Questo articolo riguarda la seduta della Commissione Commercio del 6 marzo 2014 a cui ho partecipato attivamente e che sono quindi in grado di descrivere di persona per filo e per segno.
In considerazione della gravità di quanto è accaduto, che stavolta è stato per giunta ripreso in diretta streaming dal consigliere del M5S Enrico Stefàno solo parzialmente ed a partire dalle ore 11,00 circa, l’articolo ha la dichiarata finalità di voler passare poi agli archivi come una verbalizzazione minuziosa e fedele (comunque la più oggettiva possibile) di come si è svolta esattamente la seduta dalle 9 della mattina fino al primo pomeriggio, per consentire a chi avrà la pazienza di leggerselo tutto di farsi alla fine un proprio giudizio sul comportamento che è stato tenuto l’altro ieri da tutti coloro che sono interventi, nessuno escluso, compreso quindi soprattutto il sottoscritto, nei cui confronti è ormai in atto e forse non solo da quest’ultima seduta della Commissione Commercio un’opera di discredito totale che punta ad accentuare volutamente l’attenzione sulla mia presunta “invadenza di compiti e ruoli”, sulla mia “logorroica saputaggine” e soprattutto sul mio caratteraccio che non fa sconti a nessuno, per far passare così del tutto in secondo piano la materia del contenzioso che ho sollevato da quando sono stato portato a conoscenza delle controdeduzioni alla proposta unitaria di modifiche e integrazioni al PRIP originario presentata da VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori fin dal 27 novembre 2013.
Per capire però meglio gli antefatti in cui è maturata la seduta de 6 marzo scorso è opportuno ricordare che il Presidente Corsetti in un primo momento aveva convocato questa seduta a porte chiuse e che dopo la mia lettera di protesta, pubblicata su questo stesso sito (https://www.rodolfobosi.it/il-messaggio-di-vas-al-presidente-della-commissione-commercio-del-comune-di-roma/#more-5449), ha fatto correggere la convocazione, precisando che sarebbe stata aperta al pubblico la seduta fissata per il 4 marzo 2014, poi spostata al 6 marzo per causa del contestuale convegno sulla “Smart City” che è stato tenuto in Campidoglio nella sala della protomoteca (https://www.rodolfobosi.it/il-presidente-corsetti-sta-dilazionando-ulteriormente-la-scelta-sul-prip-che-deve-prendere-la-commissione-commercio-con-il-tacito-assenso-dellassessore-marta-leonori/#more-5528) ed a cui ho partecipato per avere l’occasione di parlare con l’Assessore Leonori.
Dopo che ci siamo stretti la mano, l’Assessore mi ha salutato testualmente così: <<Vedo che ha litigato con Corsetti>>.
Le ho risposto dicendole che mi ero limitato a far presente al Presidente della Commissione Commercio che la normativa vigente in materia non gli consentiva l’eccesso di potere che si era invece permesso, convocando a porte chiuse il proseguimento di una discussione che riguardava per giunta la valutazione della nostra proposta unitaria sul PRIP: le ho anche chiesto, ma senza averne risposta, quanto fosse ancora disposta ad aspettare i “comodi” della Commissione Commercio per rispettare un “coordinamento” che non mi risulta esserci stato e che di fatto sta tardando e di molto la scelta finale che dovrà alla fine prendere l’Assessore Leonori assieme alla Giunta Capitolina.
Da moderatore al convegno faceva la consigliera Immacolata battaglia, che ha fatto una bellissima relazione di apertura della manifestazione.
Con una Integrazione della convocazione della Commissione Commercio, emanata il 4 marzo 2014, l’ordine del giorno della seduta del 6 marzo 2014 è stato integrato per far sapere che la Commissione Commercio avrebbe trattato anche il seguente argomento <<Confronto normativo – Proposta presentata dalla VAS Verdi Ambiente e Società Onlus – Controdeduzioni dell’Ufficio sulla proposta presentata dalla VAS Verdi Ambiente e Società Onlus>>.
Va messa in risalto l’inaccettabile dimenticanza della associazione “Basta Cartelloni-Francesco Fiori” che ha elaborato assieme a VAS la proposta unitaria, perché rafforza indirettamente quanto da me premesso in questo articolo, in quanto attesta che sono diventato io il vero avversario da combattere e quindi da screditare per far badare solo alla forma e non anche alla sostanza delle questioni che sollevo.
Quando di buon’ora mi sono recato nella sede di via dei Cerchi n. 6 ho incontrato il Presidente Corsetti che con mia piacevole sorpresa, anziché tenermi il broncio, mi ha dimostrato la sua solita disponibilità al confronto ed al dialogo aperto, come se non fosse successo nulla tra me e lui, che mi ha voluto per giunta ricevere nel suo ufficio in presenza del consigliere Franco Marino, che non ha poi però partecipato alla seduta.
Franco Marino
Ho fatto presente ad Orlando Corsetti che forse non si era reso conto della gravità di quello che aveva fatto concedendo all’A.I.P.E. di presentare fuori tempo massimo ulteriori osservazioni oltre quelle da lei già presentate entro il 17 dicembre 2013, perché in tal modo era costretto ora ad accogliere anche tutte le eventuali proposte presentate da altri, magari strumentalmente proprio per far ritardare la ripartenza dell’iter sul PRIP, per di più con il vantaggio di proporre modifiche ed integrazioni al PRIP aggiornato (e non a quello originario), rispetto al quale io avevo trasmesso per posta elettronica una mia valutazione critica che a questo punto avevo lo stesso diritto concesso all’A.I.P.E. di tramutare in una ulteriore presentazione documentale di VAS.
