Rispetto quanto meno alla serena e costruttiva seduta del 21 marzo 2014, a cui ho dedicato un apposito articolo pubblicato su questo stesso sito il 25 marzo 2014 (https://www.rodolfobosi.it/la-commissione-commercio-approva-le-misure-di-salvaguardia-del-prip-proposte-dalle-associazioni-vas-e-basta-cartelloni-francesco-fiori/) c’è stato lo svolgimento del tutto inaspettato della successiva seduta della Commissione Commercio del 26 marzo 2014, che intendo raccontare a mò di verbalizzazione allo stesso modo secondo me più che corretto con cui ho descritto lo svolgimento di tutte le precedenti sedute dedicate al PRIP: questo mi costringe ad appellarmi per la prima volta al diritto di cronaca ed anche di critica sancito dall’art. 21 della nostra Costituzione, che deve però essere sempre esercitato nel rispetto di quanto ormai sancito al riguardo da sentenze civili e penali.
L’applicazione corretta del diritto di cronaca si deve basare anzitutto sulla verità del fatto, poi sul suo interesse sociale (pertinenza) ed infine sulla correttezza formale del linguaggio.
L’applicazione corretta invece del diritto di critica si deve basare sulla verità del giudizio ed ovviamente sulla correttezza formale del linguaggio (continenza).
Preciso oltretutto che questo sito ufficiale del Circolo Territoriale di Roma di VAS è impostato anche come blog con la dichiarata finalità di consentire a chiunque lo voglia di intervenire su ogni articolo che vi viene pubblicato per fare i propri commenti e chiedere anche le dovute rettifiche di notizie o brani scritti di cui si dimostrasse fondatamente l’inesattezza, commessa sempre e comunque in perfetta buona fede.
Per chi si accingesse (membri della Commissione Commercio compresi) a leggere questo articolo senza conoscere gli articoli pubblicati su questo stesso sito che ne hanno raccontato i precedenti, ritengo opportuno che abbia prima il quadro di fondo entro cui è maturato lo svolgimento quanto meno ”anomalo” della seduta del 26 marzo 2014 che ho descritto nell’articolo pubblicato sempre su questo sito il 1 aprile 2014 (https://www.rodolfobosi.it/la-telenovela-senza-fine-del-percorso-di-partecipazione-per-la-stesura-del-piano-regolatore-degli-impianti-pubblicitari-prip/#more-6129).
Al suddetto quadro va aggiunto che sul sito wwww.cartellopoli.net il 24 marzo 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “La pantomima della Commissione Commercio sul Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. Qualcuno interrompa la pagliacciata e si vada oltre”, che con riferimento alla seduta del 21 marzo 2014 ed in particolare al fatto che quando si era arrivati ad approvare l’art. 19 delle Norme Tecniche di Attuazione della proposta unitaria, riguardante le “misure di salvaguardia”, per finire di approvare i rimanenti articoli (39, 40 e 41, oltre che 13) c’era tutto il tempo che il Presidente Corsetti ha però preferito invece dedicare a tutt’altri argomenti che non erano all’ordine del giorno.
Il termine “pantomima” che l’autore del suddetto articolo ha voluto mettere nel titolo è stato chiaramente riferito a questa seconda d ultima parte della seduta, dal momento che commenta in modo molto critico proprio le “novità” introdotte a sorpresa dal Presidente Corsetti: è un dato di fatto incontestabile che queste stesse novità potevano benissimo essere trattate nella successiva seduta del 26 marzo 2014, lasciando chiudere in quella del 21 marzo 2014 la valutazione sulle Norme Tecniche di Attuazione proposte dalle associazioni VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori.
È un dato di fatto ancor più incontestabile che, se il Presidente Corsetti avesse “chiuso” il 21 marzo il dibattito sull’unica proposta unitaria pervenuta entro il 17 dicembre 2014, nella successiva seduta del 26 marzo non sarebbe accaduto quello che invece è successo e che mi accingo a raccontare.
All’articolo pubblicato su wwww.cartellopoli.net il 24 marzo ho ritenuto di dover fare il seguente commento: <<Debbo fare alcune precisazioni a chi ha scritto l’articolo in questione.
1 – La “pantomima” non è della Commissione Commercio, ma caso mai del suo Presidente, considerato che dei suoi 12 membri si registra volta per volta la partecipazione alle sedute di 2 o al massimo 3 consiglieri, che presenziano per giunta nemmeno per l’intera durata delle sedute. Verificheremo con il documento sul PRIP votato a maggioranza dei suddetti membri se si sarà trattato di “pantomima” anche della Commissione Commercio.
