Su questo stesso sito il 28 agosto 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Orsa Daniza: suo malgrado, è diventata una notizia di questo agosto e un problema” (https://www.rodolfobosi.it/orsa-daniza-suo-malgrado-e-diventata-una-notizia-di-questo-agosto-e-un-problema/#more-9390).
Il “problema” è stato risolto stamattina nel peggiore dei modi con la morte dell’Orsa Daniza, di cui riportiamo di seguito l’Articolo di Piera Matteucci che ne parla e che è stato pubblicato oggi 11 settembre 2014 sul sito htpp://www.repubblica.it/ambiente (http://www.repubblica.it/ambiente/2014/09/11/news/morta_l_orsa_daniza_non_sopravvive_alla_cattura-95490478/#gallery-slider=94094478).
TRENTO – È sfuggita alle trappole per quasi un mese.
Poi, quando come ultima possibilità di catturarla è stata effettuata l’anestesia a distanza, Daniza non ha retto al farmaco.
L’orsa, che a Ferragosto aveva ferito un uomo nei boschi di Pinzolo, in Trentino, è morta la notte scorsa.
Con lei è stato preso, dopo essere stato narcotizzato, anche uno dei suoi due cuccioli che è stato ‘targato’ e poi rimesso in libertà.
Negli ultimi giorni, probabilmente per necessità alimentari legate all’approssimarsi del periodo del letargo, Daniza aveva fatto diverse incursioni in zone antropizzate, uccidendo tre pecore in una stalla della Val di Borzago, altre pecore a Caderzone Terme e una capra a Bocenago.
Immediate le reazioni alla notizia: insorgono gli ambientalisti, ma critiche arrivano da più parti del mondo politico.
Anestesia: tecnica collaudata, ma margine di rischio
A rendere necessario l’utilizzo del narcotico, secondo fonti del ministero, è stato il fatto che i tentativi messi in atto nei giorni scorsi con le trappole, più sicure e che avrebbero consentito di catturare contemporaneamente anche i due piccoli, non hanno sortito effetti.
L’orsa non è mai entrata nei grandi tubi con l’esca e la chiusura a ghigliottina posizionati nelle zone che l’animale frequentava.
Quindi si è optato per l’anestesia a distanza con un farmaco utilizzato spesso e collaudato.
Esiste, però, in questo caso un margine di rischio, legato sia all’età che alle condizioni fisiche dell’animale.
Sarà l’autopsia, già prevista in giornata, a rivelare cosa ha determinato la morte.Cuccioli monitorati.
Non dovrebbero esserci grandi problemi, secondo i tecnici del ministero, per i due cuccioli: a 6/7 mesi di vita, pesano circa 30 chili, sono svezzati e autosufficienti.
Uno dei piccoli è stato catturato insieme alla mamma, sempre con l’anestetico: gli è stata posizionata una targa auricolare con un chip che consentirà di monitorarne costantemente gli spostamenti e le condizioni.
A questa età, i cuccioli difficilmente si separano.
Quindi, probabilmente in tempi brevi, si tenterà di catturare anche l’altro per applicargli lo stesso tipo di auricolare.
L’ambiente in cui i due orsacchiotti vivono, affermano al ministero, non è abitato da predatori ed è ricco di cibo.
Qualora, però, si dovessero riscontrare difficoltà, gli organi competenti sono pronti a intervenire per assicurare le cure necessarie.
La nota ufficiale sulla ‘cattura’
Le informazioni sull’operazione di cattura sono state fornite in una nota dai toni burocratici della Provincia di Trento: “In ottemperanza all’ordinanza che prevedeva la cattura dell’orsa Daniza, dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L’intervento della squadra di cattura – prosegue la nota – ha consentito di addormentare l’orsa, che tuttavia non è sopravvissuta. È stato possibile catturare con la medesima modalità, per poi prontamente liberarlo, anche uno dei due cuccioli, che è stato dotato di marca auricolare per assicurarle il costante monitoraggio. A tal fine sul posto è già operativa la squadra d’emergenza“.
La Provincia conclude spiegando che dell’episodio sono stati informati il ministero dell’Ambiente, l’ISPRA e l’Autorità giudiziaria.
Galletti chiede chiarimenti a Provincia Trento
“Davvero una brutta notizia“.
Così il ministro dell’Ambiente ha commentato la morte dell’orso: “Abbiamo già inviato alla Provincia di Trento la richiesta di una relazione sull’accaduto per chiarire la dinamica dei fatti e chiedendo misure affinché episodi come questo non si ripetano più“, spiega Galletti, che si dice molto preoccupato per la sorte dei due piccoli.
Gian Luca Galletti
“Mi preme la sorte dei due cuccioli, uno dei quali non è stato ancora munito di radio collare – ha detto -. Vanno seguiti e protetti per garantirne il costante benessere e consentire loro di diventare adulti. Così come vanno adottate le migliori soluzioni per l’intera popolazione di orsi del Trentino, Veneto, Lombardia e Friuli. Facciamo in modo che quanto accaduto ci serva da insegnamento per il futuro“.
Inchiesta della Forestale
Il Corpo Forestale dello Stato, che ha tenuto a precisare che nessun appartenente del Corpo ha partecipato alle operazioni di cattura dell’orsa, ha aperto un’indagine, ipotizzando i reati di maltrattamento di animali e uccisione senza motivo reale.
Ad agosto, la Forestale aveva inviato lettere al ministero dell’Ambiente e al presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, esprimendo perplessità sull’iniziativa della Provincia di catturare e isolare in cattività in una struttura solo l’orsa, senza i propri cuccioli.
Ugo Rossi
Nel sottolineare che il comportamento assunto dall’orsa era probabilmente legato alla difesa dei cuccioli, la Forestale esprimeva preoccupazione per i piccoli: “Si teme che la sorte dei cuccioli dell’orsa – si legge nella lettera inviata al ministero – nati nell’anno, una volta privati dell’assistenza della madre nella ricerca del cibo, nella scelta dei luoghi di rifugio, negli itinerari da percorrere…sia minata da forti elementi di incertezza” nel caso di cattura della mamma…Si evidenzia la necessità di un’attenta valutazione di come, in tali circostanze, la cattura e la captivazione possano configurarsi come ipotesi di maltrattamento nei confronti dei cuccioli“.
Orauna squadra altamente specializzata in questo tipo di indagini è stata inviata dall’Ispettorato Generale su disposizione del Capo del Corpo per supportare l’attività investigativa dei reparti territoriali.
Cercatore di funghi aggredito: “Tante minacce su Internet”
Non vuole commentare la morte dell’orsa il cercatore di funghi aggredito ad agosto: “Sulla morte dell’orsa Daniza non voglio dire niente, dovete capire il mio stato d’animo, ormai da tempo ricevo continue minacce su Internet“, ha detto Daniele Maturi.
Daniele Maturi Carnera
È stato in seguito a questo episodio che la Provincia autonoma di Trento ha emanato un’ordinanza per la cattura di Daniza cui seguì la protesta di alcuni gruppi di animalisti sfociata in varie manifestazioni fra cui l’occupazione della sede della Provincia a Trento e un corteo a Pinzolo.
Nel corso di quest’ultima manifestazione si erano verificati momenti di tensione con un gruppo di abitanti favorevoli alla cattura dell’orso e solidali con il loro compaesano aggredito, accusato da alcuni animalisti di avere ingigantito l’episodio dell’incontro con l’orso.
Accuse che l’uomo ha sempre respinto difendendo la versione dei fatti subito fornita.
Polemiche e paure
La vicenda di Daniza, 19 anni, arrivata in Trentino nel 2000 nell’ambito di un progetto di ripopolazione dell’area, aveva suscitato un acceso il dibattito per tutta l’estate.
Molti cittadini anche sui social network avevano avviato una campagna per chiedere alle autorità locali che non fosse catturata.
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LA BUFERA POLITICA SCATENATA DALLA MORTE DELL’ORSA
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha sottolineato che “la morte di un orso, è sempre una sconfitta, a prescindere dalla responsabilità” e si è limitato come già detto a chiedere alla Provincia di Trento “una relazione sull’accaduto per chiarire la dinamica dei fatti“.
Chiede invece le dimissioni del presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi la deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla che accusa anche il ministro Galletti di negligenza.
Michela Vittoria Brambilla
“È finita nel peggiore dei modi, come temevano, dentro e fuori di questo Paese, tutti coloro che amano gli animali. Sull’ultimo atto della persecuzione contro l’orsa Daniza e i suoi cuccioli – afferma Brambilla – farà chiarezza la magistratura, ma fin d’ora è evidente quale giudizio politico meritino l’incompetenza, la rozzezza, la prepotenza e la crudeltà dell’amministrazione provinciale di Trento: le dimissioni del presidente Ugo Rossi sono il minimo sindacale in un caso come questo“.
“E non meno gravi – attacca l’ex ministro del Turismo – appaiono l’incapacità e la negligenza di cui ha dato prova il ministro Galletti nel valutare il caso, nonostante io stessa gli abbia prospettato, in due interrogazioni parlamentari, quali rischi comportava la strada intrapresa dalla Provincia autonoma di Trento“.
A chiedere le dimissioni del presidente della Provincia di Trento è anche il Movimento 5 Stelle che dal blog di Grillo lancia l’hashtag #GiustiziaPerDaniza. “Le hanno sparato una fiala di narcotico che l’ha uccisa – scrive il portavoce alla Camera, Riccardo Fraccaro – un’esecuzione in piena regola. Daniza è vittima della totale incapacità dell’amministrazione locale, che ha portato avanti una caccia selvaggia, immotivata e disumana. Il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, deve rispondere di questo blitz criminale: si dimetta immediatamente“.
Riccardo Fraccaro
E una stoccata dai 5 Stelle viene indirizzata anche a Galletti: “Ora, anche per tutelare i due cuccioli sopravvissuti al barbaro tentativo di cattura, chi ha causato questa tragedia deve farsi da parte. Daniza è morta a causa una politica scellerata. Presenterò subito un’interrogazione parlamentare al cosiddetto ministro dell’Ambiente per conoscere la reale dinamica dell’accaduto e chiedere che i responsabili paghino per il loro delitto. Vogliamo giustizia per Daniza!“, conclude Fraccaro.
Sdegno per l’uccisione dell’orsa arriva poi da PD e SEL.
La senatrice dem Laura Puppato , componente della commissione Ambiente, non è morbida: “Perché la Provincia di Trento ha agito in questo modo? Chi ha autorizzato questa operazione ad alto rischio, visto che l’orsa aveva 19 anni e la sua cattura avrebbe messo comunque a repentaglio la vita dei suoi piccoli? La fauna è proprietà indisponibile dello Stato e quindi i ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, per le competenze che hanno in questa vicenda, sono intervenuti preventivamente? E come intendono porsi adesso?“.
Laura Puppato
“A questo punto – chiede Puppato – Galletti e Martina devono venire in Parlamento a riferire, non accetteremo rimpalli di responsabilità, che sono già cominciati, né lacrime di coccodrillo.”
Di “decisione barbara” presa dalle istituzioni, parla anche la senatrice SEL Loredana De Petris: “È così che il Trentino usa la propria autonomia speciale, mancando di rispetto alla natura, all’ambiente e alla sua fauna che andrebbe solo protetta ?”
Loredana De Petris
Dure reazioni della Lega nord che chiede anch’essa le dimissioni immediate di Ugo Rossi.
«La morte di Daniza perché non avrebbe retto la dose di anestesia iniettata durante il tentativo di cattura, dimostra tutta l’incapacità gestionale del progetto Life Ursus da parte della Provincia Autonoma di Trento» – scrive in una nota la Lega Nord.
«Noi siamo stati i primi a chiedere la cattura dell’orso dopo l’aggressione di Pinzolo – continua la nota – oggi, dopo quasi un mese dall’incidente, l’orso viene ucciso a causa di una anestesia troppo pesante eseguita dal Corpo Forestale.