Gli ho messo poi in evidenza che avremmo fatto Natale, se si metteva in testa di far controdedurre al dott. Paciello anche queste ulteriori proposte pervenute fuori tempo massimo e ci volevano gli stessi 2 mesi di tempo occorsi per controdedurre alle 18 proposte presentate entro il 17 dicembre scorso.
Il Presidente Corsetti mi ha voluto aprire personalmente la sala riunioni della Commissione Commercio: prima di uscire dal suo ufficio, davanti a lui ho chiesto alla sua Segreteria di sapere se l’A.I.P.E. avesse trasmesso nel frattempo qualcosa e mi è stato risposto di no.
Nella sala riunioni ho fatto presente a tu per tu a Corsetti che per stessa ammissione della maggior parte dei membri della Commissione Commercio (ed in particolare di Immacolata Battaglia) non c’è una conoscenza approfondita della materia del PRIP, che è già ostica di per sé e comunque complessa, per cui ne viene fuori l’impressione concreta che nessuno di loro si è “digerito” la nostra proposta unitaria di modifiche ed integrazioni del PRIP originario: a Corsetti che mi ha dato ragione, ho allora chiesto provocatoriamente come faranno a giudicare in modo ponderato la nostra proposta unitaria se non c’è qualcuno che gliela spiega per benino.
Gli ho ricordato proprio a quest’ultimo riguardo di avergli chiesto pubblicamente di concederci una apposita audizione con l’intera Commissione Commercio già dal 22 ottobre 2013, cioè dall’inizio del percorso di partecipazione, e di essere tornato a sollecitare nella Nota di accompagno del 27 dicembre 2013 una audizione <<da tenersi di qui a breve dopo il tempo necessario ad ogni membro della Commissione Commercio per esaminare la proposta unitaria congiunta ed avere sulla stessa tutti i chiarimenti e le ulteriori spiegazioni che si ritenessero di avere>>: gli ho quindi messo in evidenza che non ce l’ha voluta ancora concedere.
Sono arrivati in questo frattempo Lester Salis e Maurizio Rossi, entrambi della associazione “Basta Cartelloni-Francesco Fiori” a cui si è aggiunta poco dopo la sig.ra Anna Maria Violante, mandata ad assistere alla seduta dal Capogruppo del Centro Democratico Massimo Caprari.
Con il passare del tempo senza che venisse ancora nessuno, ci siamo resi conto che l’inizio della seduta, che con l’integrazione all’ordine del giorno prevedeva che dalle ore 9,00 alle ore 11,00 si discutesse delle controdeduzioni alla nostra proposta unitaria, è stato invece inteso alle ore 11,00 dalla maggior parte dei membri della Commissione Commercio.
In questo frattempo è arrivata nella sala riunioni la consigliera Ilaria Piccolo (PD), con cui mi sono intrattenuto a parlare assieme al Presidente Corsetti nell’attesa di arrivare alle 11,00: ho avuto così modo di farle fare di persona il confronto tra il testo dell’art. 19 delle nostre Norme Tecniche di Attuazione, il testo della controdeduzione che lo dichiarava accolto nella riformulazione del testo della “normativa tecnica di attuazione” del PRIP aggiornato, per toccare così con mano il falso che è stato detto.
Ilaria Piccolo
Le ho quindi fatto presente che in qualità di consigliera riveste la carica anche di “pubblico ufficiale”, per cui dovrebbe segnalare il fatto quanto meno in termini “politici”.
Sempre per ingannare il tempo le ho messo in evidenza quale sia alla fin fine il vero problema di fondo, che scaturisce dai bandi di gara con cui si assegna la gestione decennale di tutti gli impianti pubblicitari individuati dai Piani di Localizzazione nelle loro esatte posizioni sul territorio: se a non vincere nessun bando di gara è una ditta pubblicitaria nazionale o multinazionale, può aspettare 10 anni sperando di vincere uno dei nuovi futuri bandi perché in questo frattempo continua ad esercitare il suo commercio in tutte le altre città, mentre invece è destinata fatalmente a fallire la piccola ditta locale che opera esclusivamente a Roma e che non può aspettare 10 anni.
Ho messo in evidenza che si tratta di un grosso problema di tipo socio-economico a cui non sono stato in grado di trovare valide soluzioni anch’io, pur avendone discusso a lungo, non solo con le ditte maggiori che operano a Roma, ma anche e soprattutto con quelle ditte minori, per lo più a carattere familiare, che hanno una folle paura di ritrovarsi sul lastrico: è un problema a cui la “politica” deve dare una risposta valida che sia però al tempo stesso rispettosa di tutta la normativa vigente in materia che comporta da un lato la scadenza di tute le “autorizzazioni” alla fine di quest’anno (che non consente dunque di lasciare in regime di monopolio tutti gli impianti del “riordino”, come vorrebbero invece al di fuori dalla legge molte ditte) e dall’altro lato l’impossibilità di fare bandi riservati ed esclusivi in violazione del principio della concorrenza aperta a tutti.
