(Articolo pubblicato con questo titolo oggi 29 febbraio 2016 sul sito “Brand News”)
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Sergio Verrecchia
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È quanto meno stupefacente che ad appena 7 giorni di distanza dalla pubblicazione di una sentenza che ha sancito la piena legittimità sia del PRIP che del nuovo Regolamento di Pubblicità il Direttore della CLEAR CHANNEL Sergio Verrecchia si permetta ancora di parlare di “annosa questione relativa agli effetti scaturiti dalle norme previste del PRIP e nel connesso Regolamento”, lasciando quasi intendere di volerle rimettere ancora in discussione (vedi https://www.rodolfobosi.it/con-una-sentenza-storica-la-seconda-sezione-del-tar-ha-posto-una-pietra-miliare-nel-settore-dellimpiantistica-pubblicitaria-di-roma-rigettando-quasi-tutte-le-censure-portate-da-certe-associ/#more-33251).
La “questione” per lui forse è ancora “annosa” sul solo presupposto che il 27 gennaio scorso la Seconda Sezione del TAR del Lazio ha rimandato a data da destinarsi i due ricorsi della “CLEAR CHANNEL AFFITALIA” 14851/2014 (per l’annullamento di PRIP e nuovo Regolamento di Pubblicità), 14853/2014 (per l’annullamento del nuovo Regolamento di Pubblicità) e 3410/2015 (per l’annullamento della deliberazione della Giunta Capitolina n. 380/2014 sui criteri di redazione dei Piani di Localizzazione).
È ancor più stupefacente che, sulla sola base del “parziale accoglimento delle istanze delle ricorrenti”, il sig. Sergio Verrecchia si permetta di trarne un giudizio di “inattuabilità dei piani di localizzazione così come ipotizzati” proprio nel momento in cui il Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca sta valutando il modo migliore di ottemperare alla sentenza del TAR senza annullare tutti gli atti fin qui prodotti e senza interrompere i procedimenti fin qui avviati.
È invece del tutto inaccettabile sul piano del “metodo”, ancor prima che su quello del “merito”, che la CLEAR CHANNEL AFFITALIA, dopo aver partecipato per il tramite della sig.ra Daniela Fornari a 5 dei 13 incontri pubblici fin qui svolti sui Piani di Localizzazione alla presenza del Sub Commissario Dott. Giuseppe Castaldo, intenda scavalcarlo chiedendo un incontro direttamente con il Commissario Straordinario con la dichiarata volontà “di fare chiarezza su una materia che è molto complessa” e su cui evidentemente l’Amministrazione Capitolina non ha compreso di più di quanto ha invece “capito” la CLEAR CHANNEL AFFITALIA, che pretende quindi “di illustrare non solo aspetti meno noti della vertenza ma pure di proporre scenari di sviluppo che potranno essere apprezzati dalla guida della città”.
Senza voler proporre nessuna “trattativa” su “scenari di sviluppo” che siano diversi da quelli sanciti dal TAR, ci permettiamo noi di illustrare in questa sede aspetti meno noti delle “vertenza” di CLEAR CHANNEL, facendo presente anzitutto che il sig. Sergio Verrecchia è tuttora anche Presidente della associazione di categoria “A.A.P.I.” (Associazione Aziende Pubblicitarie Italiane) e che in tale veste ha inizialmente partecipato al percorso di partecipazione per la stesura del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) voluto dall’allora Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, firmando di suo pugno il 25 febbraio del 2014 una Lettera della associazione di categoria A.A.P.I. in cui in modo diffamante chiedeva di sapere dall’assessore Marta Leonori il “Ruolo dell’Arch. Bosi di VAS e sue controdeduzioni alle osservazioni presentate al PRIP del Comune di Roma”. (vedi https://www.rodolfobosi.it/prip-quando-la-presunzione-e-larroganza-fanno-perdere-il-lume-della-ragione-e-spingono-una-associazione-di-categoria-a-lanciare-pesanti-insinuazioni-su-bosi-e-lo-stesso-assessore-leonori/).
Dopo il suddetto increscioso episodio e gli accesi incontri avuti con l’Assessore Leonori assieme alle altre associazioni di categoria e ditte pubblicitarie, l’A.A.P.I. ha deliberato in sede associativa che si sarebbe astenuta dal prendere alcuna posizione sulla vicenda romana, come attesta peraltro il suo mancato ricorso al TAR, che invece a differenza di lei è stato presentato da altre associazioni di categoria come “A.I.P.E.” ed “I.R.P.A.”.
Ora il sig. Sergio Verrecchia intende sfruttare l’interruzione degli incontri pubblici, che è stata dovuta prendere a livello cautelativo dopo la pubblicazione della sentenza del TAR n. 2283/2016, per spiegare de visu al Commissario Straordinario le osservazioni, proposte e istanze che andavano presentate esclusivamente nelle forme e nei modi stabiliti negli appositi avvisi pubblici.
Dovrebbe però fargli sapere che mentre da un lato la CLEAR CHANNEL vuole che si rifacciano ex novo tutti i Piani di Localizzazione anche e soprattutto perché consentirebbero sfacciatamente il “monopolio” di chi si aggiudicherà il regolare bando di gara che come corrispettivo richiederà un servizio di Bike Sharing quanto meno di 250 ciclostazioni, dall’altro lato proprio il giorno dopo la pubblicazione della sentenza del TAR ha siglato un sorprendente accordo con l’associazione di categoria “A.I.P.E.” “per fornire il servizio di bike-sharing nella città di Roma che prevede un primo lotto di circa 800 biciclette in 80 stazioni, il cui servizio di gestione sarà finanziato dalla pubblicità raccolta dagli associati AIPE e dalla Clear Channel, senza la necessità di nuove concessioni per mq aggiuntivi.” (vedi https://www.rodolfobosi.it/il-sorprendente-accordo-siglato-da-a-i-p-e-e-clear-channel-per-un-servizio-gratuito-di-bike-sharing-a-roma/)
Dott. Arch. Rodolfo Bosi