Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Comunicato stampa
Consiglio Comunale straordinario del 18.02.2016
Attiva e consapevole la partecipazione al Consiglio comunale straordinario che si è tenuto a Palazzo San Gervasio.
Un Consiglio durante il quale sono state affrontate tre questioni particolarmente delicate rispetto alle quali l’intera cittadinanza manifesta grande sensibilità.
Si tratta della questione deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi e dei rischi per una sua collocazione tra Puglia e Basilicata; dei progetti di impianti di trattamento rifiuti (F.O.R.S.U. e F.O.R.S.), proposti dalle società Ener Compost, Alphabio e Biomethane Plus, nell’area industriale di San Nicola di Melfi, e dell’istanza relativa al Permesso di ricerca idrocarburi liquidi e gassosi, denominata “Palazzo San Gervasio”, a fronte della recente Ordinanza n. 287/2016 del Consiglio di Stato.
In merito alla prima tematica si è dato seguito a quanto evidenziato nell’incontro informativo tenutosi il 19 agosto 2015 a Palazzo San Gervasio e riproposto a Genzano di Lucania il 13 settembre 2015.
Incontri informativi durante i quali, grazie al lavoro di approfondimento svolto dall’A.I.L. (Associazione Intercomunale Lucania) e dall’Associazione V.A.S. per il Vulture Alto Bradano, è stato possibile evidenziare che il Comune di Palazzo San Gervasio è caratterizzato da un valore di picco di accelerazione (PGA), su substrato rigido per un tempo di ritorno di 2475 anni, superiore a 0.25g tale da non poterlo considerare idoeno per la localizzazione del deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi.
Tuttavia, è possibile riscontrare che una parte della Regione Basilicata, pur essendo sismica, non sarebbe esclusa dalla possibile collocazione del deposito in base a quanto previsto dai criteri evidenziati nella Guida Tecnica n. 29 dell’Ispra.
Inoltre, incrociando le informazioni relative alla pericolosità sismica con quelle derivanti da tutti gli altri criteri di esclusione e considerando anche i criteri di approfondimento, la Regione Basilicata presenterebbe alcune aree potenzialmente idonee che potrebbero essere incluse nella CNAPI (Carta Nazionale dell’Aree Potenzialmente Idonee) rispetto alla quale i ritardi per una sua pubblicazione potrebbero essere dovuti, ancora una volta, alle imminenti votazioni amministrative in tanti Comuni d’Italia.
Inoltre, anche in base a quanto evidenziato nell’assemblea consiliare congiunta del 14 gennaio 2016 tenutasi ad Altamura, con la partecipazione anche del Comune di Palazzo San Gervasio, è chiara la possibilità che tra le aree idonee ad ospitare il deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi possa ricadere il territorio a cavallo tra la Basilicata e la Puglia, insistente nell’area dell’Alta Murgia, interessando i Comuni di Altamura, Matera, Gravina, Santeramo in Colle, Irsina, Spinazzola e Poggiorsini, con il rischio di compromettere le risorse ambientali e qualsiasi ipotesi di sviluppo economico e sociale del territorio determinando una desertificazione culturale e sociale delle aree direttamente interessate e limitrofe.
Nell’assemblea consiliare congiunta, del 14 gennaio scorso, il sottoscritto è intervenuto, a nome della Comunità palazzese, affermando il proprio “No” al deposito scorie nucleari ed evidenziando il grande ruolo delle Regioni che devono farsi portavoce delle istanze di tutela dei nostri territori.
Anche Palazzo San Gervasio, con l’odierno Consiglio comunale, ha voluto offrire il suo contributo tramite specifico atto deliberativo con il quale è stato dichiarato, in modo netto ed inequivocabile, la contrarietà alla collocazione del deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi in agro di Palazzo San Gervasio oltre che in tutte quelle aree limitrofe rispetto alle quali vi sarebbero evidenti effetti ambientali e paesaggistici inevitabilmente collegati al territorio palazzese che si intende tutelare.
Con il deliberato è stato impegnato, ancora una volta, il Presidente della Giunta della Regione Basilicata e della limitrofa Regione Puglia a valutare l’urgente necessità di dichiarare le aree dell’intero territorio regionale lucano e pugliese, rispettivamente, non disponibili alla localizzazione del deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi e del relativo Parco tecnologico così come previsto dal D.Lgs. n. 31/2010.
Con la seconda Delibera è stato affrontato il delicato problema riguardante i progetti per la realizzazione di impianti di trattamento rifiuti della Ener Compost, dell’Alphabio e della Biomethane Plus, previsti nell’area di San Nicola di Melfi, con ripercussioni negative anche per il territorio del Comune di Palazzo San Gervasio in seguito agli effetti incompatibili con l’ambiente, con la salute dei cittadini e con il settore agricolo ivi presente.
Questione affrontata anche alla luce di quanto discusso nel recente Consiglio regionale della Basilicata, dove è stato votato un emendamento al collegato alla Legge regionale di Stabilità 2016, recentemente approvata, prevedendo una sospensione degli iter autorizzativi in corso, nelle more dell’approvazione dell’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, e comunque non oltre il 30 giugno 2016 con l’eccezione delle istanze già presentate alla data del 31 gennaio 2016 da parte di soggetti titolari di impianti già in esercizio ed ampliamenti in sito o in adiacenza.
