Da una fonte che ha voluto mantenere l’anonimato è stato trasmesso al Circolo Territoriale di Roma di VAS un promemoria del dott. Francesco Paciello, che riguarda le affissioni pubbliche e la pubblicità di Roma e che sembra essere stato richiesto dal Presidente della IX Commissione Commercio.
Si riporta di seguito in allegato il promemoria per un opportuno confronto con le osservazioni puntuali che si è ritenuto doveroso farvi e che sono esposte di seguito: con nota VAS prot. n. 14 del 18.9.2013, che si rimette di seguito parimenti in allegato, sono stati portati a conoscenza di tali osservazioni non solo il Presidente ed i membri della Commissione Roma Produttiva, ma anche il Sindaco Ignazio Marino, l’Assessore Marta Leonori ed i membri della Giunta Capitolina.
Promemoria del dott. Francesco Paciello
Nota VAS prot. n. 14 del 18 settembre 2013
Osservazioni al promemoria di Francesco Paciello
AFFISSIONI PUBBLICHE – Spazi ed entrate.
“Sono gestiti circa 22.000 mq di spazi dedicati alle pubbliche affissioni” – La stessa identica quantità è citata nella deliberazione della Giunta di Alemanno n. 115 del 5 aprile 2013.
Nella “Indagine sul settore affissioni e pubblicità a Roma” presentata alla fine di gennaio del 2011 dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma si parla invece di una superficie complessiva di 27.000 mq. equivalenti a 2.674 impianti.
“I proventi del servizio ammontano a circa € 297.000,00 l’anno” – Secondo la suddetta indagine nel 2009 i proventi ammontavano a 510.957 €, non sufficienti comunque a coprire le spese sostenute per l’affissione materiale, eseguita dalla società appaltatrice: nel 2009 i costi per servizio affissione sono stati infatti di € 611.683.
“La materiale affissione dei manifesti sugli impianti in strada è affidata, mediante gara pubblica, a R.T.I. Veri srl e A&A in scadenza il 13 luglio 2013“ – Il Circolo Territoriale di Roma di VAS ha segnalato a suo tempo un impianto pubblicitario “SPQR” che è stato prelevato dal magazzino di via Ostiense 131 Q e ricollocato all’altezza del civico n. 35 di via Pinciana a cura del suddetto Raggruppamento Temporaneo di Imprese (R.T.I.), che per il montaggio dell’impianto si è fatto pagare 44,91 €.
Dal momento che il suddetto appalto è scaduto il 13 luglio scorso, sarebbe utile sapere se sia stata indetta una nuova gara pubblica e chi l’abbia vinta.
“con Deliberazione n. 115 del 22 dicembre 2012” – Sono errati data, mese ed anno, dal momento che la delibera in questione è stata approvata il 5 aprile 2013.
AFFISSIONI PUBBLICHE – Circuito politico-sindacale
“la cui realizzazione costituisce Obiettivo di Gestione 2013” – Nel dispositivo della deliberazione non si parla affatto di “Obiettivo di Gestione 2013”, dal momento che recita testualmente: “il Dipartimento Attività Economico e Produttive – Formazione e Lavoro – Direzione Regolazione e Gestione Affissioni e Pubblicità realizzerà utilizzando una quantità di metri quadri non superiore ad un terzo di quelli attualmente destinati alle pubbliche affissioni, un circuito specificatamente destinato all’affissione dei manifesti a contenuto politico-sindacale, onde disciplinare in modo stabile tale tipo di affissione e prevenire fenomeni di affissione abusiva nel territorio cittadino”.
Il dott. Francesco Paciello ha anticipato di fatto a quest’anno un obiettivo che dovrebbe scattare invece dal 1 gennaio del prossimo anno.
PUBBLICITÀ – Impianti autorizzati
“Sono gestiti ad oggi circa 28.800 impianti inseriti nella N uova Banca Dati (N.B.D.) “ – Se si aggiungono i 2.674 impianti “SPQR” censiti nel 2011 dalla Agenzia suddetta, si avrebbero 31.474 impianti installati complessivamente a Roma.
Su “la Repubblica” del 14 novembre 2009 l’allora Assessore Davide Bordoni aveva dichiarato che “una nuova Banca Dati informatica ha permesso di quantificare (al 15 settembre) 31.636 impianti e di scoprirne 7.454 abusivi”.
Su “Il Messaggero” del 6 febbraio 2010 l’allora Vicepresidente della Commissione Commercio Cantiani aveva a sua volta dichiarato che “gli impianti censiti sono 31 mila”.