Sono arrivati in questo frattempo il Direttore dell’A.I.P.E. (Associazione Imprese Pubblicità Esterna) Avv. Ettore Corsale ed i rappresentanti legali della ditta “S.C.I.” Ranieri Randaccio, della ditta “A.P.A.” Paolo Paglia (A.P.A.), e della ditta “Moretti Pubblicità” Rodolfo Moretti: visto l’aumento del numero dei presenti, Corsetti ha deciso di tenere nella sottostante Sala Stucchi il prosieguo della seduta, dove sono arrivati il dott. Francesco Paciello e l’Avv. Gianluca Giattino della S.p.A “Aequa Roma” ed il consigliere Enrico Stefàno che poco dopo ha iniziato la sua diretta streaming, oltre che all’arch. Pietroforte, consulente del cons. Gianni Alemanno.
Gianluca Giattino
Il Presidente Corsetti ha proposto di <<costruire insieme una metodologia di lavoro>>: dopo aver ripercorso le varie tappe dell’iter fin qui seguito (corretto in questo dall’Avv. Giattino solo per precisare che alla data del 22 ottobre 2013 non erano stati ancora finiti tutti gli aggiornamenti del PRIP) ha proposto di concentrarci sui due documenti in via comparata di cui la consigliera Immacolata Battaglia aveva chiesto agli Uffici di predisporre un quadro sinottico che è stato distribuito in copia a tutti i presenti come Confronto tra schema normativo e normativa tecnica di attuazione del PRIP, assieme anche al Confronto tra Relazione vecchia e nuova del PRIP: il documento A relativo al testo dello “Schema normativo” del PRIP originario ed il documento B relativo alla riformulazione del testo della “Normativa tecnica di attuazione” del PRIP aggiornato.
Ho chiesto ed ottenuto di intervenire per far presente che la consigliera Battaglia oltre al quadro sinottico aveva chiesto di avere anche una scheda che in estrema sintesi facesse capire le sostanziali differenze tra ieri ed oggi ed ho proposto quindi di passare direttamente al documento B per guadagnare tempo prezioso e poter valutare subito sulla base di esso le controdeduzioni alla nostra proposta unitaria.
Anche per la mancanza di questa scheda di estrema sintesi, Corsetti ha deciso di far esporre al dott. Francesco Paciello le parti riformulate del testo, articolo per articolo, avendo tutti davanti il Confronto tra schema normativo e normativa tecnica di attuazione del PRIP.
Ha assicurato che alla fine di questo primo percorso, sulla base del documento B ormai noto a tutti si sarebbe passati subito dopo a valutare la proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori secondo le controdeduzioni portate ad essa: farò sapere più avanti come e perché il Presidente Corsetti non ha poi mantenuto questa sua promessa e l’ordine del giorno fissato.
Il Dott. Francesco Paciello ha quindi illustrato e spiegato gli aspetti più evidenti dei due documenti in riferimento ai seguenti articoli.
Francesco Paciello
Art. 1 dello schema normativo (Disposizioni generali) – È stato cancellato per evitare di doverlo continuamente aggiornare con gli eventuali ulteriori atti che venissero approvati in futuro.
Art. 1 del testo riformulato (Ambito di applicazione) – Il Dott. Francesco Paciello ha spiegato che si tratta di un’altra modifica sostanziale con riferimenti più espressi tanto al “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, emanato con il D.Lgs. n. 42/2004, quanto alla legge regionale n. 24/1998 sui piani paesistici.
Art. 2 del testo riformulato (Elaborati costitutivi) – Si tratta di un accoglimento quasi totale dell’art. 3 delle Norme Tecniche di Attuazione proposte da VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori.
il Dott. Francesco Paciello ha precisato che dentro tale articolo si è provveduto a chiarire un aspetto importante, vale a dire che <<nell’eventuale contrasto tra prescrizioni di testo e grafiche, prevalgono le prescrizioni di testo>> e che <<se il contrasto è tra prescrizioni grafiche a scala diversa, prevalgono le prescrizioni a scala più dettagliata>>.
Art. 7 del testo riformulato (Aree naturali protette) – Il Dott. Francesco Paciello ha spiegato che recependo le osservazioni presentate dal sottoscritto nel 2011 a nome di VAS sono stati corretti d’ufficio gli errori materiali unicamente da me rilevati, che hanno portato ad una riduzione del dimensionamento complessivo del piano dai 162.5000 mq. del PRIP originario ai 138.000 mq. del PRIP aggiornato: ha anche precisato che questa operazione ha provocato anche una riduzione a cascata dei luoghi in cui è possibile installare gli impianti pubblicitari.
Art. 19 del testo riformulato (Individuazione degli ambiti territoriali) – Per il Dott. Paciello si tratta di un’altra modifica sostanziale, perché – a seguito della riduzione dei Municipi da 19 a 15 – si è provveduto a ridefinire gli ambiti territoriali che dai 9 del PRIP originario sono scesi ora ai 7 del PRIP aggiornato.
Art. 23 del testo riformulato (Disciplina degli impianti di servizio) – Il Dott. Paciello ha spiegato che si tratta di una modifica anche qui sostanziale, che è stata prescritta dalla Regione Lazio in sede di verifica di assoggettabilità al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), secondo cui <<i predetti studi progettuali di dettaglio devono avere i contenuti e il valore di piano di localizzazione ai sensi delle presenti norme>>.
Art. 28 del testo riformulato (Modalità di attuazione del piano) – Il Dott. Paciello ha spiegato che si tratta del seguente testo: <<L’istallazione di impianti pubblicitari e per pubbliche affissioni ed il rilascio del relativo titolo autorizzativo, è subordinata all’approvazione dei relativi piani di localizzazione>>.
Ho interrotto a questo punto il prosieguo dell’esposizione per chiedere al Dott. Paciello di specificare se con un testo così riformulato si intendesse per caso dire che con il rilascio dei nuovi titolo autorizzativi si intendesse la contestale scadenza di tutti gli impianti del “riordino”: al dott. Paciello è stato impedito di rispondermi dal sig. Ranieri Randaccio che mi ha contestato sul presupposto che il mio intervento costituisse una indebita ingerenza, tesa ad influenzare e comunque condizionare la risposta.
A nulla è servito precisare da parte mia che stavo chiedendo un semplice chiarimento che non mi è stato dato su una questione di rilevante importanza.
Art. 32 del testo riformulato (Approvazione dei piani di localizzazione) – Il Dott. Paciello ha spiegato che nel testo dello “schema normativo” del PRIP originario era stato previsto che l’approvazione avvenisse, oltre che per opera della Giunta, anche da parte degli Uffici ma solo per <<piani di localizzazione relativi a singoli spazi pubblici o a singoli tratti stradali o di dimensione inferiore a 10 ettari >>: questa previsione è stata cancellata nel testo riformulato del PRIP aggiornato a seguito di valutazioni tecniche.
Sono intervenuto per far presente che la cancellazione è stata operata anche a seguito di valutazioni “politiche”.
Titolo VI – Art. 34 del testo riformulato (Disposizioni generali) – Il Dott. Paciello ha spiegato che si tratta di un’altra modifica anche qui sostanziale, che è stata prescritta dalla Regione Lazio in sede di verifica di assoggettabilità al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), secondo cui <<gli impianti pubblicitari illuminati o luminosi devono essere progettati nel rispetto delle disposizioni della L.R. 23/2000 ed del relativo regolamento regionale n. 08/2005 sulla prevenzione dell’inquinamento luminoso>>.
In effetti con la Determinazione n.A12913 del 17 dicembre2012 al punto 4 del dispositivo è stato stabilito che <<nelle Linee Guida sulla realizzazione degli impianti pubblicitari, siano incluse prescrizioni finalizzate ad evitare l’inquinamento luminoso, in coerenza con la L.R. 23/2000 e regolamento regionale n. 8/2005 sulla prevenzione dell’inquinamento>>.
Norme transitorie –Il Dott. Francesco Paciello ha spiegato che le norme transitorie sono un ponte di passaggio amministrativo tra PRIP ed autorizzazioneifuture secondo i Piani di Localizzazione.
Ha sottolineato a tal riguardo che l’Ufficio è stato costretto a porsi nella massima neutralità perché non gli è stato dato finora nessun indirizzo politico preciso: l’Ufficio si è dovuto attenere alla normativa vigente in materia che è data dal Regolamento in generale e dall’art. 34 in particolare, che è dedicato proprio alle “Norme transitorie” ma solo per dettare disposizioni relative agli impianti pubblicitari facenti parte del “riordino”.
Questo lascia chiaramente intendere che l’Assessore Leonori e la Giunta Capitolina debbono ancora decidere quale indirizzo politico preciso dare al PRIP in generale ed in particolare alle sue “misure di salvaguardia” o “norme transitorie”.
Sono intervento a questo punto per chiedere al Dott. Paciello di spiegare il riformulato art. 36 (Efficacia del piano e rapporti con il Regolamento Comunale ), perché del tutto diverso dal testo del paragrafo 5.6 dello “schema normativo“ che disponeva che <<all’atto dell’approvazione del piano di localizzazione tutte le autorizzazioni rilasciate per gli impianti ricadenti nell’area oggetto del piano sono revocate>>, mentre ora è stato sostituito dal seguente testo, completamente diverso: <<A seguito dell’entrata in vigore del presente piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari, tutte le norme del Regolamento Comunale (Deliberazione di Consiglio Comunale n. 37/2009), incompatibili con la disciplina del presente piano sono abrogate>>.
Il sig. Randaccio della “S.C.I.” è intervenuto nuovamente per contestare il mio diritto a fare quella domanda, affermando che stavo addirittura partecipando a quel tavolo non si capisce a quale titolo, dal momento che una associazione “ambientalista” si dovrebbe dedicare secondo lui solo agli “alberelli”.
Dopo che gli ho replicato spiegando il mio pieno diritto, pari comunque al suo a partecipare a quel tavolo, se non altro perché ho redatto e presentato collegialmente una proposta di modifiche ed integrazioni al PRIP originario, il Dott. Paciello ha chiarito che in ottemperanza alle prescrizioni dettate dalla Regione Lazio ha spostato anzitutto la riformulazione del testo all’art. 36 della “normativa tecnica di attuazione”, estrapolandola dal testo del Par. 5.6 dello “schema normativo”, perché frutto (quello sì) di una scelta politica precisa della precedente amministrazione: per rimanere neutrali in assenza oggi di indirizzi politici, si è dovuto rifare all’art. 34 del Regolamento.
Gli ho dovuto replicare che la spiegazione data non era affatto coerente, dal momento che in base al testo così come riformulato e sopra riportato è stato operato caso mai l’esatto contrario, dal momento che si deroga e non si rispetta l’art. 34: ho messo quindi in evidenza che non si tratta solo di una scelta “tecnico-amministrativa” ma di una scelta di chiaro stampo “politico”.