Da parte nostra siamo dispiaciuti della morte di Daniza, ma allo stesso tempo crediamo che le responsabilità per come si sono svolti tragicamente i fatti, vadano addossate ad una giunta provinciale che non è oggi in grado nemmeno di catturare un orso munito di radiocollare senza ucciderlo».
Durissime le critiche su Rossi: «Vista la gestione imbarazzante e la mancanza di professionalità dimostrata sin dall’inizio nel gestire le proprie competenze da parte della giunta provinciale, con tutte le ripercussioni negative che avrà il Trentino sotto il profilo dell’immagine e dell’impatto turistico per i prossimi anni, crediamo che il presidente Rossi debba rassegnare le dimissioni per incapacità e incompetenza manifesta».
“Con la morte dell’orsa Daniza lo schifo e la vergogna sono stati raggiunti“, ha detto il co-portavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli.
Angelo Bonelli
«Hanno ucciso una madre», così l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini commenta su Twitter la notizia dell’uccisione dell’orsa Daniza.
Franco Frattini
“Irresponsabili e del tutto incompetenti coloro che hanno sparato una dose mortale di anestetico. O forse era voluto?”, si interroga Frattini. “L’avevo detto: tra i due la bestia è l’uomo”, conclude.
LE ALTRE REAZIONI
I veterinari: “Anestesia troppo rischiosa”
La povera Daniza è deceduta dopo essere stata anestetizzata, una procedura che “è sempre rischiosa negli animali selvatici, per due ragioni: lo stress che può provocare e l’assenza di controlli preventivi che avvengono invece quando una persona, o anche un cane o un gatto domestico si sottopongono a un intervento che richiede la sedazione“.
Lo spiega Marco Melosi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI).
Marco Melosi
“I veterinari lo sanno bene – prosegue l’esperto – Questo tipo di anestesie sono sempre rischiose perché l’animale subisce uno stress importante, anche per lo ‘sparo’ dell’anestetico che è necessario effettuare per raggiungerlo (telenarcosi) e le complicanze che l’anestesia può comportare quando non è possibile eseguire test prima di agire: l’orsa potrebbe aver avuto un problema cardiaco o metabolico sottostante che era impossibile rilevare senza analisi accurate pre-anestesia. La dose di farmaco che si utilizza per addormentare gli animali selvatici è comunque standard e dipende dal peso del soggetto“.
La Protezione animali: “Si dimetta Galletti”
L’ENPA, ancora, definisce la morte del plantigrado un “animalicidio” e chiede le dimissioni del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.
“Ciò che è accaduto all’orsa Daniza non è un incidente né un fatto casuale: è un animalicidio in pieno regola. Nei giorni e nelle settimane passata avevamo più volte chiesto di lasciare in pace l’animale, arrivando a diffidare le autorità locali: questo è il risultato della caccia alle streghe, del clima di terrore scatenato contro il povero plantigrado“, dice in una nota la presidente nazionale dell’ENPA Carla Rocchi, che preannuncia una vera e propria mobilitazione legale da parte dell’associazione.
Carla Rocchi
“Insieme alle centinaia di migliaia di cittadini che si sono schierati con noi a difesa di Daniza – prosegue Rocchi – consideriamo responsabili di questa morte tutte le autorità che hanno fatto del terrorismo psicologico contro l’orso“.
L’ Enpa ha poi richiesto al servizio Cites del Corpo forestale dello Stato e alla Procura di porre sotto sequestro il corpo della povera Daniza ed affidarlo all’Istituto zooprofilattico nel quale siano presenti veterinari esperti in medicina forense e di animali selvatici, affinché, visto come sono andate le cose, venga eseguito un esame necroscopico affidabile e oggettivo.
La rabbia della LAV
“Nessuna fatalità, Daniza è stata uccisa. Per questo denunciamo per violazione dell’articolo 544 bis del Codice Penale – reato di animalicidio che prevede fino a 2 anni di reclusione – il presidente della Provincia di Trento Rossi, il vice presidente Olivi, l’assessore-veterinario alla Caccia Dalla Piccola e ogni altro responsabile di questa vera e propria esecuzione“, scrive la LAV sul proprio sito internet.