Su “Il Messaggero” del 14 aprile 2010 è riportato che “in base all’ultimo censimento i cartelloni regolari sono circa 32 mila. Quelli abusivi 30 mila”: stando a quest’ultimo dato gli impianti esistenti a Roma nella prima metà del 2010 sarebbero 62 mila.
Se ad ogni modo nell’anno 2010 gli impianti censiti in Banca Dati nel solo I Municipio erano 2.800 e si ipotizza questa stessa quantità per ognuno degli allora rimanenti 18 Municipi, si dovrebbero avere allora 50.400 impianti censiti nella Nuova Banca Dati.
“con Deliberazione n. 116 del 22 dicembre 2012” – Sono errati data, mese ed anno, dal momento che anche la delibera in questione è stata approvata il 5 aprile 2013.
“La Giunta Capitolina, con Deliberazione n. 116 del 22 dicembre 2012, ha disposto la temporanea permanenza sul territorio di tutti gli impianti inseriti nella N.B.D. nelle more di arrivare all’approvazione del Piano Regolatore degli impianti Pubblicitari (PRIP)” – Il dispositivo della deliberazione recita testualmente: “delibera … di assicurare la permanenza sul territorio di tutti gli impianti pubblicitari in essa contenuti a titolo temporaneo nelle more dell’adozione del Piano Regolatore degli impianti pubblicitari e dei suoi relativi piani di localizzazione a condizione che gli impianti rispettino le prescrizioni del Codice della Strada e del suo Regolamento attuativo, come derogato dalla deliberazione Commissario Straordinario n. 45/2008”.
Il dott. Francesco Paciello omette di far sapere la condizione a cui viene subordinata la permanenza dalla delibera n. 116/2013, che a sua volta ignora del tutto gli impianti installati in violazione del divieto di affissione prescritto dai vincoli paesaggistici e storico-monumentali.
PUBBLICITÀ – Controlli
“Sugli impianti inseriti nella N.B.D. si procede a controlli sia sotto il profilo della regolarità contabile che del rispetto delle norme del Codice della Strada” – Il dott. Francesco Paciello avrebbe dovuto far sapere che i controlli debbono essere fatti anche in caso di impianti pubblicitari installati su beni paesaggistici o su beni culturali, a maggior ragione perché è stato abrogato dal D.Lgs. n. 42/2004 il 1° periodo del comma 13 ter dell’art. 23 del D.Lgs. n. 285/1992 (Codice della Strada).
“Dall’1/1/2013 sono stati adottati provvedimenti di decadenza per complessivi n. 388 impianti risultati non regolari“ – La decadenza dovrebbe essere della “autorizzazione” e dovrebbe essere stata applicata dal dott. Francesco Paciello ai sensi del comma 14 dell’art. 31 del vigente Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 37/2009, che però prevede la decadenza anche delle autorizzazioni regolarmente rilasciate ad una stessa ditta, in misura proporzionale del 5% (in caso di una sola violazione), del 20% (in caso di due violazioni), del 50% (in caso di tre violazioni) e delle restanti autorizzazioni (in caso di ulteriore violazione).
Il dott. Francesco Paciello non fa sapere nulla a tal riguardo.
“I controlli sul rispetto del Codice della Strada spettano alla Polizia Locale che li effetetua secondo le Linee-guida redatte dalla Direzione“ – Sarebbe molto utile conoscere queste Linee-guida redatte dal dott. Francesco Paciello, anche e soprattutto per verificare se siano poi effettivamente rispettate.
“Mediamente vengono elevate annualmente circa n. 2.450 sanzioni di contrasto al Codice della Strada nei confronti di impianti inseriti nella N.B.D. alle quali segue la diffida per la rimozione spontanea e, in caso di inottemperanza, la rimozione coattiva” – Con la media dichiarata dal dott. Francesco Paciello nei soli 4 anni dal 2009 a tutto il 2012 dovrebbero essere state elevate circa 10.000 sanzioni rispetto ai circa 31.500 impianti complessivamente dichiarati come censiti nella N.B.D., per cui se fossero stati rimossi tutti i 10.000 impianti sanzionati a Roma dovrebbero esserci rimasti solo 21.500 cartelloni censiti: non è evidentemente così, anche perché il dott. Francesco Paciello non fa sapere il numero esatto di quelli che vengono poi mediamente rimossi annualmente.
PUBBLICITÀ – Entrate
“Gli impianti inseriti nella N.B.D. producono un’entrata annua di circa € 17.252.000,00” – Su “la Repubblica” del 14 maggio 2010 l’allora Assessore Davide Bordoni ha ammesso che grazie ai tributi delle aziende di pubblicità il Comune in due anni è passato da 9 a 20 milioni di € di incassi.
PUBBLICITÀ – Supporto di Aequa Roma
“mediante specifico Contratto di Servizio di cui alla Deliberazione di Giunta Capitolina n. 182 del 27 giugno 2012“ – Il contratto allegato alla delibera regola i rapporti tra Roma Capitale ed Aequa Roma dall’1 marzo 2012 fino al 28 febbraio 2013, con possibilità di rinnovo per altri 2 anni, per un corrispettivo di 950.000,00 € IVA inclusa : il contratto è quindi scaduto e non è dato di sapere se sia stato prorogato.
PUBBLICITÀ – Abusivismo
“L’abusivismo pubblicitario riguarda tutti gli impianti rilevati sul territorio e non ricompresi tra quelli inseriti nella N.B.D.” – Il dott. Francesco Paciello fa un distinguo tra gli impianti installati in maniera totalmente abusiva (senza nemmeno essere “autodenunciati”) e gli impianti registrati invece a qualunque titolo in Banca Dati, che sono comprensivi tanto del “riordino” (con vecchie “concessioni” o “autorizzazioni”) quanto dei cartelloni installati dal 2009 ad oggi, anche abusivamente ma in tal caso “autodenunciati”.
“Mediamente ogni anno vengono rilevati circa n. 1.200 impianti fuori N.B.D. per i quali si procede con sanzione e rimozione coattiva“ – Con la media dichiarata dal dott. Francesco Paciello nei soli 4 anni dal 2009 a tutto il 2012 dovrebbero essere stati rilevati circa 4.800 impianti abusivi, che se si aggiungono alle circa 10.000 sanzioni elevate nello stesso quadriennio per gli impianti inseriti in Banca Dati portano ad un accertamento dichiarato di ben 15.000 impianti accertati comunque come irregolari, con una media quindi di quasi 4.000 impianti all’anno.
“Gli impianti abusivi sono altresì perseguiti mediante sanzione elevata direttamente al pubblicizzato, se presente, per circa n. 500 verbali elevati ogni anno” – Anche a voler ammettere che il pubblicizzato non sia sempre presente (anche se non è chiaro come ciò sia possibile), non si capisce perché non vengano multati i pubblicizzati sulla maggioranza dei rimanenti 700 impianti, considerato che le ditte pubblicitarie trovano spesso l’escamotage per non pagare le sanzioni.
“Attualmente sono disponibili € 456.000,00 per gli interventi di rimozione di impianti abusivi fino a tutto il 2014 a fronte degli € 1.625.000,00 che sarebbero necessari per smaltire tutti gli ordinativi di rimozione già emessi negli ultimi mesi” – Riguardo a questo passo del promemoria vanno fatte le seguenti osservazioni.
1 – La disponibilità di 456.000,00 € attesta una implicita doppia omissione di atti dovuti d’ufficio, perché costituisce la dimostrazione che da un alto non vengono spesi nemmeno questi pochi euro per le rimozioni dovute in quanto ordinate e che comunque dall’altro il ritardo burocratico nella rimozione senza nemmeno un contestuale oscuramento degli impianti abusivi ne consente il prosieguo di un guadagno illecito da parte delle ditte che si sono rese responsabili della loro installazione.
2 – I 456.000,00 € disponibili riguardano solo gli impianti abusivi da rimuovere e non anche quelli comunque da rimuovere forzatamente d’ufficio, ma inseriti in Banca Dati.
3 – La stima complessiva di 1.625.000,00 € riguarda invece “tutti gli ordinativi di rimozione già emessi negli ultimi mesi”, comprensivi quindi degli impianti comunque da rimuovere forzatamente d’ufficio sia che stiano dentro o fuori la Nuova Banca Dati.
4 – Calcolando per eccesso che la rimozione di ogni impianto venga a costare intorno ai 300,00 € “gli ordinativi di rimozione già emessi negli ultimi mesi” dal dott. Francesco Paciello riguarderebbero la bellezza di 5.500 impianti con formale provvedimento di rimozione emesso negli ultimi 2-3 mesi: se il dott. Francesco Paciello avesse mantenuto la stessa media di repressione dall’inizio di quest’anno, il numero complessivo degli impianti da rimuovere ammonterebbe a circa 15.000 cartelloni.
5 – L’affermazione del dott. Francesco Paciello attesta che i fondi per le rimozioni vengono attinti dal bilancio corrente del Comune, con una operazione che è di vera distrazione di fondi pubblici, come tale già da me denunciata a nome di VAS alla Corte dei Conti con nota prot. n. 3 del 21 febbraio 2012.
Le ragioni esposte sono le seguenti.
In caso di installazione di un impianto pubblicitario accertato come abusivo, ai sensi del 5° comma dell’art. 31 del vigente Regolamento di pubblicità approvato dal Consiglio Comunale di Roma con deliberazione n. 37/2009 il dirigente del Servizio Affissioni e Pubblicità trasmette una diffida con cui “il trasgressore è invitato a rimuovere l’impianto abusivo o difforme entro dieci giorni dalla notificazione, nonché a far pervenire ai suddetti uffici, entro il medesimo termine, le proprie osservazioni. Decorso inutilmente tale termine e valutate, se pervenute, tali osservazioni, con determinazione dirigenziale viene disposta la eventuale rimozione forzata d’Ufficio, a spese del trasgressore”, che però il Comune di Roma è costretto ad anticipare.
Anche e soprattutto per conseguenza del suddetto Regolamento, dal 2009 la città di Roma è stata invasa da una marea di impianti pubblicitari che sono stati installati del tutto abusivamente e che non sono stati sempre “autodenunciati”, provocando una evasione dell’imposta o canone della pubblicità che è stata quantificata in 226 milioni di euro circa del credito iscritto a ruolo dalla Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma alla pag. 17 della “Indagine sul settore affissioni e pubblicità a Roma” che ha presentato ufficialmente il 27 gennaio 2011.
Nei confronti invece degli impianti pubblicitari accertati come abusivi, che le ditte proprietarie non hanno provveduto a rimuovere a proprie cure e spese entro i 10 giorni dalla diffida loro inoltrata dal dirigente del Servizio Affissioni, si è resa necessaria una rimozione forzata che laddove eseguita è stata sempre fatta per “campagne”, anticipando i costi con fondi prelevati dal Titolo I° del bilancio comunale che é relativo alle “spese correnti”.
Così il 2 settembre 2010 l’allora sindaco Gianni Alemanno ha annunciato di essersi incontrato con l’assessore alle Attività Produttive On. Davide Bordoni e di aver trovato le risorse per rimuovere 1.000 impianti pubblicitari abusivi.
A distanza di poco più di un anno, il 25 novembre 2011 sul sito internet del Comune di Roma è stata annunciata una task force, che prevedeva la collaborazione tra Ufficio Affissioni, GSSU della Polizia Locale di Roma Capitale, Nucleo Antiabusivismo e Nucleo Decoro di Roma Capitale e che in due mesi avrebbe dovuto abbattere altri mille impianti in diversi Municipi.
Gli interventi programmati fino alla fine dell’anno si erano resi possibili grazie ad uno stanziamento di 300.000 euro e l’impiego di 5 squadre d’intervento: dall’inizio dell’anno successivo l’operazione doveva continuare con un nuovo stanziamento di ulteriori 800.000 euro, con una spesa complessiva anticipata quindi dal Comune di Roma di 1.100.000 euro.
Si fa presente che il 1° comma dell’art. 31 del vigente Regolamento prescrive che “nei casi di installazione di mezzi non autorizzati è applicata, …, l’indennità pari al canone ed una sanzione amministrativa pecuniaria di importo non inferiore a quello dell’indennità, né superiore al doppio della medesima”.
Gli importi della sanzione amministrativa, che andavano da un minimo di 155 euro ad un massimo di 625 euro, sono stati modificati dalla legge n. 111 del 15 luglio 2011 che ha tra l’altro sostituito il comma 12 dell’articolo 23 del Decreto Legislativo n. 285/1992 (con cui è stata emanato il nuovo Codice della Strada) nel modo seguente: “12. Chiunque non osserva le prescrizioni indicate nelle autorizzazioni previste dal presente articolo é soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.376,55 a euro 13.765,50 in via solidale con il soggetto pubblicizzato”.
L’allora direttore del Servizio Affissioni e Pubblicità, dott. Francesco Paciello, con riguardo proprio ai tempi senza limiti certi delle rimozioni degli impianti abusivi autodenunciati, ha affermato che “i tempi dell’istruttoria e dell’attuazione dei conseguenti provvedimenti sono direttamente proporzionati al numero degli impianti installati sul territorio ed alla sua vastità nonché indirettamente proporzionati alle risorse economiche e di personale a disposizione”.
