Per la storia di questo parco si rimanda all’articolo pubblicato su questo stesso sito il 23 agosto 2013 (https://www.rodolfobosi.it/impianto-sportivo-in-costruzione-dentro-il-parco-di-labaro/#more-1773).
Per il resto delle notizie si rimanda invece al sito www.parcocollidoro.it da cui riportiamo il seguente articolo postato il 13 gennaio 2014.
Vi raccontiamo una storia emblematica e rocambolesca di un Parco pubblico che è stato privato ed espropriato ai cittadini del quartiere con la scusa di “riqualificazione dell’area” per regalarlo al presidente di una Società sportiva privata, Lazio Pallavolo che fu candidato nel 2008 alle elezioni Comunali di Roma nelle liste dello stesso parito politico che gli assegnò la concessione. Tutto questo avvenne tenendo all’oscuro di queste scelte la popolazione del quartiere per non dargli opportunità di opporsi alle decisioni, non solo, ma della faccenda non venne nemmeno chiesto il parere, anche se non vincolante, ma obbligatorio per legge (vedi regolamento Comune di Roma). Iniziarono attorno a questa faccenda, pressioni, solleciti, verbali scritti a penna, conferenze di servizio per urgenze inesistenti, pareri non proprio regolari, un ricorso al Tar, al Consiglio di Stato, ecc. ecc. insomma la classica “STORIA ALL’ITALIANA”, un film già visto e stravisto, un “classico” per così dire.
La storia, comunque, non è ancora finita anzi sta assumendo risvolti anomali grazie anche alla tenacità e caparbietà del Comitato Colli D’oro di voler scoprire come stanno realmente le cose, anche contro la diffidenza, l’indifferenza e sfiducia della gente del quartiere, diritto questo sacrosanto e primario sancito dalla costituzione italiana e infine al riemergere naturale dei fatti (della serie: tutti i nodi prima o poi vengono al pettine) .
Dall’ultimo accesso agli atti fatto presso il Dipartimento allo Sport di Roma Capitale e all’incontro informale con l’assessore emergono episodi a dir poco “strani” relativi ai lavori effettuati dal concessionario per l’allaccio ai due collettori fognari di acque nere esistente e gestiti dalla Società ACEA ,delle nuove tubature che dovevano servire per gli impianti sportivi in costruzione.
ebbene dai documenti emege quanto segue:
1) La società ACEA diede un primo nulla osta per il progetto di variante presentato nel 2009 stabilendo alcune prescrizioni tecniche come condizione “conditio sine qua non”
2) il 27/07/2009, con atto notarile venne stipulata una convenzione tra il concessionario e la società ACEA per lo spostamento dei collettori fognari secondo il progetto presentato e approvato
3) Con nota prot. 7402 del 14/11/2012 il Dipartimento allo Sport trasmise una variante al progetto in argomento dove il tracciato relativo allo spostamento dei collettori fognari risultava completamnte diverso rispetto a quello precedentemente previsto e soprattutto non conforme alle prescrizioni stabilite e indicate nella suddetta convenzione stipulata con atto notarile.
4) da accertamenti effettuati a maggio del 2013 dall’ACEA oltre all’uso di materiale diverso (corrugato e non PVC come stabilito) è emersa la presenza di tubazioni schiacciate ed ovalizzate, di guarnizioni fuori sede nonchè di tratti in contropendenza della fognatura tali da compromettere la corretta funzionalità idraulica e gestionale delle stesse, pertanto viene invitata la Società concessionaria a ripristinare in tempi brevi lo status quo ante o a proporre una valida soluzione tecnica.
5) da una nota del Dipartimento allo Sport del 18 ottobre u.s. risulta che nonostante numerosi solleciti non siano ancora pervenuti i certificati antimafia delle ditte appaltatrici e subappaltatrici, che non sia stato ripristinato ancora nulla e che non sia ancora stato presentato il progetto alternativo.
Il questa folle storia emergono subito alcune inconcruenze e anomalie, ad esempio:
- perchè la figura del RUP è stata data non ad un entità interna all’amministrazione o quanto meno a persona esperta che possa esercitare quella funzione di controllo ma proprio al presidente della società privata che ha avuto la concessione quindi che dovrebbe essere controllato.
- nella pubblica amministrazione la certificazione antimafia deve essere richiesta alla Prefettura direttamente da questa e non fatta richiedere dal concessionario (che guarda caso ha anche la figura del RUP) e comunque questo è un documento che deve essere agli atti PRIMA di procedere ai lavori e non successivamente.
Alleghiamo copia dei documenti richiesti :