2 – Il 21 marzo scorso Orlando Corsetti non ha proposto di “premiare” le ditte che avranno rimosso gli impianti “senza scheda”, dal momento che per lui le ditte “virtuose” dovrebbero essere proprio quelle che non hanno installato nessun impianto “senza scheda”.
3 – Per Piazzale Clodio non è stata solo avanzata una “proposta” da parte di Bodoni, ma è stato approvato un vero e proprio Piano di Localizzazione con deliberazione della Giunta Comunale n. 133 del 12 maggio 2010 che ho chiesto di annullare con nota VAS prot. n. 23 del 25 maggio 2010>>.
Preciso, a scanso di equivoci, che questo mio suddetto commento rientra nel pieno diritto di critica sancito dall’art. 21 della Costituzione e non certo nella diffamazione a mezzo stampa, anche perché ci sarebbe a mio modesto giudizio una “pantomima” anche da parte della Commissione Commercio se alla fine venisse approvato un documento sul PRIP che non fosse desunto dalla documentazione pervenuta entro il 17 dicembre 2013, come da impegno preso con il documento di indirizzo sul PRIP, ma fosse stato preso da tutt’altre parti non meglio dichiarate e non ricomprese nemmeno nella documentazione accettata fuori tempo massimo: in questo caso si sarebbe più che legittimati a parlare non solo di “pantomima”, ma di “presa per i fondelli”, perché chiamati a fare un lavoro che una volta presentato è stato umiliato e vanificato quasi del tutto.
Sulla base di questi antefatti, siamo arrivati a mercoledì 26 marzo 2014.
Quel giorno sono arrivato al 2° piano del Dipartimento in via dei Cerchi 6 alle ore 9,30 circa ed ho visto scendere dalle scale il cons. Franco Marino assieme al Presidente Orlando Corsetti, che mi ha detto che stava andando ad aprire la Sala degli Succhi al 1° piano in quanto erano già arrivate alcune persone, evidentemente per assistere soltanto alla seduta, visto che era stata convocata per continuare esclusivamente l’esame delle Norme Tecniche di Attuazione proposte dalle associazioni VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori.
Orlando Corsetti
Le persone con cui, una volta sceso al 1° piano, ho trovato a parlare il solo Presidente Corsetti (il cons. Franco Marino era già andato via) erano l’Avv. Giuseppe Scavuzzo, presidente della associazione di categoria I.R.P.A (Imprese Romane Pubblicitarie Associate), che per la 2° volta ha ritenuto di presenziare alle sedute sul PRIP della Commissione Commercio, ed il sig. Oberdan Zuccaroli, responsabile della ditta Pubbli Roma rappresentata dall’I.R.P.A..
Giuseppe Scavuzzo
Si sono messi a parlare fra di loro davanti a me, che quindi non ho potuto non sentire l’Avv. Scavuzzo criticare prima il servizio di Bike Sharing di Milano, per lamentarsi poi con Corsetti della mancata “concertazione” dell’Assessore Leonori con le ditte, al fine di assicurare almeno i posti di lavoro: si è lamentato infine con Corsetti anche di non essere stato mai chiamato da lui.
Quando il Presidente Corsetti si è allontanato dalla sala e l’avv. Scavuzzo si è seduto di fronte a me dall’altra parte del tavolo delle riunioni, gli ho volutamente chiesto se per caso avesse partecipato al convegno che si è tenuto il 22 ottobre 2013 in via della Greca per dare inizio proprio al percorso di partecipazione sul PRIP: alla sua risposta affermativa, gli ho allora chiesto come mai non avesse presentato nessuna documentazione entro la scadenza fissata del 17 dicembre 2013.
Alla sua risposta evasiva, gli ho dovuto fare comunque presente che non aveva ora il diritto di lamentarsi più di tanto come l’avevo invece sentito fare poco prima con Corsetti per delle mancate “convocazioni” individuali che peraltro non ci sono mai state, considerato che tutte le sedute della Commissione Commercio hanno avuto come ordini del giorno esclusivamente il percorso di partecipazione sul PRIP.
A dimostrazione gli ho portato proprio quella seduta odierna, che come ordine del giorno aveva il proseguimento di quello addirittura del 6 marzo precedente, vale a dire il <<Confronto normativo – Proposta presentata dalla VAS Verdi Ambiente e Società Onlus – Controdeduzioni dell’Ufficio sulla proposta presentata dalla VAS Verdi Ambiente e Società Onlus>>.
Gli ho quindi fatto notare che lui presenziava alla seduta in teoria come semplice “auditore”, ma che se Corsetti l’avesse permesso accettavo che sulla nostra proposta unitaria si aprisse un confronto serio e concreto nel merito delle norme proposte, così come già era stato fatto per gli articoli fin lì presi in esame nella precedente seduta.