E ancora: “Chiediamo al Procuratore capo della Repubblica Amato – che ha colpevolmente cestinato tutti gli esposti a tutela degli orsi presentati nelle ultime settimane – l’immediato sequestro probatorio del cadavere di Daniza, e il sequestro preventivo dei suoi cuccioli – troppo piccoli per sopravvivere senza la mamma – nonché di tutti gli Orsi del Trentino, per la loro messa in sicurezza evitando così nuove esecuzioni. Le indagini vanno affidate al Nucleo specializzato Nirda del Corpo forestale dello Stato, dal momento che la guardia forestale coinvolta in questa caccia all’orso – specie protetta e patrimonio indisponibile dello Stato, per legge! – dipende proprio dalla Provincia di Trento“.
Oipa: “Vittoria dell’arroganza”
“Una vera e propria condanna a morte per un animale che è stato inserito nel Parco Adamello Brenta proprio dall’uomo, grazie al Progetto europeo Life Ursus partito nel 2000 e poi proseguito con Life Arctos” – sottolinea Massimo Comparotto, Presidente dell’Oipa -.
“Riteniamo che tutta la vicenda, a partire dalla presunta aggressione di Daniza ai danni del cercatore di funghi, sia poco chiara e che Daniza sia stata un capro espiatorio. Resta infatti da chiarire come mai uno Stato che ha avallato un progetto per il ripopolamento degli orsi sia continuamente coinvolto nell’uccisione degli stessi per episodici problemi di incolumità pubblica. La vicenda di Daniza ha, tra l’altro, curiosamente coinciso con il momento in cui l’Italia avrebbe dovuto versare il contributo economico per il finanziamento di Life Arctos“.
Massimo Comparotto
“Alla fine hanno vinto l’arroganza e l’antropocentrismo. Siamo sgomenti di fronte a un epilogo che abbiamo sperato fino all’ultimo di poter evitare, lottando in ogni modo e difendendo il suo diritto a vivere libera con manifestazioni e battaglie legali“, si legge ancora in una nota dell’associazione.
Lipu: “La natura non è quella della Disney”
“È una morte assurda ma annunciata, quella dell’orsa Daniza. Molti in fondo la volevano, altri hanno fatto poco per evitarla. Ma quello che più preoccupa è una certa cultura sommaria, se non violenta, che si sta diffondendo a livello istituzionale nei confronti degli animali. L’idea disneyana della natura non è nostra ma di chi esige che gli animali siano perfetti, come in un sogno“.
Lo dichiara il presidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria, secondo cui il decesso di Daniza “è un fatto triste, che genera in noi grande dispiacere ma anche grandi perplessità, vista la gestione di una vicenda che sin dall’inizio è stata viziata da un approccio scorretto e persino illogico. Già la cattura di Daniza andava valutata come una decisione discutibile, considerando che, a quanto risulta dalle ricostruzioni, Daniza non aveva fatto altro che fare l’orso: difendere i propri cuccioli, vivere la propria vita naturale, comportarsi come normalmente si comporta un animale del genere. A questa situazione già viziata in partenza, si è aggiunta – conclude il presidente – la gestione successiva della vicenda, confusa e incerta, fino al tragico epilogo“.
Fulvio Mamone Capria
Wwf: “Sconcerto per la morte di Daniza”
“La notizia della morte dell’orsa Daniza lascia sconcertati e giunge come una tristissima conferma della inopportunità della sua cattura più volte richiesta dal Wwf Italia. Le istituzioni nazionali, che hanno dimostrato di non saper gestire con la dovuta competenza questa situazione, forniscano celermente i risultati dell’autopsia e facciano emergere la verità su quanto accaduto, su come sia stata gestita questa delicatissima fase della cattura di un animale già spossato, perché in fase di allevamento di due cuccioli, e si suppone in perenne stato di allerta nelle ultime settimane“.
È quanto chiede il Wwf, che in una nota “ribadisce il proprio dissenso per la decisione infausta di catturare un esemplare come Daniza per la quale non sussistevano le condizioni di pericolosità a cui si era appellata la Ordinanza della Provincia“.
