio Alessandro): se si potesse quindi andare indietro come i gamberi e considerare carta straccia tutti gli atti che sono intercorsi nel frattempo, con il suo ragionamento i cittadini dovrebbero fare causa ai Salesiani.
2° punto da chiarire: il 3 agosto del 2007 tra l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma On. Roberto Morassut, l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma On. Giancarlo D’Alessandro, il Presidente dell’allora V Municipio On. Ivano Caradonna, il rappresentante della “Amplired” S.p.A. Ing. Alessandro Paglia e tre rappresentanti del Comitato “Salviamo il Gerini” è stato effettivamente sottoscritto un Protocollo d’Intesa in base al quale si autorizzava a distruggere tutto per avere in cambio una struttura polifunzionale (teatro/auditorium) di 350/400 posti per una superficie di mq. 900, ma a scomputo degli oneri concessori di urbanizzazione.
Fra gli occupanti di ieri, oltre agli aderenti al Comitato della Cacciarella, c’era anche il sig. Paolo Pettinato che è fra gli occupanti di oggi, assieme a lei.
3° punto da chiarire: a stabilire che ed in quale modo “un centro culturale deve avere al suo interno le maestranze adatte per sviluppare cultura, e delle regole di convivenza civile che pongono sempre la cultura al centro delle attività dello spazio occupato” non può essere di certo lei, ma caso mai sempre la pubblica amministrazione, beninteso sotto l’occhio vigile dei cittadini del quartiere.
A tal riguardo lei lascia capire che non c’è una completa armonia fra voi che vi arrogate il diritto di “occupare” un “bene” che “comune” ancora non è, perché ne state impedendo l’acquisizione da parte del Comune e la conseguente trasformazione in un polo culturale di fatto e non di nome.
Ultimo punto da chiarire: la smetta di guardarsi indietro e contribuisca a fare del Gerini un vero centro culturale per tutti e non un monopolio illecito di uno sparuto gruppo di occupanti, di cui va riconosciuta la spinta che hanno dato per portare alla ribalta il problema del Gerini rispetto a cui bisogna ora andare avanti.
Specifichiamo: il mio risiedere a Trevignano al momento è dovuto all’ennesimo sfratto da Roma per speculazione; sono una lavoratrice dello spettacolo alternativa che lotta contro lobby e lobbine da sempre, ti è sfuggito il mio ricordare che poco più che adolescente partecipavo con Pasolini e altri al decentramento culturale in periferia;grazie per aver sminuito il mio intervento a favore dell’occupazione con un ‘infuocato da attrice caratterista’( sei di quelli che Dario Fo definerebbe ‘quelli che noi attori ci seppelivano fuori dai cimiteri’);sei in malafede tanto quanto il gglm ; io insegno non impongo, i miei allievi che adesso sono sindaci, professionisti , nulla, fans…lo sanno.Qui mi sono imbattuta in una scorza maschilista, egotistica, instupidita dall’assenza di cultura che mi ha fatto capire come mai Pasolini è stato così ferocemente ammazzato. Incarta e porta a casa,come direbbe la romana in me quando tu non eri manco nato.
Il Sig. Guglielmo conferma “le teste di legno fan sempre del chiasso e confermano la Loro ignoranza…..
non so se tu caro paolo sei una testa di legno? ma se lo sei x chi lavori? …..perche ancora non hai fatto le denunce ?
e non voglio continuare, ma non si fa cultura se non ci sono i presupposti e le persone che ci credono.
incarta e porta a casa si commenta da sola ……. una volta ho discusso e partecipato con Dio …….. ma non sono diventato lui…..
in quanto a lei signore dell’associazione Vas è ottima la maschera da ecologista curatore dell’armonia dell’universo ma purtroppo non funzione e mostra chiaramente un viso diverso oserei dire speculativo coinvolto in quello che stiamo discutendo in maniera economica.
ce li porti i suoi incartamenti così almeno ci si diverte un po ….. il documento originale di donazione parla di utilizzo a scopi sociali cioè per la gente e in caso di volere smettere il bene doveva tornare ai cittadini (comune di roma ) e non voglio essere io a insegnare a nessuno che una donazione a cui si da una destinazione non può essere cambiata senza commettere un illecito sanzionabile dalla legge ……. ma credo che lei sia molto coinvolto nella cosa e che mi dice della demolizione edifici protetti dal ministero beni culturali e ancora cosa dice alla gente della demolizione degli stessi con l’eternit sopra e della inondazione degli operai e del quartiere delle polveri d’amianto ….. infine cosa dice alla gente della discarica a cielo aperto ( con presenza d’amianto e varie) e dei mille pericoli che l’area presenta …….. non è per caso che lei è coinvolto in maniera a me sconosciuta con la società e con tutti gli illeciti commessi in quel territorio …………… finisco se c’è qualcosa di illegale in italia non sono le persone che occupano uno spazio per fare cultura e dare dignità alla gente ma le persone come lei che cercano di alimentare speculazioni edilizie cercando nelle bugie delle caramelle da dare agli ingenui che ancora credono che gli asini volano ….( e per questo che non prendo gli arsi ….. e lei?)
aerei ….chiedo scusa per l’ortografia ma credo che il concetto si capisca
@Guglielmo – Il “signore dell’associazione VAS”, che le sta ora replicando risponde al nome e cognome di Rodolfo Bosi, che a differenza sua ha partecipato all’assemblea pubblica del 28 febbraio scorso, facendone oggetto di un articolo che fosse il più obiettivo possibile, pubblicato su questo sito dove può trovare quelli che lei chiama i “miei incartamenti”, su cui a lei piace fare una dietrologia sterile che serve solo a distogliere lo sguardo sul migliore futuro che deve invece spettare al teatro Gerini e per il quale siamo tutti chiamati a portare il proprio contributo.
Prima di aprire bocca senza azionare il cervello, mettendosi a sentenziare da perfetto ignorante (nel senso non offensivo che non sa) della “demolizione edifici protetti dal ministero beni culturali”, avrebbe dovuto andarsi a leggere i miei incartamenti per scoprire che mi sono beccato una querela per diffamazione perché mi sono permesso di scrivere che l’allora Soprintendente arch. Federica Galloni ha curato maggiormente gli interessi privati, anziché quelli pubblici, proprio per il fatto che il vincolo monumentale promesso non l’ha poi fatto imporre favorendo così la demolizione totale.
Quanto alla “demolizione degli stessi con l’eternit sopra e della inondazione degli operai e del quartiere delle polveri d’amianto ….. infine cosa dice alla gente della discarica a cielo aperto ( con presenza d’amianto e varie) e dei mille pericoli che l’area presenta”, mi rifiuto di risponderle non solo perché non c’entrano per niente con il domani del teatro Gerini che è e deve restare l’oggetto di un confronto sereno e costruttivo fatto anche tramite i commenti su questo mio sito che è anche blog, ma perché tradiscono una sua chiara provocazione che è arrivata al punto di accusarmi di essere “coinvolto in maniera a me sconosciuta con la società e con tutti gli illeciti commessi in quel territorio”.
Ma come si permette? Ma chi si crede di essere per sputare veleno addosso alle persone nela presunzione e nella arroganza di poterlo fare per giunta impunemente?
Dal momento che dal suo indirizzo di posta elettronica so quale è il suo cognome che non vuole far conoscere e su cui mi sono state date informazioni secondo le quali lei ha fatto parte degli occupanti che sono stati per giunta cacciati dal teatro Gerini, rimanendo quel cane sciolto che è, le faccio sapere fin d’ora che non le permetterò più di sfruttare questo mio blog per insultare tutto e tutti, buttandola come si dice a Roma in caciara, senza portare in questo modo nessun contributo utile alla causa: lo faccio nel suo stesso interesse, anche per evitarle di prendersi una querela per diffamazione non solo da parte mia.
D’ora in poi quel che ha da dire lo vada a dire in faccia alla persona di turno che ha deciso di prendere di mira, senza più nascondersi dietro il suo solo nome comodamente seduto davanti ad un computer.
Grazie
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
“aprire bocca senza azionare il cervello”, e di per se offensivo anche se la posso capire, ma non riesco a capire come mai tutti cercate di aggiustare le cose con il fine di sputare migliaia di tonnellate di cemento in quell’area …….. le comunico inoltre che il suo informatore lo ha male informato quelli che sono usciti dal gerini me compreso non sono stati cacciati ma bensi si sono allontanati momentaneamente x motivi che non le sto a spiegare. L’unica cosa che rimane chiara ed evidente che a monte di una cosa illecita, fatta da chi?, e da come? Non si sa ed e tutto da stabilire, nessuno cerca di punire i colpevoli e il ripristino della stessa x il quartiere ma puntiamo verso la peggiore delle soluzione (cementificazione e distruzione della stessa) comunque forse a lei non interessa l’amianto e la polverizzazione nella demolizione e forse non gli interessa la discarica a cielo aperto, ma questo lo dovrebbe dire agli abitanti della zona, e ribadisco che normalmente quando scrivo non insulto nessuno per cui si risparmi le sue ipotetiche minacce di querela, la gente che si sente tale si insulta da sola e x motivi a me sconosciuti
fra l’altro io mi chiamo Guglielmo Pinsone e non faccio l’architetto e tantomeno non faccio il finto ecologista.
Se lo pubblica o meno a me non interessa ho capito perfettamente come funziona la cosa .
Caro Pinsone,
“aprire bocca senza azionare il cervello” non è affatto uguale ad accusarmi come fa lei di essere corrotto o di stare comunque a “curare” gli interessi della Amplired: non è ad ogni modo offensivo nel suo caso visto che è un dato oggettivo che lei si rifiuta di riconoscere, comportandosi come il peggior sordo che non vuol sentire.
Lo continua a dimostrare anche in questa sua patetica replica, accusandomi nuovamente di fregarmene del problema amianto, dimostrando per l’appunto non solo di non aver capito un tubo di ciò che le ho scritto, ma di non sapere nemmeno che fra le campagne nazionali promosse dalla associazione VAS addirittura dal giugno del 1999 c’è proprio “Bastamianto” di cui può toccare con mano (da malfidato qual è) la rispondenza al vero visitando il sito nazionale http://www.vasonlus.it alla pagina http://vasonlus.it/?page_id=2605.
La prossima volta, se ci sarà, impari a stare zitto o a ragionare prima sulle cavolate che spara !
Avanzi soprattutto delle proposte concrete e praticabili e non dei proclami strampalati da “erba voglio” che servono solo che a far perdere tempo e soprattutto a fare confusione, lasciando capire che a lei del teatro Gerini in fondo in fondo non interessa più di tanto, visto che ora la sua attenzione morbosa è quella di punire dei presunti colpevoli a cui bisogna “espropriare” l’area che appartiene ad essi nell’interesse del quartiere, come se bastasse proclamarlo per ottenerlo immediatamente !
Visto che l’hanno cacciato fuori dal teatro, vada ad occupare l’area che la Amplired ha reso libera con la demolizione delle strutture dell’Istituto Gerini, sostenendo ai quattro venti che lei la pretende dimostrando però con fatti e con documenti concreti perché spetta al quartiere: per farle capire qual è il problema che lei solleva ed evitarle di rispondermi a pera, la invito ad andarsi ad informare sulla battaglia di tipo simile che ho fatto a nome di VAS sempre contro Morassut per cercare di salvare il cosiddetto “parco delle acacie” in via di Pietralata, dove il Comune di Roma ha spostato a favore del costruttore Parnasi le cubature previste dalla compensazione urbanistica di “monte Arsiccio” dentro la riserva naturale regionale dell’Insugherata.
la risposta e eloquente signor onesto ecologista cittadino…
Caro signor Guglielmo le vorrei ricordare che LEI STESSO è stato uno dei primi occupanti del Cine Teatro Gerini e che all’inizi di quest’occupazione non si faceva problemi per l’amianto. Non le sembra ipocrita tutto questo ? Le voglio anche ricordare ( tramite voci esterne E NON SONO POCHE )che lei ha privatizzato uno spazio comune CAMBIANDO LA SERRATURA DEL CANCELLO D’INGRESSO ! Di cosa vuole ancora parlare ? Le sue parole sono una chiarissima provocazione al fine di non FARE LUCE SUL GERINI come lei ha scritto, ma solo di distogliere l’attenzione sulle vere problematiche del teatro !
Grazie
UN COMUNE CITTADINO
caro comune cittadino ( scusa ma la cosa mi fa un po ridere) l’amianto è stato il primo problema che ho affrontato e messo in discussione e non c’è nessuna ipocrisia in merito, in quanto alla serratura di cui lei parla e stata messa al fine di garantire sicurezza per lasciare fuori droga e alcol e ladri dal gerini e il cancello era aperto a tutti compreso lei caro cittadino (rido ancora ma me lo conceda) e le voglio anche rammentare che la mia serratura è ancora in funzione al teatro e magari lei ne h anche una chiave….. non cercate di distogliere voi l’attenzione sul vero motivo della discussione e x chi ne ha bisogno usi le cliniche convenzionate il teatro dovrebbe essere un posto di cultura e non sarà tale fino a quando la Cultura non entrerà nel suo interno….. grazie a te
Che benefattore….
Buona sera
nessuno si chiede come Amplired ha avuto l’area?
Semplice: l’ha comprata da chi ne aveva la proprietà.
Il teatro, è già la cultura… a parole sono tutti a favore ma poi chi ci va ad acculturarsi? Tranne che per la “prima” ovviamente…
Ma specialmente chi paga?
A mettere a posto il teatro ci vogliono milioni, e quanta gente ci andrà poi affettivamente?
Non c’è margine, tra quello che si vorrebbe fare e quello che si può fare e se bisogna scegliere tra l’edilizia scolastica, sanitaria, sicurezza, infrastrutture varie, stipendi e pensioni; beh, di questo e altri teatri non v’è traccia.
Ci sono centiania, anzi migliaia di monumenti, di interventi per la difesa del territorio, di bonifiche ambientali che attendono di essere considerati, ma i soldi sono sempre di meno. E infatti, l’Italia crolla, e se crolla una montagna o l’acqua è avvelenata…la gente muore… Amen
Mi scuso di aver espresso, solo per brevità, che il moderatore non sapesse la “genesi” della vicenda, ovviamente non poteva essere… ben dimostra di saperlo infatti, il mio riferimento era per gli altri, o per lo meno per quelli che dimostravano di non saperlo.
Al moderatore faccio i miei più vivi apprezzamenti per la sua preparazione, ce ne fossero di persone così, l’Italia sarebbe un posto migliore.
Saluti, Carlo.