Nel deliberato è stato evidenziato che la sospensione, efficace solo dopo l’entrata in vigore del collegato alla Legge di Stabilità 2016, viene ritenuta una misura non adeguata alla situazione emergenziale in cui riversa la Basilicata anche a fronte della sua ridottissima efficacia temporale incompatibile con il procedimento amministrativo che dovrebbe portare all’approvazione del nuovo Piano regionale dei rifiuti.
Un Piano che, prima della sua approvazione, deve essere necessariamente condiviso con tutti i Comuni che a loro volta si faranno portavoce della richieste delle proprie Comunità al fine di evitare che il Piano divenga uno strumento imposto dall’alto e frettolosamente approvato senza una seria e necessaria partecipazione collettiva, non formale, ma sostanziale.
Il deliberato ha recepito quanto riportato nella Delibera dell’Area Programma Vulture Alto Bradano n. 1 del 22 gennaio 2016, al fine di rafforzarne la sua efficacia, impegnando il Governatore della Regione Basilicata a convocare un Consiglio regionale straordinario con il quale la Regione valuti l’urgenza di esprimere la sua netta contrarietà ai progetti presentati dalla Ener Compost, dall’Alphabio e dalla Biomethane Plus nonché la loro incompatibilità con la “strategia regionale rifiuti zero 2020” e con la proposta di aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti (P.R.G.R.).
É stato chiesto, inoltre, di visionare la proposta di aggiornamento del P.R.G.R., adottata dalla Giunta Regionale, al fine di poterne fare le doverose valutazioni ed osservazioni.
É stato chiesto, inoltre, che la procedura di V.A.S., a cui sottoporre la proposta di aggiornamento del Piano, preveda un’ampia condivisione con tutte le realtà territoriali ed una capillare informazione sul territorio così da renderlo strumento di pianificazione condiviso con tutte le Comunità.
Ultimo punto all’ordine del giorno, non per questo meno importante, il permesso di ricerca idrocarburi “Palazzo San Gervasio” estremamente invasivo ed impattante che interessa un’area di quasi 47.000 ettari e coinvolge direttamente 13 Comuni della Provincia di Potenza.
La Regione Basilicata, in molti lo ricorderanno, preferì seguire la strada del ricorso in appello al Consiglio di Stato avverso la sentenza n. 325/2015 del T.A.R. Basilicata piuttosto che una delle possibili strade prospettate dall’Area Programma Vulture Alto Bradano riunitasi nella Conferenza dei Sindaci il 13 luglio 2015, a Palazzo San Gervasio, ed espressasi con Delibera n. 2/2015.
Recentemente, con l’Ordinanza n. 287 del 28 gennaio scorso, la richiesta di sospensione non è stata accolta e con essa il rischio di un danno grave ed irreparabile non è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato.
Già da tempo abbiamo avuto modo di evidenziare, come Consiglio Comunale e come Area Programma, che le responsabilità non dovevano essere ricercate nell’operato dei giudici amministrativi, ma nella Delibera della Giunta Regionale con la quale si manifestò il proprio diniego non adeguatamente motivato.
Ci ritroviamo a ricordare che la Delibera dell’Area Programma n. 2 del 13 luglio 2015 continua a rimanere agli atti così come l’invito a seguire una delle varie strade prospettate nella medesima.
Nella Delibera veniva chiesto di valutare la possibilità di procedere ad un riesame della Determinazione n. 276 del 9.3.2011 dell’Ufficio Compatibilità Ambientale con la quale era stata concessa l’esenzione dalla V.I.A, ormai scaduta il 9 marzo 2014, per un suo possibile annullamento in autotutela qualora fosse stata prorogata.
Un’altra strada, prospettata in Delibera, era quella di lavorare su un nuovo provvedimento di diniego dell’intesa da presentare con motivazioni differenti da quelle che hanno portato il T.A.R. Basilicata ad accogliere il ricorso della AleAnna Resources LLC.
Un diniego che, oggi in particolare, potrebbe essere rafforzato anche alla luce della recente approvazione di un importante disegno di legge, da parte della Giunta Regionale, riguardante l’Istituzione del Parco Naturale Regionale del Vulture ed il relativo Ente di gestione.
Un Parco interferente con il Permesso di ricerca idrocarburi “Palazzo San Gervasio” oltre che con quelli denominati “La Bicocca”, “Frusci” e “San Fele”.
Continueremo ad essere vigili sulla vicenda, grazie anche al prezioso supporto dell’Associazione Intercomunale Lucania, dell’Associazione V.A.S. per il Vulture Alto Bradano e della Ola (Organizzazione lucana ambientalista) che seguiamo con molto interesse, offrendo il nostro contributo istituzionale, in modo costruttivo e non propagandistico, al fine di scongiurare che il nostro territorio diventi Terra d’affari, con l’aggravante degli speculativi specchi parabolici di un progetto solare termodinamico sempre più alla deriva per la sua folle ed irrispettosa progettazione, in evidente contrasto con l’attività agricola, con il turismo, con l’ambiente in generale e con tutte le bellezze naturalistiche e paesaggistiche da valorizzare e salvaguardare in nome di un territorio che deve vivere e non morire nel malaffare.
Michele MASTRO
Sindaco di Palazzo San Gervasio
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RASSEGNA STAMPA
La Nuova del Sud 19 febbraio 2016
La Gazzetta del Mezzogiorno 19 febbraio 2016