“Non c’era ragione alcuna di procedere alla cattura di un animale che si era comportata secondo natura. Quanto successo rafforza ancora di più la convinzione che il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso sulle Alpi centro orientali vada completamente rivisto“.
Pro Natura: “Fallimentare gestione del caso”
“La Federazione Nazionale Pro Natura – si legge in una nota – condanna fermamente il tentativo di cattura che ha portato al decesso dell’orsa Daniza. Non solo per l’incidente, che tanti inevitabilmente hanno definito ‘annunciato’, quanto per l’intera gestione del caso, fin dai primi istanti successivi alla difesa dei cuccioli nel giorno di Ferragosto.”
“Nel tentativo di ‘dare un colpo al cerchio ed uno alla botte’, la Provincia di Trento ha dimenticato che la gestione dell’orso non può ridursi a strampalati tentativi di equilibrismo tra chi lo vuole e chi lo teme, facendo la parte dei salvatori del progetto di tutela, lasciandosi però anche sfuggire che è una rogna ereditata dalla passata amministrazione e contestualmente annunciando la richiesta al Ministero di dimezzare la popolazione cercando di regalare – neanche fossimo al mercato – un po’ di animali alle regioni confinanti. La gestione dell’orso richiede idee chiare, ma coerenti con le naturali dinamiche di popolazione“.
Agenda del Pianeta Terra
Il gruppo di Agenda della Terra nel 1978 a Parigi presso la sede dell’UNESCO ha rappresentato l’Italia nella proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale, diffondendo poi nel nostro Paese l’ETICA interspecifica, ed ha poi proposto la “CARTA 2000”, un più evoluto codice etico che può essere una sintesi della filosofia animalista.
Chiede le dimissioni di Ugo Rossi «per la Sua – si legge in una nota – incapacità di gestire un territorio così vivo, per la insensibilità di fronte a numerosissime richieste di salvare un orso a Lei affidato per un progetto di vita».
La “difesa” del presidente della Provincia
“Non è la prima volta che Daniza ha avuto un’anestesia, perché avendo il radiocollare è già stata sottoposta a questo tipo di operazione, e quindi non ci spieghiamo esattamente cosa possa essere successo“.
Lo afferma il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, precisando che “anche nel caso l’orsa fosse stata catturata con una trappola sarebbe stata sottoposta ad anestesia“.
Poi rincara la dose: “Dal punto di vista emotivo questa disgrazia evocherà passioni e critiche, ma noi ci siamo mossi in totale aderenza ai protocolli giuridici e medici“.
Quelli che non piangono
“L’intervento della squadra di cattura ha avuto risvolti inaspettati, ma non drammatici“.
Lo dice Maria Rita Munizzi, presidente nazionale MOIGE, il Movimento Italiano Genitori.
Maria Rita Munizzi
“Non dobbiamo dimenticare che si inserisce nell’ottica di un gesto di responsabilità, normativamente definito, da parte della provincia di Trento e del ministero dell’Ambiente, orientato alla messa in sicurezza della popolazione – dice Munizzi – l’orsa Daniza rappresentava da tempo una minaccia concreta: dunque tutti gli interventi di isolamento o cattura, tesi a limitarne il contatto con l’uomo, sono prescritti, oltre che dal buon senso, da protocolli internazionali di tutela della popolazione“.
Per la presidente del Moige, “occorre rivedere il numero complessivo degli orsi, al fine di evitare sconfinamenti in zone antropizzate in modo tale da garantire oltre alla sopravvivenza della specie, la sicurezza delle famiglie che riteniamo assolutamente prioritaria“.
La rabbia per la morte dell’orsa è comunque esplosa anche sui social.
L’INDIGNAZIONE SU TWITTER – Nel frattempo su Twitter sono molti gli utenti che esprimono il proprio sdegno per la morte del plantigrado, che aveva diviso l’opinione pubblica tra chi ne voleva l’abbattimento e chi invece pensava dovesse essere lasciato in vita.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi