Articolo di Alessandro Cori pubblicato il 3 gennaio 2015 sulla cronaca di Bologna del quotidiano “La Repubblica”.
Blocca un mega-progetto edilizio e per lei, giovanissima sindaco Pd di un paese alle porte di Bologna, comincia un calvario.
Pressioni di ogni tipo, una pioggia di sms, telefonate e mail di compagni di partito ed esponenti delle coop che vedono sfumare la costruzione di centinaia di appartamenti.
Fino alla minaccia raccolta da un dipendente comunale al quale un ex consulente del comune sibila: «Ma che cosa intende fare, questa? Vuole passare un guaio? Vuole che le capiti qualcosa?».
Troppo per Isabella Conti, 32 anni, avvocato, da pochi mesi primo cittadino di San Lazzaro, che corre dai carabinieri e denunciare l’accaduto, anche a costo di creare un caso politico e giudiziario.
Isabella Conti
E infatti la procura della Repubblica di Bologna ha immediatamente aperto un’inchiesta.
Tutto nasce da un provvedimento urbanistico del paese dell’hinterland bolognese.
Un insediamento da 582 alloggi, più una scuola e un centro sportivo, al centro di polemiche violente da quasi un decennio.
Il progetto, da sempre osteggiato dagli ambientalisti e dai comitati cittadini, era stato varato dalla giunta precedente, targata sempre Pd.
Ma nel novembre scorso la giovane sindaco Conti ne decreta lo stop con una delibera che avvia la decadenza del Poc (Piano operativo comunale).
Uno strappo già annunciato dalla Conti in campagna elettorale, prima della sua elezione nel maggio 2014.
L’occasione le si presenta quando, in seguito al fallimento della Cesi, una coop rossa che insieme alla Coop Costruzioni e altre due aziende, doveva realizzare l’opera, al Comune non viene presentata una fideiussione da parte della cordata vincente.
E la Conti coglie il pretesto e ferma tutto anche se le aziende annunciano di essere pronte a fare causa al Comune per 20 milioni di euro.
È in questo clima che cominciano le pressioni tramite sms e posta elettronica.
Al vaglio degli inquirenti ci sono alcuni messaggi spediti da politici e imprenditori per convincerla a fare la “scelta giusta” e tornare sui suoi passi.
Pressioni politiche, fin qui.
Messaggi per consigliarle di valutare la sua decisione, per evitare eventuali problemi politici e azioni di risarcimento danni.
Ma a un certo punto, a metà dicembre, all’orecchio del sindaco arriva altro.
Un dipendente comunale le riferisce le frasi minacciose di un consulente del Comune, un professionista vicino al partito democratico.
«Ma cosa intende fare questa? Vuole passare un guaio?», parole che Isabella Conti riferisce immediatamente ai carabinieri e che gli inquirenti, il procuratore aggiunto Valter Giovannini e la pm Rossella Poggioli, non prendono certo sottogamba.
L’inchiesta è appena partita nella massima riservatezza.
Ma tutto il mondo politico, dal Pd ai grillini al Forza Italia, esprime solidarietà alla Conti.
E così i vertici di Legacoop. «Sono molto dispiaciuta — ha detto la presidente Rita Ghedini, ex senatrice — spero che non sia niente di rilevante. Quella di cui si parla è un’operazione di rilievo economico e speravo che rimanesse tale».
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(Da “Il Resto del Carlino” del 3 gennaio 2015)
…. Isabella Conti e la sua giunta hanno ereditato il progetto di Idice dalla passata amministrazione.
In merito alla decisione di bloccarlo, il sindaco dice: «La mia generazione non ha raccolto buoni frutti a causa di scelte miopi del passato. Bisogna cominciare a cambiare il mondo partendo da noi stessi e soprattutto dal rispetto verso la giustizia, la verità e le istituzioni».
Che ora, ma a microfoni accesi, le esprimono tutte solidarietà.
LA TELEFONATA DI RENZI
Nel frattempo il presidente del consiglio Matteo Renzi ha sentito in mattinata il sindaco di San Lazzaro.
«Ho chiamato Isabella Conti, la sindaco di San Lazzaro. Il pdnetwork è al suo fianco a testa alta e senza paura».
Ha scritto su Twitter il premier.
Non si è trattato solo di una telefonata per esprimere solidarietà e vicinanza per le pressioni e le frasi minacciose ricevute.
Quando oggi Renzi, verso le 12.30, ha chiamato personalmente la Conti, ha voluto farsi spiegare bene i motivi che hanno spinto il primo cittadino del Comune alle porte di Bologna a rivolgersi ai Carabinieri per i ‘messaggi’ ricevuti dopo la decisione di bloccare un progetto di sviluppo urbanistico a Idice.