A questo punto il Presidente Corsetti ha avviato il dibattito sul testo così come riformulato: è intervenuto l’Arch. Pietroforte per chiedere delucidazioni riguardo all’art. 30 (Finalità e contenuti dei piani di localizzazione) là dove si dispone che <<ai fini del rispetto delle disposizioni del codice della strada (D.Lgs. n. 285/1992 e ss. mm. e ii.) e del relativo regolamento attuativo (D.P.R. n. 495/1992 e e ss. mm. e ii.) nonché delle disposizioni regolamentari stabilite dall’amministrazione capitolina, tali collocazioni possono prevedere una tolleranza massima di 50 metri, in relazione allo stato effettivo dei luoghi.>>
Il Dott. Paciello ha spiegato che l’esperienza di tutti i giorni ci insegna che possono essere in futuro realizzate opere pubbliche che obbligano a spostare di poco impianti pubblicitari, la cui ricollocazione ha per l’appunto una tolleranza di 50 metri.
L’Arch. Pietroforte ha espresso le sue perplessità riguardo ai Piani di Localizzazione che per tali casi dovrebbero essere “variati”: gli ha fatto eco il sig. Randaccio della S.C.I. , che ha voluto parlare stavolta da “concessionario” facendo presente che ai motivi oggettivi della pubblica Amministrazione deve comunque fare seguito un altro atto di autorizzazione/concessione.
Ho chiesto ed ottenuto di intervenire a mia volta facendo presente che in luogo della indicazione di massima di 50 metri sarebbe stato più opportuno fare riferimento alla Deliberazione Giunta Comunale n. 395 del 3 dicembre 2008 che consente la “ricollocazione temporanea degli impianti per rimozione causa lavori” (MODA).
Stavo per spiegare come il problema sollevato dall’Arch Pietroforte riguardante le conseguenti “varianti” ai Piani di Localizzazione fosse stato affrontate e studiato da noi dandogli una precisa risposta nella nostra proposta unitaria, ma il Presidente Corsetti mi ha impedito di dirla, sul presupposto che mi darà modo di farlo quando sarà valutata dalla Commissione Commercio la nostra proposta unitaria.
A questo punto Corsetti ha concluso il dibattito facendo presente che la Commissione ha ora un documento da cui partire per valutare le proposte pervenute entro il 17 dicembre 2013, ma ha chiesto all’Avv. Corsale se avesse per caso presentato nel frattempo le osservazioni dell’A.I.P.E.: l’Avv. Corsale ha fatto sapere di avere trasmesso proprio quella mattina per posta elettronica gli Emendamenti al PRIP dell’AIPE.
Il Presidente Corsetti ha allora chiesto ed ottenuto il preventivo assenso del Dott. Francesco Paciello ad effettuare immediatamente la “verifica di fattibilità” ed ha interrotto la seduta per un quarto d’ora.
Non ho ritenuto in quel momento di protestare perché da un lato mi sono fidato della assicurazione data dal Presidente Corsetti di passare subito dopo all’esame delle controdeduzioni alla nostra proposta unitaria e perché dall’altro lato ero estremamente curioso di vedere che tipo di emendamenti avesse presentato l’AIPE.
In questo frattempo è arrivata la consigliera Immacolata Battaglia, che si stava intrattenendo a parlare con un collaboratore del suo stesso gruppo politico (SEL): mi sono avvicinato a lei per attestarle il mio apprezzamento per l’ottima relazione introduttiva del convegno sulla “Smart City” da lei letto due giorni prima e chiederle di averne una copia integrale perché intendevo pubblicarla integralmente sul sito del Circolo Territoriale di Roma.
Ha condiviso con me la valutazione politica del PRIP aggiornato trasformando il testo dello “schema normativo” in “normativa tecnica di attuazione” che è sostanzialmente quello originario di cui è stata cambiata solo la veste e riformulato soltanto punti formali e non sostanziali che possano incidere sul territorio.
Si è lamentata del quadro sinottico consegnato da Paciello: le ho fatto presente che in sua assenza avevo preso io non volendo le sue difese, ricordando che aveva chiesto una scheda che in estrema sintesi evidenziasse le principali differenze tra ieri ed oggi.
Dopo che sono tornato al mio posto in attesa di riprendere i lavori, mi sono trovato ad intavolare un discorso con chi mi stava di fronte dall’altra arte del tavolo che da sinistra a destra nell’ordine erano Rodolfo Moretti, Ranieri Randaccio, Ettore Corsale e Paolo Paglia, ai quali ho fatto presente che l’unica possibilità di dialogo e di confronto che potevamo continuare ad avere è solo sulla base ed il rispetto della legalità: a tal ultimo riguardo ho ricordato loro che al 31 dicembre di quest’anno scadono per l’appunto tutte le concessioni degli impianti del “riordino”.
Per tutta risposta il sig. Ranieri Randaccio mi ha detto che non era vero niente e che stavo facendo un “comizio” ed ha insistito nel continuare ad affermarlo anche quando gli ho citato puntualmente le diverse fonti normative, ricordandogli che l’art. 7 del vigente Regolamento prevede espressamente i bandi di gara per l’assegnazione delle gestione degli impianti: a quest’ultimo riguardo il sig. Randaccio si è permesso di accusarmi di volere i bandi per fare il gioco delle multinazionali.
Gli ho risposto sempre più seccato da queste sue evidenti provocazioni che non c’era a questo punto possibilità alcuna di parlare con lui se continuava a fare il sordo che non vuol sentire: fra una frase e l’altra del diverbio che c’è stato fra noi è arrivato a rinfacciarmi sfacciatamente di stare dalla parte delle multinazionali ed in particolare della IGPDécaux.
Gli ho risposto a questo punto che se continuava ad affermare queste sue accuse mi riservavo di denunciarlo per diffamazione ed ho ricordato soprattutto all’Avv. Corsale che attorno a quello stesso tavolo a novembre del 2011 l’allora Presidente della IX Commissione Ugo Cassone mi aveva messo a confronto con le ditte rappresentate in particolare dall’Avv. Giuseppe Scavuzzo della confederazione IRPA (Imprese Romane Pubblicitarie Associate) a cui feci la stessa precisazione secondo cui il confronto può avvenire solo e soltanto nel rispetto della legalità, sentendomi rispondere che le ditte da lui rappresentate fallirebbero subito se dovessero rispettare le regole: per un opportuno confronto ho messo in evidenza a tutti e 4 che quel giorno io gli ho risposto davanti al Presidente Cassone che non parlo con i “fuorilegge”, così come oggi non ho più niente a che spartire con chi si vuol mettere al di fuori o al di sopra delle regole che ci siamo dati.
Il discorso si è per fortuna interrotto del tutto anche per la ripresa dei lavori in contemporanea con l’arrivo dei consiglieri Gianni Alemanno e Davide Bordoni, ad entrambi i quali ho ceduto il posto per permettere di stare seduti vicini, andandomi a sedere io due poltrone più in là.
Davide Bordoni
Il Presidente Corsetti ha dato la parola al Dott. Paciello invitandolo a far conoscere il parere dato ad ognuna delle 7 proposte di modifica della “normativa tecnica di attuazione” del PRIP aggiornato: se ne riporta di seguito il testo integrale in grassetto di colore rosso con in corrispondenza il “parere” espresso da Paciello in grassetto di colore nero.
All’Art. 1 In calce inserire il seguente capoverso
Le regole previste dal presente piano si applicano a tutte le tipologie di mezzi pubblicitari, non espressamente richiamati dal capoverso precedente, che siano visibili da strade e spazi pubblici ivi compresi gli impianti di cui all’art. 6 del Regolamento comunale recante le norme in materia di esposizione della pubblicità (Del. 37/09), nonché gli impianti istallati su suolo ferroviario e nelle stazioni della metropolitana.
L’articolo 1 del testo riformulato riguarda l’ “Ambito di applicazione”.
Il Dott. Paciello ha fatto presente che l’emendamento richiede una previa modifica del Regolamento.
La consigliera Immacolata Battaglia ha chiesto di sapere chi gestisce queste aree: Paciello ha chiarito che la pubblicità nelle stazioni della Metropolitana sono gestite dall’ATAC, mentre gli spazi pubblicitari dentro le aree demaniali delle Ferrovie dello Stato sono gestiti direttamente dalle stesse Ferrovie, che – aggiungo io – li hanno fin qui concessi alla ditta “CBS”.
Immacolata Battaglia ha insistito per sapere se le entrate da CIP (Canoni Iniziative Pubblicitarie) del Comune siano comprensive anche di quelle delle stazioni metropolitane.
Ho ricordato al Dott. Paciello che quando controdedusse alle mie osservazioni nel 2011 riguardo alle aree ferroviarie citò una legge credo del 1953 che dà alle Ferrovie dello Stato il diritto di gestire i propri spazi demaniali anche riguardo alla Pubblicità.
All’articolo 5
Sostituire l’art. 5 con il seguente
“I piani di localizzazione, nel caso prevedano l’istallazione di impianti pubblicitari o per pubbliche affissioni sugli edifici, sulle aree e sui manufatti tutelati ai sensi del D.L.gs 42/2004, sono preliminarmente approvati dalle competenti Soprintendenze, in conformità a quanto disciplinato dagli artt. 49 e 153 del richiamato Codice dei Beni Culturali.”
L’art. 5 del testo riformulato riguarda la “Tutela dei beni culturali e paesaggistici”.
Il Dott. Paciello ha espresso parere negativo perché a suo giudizio le autorizzazioni vanno rilasciate a valle per i singoli impianti e non a monte su interi Piani di Localizzazione.
All’articolo 7
Al primo comma successivamente alle parole “il perimetro di queste,” cassare le parole “è vietata”.
Dopo le parole “impianti pubblicitari” inserire le seguenti parole “è disciplinata dai piani di assetto delle singole aree. Nelle more dell’approvazione di tali piani d’assetto, gli enti gestori delle aree naturali protette possono autorizzare, secondo i rispettivi regolamenti, l’istallazione degli impianti previsti dai Piani di Localizzazione.”
L’art. 7 del testo riformulato riguarda le “Aree naturali protette”.
Il Dott. Paciello ha espresso parere negativo perché si tratta di una deroga dalle “misure di salvaguardia” prescritte dalla legge regionale n. 29/1997 per parchi e riserve naturali regionali.
All’articolo 18
Aggiungere alla fine dell’articolo dopo le parole “nuova delimitazione” le seguenti parole “salvo l’installazione di impianti pubblicitari sulle strade che conducono alle zone industriali e commerciali.”
L’art. 18 del testo riformulato riguarda la “Delimitazione dei centri abitati”.
Il Dott. Paciello ha espresso parere negativo perché nel territorio al di fuori del perimetro urbano si applicano le norme della zona “A” del PRIP.
All’articolo 30
Al comma 1 punto 4, primo periodo, dopo le parole “precedenti lettere b) e c)” inserire le parole ”prevedendo altresì i criteri di collocazione degli impianti rinnovati in esito alla procedura di riordino, secondo i principi previsti dall’art. 34 del Regolamento”.
Cassare il secondo periodo del punto 4 comma 1 art. 30.
Alla fine dell’art. 30 inserire il seguente capoverso:
“I Piani di localizzazione sono redatti attraverso l’utilizzo di software GIS integrato con tutti gli elementi che influiscono sul posizionamento degli impianti, quali a titolo esemplificativo segnaletica verticale, incroci, marciapiedi etc, al fine di permettere il costante aggiornamento dei Piani stessi.”
L’art. 30 del testo riformulato riguarda le “Finalità e contenuti dei piani di localizzazione”.
Il Dott. Paciello ha fatto presente che l’utilizzo del GIS è già previsto ed ha rimandato il resto dell’emendamento ad una valutazione di tipo “politico”.
All’art. 33 cassare il terzo capoverso.
L’art. 33 del testo
riformulato riguarda le “Aree a progettazione unitaria”: il 3° capoverso dispone che <<Nelle aree a progettazione unitaria possono
essere studiati specifici progetti-tipo degli impianti, anche diversi da quelli utilizzati nella restante parte del territorio capitolino, con l’obiettivo di rafforzarne la riconoscibilità e l’integrazione con gli elementi dell’arredo urbano.>>
Credo di ricordare che il Dott. Paciello abbia espresso parere negativo, ma non ne sono sicuro.
All’articolo 34, al comma 1 dopo le parole “ai parametri descritti nelle schede tecniche” sostituire le parole quelli “allegate al presente paragrafo” con le parole “elaborate da una commissione tecnica, ivi compresi quelli da collocare nelle aree a progettazione unitaria”
Eliminare le schede tecniche.
L’art. 34 del testo riformulato riguarda le “Disposizioni generali” del Titolo VI.
Credo che anche per questo emendamento abbia espresso parere negativo, ma non ne sono sicuro.
Dalla valutazione finale che ha voluto fare il Presidente Corsetti è emerso che sono demandati ad una valutazione “politica” gli emendamenti agli articoli 18 e 30 mentre per tutti gli altri sarebbe stato espresso parere negativo.
Anziché chiudere qui la valutazione degli emendamenti presentati dall’A.I.P.E., dando finalmente inizio alla valutazione delle proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori, il Presidente ha consentito di aprire addirittura un dibattito sulle controdeduzioni espresse dal Dott. Francesco Paciello, permettendo che replicasse ad esse non solo il direttore dell’A.I.P.E., unico titolato a farlo, ma anche i rappresentanti legali delle tre ditte pubblicitarie suddette ed in particolare quello della “SCI”.
A tal ultimo riguardo mi corre l’obbligo di far sapere che poco dopo l’avvio di questo percorso di partecipazione ho incontrato casualmente il sig. Ranieri Randaccio che quel giorno mi ha messo in dubbio la regolarità di quella procedura ai sensi della legge n. 241/1990: gli ho risposto che doveva essere comunque contento e ringraziare anziché criticare Corsetti per avergli permesso di dire di nuovo la sua sul PRIP.
Evidentemente il 6 marzo 2014 il sig. Ranieri Randaccio ha cambiato idea, perché ha partecipato alla seduta della Commissione Commercio fino al punto di sentirsi “legittimato” a criticare il sottoscritto che ne ha invece il pieno diritto proprio in base agli articoli 9 e 10 della legge n. 241/1990.
È intervenuto il cons. Gianni Alemanno per affermare che l’emendamento all’art. 7 sulle aree naturali protette secondo lui vale.
Sono dovuto intervenire a mia volta per evidenziare non solo a lui, ma a tutti i presenti che la legge quadro nazionale n. 394/1991 sulle aree protette alla lettera d) del 3° comma dell’art. 11 (relativo al “Regolamento del parco”) vieta in particolare <<lo svolgimento di attività pubblicitarie al di fuori dei centri urbani, non autorizzate dall’Ente parco>>: ho messo in evidenza che il divieto vale anche per i parchi e le riserve di livello regionale, per cui la legge regionale n. 29/1997 non fa altro che recepire un dettato normativo statale che non è derogabile da parte di una amministrazione comunale con dei Piani di Localizzazione che vanno redatti quindi nel rispetto obbligatorio di tale norma sovraordinata.
Ho inoltre precisato che “misure di salvaguardia” sono anche le prescrizioni dettate dai Piani Territoriali Pesistici (PTP) e dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), che secondo l’Avv. Ettore Corsale invece non vale: gli ho ricordato la norma che ignora e che stabilisce che valgono le prescrizioni sia dei PTP approvati che del PTPR adottato, con la clausola che in caso di contrasto fra le due prevale sempre e comunque la disposizione più restrittiva.
Ho colto l’occasione per entrare nel merito anche dell’emendamento all’art. 5 e far presente che il testo preposto è errato, perché se si tratta di un “bene culturale” (soggetto cioè a vincolo archeologico o storico-monumentale) allora occorre soltanto il “parere” della Soprintendenza competente per territorio, mentre se si tratta di un “bene paesaggistico” (soggetto cioè a vincolo paesistico) allora occorre il rilascio della “autorizzazione paesaggistica” che spetta al comune di Roma in quanto subdelegato a farlo, ma previo parere vincolante della Soprintendenza competente sempre per territorio.
Ho contraddetto infine il parere reso da Paciello, secondo cui non possono essere rilasciate “autorizzazioni” su un intero piano: gli ho ricordato che nelle premesse della proposta di delibera con cui l’allora Giunta di Alemanno ha licenziato il PRIP è testualmente riportato che si parla di <<Enti comunali, regionali e statali preposti alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale e del patrimonio storico-artistico, che si sono espressi con parere favorevole nella seduta finale del 18 novembre 2010>>.
Con mia sorpresa ha annuito il cons. Davide Bordoni che mi sedeva a fianco.
Malgrado questa mia dotta disquisizione il Presidente Corsetti ha concluso che ci vuole comunque un “approfondimento” degli emendamenti proposti sia all’articolo 5 che all’articolo 7!
È voluta intervenire a questo punto la consigliera Immacolata Battaglia per affrontate il problema proprio delle regole che ha chiesto di conoscere e di rispettare, ma al tempo stesso ha detto che bisogna fare in modo di snellire le procedure ed ha suggerito un modo per venirne fuori, lamentando il lavoro fatto da Paciello che ha rimesso al mittente.
Ha quindi dichiarato che o c’è un approccio sistemico oppure non ne usciremo mai: questo suo ragionamento l’ha portata alla conclusione che occorre introdurre un sistema normativo che consenta addirittura di modificare la normativa statale sovraordinata, subordinando a questa necessità l’approvazione del PRIP !
Quando ho avuto modo di farle presente garbatamente – sull’esempio della legge del 1953 che dà alle Ferrovie dello Stato l’esclusività della gestione delle proprie aree demaniali – che non si possono di certo aspettare i tempi che ci nette il Parlamento per modificare una sua legge per poi approvare il PRIP secondo come meglio aggrada, mi ha risposto piccata che comunque il Comune ha pur sempre diritto di cambiare le cose dal basso.
L’Avv. Ettore Corsale è di nuovo intervenuto ed ha insistito ancora sulle aree ferroviarie: gli ha fatto eco il sig. Ranieri Randaccio proponendo di metterle per un attimo da parte per parlare invece dell’intero suolo di Roma ed ha quindi posto la stessa domanda che aveva fatto provocatoriamente a me nell’intervallo di un quarto d’ora, facendo ora riferimento anche agli elementi di arredo urbano: le regole del PRIP valgono per tutti gli impianti pubblicitari comunque installati sul suolo ?
Quasi come secondo un piano prestabilito e comunque concordato, l’avv. Ettore Corsale ha chiesto che comunque il PRIP dovrebbe valere per tutti gli impianti pubblicitari installati sul suolo, lasciando chiaramente intendere di avere delle particolari “attenzioni” verso queste aree di ulteriore mercato per loro.
A questo punto ho capito che il dibattito concesso si stava allungando fin troppo in danno della valutazione promessa a seguire sulla proposta unitaria, che non poteva essere fatta ormai per la concomitanza del Consiglio Comunale convocato per le ore 15,00 ed ho cominciato a protestare per il “metodo” totalmente illecito che si stava seguendo, stigmatizzando vivamente ad alta voce a Corsetti che mi voleva bloccare che era stato dato uno spazio enorme a degli emendamenti presentati fuori tempo massimo quella stessa mattina e che da ultimi che erano sono diventati evangelicamente i primi, per essere immediatamente controdedotti, consentendo addirittura che ci si aprisse un dibattito e si desse non solo all’A.I.P.E. la possibilità di rivendicarne una presunta bontà.
Ho ricordato polemicamente di avere chiesto una apposita audizione con la Commissione Commercio fin dal 22 ottobre 2013, che è stata sollecitata il successivo 27 novembre 2013, ma che non è stata ancora concessa, a differenza dell’A.I.P.E. che se l’è vista regalare senza averla nemmeno richiesta.
A Corsetti che mi dava assicurazione in tal senso ho rinfacciato che una sua eventuale tardiva concessione di una apposita audizione – dovuta comunque ormai se non altro per par condicio – comportava un inevitabile ritardo dei tempi entro cui la Commissione Commercio si era impegnata a decidere, con il conseguente ritardo anche delle scelte finali sul PRIP che dovrà prendere l’Assessore Leonori assieme alla Giunta Capitolina, i quali non dovrebbero più a mio giudizio aspettare i “comodi“ della Commissione Commercio sul presupposto di un “coordinamento” che non c’è mai stato, visto che alle sedute della Commissione Commercio non si è mai visto il suo Segretario Leslie Francesco Capone.
Mi ha voluto contraddire addirittura il cons. Gianni Alemanno, intervenuto per chiedermi retoricamente quando mai una amministrazione pubblica ha dato così tanto spazio ad una associazione ambientalista, dimenticando evidentemente che quando era Sindaco lui l’Assessore Davide Bordoni aveva istituito un Tavolo Tecnico a cui ha avuto diritto e spazio di partecipazione anche il sottoscritto a nome di VAS: sul momento mi sono limitato a replicargli che non mi era stato di certo dato l’ampio spazio che era stato dato quel giorno ad una associazione di categoria ed a ben tre ditte pubblicitarie !
Gianni Alemanno
A questo punto il Presidente Corsetti ha proposto di convocare la Commissione Commercio per il giorno dopo, ma ha ricevuto un coro di no: non potrò scordarmi mai che Immacolata Battaglia ha tenuto a far sapere che il giorno dopo stava a Bruxelles a fare la politica vera mentre la settimana prossima andava a sciare.
Mi è stata fatta pervenire in questo frattempo la Convocazione della Commissione Commercio per martedì 11 marzo 2014: sono proprio curioso di vedere cosa altro si inventerà la “politica” per rimandare ancora il giorno fatidico in cui la Commissione Commercio dovrà “decidere” e far sapere finalmente da che parte sta !
Dott. Arch. Rodolfo Bosi.