Nel prosieguo del dialogo che c’è stato, per ingannare se non altro il tempo in attesa dell’inizio dei lavori, l’Avv. Scavuzzo mi ha precisato che la ditta Screen City è una delle sue assistite, ma che la sospensiva al TAR della Deliberazione della Giunta Capitolina n. 425 del 13 dicembre 2013 è stata ottenuta a seguito di un ricorso da lei presentato personalmente: ha tenuto a farmi sapere che lui ha invece presentato ben 11 ricorsi contro questa deliberazione di revoca parziale della delibera della Giunta di Alemanno n. 115/2013, di cui 7 accolti con fissazione dell’udienza al prossimo 16 aprile.
In questo frattempo è arrivata la sig.ra Simona Di Sano, sorella di Andrea Di Sano, responsabile della ditta D.D.N. anch’essa assistita dall’avv. Scavuzzo, che si è seduta a fianco a lui.
Mentre parlavo con l’avv. Scavuzzo è arrivato il sig. Ranieri Randaccio (della ditta S.C.I.) , che mi ha voluto stringere la mano con un sorrisetto di circostanza: oltre a lui sono arrivati Rodolfo Moretti (della Moretti Pubblicità), Paolo Paglia (della A.P.A.) ed Ettore Corsale (della associazione di categoria A.I.P.E.) a cui si è aggiunta in seguito anche la Presidente dell’A.I.P.E. Daniela Aga Rossi, nonché Alberto Gualerzi (della Clear Channel Affitalia) venuto appositamente credo da Padova e l’arch. Alberto Pietroforte che come consulente del cons. Gianni Alemanno ha partecipato a tutte le ultime sedute della Commissione Commercio.
Il cons. Giordano Tredicine (PDL) ha mandato una sua collaboratrice ad assistere alla seduta: lo stesso ha fatto il cons. Massimo Caprari (Centro Democratico) che ha mandato ad assistere la sig.ra Violante.
Fra i membri della Commissione la prima a venire in anticipo è stata la consigliera Michela Di Biase (PD), che si è intrattenuta a parlare per diversi minuti con Rodolfo Moretti, salutata in questo frattempo con una calorosa stretta di mano anche da Ranieri Randaccio.
Michela Di Biase
Sono poi arrivati il cons. Enrico Stefàno (M5S), Valeria Baglio (PD) e Valentina Grippo (PD), che non fa parte però della Commissione Commercio.
Valentina Grippo
Prima ancora dell’inizio dei lavori ho visto l’avv. Ettore Corsale consegnare al Presidente Corsetti un documento di cui subito dopo ha dato una copia anche a me: faccio in tempo a leggere con stupore che si tratta di una nota indirizzata alla associazione VAS ed al Circolo Territoriale di Roma e che riguarda l’articolo che il 20 marzo ho pubblicato su questo stesso sito con il titolo << La “concertazione” che vorrebbe in extremis la ditta pubblicitaria S.C.I. (Società Concessioni Internazionali)>> (https://www.rodolfobosi.it/la-concertazione-che-vorrebbe-in-extremis-la-ditta-pubblicitaria-s-c-i-societa-concessioni-internazionali/#more-5857).
Stavo per iniziare a leggerne il testo, quando l’avv. Corsale si è voluto riprendere il documento per consegnarmene un altro, sostenendo che quello datomi poco prima conteneva degli errori: la Lettera dell’A.I.P.E. consegnata a mano il 26 marzo 2014 è senza data e senza firma.
Intorno alle ore 10.15 il Presidente Corsetti ha aperto i lavori, ricordando che erano rimasti da esaminare gli articoli 13, 39, 40 e 41 delle Norme Tecniche di Attuazione proposte dalle associazioni VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori.
Ho chiesto di parlare per far presente che nella precedente seduta della Commissione Commercio il dibattito sull’espressione “titolo autorizzativo rinnovato” del 4° comma dell’art. 38 si era concluso con un rimando ad un successivo approfondimento: per dare una soluzione al problema ho proposto di sostituire la frase con l’espressione “titolo autorizzativo valido”.
A quel punto è voluto intervenire il dott. Francesco Paciello per far sapere che aveva letto il mio articolo sulla “verbalizzazione” fedele della seduta del 21 marzo 2014 (https://www.rodolfobosi.it/la-commissione-commercio-approva-le-misure-di-salvaguardia-del-prip-proposte-dalle-associazioni-vas-e-basta-cartelloni-francesco-fiori/), rimarcando che avevo correttamente riportato che era arrivato in ritardo e non aveva potuto quindi assistere alla discussione svoltasi prima sul 1° comma dello stesso art. 38, su cui ha colto l’occasione per esprimere anche se a posteriori un suo “parere” di tipo tecnico amministrativo.