Poi Conti è stata un’ora a colloquio con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, anche lui molto interessato a capire cosa sta succedendo.
La telefonata di Renzi, spiega Conti parlando alla ‘Dire’, “mi ha fatto un immenso piacere, soprattutto perché ho sentito il segretario del mio partito e presidente del Consiglio interessato a capire e comprendere anche una realtà piccola come può essere la nostra. C’era davvero, da parte sua, la sincera volontà di comprendere la realtà e le difficoltà del nostro territorio“.
Quindi con Renzi siete anche scesi nel ‘dettaglio’?
Conti risponde di averlo informato in maniera puntuale e che proprio questo interessamento del segretario del Pd e premier è stato, assieme alla “assoluta solidarietà che mi ha espresso“, di “grande conforto perché questa sua attenzione esprime molto di più di quanto uno potrebbe aspettarsi dal segretario del suo partito e dal presidente del Consiglio“.
Per Conti è un segnale importante e forte anche e soprattutto per i tanti “giovani amministratori che lottano nei loro territori e che spesso si sentono un po’ soli“.
Anche Bonaccini, prosegue, ha voluto “approfondire e comprendere le dinamiche con una sensibilità veramente encomiabile, da amministratore prima che da politico“.
Se i vertici del Pd si sono stretti attorno a Conti, al tempo stesso, però, da ambienti del suo partito sarebbero arrivati anche messaggi non ‘teneri’ con la sua decisione.
Diventerà materia per la commissione dei garanti del partito?
“La situazione è molto delicata, di questo preferisco non parlare“, replica il sindaco.
Che poi spiega: “Cerchiamo di inquadrare bene la situazione. Qui non siamo a Reggio Calabria e se ho ritenuto di dover informare i Carabinieri è perché avevo il timore che le sollecitazioni che mi sono state rivolte potessero arrivare anche a chi deve prendere decisioni serene, informate, coscienti e responsabili, cioè il Consiglio comunale“.
Dunque, prima ancora che per timore della sua incolumità, “ho voluto evitare che si intralciassero e condizionassero i lavori del Consiglio comunale” che ora, partendo dalle commissioni, istruirà le pratiche che rivedono l’intervento urbanistico a Idice.
Proprio oggi pero’ l’Udc rinfaccia a Conti di ‘ribellarsi’ ora alla cosiddetta ‘colata di cemento’ dopo che per “dieci anni in Consiglio comunale mai una volta ha disobbedito ai comandi del partito e del sindaco (l’ex primo cittadino Marco Macciantelli, ndr) su questo affaire, senza mai esprimere il benchè minimo dissenso“.
Conti ribatte ferma: “le cose non stanno affatto così. Io votai un Piano operativo comunale, il Poc, che ruguardava il teatro, il gattile, le isole ecologiche, via Canova e anche l’intervento a Idice, ma non nella sua definizione più specifica che è arrivata con il ‘Puà adottato e approvato dalla giunta in cui io non ero“.
Dunque, “chi dice certe cose dovrebbe avere la serietà e la responsabilità di informarsi bene prima di fare certe affermazioni; chi dice certe cose fa il gioco di quelli che non vogliono che le cose cambino in meglio“, conclude Conti.
L’ESPOSTO
Nel fascicolo della Procura di Bologna, per il momento senza indagati né ipotesi di reato, è confluito anche un esposto dei cittadini di San Lazzaro, presentato ai magistrati circa un anno e mezzo fa.
La denuncia riguarda le anomalie della compravendita dei terreni destinati al progetto per la costruzione dei 582 appartamenti nella frazione agricola di Idice, lo stesso progetto fermato dal sindaco Conti.
Nell’esposto dei cittadini si chiedeva di far chiarezza sull’acquisto dei terreni dove doveva sorgere la cittadella, avvenuto a un prezzo di gran lunga superiore a quello di mercato.
La transazione, avvenuta a fine 2007, è di poco precedente alla delibera del consiglio comunale che ha trasformato i terreni da agricoli a edificabili.
La prossima settimana intanto inizieranno ad essere sentiti i numerosi protagonisti della vicenda che ha coinvolto il sindaco Conti.
I magistrati (Pm Rossella Poggioli e procuratore aggiunto Valter Giovannini) ascolteranno il primo cittadino, il professionista considerato vicino al Pd che avrebbe riferito le frasi velatamente minacciose nei confronti del sindaco, e la dipendente comunale che avrebbe riportato le frasi a Conti.
Verranno ascoltate dai magistrati anche le cooperative che dovevano realizzare l’insediamento.