Quanto meno dalla entrata in vigore della legge n. 111/2011 il Comune di Roma non può più sostenere che non si possono fare le rimozioni per mancanza di fondi e di personale, specie se si considera che alle somme suddette, incamerabili in modo certo dal Servizio Affissioni e Pubblicità pretendendole se non altro dagli inserzionisti che si sono serviti di impianti pubblicitari abusivi, si debbono sommare anche gli importi delle rispettive “indennità” pari al Canone Iniziative Pubblicitarie (in sigla CIP): con questi fondi si può e si deve aprire una vera e propria “partita di giro” dove le “entrate” (delle sanzioni amministrative) non potranno mai essere superate dalle “uscite” (costituite dalle spese anticipate per eseguire le rimozioni forzate).
Il Comune continua invece ad applicare la sanzione minima di 389,00 € prevista dal comma 11 dell’art. 23 del D.Lgs. n. 285/1992 (Codice della Strada).
A tal riguardo si fa presente ad modo che i costi per un intervento di rimozione di un impianto pubblicitario abusivo sono di circa 300-400 euro ad impianto, che è una cifra ben più bassa dei 1.376,55 euro della nuova sanzione amministrativa minima che è scattata dallo scorso 17 luglio 2011 e che è comunque coperta anche in caso di applicazione della sanzione di 389,00 € prevista dal comma 11 dell’art. 23 del Codice della Strada.
Con quasi più del doppio di quanto incassava fino all’altro ieri, o comunque anche con la stessa minore cifra fin qui incassata, il Servizio Affissioni e Pubblicità del Comune di Roma si può pagare ora non solo la ditta incaricata della rimozione, ma anche lo straordinario o comunque l’ulteriore prestazione che è dovuta per il “personale a disposizione” del Comune che deve ogni volta presenziare alle rimozioni eseguite dalle ditte specializzate prescelte.
Ne deriva che il Comune non può e non deve anticipare i costi delle rimozioni forzate degli impianti abusivi o comunque irregolari prelevando risorse dalle “spese correnti” del bilancio comunale.
PUBBLICITÀ – Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari
“Tale documento rappresenta la condizione giuridica imprescindibile sulla base della quale possono essere rilasciati nuovi titoli autorizzativi a seguito di procedure di gara, oppure avviati procedimenti di finanziamento di servizi tramite la pubblicità (es. bikesharing)” – La “condizione giuridica imprescindibile sulla base della quale possono essere rilasciati nuovi titoli autorizzativi a seguito di procedure di gara” non è costituita dal PRIP, ma dai Piani di Localizzazione che il dott. Francesco Paciello sembra ignorare del tutto.
Anche i servizi tramite la pubblicità ed in particolare il servizio di Bike Sharing debbono essere assegnati dopo l’approvazione dei Piani di Localizzazione e comunque sempre a seguito di procedure di gara, che invece per essi il dott. Francesco Paciello sembra trascurare, lasciando implicitamente intendere di essere allineato sulla proposta di “progetto Bike Sharing gratuito per l’Amministrazione” che il 22 luglio 2013 le associazioni APA S.r.l., GREGOR S.r.l., MORETTI PUBBLICITÀ S.r.l., PATEO S.r.l., PUBLIROMA S.r.l. e SCI S.r.l. hanno trasmetto al Sindaco Ignazio Marino, all’Assessore Marta Leonori ed al Presidente Corsetti della Commissione Roma Produttiva.
“Occorre, pertanto, far ripartire al più presto possibile l’iter approvativo del PRIP, anche rinnovando l’apporto partecipativo della Associazioni ambientaliste, di cittadini e imprenditoriali di categoria, per eventuali modifiche alla proposta di PRIP oggi disponibile” – Il dott. Francesco Paciello, si vanta di avere “predisposto” alla fine del 2010 il PRIP che è stato invece redatto dalla S.p.A. “Aequa Roma”, ma di cui non si sente più di difendere a spada tratta i contenuti, dal momento che ne ammette l’opportunità di apportarvi delle eventuali modifiche, citando per giunta sia le associazioni ambientaliste e di cittadini, lasciando quindi sottintendere che è a conoscenza della “proposta unitaria” che le associazioni “Verdi Ambienti e Società” (VAS) e “Basta Cartelloni – Francesco Fiori” hanno presentato nel corso della Conferenza Stampa che si è tenuta il 3 maggio 2013.