Ha espresso delle perplessità sul testo finale del 1° comma che parla di “rimozione forzata d’ufficio con la somma ricavata dalle sanzioni”, perché a suo giudizio nella applicazione concreta non si procede in questo modo.
Metto solo in evidenza al riguardo che il sindaco Alemanno e l’assessore Bordoni hanno a suo tempo fatto alcune “campagne” di rimozione forzata degli impianti anticipando le spese dal bilancio corrente del Comune, che ho dovuto denunciare alla Corte dei Conti per “distrazione di fondi pubblici” con Nota VAS prot. n. 3 del 21 febbraio 2012.
È voluto intervenire a sorpresa a questo punto l’avv. Scavuzzo per mettersi a leggere dal suo tablet l’articolo pubblicato il 24 marzo sul sito wwww.cartellopoli.net di cui ha rimarcato il titolo (La pantomima della Commissione Commercio sul Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. Qualcuno interrompa la pagliacciata e si vada oltre): il Presidente Corsetti ha commentato quel titolo affermando che lui parte sempre da un presupposto, che è quello di non dover perdere tempo ad andare appresso a tutte le critiche che gli vengono portate.
A nulla sono servite le mie rimostranze sul fatto che quell’intervento non aveva nulla a che vedere con l’ordine del giorno, perché il Presidente Corsetti ha permesso all’avv. Scavuzzo non solo di leggere l’intero articolo, ma di insinuare che fossi stato io ad averlo scritto diffamando di fatto tutti i membri della Commissione Commercio.
A quel punto sono scattato su tutte le furie ricordando che in quello stesso posto il 23 novembre del 2011 l’avv. Scavuzzo si era già permesso di dire che nel “mio” sito di Cartellopoli avevo dato dei “mafiosi” ai responsabili delle ditte pubblicitarie da lui rappresentate: come quel giorno, anche il 26 marzo scorso ho ribadito di non essere affatto titolare del sito www.cartellopoli.net né di avere scritto quell’articolo né soprattutto di avere mai fatto articoli con frasi od espressioni diffamanti.
Mi ha interrotto l’avv. Ettore Corsale che per contraddire secondo lui quelle mie affermazioni si è messo a leggere anche lui dal suo tablet solo il 1° periodo del mio commento proprio a quell’articolo, in cui ho scritto che <<la “pantomima” non è della Commissione Commercio, ma caso mai del suo Presidente>>.
Ad andare su tutte le furie stavolta è stato Corsetti, che mi ha impedito di spiegargli le ragioni di quel mio “giudizio” che rientra pienamente nel diritto di critica.
È voluto intervenire anche il sig. Paolo Paglia (della A.P.A.) per affermare con tono pacato che non aiuta di certo l’azione di screditamento continuo: per un opportuno confronto metto in evidenza che ha fatto questa giusta considerazione quando però ero stato già fatto oggetto di discredito dapprima con la Lettera della associazione di categoria A.A.P.I., poi con la Nota della SCI del 14 marzo 2014 e quella stessa mattina con la Lettera dell’A.I.P.E. consegnata a mano il 26 marzo 2014.
Al sig. Paglia ho replicato facendo presente che sul sito www.vasroma.it ho sempre pubblicato articoli sull’andamento del percorso di partecipazione sul PRIP a mò di verbalizzazione, portando a dimostrazione lo stesso dott. Francesco Paciello che mi ha dimostrato di averli sempre letti senza farmi alcun rilievo, come confermato peraltro da lui stesso poco prima.
È voluta intervenire la consigliera Michela Di Biase per far presente che la presenza scarsa e non continua alle sedute dei membri della Commissione Commercio è dovuta alla concomitanza delle sedute di altre Commissioni di cui sono parimenti membri: ha tenuto quindi a ribadire che i consiglieri che fanno parte della Commissione Commercio sono comunque liberi di decidere “politicamente” come meglio riterranno, approvando a porte chiuse il documento sul PRIP da proporre all’Assessore Leonori.
Ha chiuso il suo intervento ripromettendosi di legge il “blog” di Bosi, di cui ha saputo l’esistenza solo in quel momento.
Ho fatto presente alla consigliera Di Biase che nel corso delle sedute precedenti a cui è stata impedita di partecipare già il cons. Alessandro Onorato aveva giustificato la sua scarsa presenza con l’obbligo di dover essere presente anche alle sedute di altre Commissioni, mentre già sapevo della decisione finale da prendere a porte chiuse perché ero stato io ad averlo espressamente richiesto di sapere al Presidente Corsetti: le ho fatto infine presente che il sito da me curato è anche “blog” per consentire di interagire a quello che è invece il sito ufficiale del Circolo Territoriale di Roma che tratta molte altre materie e non solo il PRIP.
In questo frattempo ho voluto verificare di quante altre commissioni fanno parte gli 11 membri della Commissione Commercio, eccezion fatta per Corsetti.
È venuto fuori, in ordine alfabetico, che:
– Gianni Alemanno fa parte anche della VII Commissione Patrimonio e Politiche Abitative e della X Commissione Personale;
– Valeria Baglio fa parte anche della IV Commissione Ambiente, della XI Commissione Scuola e della Commissione delle Elette;
– Immacolata Battaglia fa parte anche della XI Commissione Scuola, della XII Commissione Turismo e della Commissione delle Elette;
– Davide Bordoni fa parte anche della I Commissione Bilancio e della IV Commissione Ambiente;
– Michela Di Biase fa parte anche della V Commissione Politiche Sociali e Salute, della VI Commissione Cultura e della Commissione delle Elette;
– Franco Marino fa parte anche della I Commissione Bilancio della XII Commissione Turismo e della XII Commissione Turismo;
– Alessandro Onorato fa parte anche della VII Commissione Patrimonio e Politiche Abitative e dell’VIII Commissione Urbanistica;
– Pierpaolo Pedetti fa parte anche della VII Commissione Patrimonio e Politiche Abitative e dell’VIII Commissione Urbanistica;
– Ilaria Piccolo fa parte anche della II Commissione Lavori Pubblici, della VIII Commissione Urbanistica e della Commissione delle Elette;
– Giovanni Quarzo fa parte anche della IV Commissione Ambiente e della X Commissione Personale;
– Enrico Stefàno fa parte anche della III Commissione Mobilità e della IV Commissione Ambiente.
Al riguardo non posso non notare che il cons. Stefàno abbia partecipato a tutte le sedute della Commissione Commercio, tranne due, mentre la consigliera Valentina Grippo che fa parte della VI Commissione Cultura, della XI Commissione Scuola, della XIII Commissione Turismo e della Commissione delle Elette è riuscita ugualmente a partecipare ad un paio di sedute della Commissione di Commercio, benché non ne faccia parte.
Dopo questo forzato “intervallo” dovuto all’intervento inatteso dell’avv. Giuseppe Scavuzzo, su cui ci sarebbe ad ogni modo da chiedersi “cui prodest”, sono finalmente proseguiti i lavori, prendendo in esame l’art. 13 che riguarda la “Individuazione delle zone e sottozone”.
Il Presidente Corsetti mi ha consentito di spiegare la differenza che c’è in termini di “zone” con la “normativa tecnica di attuazione” che conferma lo “schema normativo” secondo cui il territorio è suddiviso nelle tre seguenti macroaree:
1) “le aree incluse all’interno del tracciato delle mura aureliane, delle mura gianicolensi e delle mura vaticane”,
2) “le aree esterne al tracciato delle mura e incluse all’interno del tracciato dell’anello ferroviario ed il quartiere dell’EUR”;
3) “tutte le restanti aree esterne al tracciato dell’anello ferroviario ed al quartiere dell’EUR”.
Ho fatto presente che anche il PRIP così come aggiornato non rispetta l’art. 20 del Regolamento vigente, perché prescrive – come hanno fatto le Norme Tecniche di Attuazione proposte – la suddivisione della città nelle stesse seguenti zone del P.R.G. di Roma vigente:
– la città storica;
− la città consolidata;
− la città da ristrutturare;
− la città della trasformazione;
− il territorio non urbanizzato.
Il Presidente Corsetti mi ha interrotto per far spiegare quali sono e come funzionano le tre sottozone B al dott. Francesco Paciello, che ha fatto un distinguo tra le tre diverse sottozone individuate da “Aequa Roma” e quelle proposte da VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori, più o meno uguali, ma con una disarticolazione della sottozona B1 a seconda che riguardi il “centro storico” o la “città storica” così come individuata dal P.R.G. vigente.
Ho trovato strano che il Presidente Corsetti facesse spiegare il contenuto dell’art. 13 al dott. Francesco Paciello, anziché al sottoscritto, come ha fatto nelle precedenti sedute: ho trovato ancor più strano, per non dire inammissibile, che mi abbia impedito materialmente di spiegare quanto meno le ragioni della scelta disarticolata della stessa sottozona B1, fatta peraltro anche per non penalizzare più di tanto le ditte pubblicitarie, dal momento che nei 1500 ettari circa del “centro storico” non è ammessa l’installazione di nessun impianto di proprietà privata, che è invece consentito nei rimanenti 3.500 ettari circa della “città storica”.
Riguardo alla tutela sia del “centro storico” che della “città storica” non posso non mettere in grande evidenza che nella lettera dell’A.I.P.E. consegnata a mano il 26 marzo 2014 è riportato il seguente passo: <<Al contrario dobbiamo registrare come la stessa VAS, insieme con Bastacartelloni, abbia proposto che nel PRIP si preveda di istallare impianti per pubbliche affissioni di formato doppio rispetto all’esistente (il famoso formato europeo usato dalle multinazionali) nella parte più tutelata della città. Questo si che ci sembra un chiaro conflitto di interessi per chi dice di rappresentare gli interessi della tutela e della visibilità dei monumenti e delle aree verdi.>>
A questo punto il Presidente Corsetti con un linguaggio da plurale maiestatis ha detto che “noi pensiamo” che l’art. 13 debba essere bocciato: a nulla è servito da parte mia fargli presente che stava decidendo da solo senza aver sentito il parere dei consiglieri presenti, rimasti comunque in silenzio, e soprattutto senza dare alcuna motivazione che giustificasse almeno quella sua scelta “unipersonale”.
Il Presidente Corsetti è passato subito dopo all’esame degli articoli 39 e 40, che riguardano rispettivamente le “Procedure per l’autorizzazione all’esposizione pubblicitaria con mezzi privati su suolo Pubblico” e le “Procedure per la locazione degli impianti pubblicitari di proprietà del Comune di Roma” e che mi ha concesso di spiegare solo in parte perché sono stato subito dopo interrotto dapprima dall’avv. Ettore Corsale, poi dal sig. Ranieri Randaccio ed infine dall’arch. Alberto Pietroforte.
Ho potuto solo dire che la scelta si è orientata nel mantenere distinti e separati i bandi per l’assegnazione alle ditte pubblicitarie degli impianti da installare su suolo pubblico dai bandi per l’assegnazione invece della locazione degli impianti SPQR di proprietà Comunale, precisando che l’amministrazione comunale potrà benissimo fare i bandi per gli uni e gli altri assieme.
Sono stato interrotto dall’avv. Ettore Corsale che ha voluto far presente che questo tipo di norme sono da Regolamento e non da PRIP: mi è stato impedito di ribattere, a differenza di quanto era stato concesso a lui il 6 marzo 2014 nella difesa strenua dei suoi 7 emendamenti che il Presidente Corsetti gli aveva concesso di presentare fuori tempo massimo, riconoscendo poi da solo di aver fatto una evidente “forzatura”.
Gli avrei semplicemente fatto rilevare che le Norme Tecniche di Attuazione non fanno altro che “applicare” quanto prescrive per l’appunto il comma 2 dell’art. 7 del vigente Regolamento, ma mi è stato impedito dall’intervento del sig. Ranieri Randaccio che ha fatto un riferimento generalizzato al Decreto Legislativo n. 507 del 15 novembre 1993 per sostenere una presunta esenzione dai bandi di gara dagli impianti del riordino e conseguentemente una specie di loro regime di “monopolio”.
Posso al riguardo fare solo presente che molte delle norme del D.Lgs. n. 507/1993sono state in seguito sostituite dal D.Lgs. n. 446 del 15 dicembre 1997: fra queste c’è il 1° comma dell’art. 27 che finché è rimasto in vigore prescriveva che <<la concessione del servizio di accertamento e riscossione dell’imposta sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni ha durata massima di sei anni>> e non poteva comunque essere eterna, consentendo un illecito regime di monopolio.
L’arch. Alberto Pietroforte è voluto intervenire a sua volta, credo per ricordare che la materia è regolata dalle norme transitorie dettate dall’art. 34 del vigente Regolamento.
Il Presidente Corsetti ha a questo punto dichiarato che i due articoli 39 e 40 si dovevano bocciare, considerato che le norme transitorie del vigente Regolamento prevedrebbero cosa si debba fare: per un opportuno confronto al riguardo faccio presente che la “normativa tecnica di attuazione” che in base all’aggiornamento del PRIP si vorrebbe prendere a “modello”, per espressa ammissione di Paciello richiama le norme transitorie dell’art. 34, riferite peraltro solo agli impianti del “riordino” e non ai bandi di gara, perché “Aequa Roma” si è dovuta tenere su un piano di neutralità in assenza di precisi indirizzi politici al riguardo che dovranno essere comunque prima o poi dettati, colmando questo vuoto normativo.
Ho messo in grande risalto al Presidente Corsetti che stava di fatto bocciando la legalità (dell’obbligo di fare bandi di gara prescritto dall’art. 7 del Regolamento), per andare nell’illegalità: a questo punto il Presidente Corsetti ha troncato il dibattito sulla questione, rimandando gli articoli 39 e 40 ad un successivo “approfondimento politico” da parte della Commissione Commercio.
Allo stesso “approfondimento politico” il Presidente Corsetti ha rimandato anche l’art. 41, ultimo delle Norme Tecniche di Attuazione de proposte da VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori: ha considerato quindi chiusa questa fase ed ha posto il problema del “progetto Mirabilia”, sollevato sembra dalla consigliera Michela di Biase in quanto membro della VI Commissione Cultura, invitando il dott. Francesco Paciello a spiegarlo ai presenti.
Si tratta del posizionamento di alcuni elementi di arredo urbano decisi nel 2000 per il Giubileo, consistenti in pannelli informativi con il logo dello “sponsor”: il dott. Francesco Paciello ha tenuto a precisare che non figurano nella Nuova Banca Dati e che quindi non hanno nulla a che vedere con i 5.000 impianti “senza scheda”.
Sull’esempio del “progetto Mirabilia” nel 2007 con una apposita ordinanza il Sindaco ha autorizzato 110 pannelli informativi (oggi ridotti ad 80 circa) di formato 70 x 100 e 100 x 140 realizzati su disegno dello stesso architetto (sembra Mantic) con su una facciata la planimetria della città, sul retro il testo informativo ed in basso lo “sponsor”.
Il dott. Francesco Paciello ha fatto sapere che nel 2009 è stato rilevato che il retro dei pannelli informativi era stato invaso illecitamente dalla pubblicità di tipo commerciale ed è stato conseguentemente deciso di registrarli nella Nuova Banca Dati facendo pagare il Canone Iniziative Pubblicitarie (CIP): quando mi è stato concesso di intervenire a tal riguardo ho chiesto al dott. Paciello, senza averne avuto una risposta significativa, perché è stato deciso di “legittimare” una evidente affissione abusiva e non è stata invece immediatamente repressa, come si doveva, una evidente violazione dell’ordinanza del Sindaco.
È intervenuto a questo punto il sig. Ranieri Randaccio per affermare che le ditte pubblicitarie sarebbero ben liete di realizzare impianti solo per la cultura.
La consigliera Michela Di Biase ha posto una ulteriore questione: ipotizzando una agenda culturale del Comune di Roma ha chiesto di sapere se tutti i pannelli informativi rischiano di essere in violazione del Codice della Strada.
A questo punto il Presidente Corsetti ha fatto presente che il 2° problema riguardava la lettera dell’A.I.P.E. consegnata a mano il 26 marzo 2014, ritenendo comunque che c’era da approfondire l’art. 34 del vigente Regolamento relativamente alle possibili “norme transitorie” del PRIP.
L’ha interrotto Daniela Aga Rossi, arrivata nel frattempo, per esprimere forti criticità nei riguardi delle schede tecniche degli impianti e concludere di conseguenza che bisogna migliorare l’impiantistica romana.
Le ha fatto eco il sig. Ranieri Randaccio.
Il dott. Francesco Paciello ha fatto presente che in questa fase è opportuno avere una visione sinottica sia del PRIP che dei Piani di Localizzazione e che solo in questa prospettiva è utile decidere sul design degli impianti pubblicitari.
Il Presidente Corsetti ha posto l’accento sulla norma del Regolamento vigente che se rispettata obbligherebbe ad approvare contestualmente sia il PRIP (di competenza dell’Assemblea Capitolina) che i Piani di Localizzazione (di competenza invece della sola Giunta Capitolina, in quanto piani attuativi del PRIP).
Quel giorno ho chiesto di sapere quale fosse la norma che lo specifica, senza avere avuto quella risposta che mi sono trovato ora da solo e che sta nel comma 7 dell’art. 34, secondo il quale <<In fase di prima applicazione del presente regolamento, i Piani di localizzazione di cui all’art. 19, comma 1bis, sono deliberati insieme con il Piano di cui all’art. 19, camma 1, previo parere del Municipio territorialmente competente, che lo esprime entro 30 giorni dalla comunicazione relativa.>>
È di tutta evidenza che la suddetta disposizione dovrà essere cambiata, se non altro perché è semplicemente assurdo licenziare i Piani di Localizzazione contestualmente ad un PRIP che potrebbe arrivare ad essere alla fine approvato in modo del tutto diverso dai dettami con cui sono stati redatti i Piani di Localizzazione.
Il Presidente Corsetti ha quindi annunciato che arriverà una nota formale con individuate delle “location” scelte vicine al Dipartimento di via dei Cerchi n. 6 che il dott. Francesco Paciello ha individuato nelle seguenti 4 arterie:
– piazzale della radio;
– viale Guglielmo Marconi,
– via del Corso;
– piazza Bologna.
Ha confermato il gruppo di lavoro già anticipato alla fine della precedente seduta, che dovrebbe fare una applicazione concreta di quello che dovrebbe essere poi il Piano di Localizzazione, con la massimizzazione degli impianti collocabili sulle suddette 4 arterie ed una conseguente verifica del PRIP.
L’avv. Giuseppe Scavuzzo ha chiesto di sapere se gli impianti di cui massimizzare le posizioni sul territorio siano per caso quelli del “riordino”: il dott. Francesco Paciello gli ha risposto di no.
Ho a quel momento fatto presente al Presidente Corsetti che senza essersene reso conto stava mettendo in discussione gli indici di affollamento del PRIP, rimasti inalterati anche nel PRIP aggiornato e mai contestati da nessuno.
Per far capire la gravità secondo me di cosa si stava proponendo, ho messo in grande evidenza che il compito che si vorrebbe dare a questo gruppo di lavoro è quello che spetta invece ai Piani di Localizzazione che in questo modo vengono scavalcati con un chiaro eccesso di potere: ho quindi fatto presente che i Piani di Localizzazione dovranno dopo comunque pianificare quelle stesse 4 arterie ed ho chiesto quindi provocatoriamente di sapere se saranno costretti ad accettare passivamente le conclusioni a cui sarà arrivato questo gruppo di lavoro.
L’avv. Corsale mi ha contestato mettendo in dubbio il mio ruolo ed il conseguente diritto ad oppormi: il Presidente Corsetti gli ha replicato che avrebbe comunque “accolto” e “sentito” tutti.
Dal momento che la discussione è arrivata a far salire violentemente i toni, è intervenuto a questo punto il cons. Enrico Stefàno per far presente di non volere gettare ulteriore benzina sul fuoco, ma di sentirsi in obbligo di dover constatare che il dott. Arch. Rodolfo Bosi, pur talvolta con i modi sbagliati, ha dimostrato comunque di essere un profondo conoscitore della materia.
Enrico Stefàno
Una volta riabbassatisi i toni, Alberto Gualerzi (Clear Channel Affitalia) ha chiesto al Presidente Corsetti quali “regole” si intendono applicare al gruppo di lavoro, precisando se si intenda derogare dalla norma statale del Codice della Strada e del suo Regolamento di attuazione.
Il Presidente Corsetti ha ribadito che si tratta di “verificare” se il PRIP è applicabile o meno.
È intervenuto a questo punto Ranieri Randaccio della SCI per far presente che si potrebbe allora verificare una strada come la via Salaria nel tratto che non presenta nessuna casa quanto meno su uno dei suoi lati.
Il cons. Enrico Stefàno si è dichiarato a questo punto contrario alla proposta di istituire un gruppo di lavoro, riservandosi comunque di approfondire la questione.
Il Presidente Corsetti a questo punto ha premesso che non accetterà nessuna critica di sorta ed ha quindi dichiarato la sua intenzione di posticipare l’approvazione del documento sul PRIP da parte della Commissione Commercio a dopo che il gruppo di lavoro avrà finito di assolvere al compito che gli è stato assegnato !
Sono rimasto talmente sbalordito da questa ennesima “novità” del Presidente Corsetti totalmente al di fuori del percorso che si è data la Commissione Commercio, che gliel’ho voluta far ripetere, pensando di aver capito male.
Dal momento che la seduta era praticamente finita, l’avv. Giuseppe Scavuzzo ha voluto “puntualizzare” con il Presidente che se ci sarà in futuro una convocazione delle “associazioni” esige di essere “convocato” anche lui: gli ho urlato in faccia che non sono stato mai espressamente convocato dal Presidente Corsetti e che se mi trovavo lì era perché mi ci aveva fatto venire esclusivamente l’esame della proposta che siamo stati invitati a presentare nell’ambito del percorso di partecipazione sul PRIP non certo voluto dal sottoscritto.
Gli ho ancor più urlato in faccia che stava diffamando sia me che l’associazione che rappresento e che non ne potevo più ad ogni modo delle sue ripetute provocazioni.
Mi è passato poco dopo a fianco il sig. Ranieri Randaccio che con un’aria secondo me sadica avrebbe voluto stringermi la mano per salutarmi: gli ho detto seccamente che mi rifiutavo di stringere la mano a chi mi diffama e che per quanto mi riguardava non intendevo avere con lui più nessun rapporto per il futuro.
Essendomi attardato a rimettere a posto le mie carte, il Presidente Corsetti mi ha sollecitato a lasciare la sala degli stucchi perché doveva proseguire la riunione a porte chiuse con i membri della Commissione Commercio.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi