La cronaca della ennesima seduta della Commissione Commercio, che c’è stata ieri pomeriggio e che ha raggiunto ormai il livello di una farsa indecente, parte dalla convocazione tumultuosa con cui si è arrivati a tenerla.
Il 25 giugno 2014 sul sito del Comune è stata pubblicata la seguente anomala convocazione.
Dalla Segreteria della Commissione Commercio sono poi venuto a sapere che le ragioni di quella inusuale convocazione erano dovute alla concomitanza delle seduta dell’Assemblea Capitolina che è stata però disdetta nel tardo pomeriggio, costringendo il Presidente Orlando Corsetti a comunicare direttamente ad ogni membro della Commissione la riconvocazione per le ore 15,30 del 26 giugno 2014 presso la sala riunioni al 2° piano di via dei Cerchi n. 6, non avendo potuto a quel momento fare la prenotazione della sala Massimiliano Parsi al 1° piano, poi successivamente richiesta ed ottenuta.
Non sapendolo, alle ore 15,10 circa mi sono recato presso la sala riunioni della Commissione Commercio, dove con mia sorpresa ho trovato già in corso una riunione, a cui ho intravisto che partecipava anche il Capo della Segreteria Leslie Francesco Capone (l’Assessore non vi ha potuto partecipare perché impegnata in Giunta nel piano di rientro): solo dopo ho saputo essere una riunione propedeutica della sola maggioranza, perché Corsetti mi ha solo detto invece che era una seduta a porte chiuse a cui non potevo partecipare.
Dopo che ho avuto i dovuti chiarimenti dalla Segreteria sono sceso al 1° piano dove ho incontrato l’Avv. Giuseppe Scavuzzo che mi ha voluto salutare e ne ho subito approfittato per chiedergli se avesse letto per caso il mio articolo pubblicato proprio quella mattina: con una certa mia sorpresa mi ha risposto di condividerne totalmente i contenuti, motivandone la ragione con il fatto che non possono esistere nella maniera più assoluta dei criteri per stabilire la “premialità” e che la mia proposta per esclusione andava invece più che bene.
Giuseppe Scavuzzo ha tenuto a precisarmi per l’occasione che lui non è “Presidente” della associazione di categoria Imprese Romane Pubblicitarie Associate (I.R.P.A), come invece ho scritto erroneamente in tutti i miei precedenti articoli.
A partecipare alla seduta, malgrado la convocazione anomala, erano presenti l’Avv. Ettore Corsale, Direttore Generale della associazione di categoria “Associazione Imprese Pubblicità Esterna” (A.I.P.E.), Gianfranco Festa, responsabile della associazione di categoria “Società Pubblicitarie Associate Romane” (SPAR) e della ditta “ARS”, venuto con la moglie, Rodolfo Moretti, responsabile della ditta “Moretti Pubblicità”, Alessandro Di Gregorio, responsabile delle ditte “Gregor” e “Fox”, Oberdan Zuccaroli, responsabile della ditta “Pubbli Roma”, e Giorgio Genova, amministratore unico della ditta “Cosmo Pubblicità”.
Per le associazioni, oltre al sottoscritto per “Verdi Ambiente e Società” (VAS), erano presenti Filippo Guardascione, Franco Quaranta e Lester Salis per “Basta Cartelloni-Francesco Fiori”.
Dei membri della Commissione Commercio erano presenti, oltre al Presidente Orlando Corsetti, Davide Bordoni (Forza Italia, Vice Presidente), Giovanni Alemanno (Alleanza Popolare Nazionale), Michela Di Biase (Partito Democratico), Franco Marino (Lista Civica Marino Sindaco), Ilaria Piccolo (Partito Democratico) ed Enrico Stefàno (Movimento 5 Stelle).
Erano inoltre presenti i consiglieri Luca Giansanti (Presidente della Lista Civica Marino Sindaco, venuto per la prima volta dopo tutti questi mesi), Roberto Cantiani (Gruppo Misto) ed Athos De Luca (Partito Democratico).
Luca Giansanti
Oltre che al Segretario di Alemanno De Micheli era presente anche il Segretario di Bordoni.
Con mezz’ora di ritardo, alle ore 16,05 il Presidente Orlando Corsetti ha dato inizio ai lavori nel modo seguente: <<Concorderei con la seguente metodologia di lavoro. Siccome il comma 1 dell’art. 91 del Regolamento del Consiglio Comunale, che vado a leggere, stabilisce che “le sedute delle Commissioni sono pubbliche salvo i casi in cui la Commissione, con determinazione motivata adottata a maggioranza assoluta dei componenti, decida di adunarsi in seduta segreta per la tutela della riservatezza di persone, gruppi o imprese”, avendo già svolto una riunione preliminare di maggioranza arrivando a conclusioni che vorremmo sottoporre ora all’esame dell’opposizione, debbo tenere a porte chiuse questa prima parte della seduta e prego pertanto tutti i presenti di uscire. Alla fine di questo confronto la seduta tornerà ad essere aperta e si passerà alla votazione.>>
Siamo stati richiamati tutti a rientrare dopo un’ora !
In tutto questo frattempo mi sono potuto intrattenere a parlare della mia proposta di soluzione alternativa alla “premialità”, su cui si sono dichiarati d’accordo anche Gianfranco Festa, Oberdan Zuccaroli, Alessandro Di Gregorio, e Giorgio Genova.
Alle ore 17,07 il Presidente Orlando Corsetti ha premesso di avere informato l’opposizione della volontà della maggioranza di mantenere propedeutiche al bilancio le due proposte di deliberazione n. 59 e n. 61.
Orlando Corsetti
Come secondo passaggio ha parlato della possibilità di arrivare ad una posizione unitaria e non di scontro sia con l’opposizione che con l’altra Commissione Bilancio.
Ha fatto sapere quindi su quali punti c’è stata condivisione all’unanimità anche con l’opposizione.
Sono i due seguenti:
– Progetti speciali di Bike Sharing ed elementi di arredo urbano, nonché progetti su aree demaniali ferroviarie, da sottoporre alla approvazione della Assemblea Capitolina;
– Contrarietà alle deroghe per i progetti speciali di Bike Sharing ed elementi di arredo urbano, ammettendo soltanto deroghe per aspetti non commerciali di tipo turistico, culturale, artigianale e di sicurezza, da sottoporre comunque al parere della Assemblea Capitolina, ma con la clausola voluta dal cons. Luca Giansanti di una pronuncia entro un termine perentorio di 30-60 giorni.
Dopo di che il Presidente Corsetti ha portato a conoscenza tutti i presenti che non si sarebbe votato quel giorno perché in quell’ora di discussione a porte chiuse non era stato raggiunto un accordo con l’opposizione sul criterio per garantire una “premialità” alle ditte “virtuose”, per cui è stato deciso di rimandare il voto ad una nuova riunione congiunta con la I° Commissione Bilancio in data da destinarsi.
Orlando Corsetti ha fatto sapere che nella riunione preliminare della sola maggioranza riguardo alla “premialità” è stata concordata la proposta del cons. Franco Marino di rispettare la scadenza del 31.12.2014 e l’obbligo di fare i bandi di gara, ma riservandone uno soltanto a non meglio individuate “ditte virtuose” a cui sarebbe assicurato un 15% dell’intera superficie espositiva del PRIP che è di 138.000 mq.: ha precisato che questa proposta non è stata accettata dal cons. Enrico Stefàno, che a maggior ragione si è dichiarato contrario alla proposta dell’opposizione (Bordoni ed Alemanno) che pretende invece il 50% dei 138.000 mq. da riservare al di fuori dei bandi di gara agli impianti del riordino delle sole ditte “virtuose”, prorogando la scadenza del prossimo 31 dicembre di almeno altri 5 anni.
Franco Marino
Il cons. Davide Bordoni ha tenuto a precisare che su quest’ultimo suddetto punto <<abbiamo interrotto la trattativa politica>>.
Davide Bordoni
Ho chiesto a questo punto di poter intervenire per parlare della soluzione alternativa da me proposta e portare a conoscenza dei consiglieri presenti da quali associazioni di categoria e da quali ditte pubblicitarie è stata già condivisa.
Fra lo stupore di non pochi sono stato bruscamente interrotto dal Presidente Orlando Corsetti che ha affermato che i tempi delle “proposte” sono finiti e che per queste c’è tempo ormai direttamente in aula Giulio Cesare con gli emendamenti che vorranno presentare i gruppi politici o singoli consiglieri.
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Per opportuna conoscenza di chi legge, alla fine della riunione del 24 giugno scorso – come ho già avuto modo di scrivere – avevo <<invitato Corsetti a “ragionare” un po’ di più e meglio, andando oltre la semplice ipotesi del 30% della superficie pubblicitaria da mettere a gara da un lato, ma sempre come impianti del riordino da riservare dall’altro lato esclusivamente alle ditte romane “virtuose”: l’ho invitato ad interrogarsi seriamente su come sia possibile una ipotesi così madornale.>>
Non ho scritto che quel giorno mi ha chiesto di aiutarlo, come ho fatto puntualmente il giorno prima delle riunione in questione telefonandogli per anticipargli per sommi capi i contenuti delle mia soluzione alternativa alla “premialità”: mentre mi stava ascoltando quasi interessato è andata via la linea telefonica e non sono più riuscito a rimettermi in contatto con lui per tutto il resto delle giornata.
Lascio giudicare a chi legge se il suo cellulare sia rimasto perennemente isolato o se invece non mi abbia deliberatamente più voluto sentire.
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Come valutazione politica di quanto è successo ieri ed in particolare dei due subemendamenti che si sono contrapposti, determinando l’ennesima “fumata nera”, non posso astenermi anzitutto dal mettere in grande risalto che la proposta del cons. Franco Marino concordata dalla maggioranza presente in quel momento (a giudicare da chi poi è sceso dal 2° piano, sembra costituita da Corsetti, Di Biase e Piccolo) ha bocciato clamorosamente l’emendamento già concordato con l’Assessore Leonori, il cui testo dato in copia nel corso della precedente riunione del 24 giugno è stato addirittura redatto assieme all’Avvocatura Comunale, stando a quanto mi è stato garantito.
La gravità di un tale comportamento è secondo me del più basso stampo della “politica” (con la “p” volutamente minuscola), perché porta a chiedermi e dovrebbe portare anche chi legge a chiedersi se la proposta di riservare quel 15% sia frutto di una “ignoranza” (nel senso letterale di “chi non sa” la normativa che va ad infrangere) oppure è coscientemente voluta proprio per far bocciare deliberatamente il PRIP sul nascere.
In un caso come nell’altro si tratta di una irresponsabilità, a cui assisto come cittadino inorridito.
Sempre per opportuna conoscenza del grado dimostrato di “matura” conoscenza delle norme, mi è stato poi riferito che il 15% è stato inteso all’interno della maggioranza addirittura nei due seguenti modi del tutto diversi tra di loro:
1 – 15% di superficie espositiva da riservare agli impianti così come individuati dai Piani di Localizzazione, di cui quindi verrà rilasciata l’autorizzazione per 10 anni esclusivamente alle ditte “virtuose” (domanda: avete mai visto e soprattutto è per voi regolare un bando in cui si sa a priori chi ha diritto esclusivo a parteciparci, in dispregio del rispetto del principio comunitario della libera concorrenza ?);
2 – 15% di superficie espositiva da riservare agli impianti del “riordino” ovviamente di proprietà esclusivamente sempre delle ditte “virtuose”, a cui invece dovrebbero essere prorogate di 10 anni (se non altro per “par condicio”) le concessioni che scadranno il 31 dicembre 2014, che viene però mantenuta in generale, ma non per questi impianti particolari così “premiati” (alla faccia dell’obbligo costituzionale di evitare disparità di trattamento).
Ovviamente anche nel riguardi dell’emendamento proposto da Bordoni ed Alemanno c’è da chiedersi se il pretenderlo sia frutto di una loro crassa ignoranza o sia invece finalizzato a far bocciare il PRIP.
Se si chiede che la metà dei 138.000 mq. di superficie espositiva complessiva (pari a circa 17.000 impianti) deve essere tenuta al di fuori delle gare e riservata agli impianti del “riordino” (magari solo scheda “R” e scheda “SPQR”) di non si sa bene quali e quante ditte “virtuose”, per giunta non tenendo conto della scadenza del 31 dicembre 2014 che dovrebbe essere del tutto scavalcata da un rinnovo delle concessioni fino al 31.12.2024, vi sembra possibile secondo voi che il Comune di Roma possa fare 10 lotti soltanto su 69.000 mq. ed assegnare fuori gara gli altri 69.000 mq. alle ditte “romane”, di cui Bordoni ed Alemanno non si sono accorti forse che fanno parte a pieno diritto anche due multinazionali del calibro della Clear Channel e della IGP Dèdacux (oppure pretenderanno razzisticamente di tenerle fuori ?), senza incorrere in nessun procedimento di infrazione da parte delle Comunità Economica Europea ?
Siccome la legge non ammette ignoranza e peggio che mai dalle Amministrazioni Pubbliche, di cui fanno parte questi emeriti consiglieri della Commissione Commercio sia della maggioranza che dell’opposizione, mi viene spontanea la domanda se conoscano la Direttiva 2004/18/CE e il Decreto Legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 che l’ha recepita e che stanno infrangendo in un modo sfacciato.
La mia proposta alternativa alla “premialità” è servita secondo me a fare da cartina di tornasole per capire bene chi vuole veramente che la “virtuosità” delle ditte debba costituire per espressa previsione di legge (articolo 38 del D.Lgs. 163/2006) il requisito di ammissione alle gare e chi invece dietro il fin troppo comodo ritornello (iniziato il 22 ottobre del 2013) di dover riconoscere una “premialità” a ditte “virtuose”, senza mai sbilanciarsi a darne dei criteri precisi ed oggettivi ed a far sapere quindi quali siano veramente, fa di tutto un fascio e premia anche così proprio le ditte “non virtuose”.
Diceva Cicerone: <<O tempora, o mores !>>
Dott. Arch. Rodolfo Bosi