Su questo stesso sito il 26 febbraio 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Diffida ultimativa di VAS per la mancata rimozione degli impianti pubblicitari installati nelle aree naturali protette gestite dall’Ente Roma Natura”, che dava notizia della Nota VAS prot. n. 1 del 16 gennaio 2014, con cui avevo sollecitato nuovamente l’immediata rimozione dei 492 cartelloni installati nelle aree naturali protette gestite dall’Ente Roma Natura, della Nota prot. n. 577 del 19 febbraio 2014 con cui mi aveva risposto il Direttore “Facente Funzioni” Giulio Fancello e della conseguente diffida ultimativa che mi aveva costretto ad inoltrare con Nota VAS prot. n. 6 del 25 febbraio 2014 (https://www.rodolfobosi.it/diffida-ultimativa-di-vas-per-la-mancata-rimozione-degli-impianti-pubblicitari-installati-nelle-aree-naturali-protette-gestire-dallente-roma-natura/#more-5366).
A due giorni di distanza dalla diffida l’Ente Roma Natura, anziché emanare proprie ordinanze di rimozione, dovrebbe aver semplicemente comunicato al Comune di Roma gli elenchi degli impianti pubblicitari che risultano installati nelle aree protette gestite dal medesimo Ente.
Ne è riprova la Nota prot. n. 21035 del 27 marzo 2014 con cui il dott. Francesco Paciello trasmette a ben 16 ditte pubblicitarie l’invito diffida a rimuovere a loro cura e spese i 30 impianti pubblicitari indicati in apposito elenco, che <<risultano installati lungo il confine dell’Area Protetta dell’Insugherata, ricadenti nel territorio del Municipio XIV>>.
Va messo in risalto al riguardo che con Nota prot. n. 4546 del 14 settembre 2010 l’allora direttore dell’Ente Regionale Roma Natura Stefano Cresta aveva registrato nella riserva naturale dell’Insugherata l’installazione illecita di ben 30 impianti pubblicitari di cui ha chiesto l’immediata rimozione.
Stefano Cresta
Nella nota prot. 21035 del 27 marzo 2014 vengono elencati 30 impianti, di cui solo 18 (annotati in asterisco) sono quelli registrati e comunicati il 14 settembre del 2010: ne dovrebbe derivare quindi che in questi ultimi 2 anni e mezzo sono stati installati illecitamente ben altri 12 impianti pubblicitari.
Va per di più fatto presente che sono nel frattempo cambiate le seguenti ditte pubblicitarie:
Pubbblistudio (proprietaria di 3 impianti con il numero di codice identificativo 0016) che è diventata nel frattempo New Delta (con il numero di codice identificativo 483);
Seipertre (proprietaria di 2 impianti con il numero di codice identificativo 0027) che è diventata nel frattempo New Delta (con il numero di codice identificativo 483);
MG Advetising (proprietaria di 4 impianti con il numero di codice identificativo 0056) che è diventata nel frattempo Media Group S.r.l. Unipersonale (con il numero di codice identificativo 446).
Del grave caso in questione hanno ritenuto di farsi carico i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Devid Porrello e Valentina Corrado, che hanno presentato la Mozione n. 154 del 7 marzo 2014.
Devid Porrello
Valentina Corrado
Dopo aver considerato che <<ad oggi risulterebbero rimossi solamente 80 dei 492 cartelloni installati illegittimamente>> impegnano con la mozione <<il Presidente della giunta Regionale, On. Nicola Zingaretti e l’assessore all’Infrastrutture, Politiche abitative, Ambiente On. Fabio Refrigeri ad assumere pubblico impegno affinché:
esercitino i propri poteri in via di autotutela anche in virtù del comma 4 dell’articolo 18 della L.R. 6 ottobre 1997, n. 29, al fine di provvedere alla più sollecita rimozione degli impianti pubblicitari di cui all’oggetto, che da quasi tre anni ormai deturpano il decoro del sistema delle aree naturali protette di Roma e da cui si permette di continuare a trarre guadagni illeciti con la loro pubblicità irregolare, senza nemmeno oscurarla preventivamente>>.
Alla nota di diffida ultimativa di VAS non è stata data a tutt’oggi nessuna risposta da parte né del Commissario Straordinario Maurizio Gubbiotti né del Direttore Facente Funzioni Giulio Fancello né dell’Assessore all’Ambiente Fabio Refrigeri.
La mozione del Movimento 5 Stelle è tuttora in corso.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi